IN PRINCIPIO ERA IL VERBO – “Insegnaci a contare i nostri giorni” - VercelliOggi.it VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli
Provincia di Vercelli
Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi!

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO - Letture dalla Liturgia di Domenica 31 luglio 2022 - "Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede" - Commento delle Suore Carmelitane di Biella - Video omelia di Mons. Giovanni Russotto

Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell'uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato

Dal Libro del Qoèlet, Cap. 1, 2; 2, 21 – 23

Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!

Dal Salmo 94

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: “Ritornate, figli dell’uomo”.
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Colossesi, Cap. 3, 1-5. 9-11
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.

Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 12, 13 – 21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: “Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità”. Ma egli rispose: “O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?”.

E disse loro: “Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede”.
Poi disse loro una parabola: “La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio”.

***

Un pensiero sulla Parola  dalle Suore Carmelitane del Monastero Mater Carmeli di Biella

(Qo 1,2;2,21-23; Sal 89; Col 3,1-5.9-11; Lc 12,13-21)

Viviamo un momento storico di grande destabilizzazione. Ci sentiamo tutti vulnerabili, a livello fisico, economico e anche psicologico. Ogni certezza sembra vacillare, ogni solidità sembra sciogliersi sotto questo caldo torrido, voce di un ecosistema che abbiamo alterato. L’equilibrio della natura è entrato in tilt, suona l’allarme per situazioni che non si riescono a gestire e controllare. Non è forse questa la voce del nostro desiderio sempre più concitato di voler dominare, possedere e consumare senza freni?

Il Vangelo ci presenta un uomo che si ritiene molto saggio perché accumula ricchezze su ricchezze. Costruisce le sue torri per proteggerle. E poi si sdraia sul divano, ormai sazio del denaro accumulato, progetta come passare il resto della sua vita a spenderlo.

Quattro verbi ci delineano i desideri di quest’uomo: riposarsi, mangiare, bere, divertirsi.

L’uomo sazio è sdraiato sul suo divano, la sua visione della vita è solamente orizzontale. Mi riposo a più non posso, mangio e bevo senza misura, mi diverto in tutte le modalità possibili. Questa è la sua felicità.

Ma la vita dell’uomo non è tutta racchiusa in un divano! Sarebbe veramente troppo limitata. La nostra vita assume significato e valore per la dimensione verticale che l’attraversa, che la illumina.

Io e le mie ricchezze non abbiamo lunga vita. Se invece le mie ricchezze, che poi non sono mie, le uso nella modalità illuminata dallo sguardo di Dio, allora sia io, che le ricchezze, abbiamo lunga vita.

I beni della terra non sono negativi in se stessi, ma lo sono nella misura in cui diventano una trappola per il nostro cuore e la nostra mente, per il nostro spirito e la nostra volontà. Ogni dipendenza abbruttisce la persona, perché le toglie la libertà di saper pensare e agire liberamente, per il bene di se stessi e degli altri.

Il problema quindi non sono le ricchezze che possediamo, ma il fatto che il nostro bisogno di possederle intralcia il nostro rapporto con Dio e ci fa vedere gli altri uomini come pedine da usare e sfruttare, oppure come probabili nemici da cui difendersi.

Sembra però che abbiamo un bisogno istintivo di costruirci un senso di sicurezza attraverso l’accumulo di beni e ricchezze. Le nostre case a volte sono piene di oggetti anche semplici che rimangono fermi e inutilizzati, ma dai quali non ci separiamo perché sono le nostre “ricchezze”. Diventiamo riluttanti a condividere ciò che abbiamo, nel caso in cui un giorno ne avessimo bisogno. San Giovanni della Croce scrive che un uccellino non è libero di volare se è legato, anche se il filo che lo lega è un sottile filo d’oro, bello e lucente.

Questa domenica possiamo domandarci: ma quali sono le mie dipendenze delle quali non voglio fare a meno e per le quali investo tanta ricchezza di pensiero, di affetti, di tempo, di energie? Quali magazzini mi sono costruito per sentirmi sicuro di fronte alle incertezze della vita?

La saggezza di Dio ci indirizza a usare ciò che siamo e ciò che abbiamo per arricchire la vita degli altri. La saggezza di Dio sta nel donare a dismisura: c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Dio gioisce nel darci la vita ogni giorno, nel pensare bene di noi sempre, nel curare nostre ferite per vederci guarire in fretta dai nostri limiti. Vera ricchezza è la sapienza del cuore che sa attingere da questo grande cuore di Dio per arrivare ad avere la giusta stabilità, la vera serenità. Con Dio possiamo fare cose grandi! Se abbiamo questa ricchezza nel cuore allora possiamo dire che sperimentiamo il nostro essere risorti con Cristo, guardiamo le cose eterne, non ci perdiamo dietro modelli di vita “taroccati”, ma puntiamo su Cristo Gesù.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza                                                                                          

Posted in Pagine di Fede, Vercelli Oggi