Per fortuna, solo lievi conseguenze alla Signora che transitava tranquillamente in Via Trino, sullo scooter condotto dal proprio Coniuge, questa mattina, 6 giugno, verso le 9.
Per fortuna.
La ruota anteriore del mezzo sul quale viaggiavano è rimasta bloccata nella buca che da tempo sta lì, nell’asfalto del sedime stradale, a raccontare la città dell’Architetto Kipar.
La cronaca del sinistro finisce qui: sul posto la Polizia Municipale che sta conducendo i rilievi e l’Ambulanza del Servizio 118 che sta verificando le condizioni della Signora che, come abbiamo detto, da primi sommari accertamenti paiono non gravi.
La scena è destinata a non mutare, ancora per un po’.
Il 7 dicembre 2023 saranno tre anni – leggi qui – che il Cavalcavia di Corso Avogadro è chiuso:
si tratta “soltanto” di abbatterlo e non hanno ancora finito: superfluo dire che le rassicurazioni di noti e simpatici burloni fossero tutte diverse e divulgate con trovate mediatiche frizzanti
Inutili i paragoni con altre situazioni in cui, in tre anni, si sono realizzate opere, non solo demolizioni di quelle esistenti.
I Lavori Pubblici nella città dell’Architetto Kipar stanno così.
Forse anche perché, nel biennio o poco meno, tra ottobre 2021 e febbraio 2023, gli Uffici Tecnici del Comune e soltanto per Piazza Alciati e Viale Garibaldi, tra Determine (la Determinazione dirigenziale è l’Atto amministrativo che compete, non alla Giunta, che “Delibera”, ma appunto al Dirigente Tecnico, ndr) per il nuovo progetto di rivoluzione urbana mai nemmeno transitato al vaglio del Consiglio Comunale e lavori della Commissione di gara, hanno dovuto preparare ben 14 Atti, tutte Determine dirigenziali o, appunto, verbali (confidiamo tra qualche giorno di poterle pubblicare integralmente).
Sommate, sono centinaia di ore di lavoro sottratte alla cura della città, in nome di una malintesa attività “acchiappabandi”.
C’è un bando che promette soldi?
Buttiamoci.
Poi, una volta ottenuti i finanziamenti, vedremo come fare.
Si chiama (forse così credono) Programmazione.
O, più semplicemente, invece di manutenzioni e cura della città, fughe dalla realtà.
Realtà che non è “riducibile” al solo problema dei parcheggi, né “confinabile” alla dialettica tra qualche Categoria economica (i Commercianti, piuttosto che gli Arrotini) e resto del Mondo.
Così che qualche bello spirito potrebbe avere agio a proclamare la primazìa degli interessi generali su quelli particolari.
Il problema, anzi, come abbiamo visto e rivedremo presto, sta proprio nella lesione possibile degli interessi generali, in nome (forse) di qualche illuministica suggestione, idonea ad alimentare l’illusione che sia possibile lasciare da parte i doveri primari di cura della Cosa Pubblica.