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Convegno a Vercelli con la presenza di Tecnici, Amministratori, esponenti del Governo Nazionale

ACQUA, DALL'EMERGENZA ALLA PROGRAMMAZIONE - Dal deflusso allo stoccaggio, la rivoluzione copernicana nelle strategie di gestione della risorsa decisiva per il futuro, non soltanto dell'Agricoltura - 

Da Matteo Salvini ad Alberto Cirio, per una volta la politica parla una sola lingua - Non dimentichiamo, poi, coloro che "avevano già capito", l'Ing. Giorgio Viazzo e l'Ing. Luigi Vecco

La rivoluzione copernicana nel governo delle acque si può forse riassumere così: dal deflusso allo stoccaggio.

Negli ultimi 170 anni (una delle ricorrenze che hanno motivato il convegno al Teatro Civico di Vercelli, ieri 20 marzo, è appunto questa, dalla fondazione del “Consorzio di Irrigazione dell’Agro ad Ovest del Sesia”) il sistema ha posto in essere tecniche concepite per fare defluire in modo razionale e produttivo la risorsa acqua.

Oggi la scommessa si appunta sulla capacità di risposta ad una crisi idrica che è duplice: quantitativa e temporale.

Le precipitazioni non assicurano più disponibilità in termini di entità, ma, soprattutto, la cadenza delle stesse precipitazioni, la loro distribuzione lungo l’arco dell’anno, sta variando sensibilmente: i millimetri di pioggia che cadono nel corso delle stagioni sono (un po’) meno, ma, soprattutto, concentrati in pochi periodi.

Da qui la consapevolezza di una revisione strategica che ponga al centro la costruzione di invasi, a seconda soprattutto delle situazioni e della morfologia del territorio: laghetti, dighe, bacini irrigui.

Per chi ha avuto il privilegio di conoscere veri e propri “giganti” della cultura economica vercellese e non solo, l’Ing. Giuseppe Viazzo, Direttore Generale di Ovest Sesia negli Anni Ottanta e, con lui, l’Ing. Luigi Vecco, suo “corrispondente” in rappresentanza delle Categorie agricole, sa che questa visione fu già la loro, in anni in cui nulla si sarebbe potuto immaginare di mutamenti climatici. Se non a livello “sapienziale” e scientifico: entrambi gli ambiti allora stimolati dalla necessità di contrastare, anche dal punto di vista dell’economia idrica, la costruzione di una seconda Centrale nucleare a Trino, che attingesse acqua dal Po per raffreddare le torri.

Ma, tornando all’oggi, l’istanza di “ribaltare” i piani del problema e di realizzare invasi capaci di mettere al riparo da periodi di scarsissime precipitazioni, ancor prima di essere espressa, già dice della necessità di investimenti a nove zeri.

A sentire gli interventi pronunciati nel corso della mattinata, si tratta di un’idea ormai pienamente condivisa e non soltanto dall’Associazione Nazionale tra i Consorzi di Gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi), che celebra (ed è il secondo motivi di incontro) i cento anni dalla costituzione.

Ma dal mondo della produzione agricola e da quello della politica: da quella locale al Governo nazionale.

Attesi i contributi del Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e Trasporti e di Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, entrambi sicuramente attestati su questa nuova “frontiera”.

Frontiera peraltro individuata dai Tecnici, come Elisabetta Novello, Docente di Storia Economica all’Università di Padova.

Tra i protagonisti locali, hanno suscitato una vasta condivisione che ne ha colto il radicamento in una conoscenza considerevole del Settore, gli interventi di Davide Gilardino, Presidente della Provincia e, tra i politici, uno dei maggiori esperti nel governo delle acque, e di Stefano Bondesan, Presidente di Ovest Sesia.

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