Si è svolta regolarmente, senza essere compromessa dal maltempo, la Processione delle Macchine a Vercelli, tradizionale appuntamento del Venerdì Santo, sempre capace di suscitare partecipazione e meditazione profonda.
Una per una le “macchine”, portate in spalla da tanti volontari, delle confraternite e dei corpi militari, si sono mosse, seguite dai fedeli lungo le vie del percorso, da via Guala Bicheri, piazza Sant’Eusebio, piazza D’Angennes, via Duomo, via Gioberti, piazza Cavour, con suggestive immagini proiettate sulle facciate dei palazzi che su questa si affacciano, via Galileo Ferraris fino al rientro in Sant’Andrea, dove l’Arcivescovo Mons. Marco Arnolfo, assistito dal Vicario Generale Mons. Stefano Bedello, ha impartito la benedizione finale.
«Lasciamoci provocare dalla presenza di Maria ai piedi della Croce, in atteggiamento di sofferenza – ha detto l’arcivescovo di Vercelli mons. Marco Arnolfo – Maria ci insegna a mantenere la fede in Dio perché sa che quella scena tragica, della Crocefissione di Gesù, non è l’ultima parola.
Maria si apre al suo dolore, perché diventi germoglio.
Un dolore che trova sfogo nell’amore.
Impariamo da Maria ad uscire dai nostri dolori».
Al centro dei pensieri del Presule, la preoccupazione per la pace:
«Maria, che ha visto suo figlio umiliato, torturato e ucciso, ci invita a non cadere nella follia di avere guerre fratricide.
Questa Pasqua porti il dono della pace a questa umanità, che non conosce più il rispetto.
Gesù ha iniziato un’umanità nuova, che stenta però ad attecchire in noi».
Partecipata e composta, davvero animata da devozione sincera e corale, la processione è stata arricchita dalle meditazioni delle sorelle della Fraternità della Trasfigurazione e dai canti della Cappella Musicale Eusebiana diretta da mons. Denis Silano.