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VERCELLI - Prende il via la 4° edizione del festival ogniluogoèunteatro        

L’edizione 2024 va nella direzione di spettacoli che parlino all’oggi orientando le proposte verso tematiche contemporanee e attuali

PiemonteOggi, Regione Piemonte, Vercelli Città

Tra il 6 e il 19 settembre 2024 prende il via la 4° edizione del festival #ogniluogoèunteatro organizzato da Teatro di Dioniso, CuocoloBosetti e Arteinscacco a Vercelli.

Una nuova edizione che continua il lavoro avviato negli anni precedenti fondato su alcuni capisaldi:

Il teatro parla e ci interroga su noi e sull’oggi, sempre.

Il teatro accade ovunque.

Il teatro è il luogo in cui la popolazione di incontra e si riconosce: se realizzato in spazi quotidiani il legame con il territorio e gli spettatori si arricchisce ulteriormente.

Il teatro fuori dagli spazi convenzionali è ‘infiltrante’ e quando avviene in un territorio questo stesso ne diviene parte integrante attraverso collaborazioni economiche, artistiche e sociali.

#ogniluogoèunteatro è concepito per creare una rete che si accresce di anno in anno e diventa sistema

#ogniluogoèunteatro offre la possibilità di vedere/partecipare spettacoli di qualità che hanno già debuttato ma, spesso, a causa dei meccanismi teatrali che prevedono grandi prime e scambi, hanno vita brevissima; crediamo che il lavoro di una compagnia vada valorizzato e aiutato a raggiungere il pubblico.

La direzione a tre oltre ad essere poco consueta nel panorama teatrale attuale si fonda sul fatto che sia Dioniso, sia Cuocolo/Bosetti sia Arteinscacco hanno da sempre ragionato e realizzato teatro fuori dagli spazi teatrali preposti: Dioniso e Arteinscacco con spettacoli andati in scena in luoghi non teatrali o site specific, Cuocolo/Bosetti come cifra distintiva di tutto il loro lavoro: il teatro intersecato con la vita nei diversi luoghi dove la vita avviene.

#ogniluogoèunteatro o si sviluppa realizzando un teatro diffuso, espanso, che abbraccia le comunità e diviene strumento di inclusione, confronto e dialogo, favorendo una promozione integrata a livello territoriale del patrimonio culturale dei territori e dei luoghi che abita e promuovendo la creazione di una comunità attiva e partecipe.

Le precedenti edizioni di #ogniluogoèunteatro hanno dimostrato dati alla mano che questi presupposti si sono rivelati veritieri grazie al coinvolgimento in prima persona di enti, aziende private, pubblico e ‘non pubblico’ (ovvero un pubblico non uso ad andare a teatro).

L’edizione 2024 del festival va nella direzione di spettacoli che parlino all’oggi orientando le proposte verso tematiche contemporanee e attuali che invitino alla riflessione chiedendo a chi guarda una partecipazione attiva;

innovazione dei linguaggi e delle tecniche recitative;

mescolanza di diversi linguaggi espressivi;

creatività femminile (elemento questo cui abbiamo sempre riservato grande attenzione):

quest’anno ospiti di #ogniluogoèunteatro saranno, tra le altre, Licia Lanera, Marta Cuscunà, Rita Frongia.

Questi i numeri di #ogniluogoèunteatro 2024:

10 compagnie ospiti – Teatro delle Ariette, Marta Cuscunà & Fabio Babich,, Mariella Fabbris & Ilaria Schettini, Compagnia47, Kronoteatro/Maniaci-D’amore, I Sacchi di Sabbia, Teatrino Giullare, Carullo/Minasi, KioShindo

1 progetto speciale legato al territorio: Tamburi Uniti, band formata da ragazzi autistici che trovano nella musica il loro modo di comunicare (a cura di A.N.G.S.A. Novara e Vercelli e del M° Fulvio Sette)

2 progetti realizzati site specific per il Festival da Arteinscacco e Cuocolo/Bosetti: Progetto Pellegrino. Prima Parte Mutamenti irreversibili a cura di Livio Ghisio (drammaturgia) e Roberto Amadé (progetto sonoro) in collaborazione con Urban Experience e Simone Pacini (sabato 7 e domenica 8 settembre); Alcune cose da mettere in ordine (Interior) di Rubidori Manshtaff con Roberta Bosetti adattamento e regia Renato Cuocolo (da sabato14 a mercoledì 18 settembre)

16 repliche

e coinvolgerà:

8 Enti//Associazioni del territorio

12 diversi spazi cittadini

L’edizione 2024 di #ogniluogoèunteatro come sempre fa della contemporaneità e dei temi che investono la società il nocciolo del proprio agire: si tiene così ferma l’attenzione su temi importanti che uniscono passato e presente come lo spettacolo di Marta Cuscunà che lega e interseca la storia d’Italia fondandosi sui concetti di libertà, giovinezza e ribellione, unendo la storia del partigiano Nello Quartieri-Italiano con le musiche di Lou Reed, Patti Smith ecc.; si parla di autonomia e di libertà con Lilith testo scritto e diretto a Rita Frongia in cui la presunta compagna di Adamo si sottrae all’obbligo stabilito di sottomissione nei suoi confronti, pagandone le conseguenze con l’essere trasformata in demone e allo stesso tempo divenendo simbolo di ribellione, libertà, autodeterminazione.

E sempre con le parole di Rita Frongia ci si avvicina a Macbeth.

L’ultimo sguardo in cui Luca Stetur dove l’ultimo sguardo di Macbeth rivede il passato e per un attimo vede ciò che verrà.

Il Teatrino Giullare, ispirandosi ai racconti di Kafka, porta in scena La Tana, dove un cane e un essere umano osservano il mondo dalla propria tana, spaventati dal presente e aspirando ad un futuro in cui uscire e andare incontro alla libertà.

Cuocolo/Bosetti insieme all’artista, regista, autrice e scenografa Rubidori Manshaft (alias di Roberta Dori Puddu), in prima nazionale, affrontano con Alcune cose da mettere in ordine (interior), i temi del tempo che passa, della memoria, dell’invecchiare, dei mutamenti che la vecchiaia comporta e sulla risposta della società rispetto agli anziani, una risposta che tende a nascondere, dimenticare, accantonare.

Lo spettacolo, che ha debuttato nel 2023 al Festival Internazionale di Lugano, viene qui completamente ripensato e ricreato per uno spazio interno, casa cuocolobosetti, appunto.

I Sacchi di Sabbia con il loro Sandokan o la fine di un’avventura ci conducono all’interno di una cucina che è casa di Sandokan, foresta malese, nave, spiaggia di Mompracem dove, con l’utilizzo di pochi elementi di scena, appare un mondo in cui i protagonisti tessono un elogio dell’immaginazione messa a confronto con la superficialità dei nostri tempi in una satira di costume che molto rivela di noi, dei nostri sogni e del nostro tempo.

Kronoteatro e Maniaci d’amore, in La fabbrica degli stronzi -una collaborazione dagli esiti sorprendenti- ci portano, con l’abituale sguardo impietoso sul reale, in un mondo isterico e meschino, costituito esclusivamente di vittime.

Un mondo dove la colpa di ogni sofferenza, frustrazione e sciagura è sempre attribuita a qualcun altro e, laddove il responsabile manchi si provvede a inventarlo. Lo scaricamento della colpa, l’incapacità di riconoscere le debolezze e di assumersi responsabilità sono i veri protagonisti della scena.

Rebecca. Una storia al buio delle Officine Papage tocca il tema del sentirsi fuori posto, inadatti, disadeguati al mondo.

In questo caso Rebecca, la bambina protagonista cui dà voce Marco Pasquinucci, racconta la sua vita di bimba brutta e degli effetti di questo suo non essere ‘come gli altri’, dei suoi genitori, una madre malinconica e distratta e un padre bello e ricco, ma un uomo sostanzialmente meschino.

Rebecca ci parla inoltre del suo amore e grande talento per la musica ma soprattutto di quell’essere inadatti, incompresi, non amati come avremmo voluto che prima o poi ci ha toccato tutti

Divina di e con Mariella Fabbris attraversa le epoche con un monologo comico ispirato all’amore per il teatro, in una carrellata di grandi donne del teatro personaggi e attrici da Medea a Giulietta da Isabella Andreini a Eleonora Duse, il tutto accompagnato dalle musiche eseguita dal vivo da Ilaria Schettini.

Trent’anni di grano del Teatro delle Ariette, come abitudine della storica compagnia emiliana, racconta la vita, la loro esperienza teatrale e intanto si cucina e si condivide il cibo con gli spettatori; con Umanità Nova. Cronaca di una mancata rivoluzione di Carullo/Miniasi, Sciara Progetti Teatro si torna invece agli anni ‘70 con i Moti di Reggio in cui 5 giovani anarchici morirono in strada, si torna all’epoca del ’68 e alla fine di quella lotta, a come le istanze dei giovani di allora siano state fagocitate dal potere e sulla necessità di fare memoria, sul trasmettere gli accadimenti così come sono accaduti evitando che vengano fagocitati dal blob quotidiano che tutto appiana e rende uguale.

Due gli spettacoli musicali: il primo, Tamburi Uniti a cura di A.N.G.S.A Novara e Vercelli onlus insieme all’Associazione per l’autismo Enrico Michieli onlus, è un progetto educativo musicale che coinvolge i ragazzi del Centro per l’autismo Enrico Micheli e i loro educatori, tirocinanti e volontari che danno vita insieme alla chitarra e alla voce di Fulvio “NaturalSevenSette” a uno spettacolo intenso e coinvolgente;

dell’immaginazione messa a confronto con la superficialità dei nostri tempi in una satira di costume che molto rivela di noi, dei nostri sogni e del nostro tempo.

Kronoteatro e Maniaci d’amore, in La fabbrica degli stronzi -una collaborazione dagli esiti sorprendenti- ci portano, con l’abituale sguardo impietoso sul reale, in un mondo isterico e meschino, costituito esclusivamente di vittime.

Un mondo dove la colpa di ogni sofferenza, frustrazione e sciagura è sempre attribuita a qualcun altro e, laddove il responsabile manchi si provvede a inventarlo.

Lo scaricamento della colpa, l’incapacità di riconoscere le debolezze e di assumersi responsabilità sono i veri protagonisti della scena.

Rebecca. Una storia al buio delle Officine Papage tocca il tema del sentirsi fuori posto, inadatti, disadeguati al mondo. In questo caso Rebecca, la bambina protagonista cui dà voce Marco Pasquinucci, racconta la sua vita di bimba brutta e degli effetti di questo suo non essere ‘come gli altri’, dei suoi genitori, una madre malinconica e distratta e un padre bello e ricco, ma un uomo sostanzialmente meschino.

Rebecca ci parla inoltre del suo amore e grande talento per la musica ma soprattutto di quell’essere inadatti, incompresi, non amati come avremmo voluto che prima o poi ci ha toccato tutti.

Divina di e con Mariella Fabbris attraversa le epoche con un monologo comico ispirato all’amore per il teatro, in una carrellata di grandi donne del teatro personaggi e attrici da Medea a Giulietta da Isabella Andreini a Eleonora Duse, il tutto accompagnato dalle musiche eseguita dal vivo da Ilaria Schettini.

Trent’anni di grano del Teatro delle Ariette, come abitudine della storica compagnia emiliana, racconta la vita, la loro esperienza teatrale e intanto si cucina e si condivide il cibo con gli spettatori;

con Umanità Nova. Cronaca di una mancata rivoluzione di Carullo/Miniasi, Sciara Progetti Teatro si torna invece agli anni ‘70 con i Moti di Reggio in cui 5 giovani anarchici morirono in strada, si torna all’epoca del ’68 e alla fine di quella lotta, a come le istanze dei giovani di allora siano state fagocitate dal potere e sulla necessità di fare memoria, sul trasmettere gli accadimenti così come sono accaduti evitando che vengano fagocitati dal blob quotidiano che tutto appiana e rende uguale.

Due gli spettacoli musicali: il primo, Tamburi Uniti a cura di A.N.G.S.A Novara e Vercelli onlus insieme all’Associazione per l’autismo Enrico Michieli onlus, è un progetto educativo musicale che coinvolge i ragazzi del Centro per l’autismo Enrico Micheli e i loro educatori, tirocinanti e volontari che danno vita insieme alla chitarra e alla voce di Fulvio “NaturalSevenSette” a uno spettacolo intenso e coinvolgente;

il secondo -a chiusura del Festival- Kyoshindo, spettacolo di Taiko (“Taiko è musica da ascoltare guardare e vivere”) del gruppo ligure KyoShinDo Tayko Dojo, mescola narrazione e musica in uno spettacolare viaggio per percussioni che mescola lo stile tradizionale giapponese con uno slancio innovativo legato al gesto e al ritmo; il risultato è mélange armonioso di forza, eleganza e potenza.

Infine tre progetti speciali:

Progetto Pellegrino. Prima Parte: Mutamenti irreversibili a cura di Livio Ghisio (drammaturgia) e Roberto Amadé (progetto sonoro) in collaborazione con Urban Experience e Simone Pacini.

Mutamenti irreversibili è un reading fra parole e musica guidato dalle voci di Annalisa Canetto e Irene Ivaldi e costituisce la prima tappa di Progetto Pellegrino, che si svilupperà in tre anni:

Progetto Pellegrino si svilupperà in tre anni: attraverso il «pellegrinaggio» fra diverse espressioni artistiche il progetto ha il suo fulcro nel concetto di movimento e mutamento.

Progetto Pellegrino – prendendo a pretesto la Via Francigena che attraversa i tre territori come simbolo del viaggio, dello spostamento – si propone di indagare il concetto di cammino, d pellegrinaggio, dove lo spostamento è il senso stesso del muoversi.

Nel momento in cui viene al mondo ciascuno di noi compie un viaggio.

Come attraversiamo questo viaggio?

Quali sono i mutamenti che ogni tipo di viaggio, di spostamento porta nelle nostre esistenze e nel nostro modo di vedere le cose? Come cambia la nostra percezione durante e dopo un viaggio?

All’interno di questa prima parte, Mutamenti irreversibili, il viaggio e lo spostamento sono mentali, immaginari, richiedono allo spettatore di affidarsi alla propria memoria e al proprio vissuto per attraversarli. è una cronaca, per quanto parziale e soggettiva, di un territorio attraverso il tempo e lo spazio.

È un viaggio dentro e fuori di sé, nella propria memoria e in quella personale degli spettatori.

A corollario di Mutamenti Irreversibili, verrà presentato il libro di Simone Pacini Il Teatro sulla Francigena.

Trenta attori in cammino dalla Toscana alla Francia. Il libro, cronaca di un laboratorio itinerante svoltosi qualche anno fa tra Toscana e la regione Lot-et-Garonne fa rivivere i 300 chilometri percorsi da allievi attori provenienti dal teatro Metastasio di Prato e Théâtre École d’Aquitaine, lungo la Francigena – passando per la Corsica e Marsiglia Capitale della Cultura 2013 -e la messa in scena in piazze e teatri di uno spettacolo bilingue.

Il secondo, Walkabout. Cammino irreversibile #01 e Cammino irreversibile #02 a cura di Carlo Infante, ripete una collaborazione di successo già avviata nel 2023. Si tratta di due walkabout -conversazioni nomadi, esplorazioni urbane basate sull’uso di sistemi whisper-radio e smartphone il cui senso è lo «scrivere storie nelle geografie immaginate e studiate sulla mappa dei percorsi sotterranei che l’acqua segue sotto le vie della città. Ogni percorso unico in quanto irripetibile nel tempo. Un racconto che si snoda in superficie cercando le tracce di ciò che scorre sotto i nostri passi, sotto di noi, in vie nascoste tracciate da altri esseri umani nello stesso luogo, in un tempo diverso».

Infine, il terzo e ultimo progetto speciale, anche questa una collaborazione avviata nel 2022 e che continuerà fino al 2025 con l’artista visivo vercellese Max Bottino: Incontro al nulla, in mezzo al niente. Progetto Post me 02. Un percorso artistico che è «una guida al disordine».

Accompagnati da una guida turistica decisamente atipica, lo stesso Max Bottino, si frugherà Vercelli in un viaggio alla scoperta di simboli, metafore e misteri nascosti sotto gli occhi di tutti, in un disordine che chiede ai partecipanti di esserci, di condividere, di essere segni di vita, pellegrini di pura meraviglia.

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Redazione di Vercelli

 

Posted in Cultura e Spettacolo