Un protocollo, dice il dizionario, è una sequenza ordinata di regole da seguire.
Poi ci sono i protocolli ambientali, quelli che si firmano nelle grandi conferenze internazionali tra strette di mano e dichiarazioni solenni, e quelli che, molto più prosaicamente, ci riguardano tutti.
Il protocollo della lampadina a basso consumo, quello della bicicletta invece dell’auto, quello della borraccia e della benzina verde o quello del bidone dell’umido, che non è il generico.
Di tutto questo si è parlato con le classi 3^D TUR e 2^A SSAS il 21 febbraio all’IIS Cavour di Vercelli in un incontro della Rassegna Culturale curata da Giulia De Santis e Elena Ferraris con due relatrici d’eccezione: le Professoresse Raffaella Afferni e Carla Ferrario.
La prima, docente di Geografia all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Dipartimento di Studi Umanistici, e Presidente dell’Atl Terre dell’Alto Piemonte.
La seconda docente di Geografia nello stesso ateneo, Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa.
E se di ambiente si discute da decenni nei salotti buoni della politica, qui a Vercelli si è preferito andare al sodo.
Il Protocollo di Kyoto? Un inizio, certo, ma insufficiente.
L’Accordo di Parigi? Passi avanti, ma col fiatone.
Intanto, la temperatura globale sale, le microplastiche intasano mari e polmoni, e il settore tessile continua a produrre tonnellate di vestiti che nessuno metterà mai.
Il punto, come hanno spiegato Ferrario e Afferni, è che la sostenibilità non si decreta, si pratica.
Ogni scelta, ogni comportamento quotidiano, è parte di un protocollo più grande: quello che ci riguarda tutti, che non si firma, ma si vive.
Nel contesto di questa riflessione sulla sostenibilità, un ruolo fondamentale lo gioca l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Approvata nel 2015 da tutti i 193 Stati membri dell’ONU, l’Agenda 2030 si articola in 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) che mirano a eliminare la povertà, proteggere il pianeta e garantire pace e prosperità per tutti entro il 2030.
Tra questi obiettivi, spiccano quelli legati all’azione per il clima, alla gestione sostenibile delle risorse naturali e alla promozione di modelli di consumo e produzione responsabili.
Durante l’incontro all’IIS Cavour, si è sottolineato come i principi dell’Agenda 2030 non siano solo impegni istituzionali, ma guide concrete per le scelte quotidiane di cittadini, aziende e governi.
Un piccolo gesto, come ridurre il consumo di plastica o privilegiare mezzi di trasporto sostenibili, rientra perfettamente nel quadro degli obiettivi ONU.
In altre parole, il “protocollo sull’ambiente” non è un insieme di regole distanti e inaccessibili, ma un’opportunità per ciascuno di noi di contribuire a un futuro migliore.
“Non abbiamo ereditato la terra dai nostri padri, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli“, diceva il capo Sioux Toro Seduto.
Bene ricordarselo, magari spegnendo quella luce che in questo momento, ammettetelo, è accesa senza motivo.
Per restare sempre aggiornato sui contenuti offerti
da VercelliOggi.it aderisci ai nostri Canali Social:
Iscriviti alla nostra pagina Facebook
e al nostro Gruppo pubblico di Facebook
al nostro account di Instagram
Redazione di Vercelli