VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

VERCELLI - All’Istituto Cavour celebrata la “Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo”        

Un’occasione di conoscenza e approfondimento del fenomeno

Vercelli Città

100% Rispetto, 0% Bullismo:questo deve essere il nostro obiettivo comune!”: è lo slogan scelto dal dirigente scolastico Paolo Massara per manifestare lo spirito che ha animato la celebrazione della “Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo” istituita il 7 febbraio 2017, avvenuta il 7 febbraio nell’aula magna dell’Istituto Cavour di Vercelli.

In questa occasione, in sintonia con le iniziative previste a livello nazionale, è stato organizzato un momento di conoscenza e approfondimento del fenomeno nonché di sensibilizzazione sulle conseguenze sociali e sul benessere scolastico.

Al convegno hanno partecipato Antonio Catania, ex dirigente Usp Vercelli e presidente della sezione vercellese dell’Unicef, Lella Bassignana, referente del nodo antidiscriminazioni della Provincia, Maria Grazia Ennas, avvocato.

Hanno moderato l’incontro i docenti Chiara Prandino, figura strumentale per l’inclusione scolastica e Robertino Giardina, referente d’Istituto per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo.

Che cos’è il bullismo? Che cos’è il cyberbullismo? Che cosa può e deve fare la scuola, in rete con il territorio, per prevenire e contrastare questi fenomeni?  Ma, soprattutto, che cosa possono fare in prima persona le ragazze e i ragazzi per conoscere, prevenire e contrastare questi comportamenti?”: sono alcune considerazioni poste dal Dirigente Paolo Massara che dato così il via all’intervento dei relatori.

La convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989 è stata oggetto di analisi da parte di Antonio Catania: “In questo documento, fondamentale e ampiamente ratificato da molti stati, si fa riferimento alla protezione dei fanciulli con particolare attenzione a quattro principi fondamentali:  il diritto alla non discriminazione (art.2), il rispetto del superiore interesse del bambino (art.3), il diritto alla vita, alla sopravvivenza e a un corretto sviluppo (art.6) e il diritto all’ascolto (art.12)”.

Poi il suo personale ricordo di alcuni casi di bullismo accaduti durante l’incarico dirigenziale a Torino, narrati nelle cronache giornalistiche del tempo per la loro gravità; una condivisione che ha suscitato palpabili emozioni tra gli allievi, rappresentando, di fatto, un monito sulle conseguenze delle azioni di bullismo.

L’avvocato Maria Grazia Ennas si è soffermata sugli aspetti normativi della legge 70 del 2024 e sulle novità che il testo apporta, sia sul piano sostanziale, sia su quello delle sanzioni correlate al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo.

La sequenza degli interventi è stata intervallata dalla proiezione di un filmato, curato dal Nodo antidiscriminazioni della Provincia, riguardante il “Manifesto dei bambini sui diritti in ambiente digitale”.

Un documentario che ha aperto la strada al coinvolgente intervento di Lella Bassignana: “Il concetto di bullismo contiene molti elementi che possono essere ricondotti alla discriminazione. Dall’esclusione di una persona da un gruppo social, alle discriminazioni di genere e fino a quelle religiose o per futili motivi. In questi casi non si tratta solo di una violazione delle leggi ma anche del principio costituzionale dell’uguaglianza sostanziale”.

Tutti gli interventi hanno trovato un punto comune, decisamente evidenziato, sull’uso consapevole e corretto dei social, sui rischi e le conseguenze nefaste che ricadono sulle vittime di cyberbullismo.

Denigrare, offendere, calunniare attraverso i social comporta dei danni potenzialmente gravi chi è costretto a subire il fenomeno.

Ricordando la trama del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, film visto da oltre 250 alunni dell’Istituto, abbiamo rilevato come il tragico epilogo della storia sia stato causato da una somma di atti di bullismo ai quali si è associato parallelamente un bombardamento mediatico sui social. Il ragazzo, nelle fasi finali del film, pur cambiando scuola, ha continuato a subire le stesse ingiurie generate dalla memoria indelebile della rete. E’ l’effetto più pesante dell’uso improprio dei social: la persecuzione della vittima, senza alcun limite temporale e spaziale” sono le parole di Robertino Giardina che ha voluto marcare la necessità di ‘vivere in rete’ con le stesse regole che caratterizzano, nella vita reale, le buone relazioni necessarie per vivere in armonia e senza ledere l’altrui dignità.

In questo incontro, analizzando tutti gli aspetti della normativa vigente quale riferimento imprescindibile per comprendere e contrastare il fenomeno, è emersa la necessità della prevenzione attraverso tutte le azioni tipiche che caratterizzano il mondo della scuola, e l’interazione tra essa e i genitori, gli alunni, gli esperti del settore.

La legge ha un obiettivo chiaro: prestare attenzione e tutela nei confronti dei minori, proponendo soprattutto azioni di carattere preventivo ed educativo. La punizione nei casi più gravi è certamente prevista, ma la chiave resta sempre l’educazione di sé stessi e degli altri al rispetto reciproco!”: sono le conclusioni del dirigente Paolo Massara che ha così indicato nella parola ‘rispetto’ un punto di partenza di elevato valore culturale e sociale, per costruire insieme una via che possa contrastare ogni forma di bullismo e cyberbullismo.

Per restare sempre aggiornato sui contenuti offerti

da VercelliOggi.it aderisci ai nostri Canali Social:

Iscriviti alla nostra pagina Facebook

e al nostro Gruppo pubblico di Facebook

al nostro account di Instagram

al nostro canale di Whatsapp

al nostro canale Telegram

Redazione di Vercelli

Posted in Scuola e Università