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VERCELLI – Istituto Cavour: La natura tra le risaie e la realtà      

Simone Ciadamidaro, ricercatore ENEA ed ecologo, ha portato gli studenti virtualmente a spasso tra gli ambienti naturali e seminaturali delle terre del riso

Vercelli Città

Se un giorno un alieno atterrasse tra le risaie vercellesi, cosa vedrebbe? Un territorio che alterna campi allagati, cascinali silenziosi e un sistema idraulico raffinato da secoli di ingegno umano. Ciò che non vedrebbe, invece, a meno che non avesse una laurea in ecologia intergalattica, è l’equilibrio fragile tra l’uomo e la natura, la costante lotta tra progresso e conservazione.

È proprio di questo che si è discusso il 5 febbraio all’I.I.S. Cavour di Vercelli, nell’ambito della Rassegna Culturale curata da Giulia De Santis ed Elena Ferraris.

A prendere la parola, davanti alle classi 2^I TUR e 1^B SSAS, è stato Simone Ciadamidaro, ricercatore ENEA ed ecologo, che ha portato gli studenti virtualmente a spasso tra gli ambienti naturali e seminaturali delle terre del riso. Una passeggiata tra boschi, corsi d’acqua e zone umide in via d’estinzione. Una geografia invisibile ai più, ma fondamentale per la salute del territorio.

Ciadamidaro ha dipinto un quadro chiaro: la Pianura Padana, un tempo un mosaico di foreste e paludi, è stata domata e trasformata in un’imponente distesa agricola. L’urbanizzazione, le infrastrutture e le modifiche idrauliche hanno cambiato per sempre il volto della regione.

Se il passato è storia, il futuro è una scelta: cosa vogliamo fare della nostra terra?

Nell’era della crisi climatica, le risaie non sono solo risaie. Sono, paradossalmente, l’ultima eredità di un ecosistema perduto. Un rifugio per anfibi, uccelli migratori e insetti preziosi, una versione contemporanea di quelle zone umide scomparse sotto l’aratro della modernità. Eppure, anche questa fragile armonia è a rischio: il cambio delle tecniche agricole, il riscaldamento globale, la scomparsa di habitat naturali minacciano l’intero equilibrio ecologico.

La lezione di Ciadamidaro non è stata solo una lezione di biologia o di ecologia. È stata una lezione di consapevolezza. Di quelle che ti fanno alzare lo sguardo mentre cammini per la tua città e vedere non solo strade e case, ma la storia di un territorio, le scelte che lo hanno plasmato e le sfide che lo attendono.

Alla fine dell’incontro, nessuno è diventato ecologo in un’ora, ma forse qualcuno ha iniziato a guardare il proprio mondo con occhi diversi. E in un’epoca in cui l’indifferenza è la norma, è già un piccolo trionfo.

 

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Redazione di Vercelli

Posted in Scuola e Università