Singolare protesta, presso la casa circondariale di VercellI, di un detenuto maghrebino che ha mercoledì 3 maggio posto in essere una manifestazione di protesta per motivi familiari salendo sul tetto dell’istituto.
Come spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “grazie al pronto e tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari la situazione è rientrata, anche se alcune unità sono rimaste contuse. Il detenuto ha approfittato dell’uscita dalla cella per andare in infermeria e, con un balzo, si è catapultato sul tetto del carcere per protestare in quanto la direzione non gli consentirebbe il matrimonio con una donna anch’essa ristretta. Ha quindi lanciato pericolosamente diversi laterizi e a nulla è servita la pur lunga opera di mediazione del personale di Polizia Penitenziaria e della fidanzata stessa. Sono quindi giunti in istituto i Vigili del Fuoco e si è provveduto a far scendere l’uomo dal tetto, anche se alcuni Agenti sono rimasti contusi essendo il ristretto in evidente stato di agitazione”.
Vicente Santilli, segretario regionale SAPPE, evidenzia che “in Piemonte la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri del Paese. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le Autorità competenti non siano ancora state in grado di trovare una soluzione”.
“Sono stati momento di grande tensione, gestiti al meglio dal direttore e dal Personale in servizio di Polizia Penitenziaria”, denuncia il Segretario Generale Donato Capece, il quale evidenzia come la protesta del detenuto salito sul tetto del carcere di Vercelli è “sintomatica del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia restano costanti. E che resta fondamentale dare corso a riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale, a cominciare dall’espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli – e sono sempre di più – che, ristretti in carceri italiani, si rendono protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione”.
Redazione di Vercelli