La mostra varallese dell’artista Claudio Bonomi: “Un ateo credente che spia Dio” è stata inaugurata venerdì 22 marzo, alla presenza del Vice Sindaco di Varallo, Eraldo Botta, dell’Assessore alla Cultura, Enrica Poletti, del Consigliere con delega allo Sport, Gaetano Amodio, del Sindaco di Grignasco, Avv. Katia Bui, del Vice Sindaco di Postua, Dott.ssa Cristina Patrosso, della Consigliera Provinciale Gianna Poletti, del Sindaco di Vocca, Giacomo Gagliardini, di una rappresentanza dei Vigili del Fuoco e dell’Associazione Ex Carabinieri in congedo, che sorveglieranno la mostra nel periodo di apertura.
“La mostra è nata un anno fa da una chiacchierata con Claudio Bonomi e Lorena Brustio, allora responsabile del Settore Cultura: pensammo di tornare nel suggestivo chiostro del Convento Santa Maria delle Grazie, un luogo caro all’artista che dieci anni fa espose: “…e vidi la Città Santa”. E’ stato scelto un titolo provocatorio e complicato che viene illustrato nel catalogo composto da due fascicoletti contenenti l’uno la riproduzione delle cinque opere esposte e l’altro una proposta di lettura, con due pagine bianche al fondo, per offrire l’opportunità a ciascuno di formulare osservazioni o pensieri”: Giacomo Gagliardini, curatore del catalogo, ha presentato l’artista e le cinque opere che non sono nate insieme, ma sono state estrapolate da altri contesti: “cinque piccoli complessi visivi” articolati nel chiostro, per essere visti, non seguendo il camminamento coperto del quadriportico, ma guardati dall’esterno, stando nella parte centrale del chiostro.
Nella successione delle opere si crea un ritmo melodico, musicale, ma come scrisse Anna Maria Canopi, badessa delle Benedettine di San Giulio, mancata il 21 marzo 2019: “La prima reazione che si ha guardando i pannelli di Claudio Bonomi è lo stupore. Ci si trova infatti davanti ad un’arte realizzata con una tecnica del tutto originale che fa emergere da lamiere lucenti finemente cesellate figure simboliche…”: l’artista trasmette la sua visione del mondo, il suo pensiero, le sue domande che riflettono i dubbi e gli interrogativi dell’essere umano.
Molto interessante il concetto dell’uomo che “spia” Dio, perché non osa neppure guardarlo, ma si pone in posizione di ascolto, cercando di coglierne la presenza nel silenzio.
Bonomi crea utilizzando metalli lavorati come se fossero armature di mitologici guerrieri, istoriate per raccontare episodi sacri.
I titoli, o i non titoli, partono dalla Creazione: Fiat Lux? riferimento all’importanza della dicotomia luce-buio nella liturgia cattolica, segnalata da Gagliardini.
Re Salomone e la regina di Saba sono due steli: “Non bastavano ai due re le ricchezze e le abbondanze materiali, per loro era necessario riempire il vuoto spirituale, era necessario divenire ricchi interiormente: in quest’ottica Salomone colma e soddisfa con le sue parole il desiderio della Regina di Saba”.
Temptatio definita da Gagliardini come l’opera: “La più sacra e la più credente che un ateo potesse anche solo concepire di raffigurare”, con il serpente che tenta l’uomo reso intoccabile dallo scudo della Fede.
Senza titolo è un’installazione tridimensionale che rappresenta il vuoto di colui che guarda solo se stesso.
Il percorso espositivo si conclude con Tacet, riferimento al silenzio per ascoltare se stessi, gli altri e Dio: “Silenzio necessario per “spiare” Dio e per accedere dal mondo del visibile alla sfera dell’invisibile, ma non per questo meno reale”.
Eraldo Botta ha approfittato della presenza all’inaugurazione di Lorena Brustio per ringraziarla pubblicamente di quanto ha fatto negli oltre trent’anni di servizio presso il Comune di Varallo: “Dirigente del Settore Cultura che ha retto sulle sue spalle tutti gli eventi culturali della città, diventando un’amica quotidiana” e per presentare il nuovo Dirigente, Silvio Brentazzoli, già dipendente del Comune di Varallo, che: “Troverà sempre in Lorena Brustio un appoggio ed un confronto leale”.
Tra gli amici più cari Botta ha annoverato anche l’artista Claudio Bonomi, “coscienza critica e consigliere”, ricordando il suo “pinnacolo faro”, collocato al di là del ponte Antonini, la prima delle opere che completeranno il “parco degli artisti”.
L’imprenditore Arduino Vettorello, che aveva donato il terreno per realizzare la passeggiata che passa sotto al Ponte Antonini, ha annunciato che l’architetto Marco Torri ha già fatto i rilievi necessari per risolvere il problema della viabilità per accedere al parco: “Si sta preparando qualcosa che renderà ancora più bella ed armoniosa la Città”.
La mostra sarà visitabile fino a domenica 7 aprile.
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Redazione di Vercelli