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ACCADEMIA ITALIANA DELLA CUCINA - Convivio di primavera  

L’esperimento vercellese in una serata dove i cibi piemontesi hanno sposato quelli sardi

Cucina fusion per il convivio di primavera della delegazione di Vercelli dell’Accademia Italiana della Cucina al Ristorantino del Cin Cin di Vercelli.

«Sempre più spesso capita di imbatterci in ristoranti che propongono questa cucina, che combina elementi provenienti da diverse tradizioni culinarie e che crea quindi piatti nuovi e innovativi – spiega la professoressa Paola Bernascone Cappi, delegata di Vercelli -. Questa cucina è sempre esistita solo che, come succede per molte altre cose, non aveva un nome specifico. Pensiamo al nostro vecchio continente: la cucina fusion prese vita quando dall’America arrivarono le patate, i pomodori, il mais che vennero integrati successivamente nella nostra alimentazione. La pasta al pomodoro, ritenuto il piatto emblema della gastronomia italiana in realtà è costituita dal pomodoro, che proviene dall’America, e dalla pasta secca, che hanno inventato gli arabi».
La nuova frontiera della cucina fusion è ora dentro i confini italiani. Ecco l’esperimento vercellese in una serata dove i cibi piemontesi hanno sposato quelli sardi.

Piemonte e Sardegna a braccetto ai fornelli e a tavola.

«Piemontesi e sardi si conoscono dal 1720 quando con il trattato dell’AIA ,che pose ufficialmente fine alla guerra della Quadruplice alleanza, la Sardegna passò definitivamente sotto il controllo piemontese – continua la delegata di Vercelli -. Le tradizioni enogastronomiche legate ai rispettivi territori rimasero però distinte e incontaminate».

Il menu del convivio di primavera ha stuzzicato le papille gustative.

L’antipasto ha parlato piemontese: battuta di fassona, insalata russa, vitello tonnè, tipicità della regione Piemonte.

Il riso, elemento comune tra le due Regioni, è diventato protagonista del primo piatto, accompagnato dalle cozze di Olbia e dalla bottarga. Il secondo piatto ha avuto come elemento in comune il metodo di cottura, quella lenta della carne brasata a bassa temperatura nel vino.

Mentre questa tecnica di cottura in Sardegna viene generalmente usata per il cinghiale nel menu spicca la guancia di maialino.

Il vino non è stato il Barolo, ma il Cannonau.

Carne accompagnata da un cremoso di pane carassau.

Nel dolce nessuna fusion: almeno dichiarata.

E’ stata la torta dello Chef del ristorante, Pietro Sansaro, che ha voluto mettere la firma al menu.

Il fusion però è emerso: una torta con crema gianduia, con le nocciole piemontesi, accompagnata da un mirto della Gallura.

 

Redazione di Vercelli

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