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Il cambio di programma determinato da una criticità: troppo rischiose le acrobazie sopra il Carcere

TRIPPA PER I GATTI / 928 - Le Frecce Tricolori "sorvoleranno" Vercelli, ma per andare a Torino - Silenzio che non dice nulla di buono e pare confermare il "declassamento" dell'appuntamento del 16 settembre, da "Esibizione" della Pattuglia Acrobatica a semplice "sorvolo"

Non le 20 mila persone sperate, ma al massimo 5 mila

Per ora il sito Internet delle Frecce Tricolori qualifica ancora

l’appuntamento di Vercelli, il 16 settembre prossimo, come una “Esibizione”.

A differenza di quanto sia, ad esempio, per il precedente 11 settembre a Milano, dove si parla di un “sorvolo”.

Il 17 settembre, a Torino, un’altra “esibizione”.

La differenza tra le due circostanze (appunto: sorvolo o esibizione?) non è da poco perché il “sorvolo”, rispetto all’esibizione, è poco più di un saluto di passaggio, come “dice la parola stessa”.

Ma le voci a Vercelli si rincorrono armai da giorni e nelle ultime ore si sono fatte convergenti e concordi sull’ipotesi minimale: potrebbe essere soltanto “sorvolo” anche qui da noi, appunto il 16 settembre prossimo.

Ma andiamo con ordine.

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Annunciata con il consueto anticipo – quasi un anno – nell’ottobre 2022,

la performance della Pattuglia acrobatica nazionale dell’Aeronautica Militare rappresenterebbe un’occasione importante di attrazione per un vasto pubblico.

Si pensi alle decine di migliaia di persone presenti ad Arona nello scorso 2022, fino alla folla davvero oceanica per i tre giorni appena trascorsi in Calabria

leggi qui anche per un bel riassunto sulla storia delle Frecce Tricolori –

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Orbene, pare proprio che niente di tutto questo si vedrà a Vercelli.

Cosa è successo?

Proviamo a riassumere quanto Fonti attendibili riportano e che, almeno per ora, nessuno smentisce.

Né, sempre per ora, nessuno ha dato corso alla promessa di Dante: a breve il programma completo della manifestazione.

Era l’11 agosto.

E c’è un motivo per cui il simpatico ri-fondatore della lingua italiana, distillasse i propri criptici apoftegmi dalla cattedra di Facebook proprio in quei giorni.

Si era infatti tenuta, il mercoledì (o giovedì, non ci sovviene con precisione) precedente, in Prefettura, presieduta dal Vice Prefetto Dottoressa Cristina Lanini, una riunione dell’Organismo provinciale per la sicurezza pubblica, che aveva all’ordine del giorno proprio l’esame dello “stato dell’arte” rispetto all’evento di settembre.

La Commissione si sarebbe trovata a dover prendere atto di alcune criticità, peraltro, già rilevate in precedenza.

Tra tutte, quella che riguarda il cosiddetto “cubo”, una sorta di palco scenico aereo, entro il quale le esibizioni si tengono.

In questo caso, forse un “parallelepipedo” più che un cubo, con un lato di maggiore di 4 chilometri ed uno minore di un chilometro e 800 metri.

Si è dovuto prendere atto che, nello spazio così definito, ricadrebbe il compendio del Carcere di Billiemme.

Da qui una prima – pare, determinante – difficoltà.

Se nei cieli sopra la Casa Circondariale si tenesse una vera e propria esibizione acrobatica ( della durata, almeno in analogia con i casi precedenti di Arona e Reggio Calabria, di circa 20 minuti), con difficoltà di esercizio rilevanti, ciò porterebbe con sé il rischio intrinseco di sinistri che potrebbero, appunto, coinvolgere la struttura penitenziaria.

E’ ovvio che, al contrario, il semplice “sorvolo” non sarebbe la stessa cosa. Sarebbero previsti  quattro passaggi, una manovra e amen. 

Di aerei che vanno avanti e indietro su rotte che passano sopra (sorvolano) il carcere di Billiemme ce ne sono tutti i giorni.

Da qui l’idea di ridurre le dimensioni del “cubo”, che sarebbero, dunque, non più di 4 per 1,8 chilometri (lato maggiore e lato minore), bensì di 1,8 chilometri per 800 metri.

Numeri da prendersi con qualche possibilità di approssimazione (non abbiamo il verbale della seduta) ma comunque non distanti dai valori detti.

Sicchè la riduzione e il “declassamento” conseguente della manifestazione sarebbe inevitabile.

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Tutto sarebbe, così, ridimensionato di conseguenza.

Anche gli spazi per il pubblico.

Anche perché il pubblico accorre per eventi come – abbiamo visto – quelli veri e propri di Arona e Reggio Calabria.

La gente potrà, del resto, andare a Torino il giorno dopo.

Perché –  al contrario di quanto annunciato a ottobre 2022  – l’appuntamento vercellese non sarà più l’unico per il Piemonte.

Gli spazi riservati al pubblico prevederanno perciò una capienza di circa 4.700 persone, nell’area dell’Aeroporto Carlo Del Prete.

Un po’ meno di 5 mila, perché da 5 mila in su le autorizzazioni di sicurezza competono alla Commissione provinciale di vigilanza, mentre se i posti sono al di sotto dei 5 mila opera, per delega della precedente, la Commissione comunale.

Al momento non sono previste altre zone, oltre quella dell’aero club Marilla Rigazio, dove il pubblico potrà stazionare.

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La grande macchina organizzativa che era appena state messa in moto nell’ipotesi di accogliere tra le 15 e le 20 mila persone sta rientrando in garage.

Ed il programma del pomeriggio da trascorrersi con il naso all’insù, promesso da Dante, non esce ancora da Palazzo Civico.

Anche perché tra gli eventi collegati all’esibizione acrobatica, avrebbe dovuto esserci un air show, lungo tutta la giornata del 16 settembre, da mattino a sera.

Ma ora risulta contratto anche quello: il nuovo orario è dalle 15,30 alle 17,30.

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Per carità, meglio che niente, ma è chiaro che il Comune dovrà rendere conto a tutti gli sponsor che avevano già stanziato soldi per sostenere l’evento, per così dire, a “programma pieno”: ad esempio, la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, con 25 mila euro, ma i finanziatori sono anche altri enti.

E c’è chi sta già pigiando i tasti della calcolatrice, funzione + .

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Ormai in città in molti si chiedono la ragione del silenzio in cui si è trincerato Palazzo Civico: a tre settimane dalla data prevista per l’evento, non se ne conosce ancora il programma.

Forse c’è chi spera in un intervento “dall’alto”, affidato all’On. Emanuele Pozzolo.

Ma se davvero qualcuno sperasse una cosa del genere, vorrebbe dire che non conosce né l’alto, né Pozzolo e, in fondo, nemmeno davvero la speranza.

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