Pare abbiano eletto il bar che, all’Isola, sta di fronte al Palahockey, quale luogo dei loro fugaci incontri, prevalentemente mattutini, degli ultimi giorni.
Luogo pubblico, ma non troppo in vista, ideale per confrontare elaborate alchimie politiche, quali offre quest’ultima fase, pre agonica, della maggioranza (e ridiamo) che regge, sorregge e corregge la Giunta del Niente.
Di che (e di chi) si tratta?
Lunedì scorso un viandante che si trovava a transitare in quei paraggi, ci ha scritto: “Tra l’altro, stamattina ho visto il Sagacissimo e Vercellino fare colazione al bar dell’Isola”.
Ohibò.
Poi, questa mattina, ancora le auto dei due autorevoli rappresentanti del popolo parcheggiate in quei dintorni.
Sicchè – abbiamo pensato – ma vuoi vedere che, allora, qualche fondamento l’avrebbero, le voci che si susseguono da giorni, per non dire da settimane?
Quali voci?
Ecco quanto gorgheggiano usignuoli solitamente bene informati.
Ma andiamo con ordine.
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Dunque, bisogna sapere che Fratelli d’Italia non ce la fa più ad accogliere i transfughi, reali o potenziali, che vogliono abbandonare il gruppo consiliare della Lega al Comune di Vercelli.
La bulimia è una brutta compagnia: del resto, è un Gruppo Consiliare, non un Club “Amici della Citrosodina”.
Perché, ultimamente, di abbuffate ne hanno fatte.
Ma la Lega, peraltro, non ha ancora finito di pagare lo scotto dei propri, ormai quadriennali errori.
Sicchè nuovi esodi sono in vista (poi, parrebbe che, con questo di cui ci accingiamo a dire, possano considerarsi conclusi).
Tra i seguaci del tandem sul quale hanno sempre pedalato e percorso le strade della politica vercellese l’Emerito Onorevole di Borgosesia ed il Ghiottone, restava il Consigliere Comunale Franco Vercellino da sistemare da qualche parte.
Pensa oggi, pensa domani, forse è venuta in mente una soluzione idonea a prendere – come suol dirsi – i proverbiali due piccioni con una fava.
E vediamo di che si tratta (potrebbe trattarsi).
Bisogna sapere che, secondo gli equilibri suggeriti dal mai desueto “Manuale Cencelli”, ormai la presenza della Lega nella Giunta del Niente è nettamente sovrastimata.
Per due motivi.
Il primo è che i Consiglieri leghisti sarebbero rimasti ben pochi.
Ma restano, invece, quattro Assessori a sedere insieme al Pirata in Sala Baiardi, per reggere le sorti della Città.
Capo delegazione, il Vice Sindaco Massimo Simion, dagli amici affettuosamente ribattezzato con il simpatico nick name di “Sagacissimo”.
Mentre gli Assessori (ufficiali) attribuiti al Fratelli d’Italia (oggi, il Gruppo consiliare più numeroso) sono sostanzialmente ridotti ad uno, l’On. Emanuele Pozzolo.
Il quale (giova forse precisare) al Comune non costa nulla, perché l’indennità di Parlamentare assorbe, per norma, tutte le altre.
Sappiamo, però, che il Sagacissimo (ed è il secondo motivo), ormai da tempo, in Lega non è più considerato organico al Movimento: è vero che (dicunt) abbia anche diradato i rapporti con l’Emerito.
Ma tiene ben saldi quelli con il Ghiottone.
Un rapporto talora travagliato, quello tra i due, ma sempre ben vivo: storie di sentimenti contrastanti, al punto che la Trippa per i Gatti numero zero e, in fondo, l’inizio di un’avventura giunta ormai al numero 904,
fu ispirata – leggi qui – da storie santhiatesi che li vedevano protagonisti, nel lontano 2010.
Amen, non divaghiamo.
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Quindi, seguendo queste due coordinate costituite (riassumiamo) dai criteri recati dal Manuale Cencelli e dall’ormai esaurito rapporto del Sagacissimo con la Lega, se un bel giorno quelli di Fratelli d’Italia dicessero ai leghisti del Commissario Enrico Montani qualcosa del genere: dunque, Signori cari, voi avete ormai pochi Consiglieri e troppi Assessori, scegliete chi fare fuori dalla Giunta, che dobbiamo sistemare la Donatella Demichelis, se no quella se ne torna da voi.
Cosa risponderebbero i Leghisti di Montani?
Assai probabilmente una cosa del genere: ma guardate, cari alleati (e ridiamo) di Giunta, fate pure fuori il Sagacissimo perché non ci rappresenta più e poi, inoltre, anche perché, in tal modo, si potrebbe onerare dell’incarico di Vice Sindaco il nostro Dante.
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Ma, rispetto a questo ragionamento, i Fratelli (e forse anche il Pirata) storcerebbero assai il naso.
Perché?
Perché, in fondo, considerano il Sagacissimo come un loro sodale politico.
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Ma come si fa, allora, a comporre questo non facile Cubo di Rubik, tra pesi e contrappesi politici, criteri di rappresentanza, spartizione di cadreghe, gettoni e posti di comando?
Ecco che l’inesauribile fantasia dei Fratelli avrebbe partorito questa soluzione.
Anziche fare transitare il Vercellino dalla Lega a Fratelli d’Italia, lo si “parcheggia” in un nuovo Gruppo consiliare.
Così, sarebbe il supporto necessario per legittimare il posto del Sagacissimo, ancorchè non più in quota Lega.
Solo che il Regolamento del Consiglio Comunale, recentemente aggiornato, dice una cosa chiara: per costituire un Gruppo Consiliare occorrono almeno due Consiglieri.
Per gli appassionati di queste cose, è facile ricordare che, tra le proposte di riforma del Regolamento a suo tempo messe in campo da Dante, quando era Presidente dell’Aula, c’era anche quella di aumentare da due a tre questo limite: non più minimo due Consiglieri per Gruppo, ma tre.
Poi, giunto alla Presidenza del Consiglio Comunale il Lavarino, quell’emendamento scomparve: ancora sufficienti due, non tre Consiglieri.
Vai a sapere.
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Sicchè, per dire che in Consiglio ci sia il Gruppo (che chiameremmo, ad esempio, Amici del Sagacissimo, oppure Autonomia&Sagacia, o come piacerà ) di salvataggio del posto per Simion, ne mancherebbe ancora uno.
Ma forse provvederanno in qualche modo.
Quando potrebbe avvenire tutto ciò?
Pare non prima di Pasqua, che lascino almeno passare in santa pace la Settimana Santa.
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Per i tecnici di questo genere di contabilità, pare che i cambi di casacca, per abbandono della Lega, siano ormai (ancora escluso Vercellino) cinque.
Del resto, il Mondo è cambiato.
Nella Prima Repubblica, quando qualcuno si trasferiva (non parliamo nemmeno da un partito all’altro) da una corrente di partito ad un’altra, era una cosa grossa, che destava clamore.
Adesso il tradimento politico è forse entrato nel Dna di formazioni con radici ancora superficiali e talvolta anche meno.
Ma non sempre l’Elettore lascia correre.
Nelle recenti elezioni politiche, la Lega ha pagato quello che gli Elettori hanno evidentemente considerato un tradimento, il sostegno al Governo di Mario Draghi.
Cosa accadrà alle prossime Elezioni Amministrative, è tutto da scoprire.
In Comune di Vercelli, il partito di Matteo Salvini ha incominciato a tradire i propri Elettori a partire dal secondo giorno di esperienza della Giunta del Niente.
Dapprima, con qualche apparente imbarazzo, come sul caso del Coperchio al Centro Nuoto.
Hanno fatto tutta una battaglia durata tre anni contro quella soluzione, poi la avallano semplicemente perché così hanno imposto il Pirata ed il suo unico, vero Assessore, Luigi Michelini.
Poi, senza più freni inibitori, una dietro l’altra.
Hanno votato per la fabbrica dei pallet voluta da Iren.
Quanto ai doppi e tripli incarichi dei Dirigenti, si sono semplicemente dimenticati del problema e amen: anche in questo caso, facendo a loro modo scuola.
Sulla raccolta rifiuti, tutti zitti e muti, come vogliono l’Onorevole e il Ghiottone ed aspettandone gli ordini.
Per la gestione pubblica o privata degli acquedotti, non un flatus vocis dissonante dal diktat a più riprese imposto dagli amici di Iren.
Fatti loro, ovviamente.
E di chi li vorrà votare, nel 2024.
Tutte buone ragioni, oggi, per i transfughi.
In fondo, forse, tradire un traditore, è meno tradire.