Ancora un colpo di scena nel Centrodestra che governa (modi di dire) la città di Vercelli.
Che succede?
Anzitutto, meglio precisare: che succederebbe, che potrebbe succedere?
Perché è ancora un po’ tutto per aria, ma ormai stormi di usignuoli concordano nel gorgheggiare che i Consiglieri Comunali Tullia Babudro e Donatella Demichelis avrebbero nuovamente le valigie pronte e sarebbero in procinto di tornare nella Lega.
Se ciò accadesse, sarebbe un duplice, ulteriore colpo a ciò che resta del
Gruppo del Pasqua – leggi qui – .
E sarebbe il primo, tangibile, punto a favore del Commissario provinciale della stessa “Lega per Salvini premier o, se non proprio premier, va bene anche qualcos’altro”, Enrico Montani, che fino ad ora è parso piuttosto come una versione per il segmento premium di Giancarlo Locarni, ma nulla di più.
Ma andiamo con ordine.
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Alle due Consigliere il gruppo del Carroccio (dove pure sono state elette, nel 2019) è sempre stato un po’ stretto perché, da subito, sono sembrate come sconcertate dall’anomalia tutta vercellese (il gruppo del Pasqua, del resto, è un sodalizio prettamente locale) che, negli ultimi tre anni, ha fatto registrare una realtà singolare: i Consiglieri Comunali della Lega erano sostanzialmente comandati dal Ghiottone, che agiva per conto del capataz valsesiano, il Deputato Emerito.
Ohibò (sobbalzavano alcuni), ma il goloso mangiatore di ostriche non è (ed era) di un altro partito?!
Anche.
Il Gruppo del Pasqua ha rappresentato una realtà trasversale, in cui si sono riconosciuti illustri personaggi di varia estrazione e appartenenza, politica e non: nell’ambito di questo gruppo, il noto Oyster – eater è stato (è?), in fondo, il numero due.
Alberto Cortopassi, poi, manovrava il Gruppo Consiliare della Lega tramite i fedelissimi Romano Lavarino e Massimo Simion, ma, da che mondo è mondo, è sempre stato vero cha la statura del leader si misuri da quella dei suoi collaboratori.
Tutto ciò ha spesso dato da pensare agli osservatori (per modesti che fossero) di cose politiche.
Perché è sempre parso singolare l’atteggiamento pecorile degli eletti nella lista del Carroccio i quali, magari, masticavano amaro, ma poi chinavano la testa.
Sempre e su tutto.
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Sicchè Babudro e Demichelis presero armi e bagagli e se ne andarono dapprima nel micropartitino,
(vera meteora politica, di Giovanni Toti) – leggi qui –
e poi – leggi qui – in Fratelli d’Italia.
Senza, però, avvedersi che stavano proprio buttandosi da sole in braccio al Ghiottone, a sua volta in procinto di diventare il riconosciuto tutor del novello Onorevole, Emanuele Pozzolo.
Gli sta sempre appicciato al fianco e forse ambirebbe ad esserne, ancor più, il portavoce: è sempre in mezzo.
Persino alla presentazione delle renne di Babbo Natale, a dicembre dell’anno scorso: non si capiva chi, tra lui e quello vero, fosse l’elfo.
Vabbè.
Ma veniamo all’oggi.
IL MISTERO DEI RIFIUTI
Oggi, dunque, è nuovamente tempo di misteri.
A tal punto fitti che nemmeno Gian Luca Marino ci capirebbe un’acca.
Soprattutto quando si guarda in direzione del Cervetto e lo sguardo si posa su Corso Palestro, Sede di Atena Asm Iren.
Ebbene, pare che sia alle viste qualche novità nella raccolta rifiuti in città di Vercelli.
L’Urbe è ormai unita all’hinterland dal comun denominatore dell’immondizia.
Con una differenza, sostanziale.
Quando i rifiuti restano per strada nei paesi del circondario, i gruppi Fb, i vari “Sei di … se…” si riempiono di post che maledicono l’Azienda incaricata di ritirare l’immondizia.
Prendono i soldi delle fatturone che presentano al Covevar, ma spesso saltano i giri, così i bidoni restano pieni.
E qui viene il bello.
Perché i Sindaci ed i vari Amministratori locali danno ragione ai rispettivi cittadini amministrati ed assicurano lamenti e proteste.
In città di Vercelli, invece, quando i cassonetti, tutti rotti, traboccano di rifiuti non ritirati, sono i cittadini ad essere incolpati e non Asm.
Non parliamo, poi, di quando qualche (reale) incivile lascia un materasso nei pressi del contenitore.
La prassi, è ovvio, è sicuramente censurabile.
Ma se poi il materasso resta lì una settimana, si tratta di un’altra prassi ancora, altrettanto censurabile, così come la precedente.
E’ sempre stato vero che la guerra tra incivili ed inadempienti la perdono soltanto le persone perbene che pagano il servizio con la Tari, non hanno la prestazione e la città resta sporca.
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Pare proprio che le due Consigliere (per il momento, ancora di Fratelli d’Italia) non si rassegnino a tutto questo mistero che aleggia attorno ai progetti su come cambierà (potrebbe cambiare) la raccolta e smaltimento dei rifiuti in città.
Pare ne abbiano avuto qualche primizia, ma non dev’essere parsa adeguata.
E questa potrebbe essere una delle due ragioni per cui si accingerebbero a rientrare nell’originario gruppo consiliare, appunto quello della Lega.
L’altra ragione è strettamente interna al partito di Matteo Salvini: come sappiamo, i maggiorenti piemontesi della Lega avrebbero, con il placet del “Capitano”, congedato l’Emerito, che a loro non piaceva.
E, siccome non piaceva nemmeno a Babudro e Demichelis, ora tutto sarebbe tornato a posto.
Anche se gli osservatori di cose politiche si domandano che senso abbia congedare l’Emerito senza mandare a casa anche Romano Lavarino e Massimo Simion (per gli amici, ancora ammirati per come abbia propiziato le fortune del Centrodestra in quel di Santhià: il Sagacissimo).
Sapran loro: sarebbe un po’ come credere di estirpare un arbusto (ad esempio il rosmarino) che si riproduce per talea, senza curarsi se sul terreno vi siano ancora rametti idonei a produrre talee.
La metafora sconta qualche licenza poetica agronomica e, del resto, sono fatti loro.
Ma anche un po’, a questo punto, delle stesse Babudro e Demichelis.
A proposito di licenze poetiche, poi, fonti solitamente bene informate riferiscono di quella che proprio il Sagacissimo si concederebbe, meditando (pare, però, a posteriori) su quanto sia importante sorvegliare sempre le basi logiche dei propri interventi: specie se si sta parlando con persone che amano conservare in repertorio le conversazioni (perchè l’ambiante ormai sarebbe così…).
Dunque: se il Metastasio insegnava “Vóce del sén fuggita Pòi richiamàr non vale / Non si trattien lo strale
Quando dall’arco uscì”, ora pare ci si debba aggiornare per concludere, piuttosto:
“Vocale dal sen fuggito…”
Si transit gloria Mundi.
Come finirà?
Chi vivrà, vedrà.