Da quando la Provincia di Vercelli ha sdoganato le categorie dell’intuito e della “valutazione prognostica” come riferimento e persino presupposto anche di importanti ed economicamente onerosi Atti della Pubblica Amministrazione, figuriamoci se il privato cittadino (nel suo piccolo e, diciamolo, nella sua ignoranza) non può fare altrettanto.
Si può leggere (cliccando qui) il precedente articolo
che, in allegato, porta l’ormai celebre (a giudicare dai ritorni che riceviamo) Decreto del Presidente di Via San Cristoforo, Davide Gilardino.
Decreto che, in parte narrativa, arriva addirittura a pronosticare come potrebbe risolversi un caso di rilevanza penale che vede coinvolto un Dirigente dell’Amministrazione, tal PGV.
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Ebbene, ora sembra che si voglia inaugurare una vera e propria stagione di novità, capace di stuzzicare l’attenzione delle popolazioni amministrate e, insieme all’attenzione, la curiosità: fino a sollecitare una sorta di sfida per cercare di indovinare come certi procedimenti potrebbero andare a finire.
Sempre “intuitivamente” e “prognosticando”, ovviamente.
Cosa che, fino a prova del contrario, è del tutto lecita, peraltro.
Ma andiamo con ordine e, soprattutto, senza rinunciare ad una paziente lettura degli Atti, che alleghiamo: così ognuno può leggere anche direttamente.
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SI CERCA UN TECNICO PER IL SETTORE VIABILITA’
Dunque, bisogna sapere che, un bel giorno, la Provincia di Vercelli si accorge di avere bisogno di nuovi Tecnici di livello D (cioè già abbastanza alto, Funzionari con responsabilità importanti) per il Settore Viabilità.
Allora cosa fa?
La cosa più normale: bandisce una selezione pubblica – leggi qui -.
Proprio per cercare un Tecnico in possesso dei necessari requisiti:
Concorso pubblico per esami per l’assunzione, a tempo pieno e indeterminato, di n. 1 unità di personale con il profilo professionale di Istruttore Direttivo Area Tecnica e Vigilanza – categoria D – posizione economica D1 – da assegnare all’Area Viabilità.
Come si vede bene leggendo l’Atto, il requisito fondamentale è il titolo di studio: lauree (anche triennali, ma) riconducibili a quelle di Ingegneria, Architettura, Paesaggistica, con le varie molteplici specializzazioni.
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Breve inciso sulle equipollenze che si può anche saltare a piè pari, tanto il problema è superato: però è bene sapere.
E se un corso di laurea ha una denominazione particolare, che non è immediatamente compresa in quegli elenchi, ma un piano di studi del tutto compatibile, sicchè il titolo può considerarsi “equipollente” a quelli fondamentali?
Sappiamo bene che la questione, anche nella più perfetta buona fede da parte di tutti, può prestarsi a dubbi interpretativi di lana caprina.
Allora ci ha pensato lo Stato a dire cosa è e cosa non è equipollente.
Redigendo (proprio ai fini della partecipazione ai Concorsi pubblici) una sinossi molto chiara che riporta, per ogni disciplina, dai Biologi agli Ingegneri, le:
Fine del breve inciso.
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A quel Concorso partecipano sette persone, cinque sono ammesse perché hanno i requisiti e due non sono ammesse perché (secondo la Commissione) non li hanno.
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Quindi, non in possesso del requisito di cui all’art. 4 lettera A) dell’avviso di selezione.
Si tratta proprio del titolo di studio,
ma leggiamo insieme cosa dice quell’atto e quell’art. 4 cliccando qui.
Naturalmente, non si può sapere né chi siano stati gli ammessi, né chi siano stati gli esclusi, perché compaiono (giustamente, per la privacy) soltanto le iniziali.
Né, soprattutto, se, tanto i presenti, quanto gli esclusi, fossero esterni, oppure già alle dipendenze della stessa Provincia.
Si trattava di un Concorso pubblico, aperto a tutti.
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DOPO UN PO’ SI CERCA UN ALTRO TECNICO, SEMPRE PER IL SETTORE VIABILITA’.
Si vede che il Settore Viabilità assorbe molte energie lavorative di qualità, poiché, qualche giorno più tardi, ecco che ci si preoccupa di trovare un altro Funzionario.
Sempre Categoria D.
Però, questa volta, lo si cerca soltanto tra il Personale già alle dipendenze dell’Ente.
Applicando una procedura di selezione che è innovativa, pubblicata proprio ieri, 17 ottobre, anche se la decisione è del giorno 6 precedente.
Si tratta della:
“Procedura comparativa – riservata al personale interno – per la progressione dalla categoria C alla categoria D – profilo professionale: Istruttore Direttivo Area Tecnica da destinare all’Area Viabilità”.
Ma ecco, cliccando qui, il bando integrale.
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Cosa sia la procedura comparativa lo dice la norma ed anche un parere della Funzione Pubblica, che risponde al quesito di un’altra Pubblica Amministrazione.
Cliccando qui integrale il parere,
che nella figura sotto è riportato per la parte più interessante.
In sostanza, pare di capire: se tu Ente vuoi una figura particolare, con requisiti “aggiuntivi” rispetto a quelli propri della categoria, allora puoi adottare la procedura comparativa. Si tratta di requisiti attestanti professionalità (ancor) più elevate di quelle ordinariamente richieste.
E già il fatto che si parli di requisiti “aggiuntivi” (non “al posto di”) potrebbe chiudere l’argomento.
Ma vale la pena, invece, di approfondire: ovviamente, lo può fare chi ne abbia le competenze, ovvio.
Sempre intuitivamente e sempre prognosticamente, ovvio.
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Però queste, come abbiamo detto, sono cosa da Tecnici, figuriamoci cosa ne può sapere un povero omarino.
Omarino che si trova, in questo bando, di fronte ad un titolo di studio nuovo, di cui si ignorava (colpevolmente) l’esistenza.
Di che si tratta?
Si tratta di una laurea triennale in:
L 42 – Disegno industriale.
Non è frequente vedere una laurea triennale in disegno industriale tra i requisiti necessari per diventare funzionario di livello D in un Ufficio Tecnico, ad occuparsi di strade e viabilità.
Anzi, per la precisione, in Provincia di Vercelli non si è mai visto e, così, in tanti altri Enti di cui riparleremo nel successivo articolo.
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Vedremo poco oltre perché bisognerà avere un po’ di pazienza ed aspettare un altro articolo.
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MEGLIO DELLA SETTIMANA ENIGMISTICA / 1
A questo punto, le qualità prognostiche e l’intuito dei Lettori incominciano ad essere stuzzicati alla grande, come accade per gli appassionati di enigmistica, sciarade, cruciverba quando, tra le pagine de “La Settimana Enigmistica” compare il gioco delle figure nascoste.
Lo si fa già da bambini: c’è una tavola bianca, cosparsa di puntolini neri piazzati lì apparentemente senza senso logico, casualmente distribuiti nel riquadro.
Ma, unendo i puntini con vari tratti di penna, ecco che incomincia a rendersi evidente, palesarsi, il profilo della figura nascosta.
Sicchè, ecco i primi puntini.
Puntino numero uno: in un precedente Concorso pubblico, aperto a tutti, per il posto di Tecnico categoria D, Settore Viabilità, restano escluse due persone aspiranti, poiché il titolo di studio che posseggono non è reputato idoneo dalla Commissione.
Ricordiamole, così come le enuncia la stessa Provincia:
C.F., classe 1969 e M.R., classe 1980.
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Secondo puntino: si apre ora una selezione, per un posto analogo e sempre di Categoria D, sempre nel Settore Viabilità, ma questa volta riservato a dipendenti già in servizio in Provincia, nel livello inferiore, cioè categoria C.
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Terzo puntino: si introduce, tra i requisiti necessari, un nuovo titolo di Studio, appunto la laurea triennale in Disegno industriale.
Per ora con i puntini ci fermiamo, riprenderemo tra breve con gli altri.
Fin qui, tutto adamantino e legale, fino a prova del contrario.
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Perché ora conviene soffermarsi ad approfondire, per saperne qualcosa di più, proprio su questo titolo accademico di cui, nella Pubblica Amministrazione, non è frequente sentire parlare.
COS’E’ E DOVE SI PUO’ PRENDERE LA LAUREA IN DISEGNO INDUSTRIALE
Un Ateneo che mette a disposizione questo corso di studi è l’Università San Raffaele di Roma.
Offre il corso di Laurea triennale in “Moda e design industriale” con due indirizzi, l’uno, appunto, Moda e, l’altro, design industriale.
Cosa si insegna (e si impara) seguendo questo piano di studi?
Lo leggiamo integralmente cliccando qui.
Però ecco qui una sintesi:
Il prestigioso Ateneo digitale è franco quando enuncia quali possono essere gli sbocchi operativi dei laureati che sforna.
Ecco quanto loro stessi scrivono:
“Sbocchi lavorativi
Gli sbocchi lavorativi per chi voglia diventare esperto di Moda e Design Industriale sono molteplici. Il laureato potrà diventare disegnatore di moda, creatore artistico, ad esempio a fini commerciali, ma anche un tecnico del marketing o della pubblicità. Questo corso di laurea prepara anche a professioni moderne e molto richieste, come quella del grafico. Essendo un percorso dedicato a persone che vogliano continuamente evolversi, questa laurea è ottima per tutte le professioni creative nel settore del design e della moda”.
Non si immaginano nemmeno che un laureato in Moda e Design industriale, sia pur con indirizzo Design, possa occuparsi, in posizione D, della viabilità.
A meno che a questo non alludano quando scrivono, a proposito di professioni creative.
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MEGLIO DELLA SETTIMANA ENIGMISTICA / 2
Dunque, ora i puntini che si potranno unire con altrettanti tratti di penna, a scoprire il profilo, diventano quattro.
Ricordiamo i primi tre:
Primo: nel precedente concorso, non c’era il titolo di Design industriale.
Secondo: questa selezione “procedura comparativa” è riservata a Personale già interno, di Categoria C, della Provincia.
Terzo: ora è previsto che valga anche la laurea triennale in Design industriale.
Ora il Quarto: evidentemente, è lecito credere non disperino che, tra i dipendenti della provincia, categoria C, possa esservi chi abbia questo titolo.
E, di nuovo, fin qui, bisogna dare per acquisito che sia tutto legale, quanto meno fino a prova del contrario.
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Ma lasciamo di nuovo da parte la rubrica della Settimana Enigmistica per guardare ancora qualcosa di questo bando.
TITOLI DI ANZIANITA’ E SERVIZIO
Come in tante altre occasioni, questa selezione “comparativa” prende in considerazione solo chi abbia almeno tre anni di servizio.
E, inoltre, attribuisce un punteggio (50 punti) se il candidato può dimostrare di avere avuto incarichi pertinenti, di professionalità specifica: così, per immaginare, tipo il coordinamento di altro personale e via discorrendo.
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MEGLIO DELLA SETTIMANA ENIGMISTICA / 3
Con quelli che potrebbero essere i puntini 5) e 6), rispettivamente anzianità di servizio e precedenti incarichi professionali all’interno dell’Ente, si arriva decisamente a buon punto (e per oggi, come si diceva, può bastare: c’è già molto testo da leggere) nel completare l’immagine nascosta.
Il Lettore potrà esercitarsi, accogliendo l’invito e, comunque, l’esempio che viene dall’alto, mettendo alla prova intuito e capacità prognostica.
Ben sapendo che si conclude come si era iniziato, cioè non potendo mettere in dubbio che sia tutto legale, fino a prova del contrario.