Dunque, in questo caldo meriggio di giugno, veniamo a sapere che “nella nostra città” (pare, Vercelli) “circolano liberamente”, “vari spacciatori e vandali”.
La notizia potrebbe fare sobbalzare dalla poltrona che (almeno, glielo auguriamo) forse ne accoglie le membra per una meritata pennica post prandiale, il Primo Cittadino.
Il post di Facebook (i rimbalzi interrompono, invece, la nostra di pennica, ma amen) dice di un contrattempo, narrato con ricorso ad una costruita affabulazione.
Dunque c’è un cittadino di Vercelli che, questa mattina, sabato, si reca alla lavanderia di Via Dante.
In Via Dante ci sono due esercizi del settore.
Uno è automatico e, perciò, per almeno uno dei motivi che si vedranno tra breve, dovrebbe essere estraneo al fattaccio.
L’altro, invece, potrebbe essere il teatro della scena descritta.
Il sipario si apre con un decollo deciso verso atmosfere iperboliche.
“Ho fermato per 50 secondi l’auto”, subito con l’ammissione (ovvia) e resa veniale proprio dal ricorso alla figura retorica giustificata dal tempuscolo, che la vettura fosse “malmessa”. Anzi (longanime) “certamente malmessa”.
Ebbene, in quei 50 secondi il cittadino che racconta su Fb la propria disavventura al cospetto del potere arcigno, algido ed anelastico, sarebbe riuscito a: scendere dall’auto – recuperare il capo di abbigliamento da consegnare alla lavanderia – entrare nel locale (salutare, oppure non dire né crepa né sciopa, non porta via tanto tempo) – dire ciò che desiderava – consegnare il capo – pagare – ritirare lo scontrino – stare attento alla data presunta di riconsegna del vestiario così rinettato – uscire (forse non dire nemmeno ora né crepa, ne sciopa) e, appunto, incontrare l’Agente di Polizia Locale.
Cinquanta secondi sono qualcosa da fare invidia ad Arturo Brachetti o Luca Bono.
Ma è l’affabulazione, darling.
Dunque, la sorpresa: il cittadino lesto ed amante del pulito, trova il Vigile intento a compilare il modulo recante il verbale di contravvenzione.
L’auto non era – questo il problema – parcheggiata regolarmente; anzi, “certamente male”.
Si vede che, rispetto alla fulminea incursione nel rinomato esercizio artigianale, (sicchè la fermata in divieto è “brevissima”) il protagonista cambia marcia e stile.
Perché le sue argomentazioni difensive sono “educate e tranquillissime”.
Calma e sangue freddo.
Per nulla conquistato dal garbo e dalla signorilità del cittadino cui piace l’outfit impeccabile, l’Agente di Polizia Locale “inizia a snocciolare” non una sola, ma “una serie” di “fandonie” che non ottengono neppure la patente di verosimiglianza, poiché sono, e senza appello “assolutamente non credibili”.
L’onere della prova è invertito.
Non è il cittadino lavato e stirato che deve, caso mai, giustificare l’infrazione, bensì è l’Agente a dover dimostrare che la sosta birichina avrebbe impedito ad un altro mezzo di transitare.
La vivida attività di story telling, però, non si interrompe certo qui.
Ammesso (e, diceva Totò, non concesso) che l’auto fosse parcheggiata in modo, diciamo, migliorabile, per quella via ci sarebbe comunque “passato un Tir”.
La via è questa, la lavanderia è questa, il Tir, per fortuna, non c’è.
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Insomma, una bella lavata di capo, pubblica, per il Vigile che fa il proprio dovere.
Che dirà il Comando Polizia Locale?
Il Comune?
L’Assessore Delegato alla Polizia Locale che è lo stesso Sindaco Andrea Corsaro ?
Magari il Primo Cittadino avrà anche ricevuto la lamentela del protagonista di questa storia, che è suo fratello Francesco Corsaro.
E, comunque, è tutto pubblico, su Facebook – Leggi qui –
E uno potrebbe dire: ma dai, ma in fondo che nesso c’è tra un fatto, pur imbarazzante e la Giunta del Niente?
L’anello di congiunzione, a ben vedere, forse c’è, se si guarda attentamente la lista di like sotto il post.
Vi compare anche quello dell’Assessore al Decoro Urbano, Emanuele Pozzolo, naturaliter miliziano dei GAR-BG (Gruppi Armati Rivoluzionari del Bambin Gesù) idea che dobbiamo all’immortale Louis Bunuel.
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Razza padrona?
Non è il caso di scomodare Eugenio Scalfari.
E’ più che sufficiente l’opera di Fruttero e Lucentini.