Magari ci diranno che il bilancio dev’essere come la groviera: tutto buchi.
Ma andiamo con ordine.
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Avevamo appena pubblicato la Trippa 812,
che doveva purtroppo dare conto dei tanti grattacapi in questo momento all’ordine del giorno per chi si occupi di finanza pubblica, che – com’è come non è – stormi di usignuoli avvertivano di ulteriori ambasce.
Ma sai, c’è ben altro!
E che cavoli.
Il “ben altro” sarebbe questo.
Come chiunque riceva bollette gas luce (e acqua per ora no, ma ben presto si vedrà) il Comune di Vercelli si sta fortemente preoccupando.
Perché il conto energetico annuale, per Palazzo Civico, è assai salato: circa 3 milioni di euro (anzi un po’ di più, ma non facciamoci imbrigliare dai particolari).
A cosa sono dovuti?
All’illuminazione pubblica, poi ai costi di riscaldamento ed elettricità di tanti immobili comunali, dalle scuole, a Santa Chiara, fino, ovviamente, al Municipio.
Con i chiari di luna che tutti sanno, questa bolletta energetica, per l’anno appena iniziato, si prospetta aumentata di almeno (e sono stime molto prudenziali) di un’altra milionata di euri.
Quindi, bisogna trovare almeno un milione di euro per compensare.
I modi sono, in sostanza due: o si tagliano i servizi (ad esempio, si rinuncia a foraggiare, almeno un pochino, la Ducale), oppure si richiedono ai cittadini maggiori introiti (semplifichiamo).
Questi i due modi principali.
Poi c’è la finanza creativa.
Vediamo le soluzioni possibili.
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PRIMA SOLUZIONE, ABBELLIRE IL BILANCIO
La finanza creativa persegue da sempre anche un proprio senso estetico.
Il bilancio, appunto, non è una forma di gruyere ed i buchi si vedono come quelli sui gomiti di un cardigan vintage.
Dunque, si può ricorrere ai cosiddetti “residui attivi”.
Quando arrivò l’Amministrazione di Maura Forte, subito i nuovi Amministratori si ritrovarono alle prese con questa bella realtà.
Ma non era tanto bella, perché, nel linguaggio della finanza pubblica, se il residuo è “passivo”, vuol dire che ci sono lì dei soldi da spendere.
Se, invece, lo si chiama “attivo”, significa che devono arrivare dei soldi che però non ci sono: è previsto (qualcuno l’ha previsto) il loro arrivo, ma per ora non c’è un euro.
Perché si chiami attivo quello che non c’è e passivo quello che, invece, è sul conto corrente, ad onor del vero non è facile, per il profano, né da capire e figuriamoci da spiegare.
Però è così.
Dunque, potrebbero – mere ipotesi solo a titolo esemplificativo – confermare che l’addizionale Irpef per il 2022 potrebbe tornare ai massimi livelli ed avere (dal punto di vista estetico) risolto il problema.
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SECONDA SOLUZIONE, CHIEDERE L’ELELMOSINA
AD ATENA ASM
Un’altra possibilità è quella di andare da Iren con la mano tesa e dire: ma guardino, Signori di Iren, che abbiamo tanto di bisogno.
Potrebbe militare, a favore di questa ipotesi, un’evidenza riconducibile – come dire – al “mol” (margine operativo lordo).
Sappiamo che, sulle forniture energetiche al Comune di Vercelli, il “guadagno” di Atena Trading è di circa il 20 per cento.
Basterebbe rinunciare e salterebbero già fuori circa 600 mila euro che aiuterebbero a risolvere il problema.
E’ una cosa possibile?
Chi lo sa?!
Certo il Comune di Vercelli ha piazzato, nel board di Atena Trading, uno dei più
autorevoli rappresentanti del Gruppo del Pasqua ,
il Commercialista santhiatese Franco Pauna.
Magari potrebbe anche dire una buona parola.
E, forse, Iren potrebbe dire: ma guardate, Signori cari del Comune, se anche noi vi concedessimo questa agevolazione, è chiaro che poi, di acqua pubblica, non se ne parlerebbe più.
Oppure, al massimo, si potrebbe parlare di acqua pubblica solo in riferimento alla fontana del Luca.
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E – sorpresa – quelli di Iren potrebbero persino essere “scavalcati” da temporanei ed estemporanei reggitori della Cosa Pubblica, che potrebbero – sempre mere ipotesi – replicare qualcosa del genere: ma nui suma chi par lonc.
Ato2 dovrà fare come diciamo noi, se no parleranno gli Avvocati.
Ecchecavoli.
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Del resto, Iren, con il bel garbo che gli è proprio, già in altre occasioni ha, in qualche modo, fatto chiaramente capire al Comune che, se vuole ottenere ciò che gli spetta di diritto, deve chiederlo per favore e, comunque, meritarselo.
Quando?
In occasione della prima assemblea di bilancio di Asm
cui ha partecipato la Giunta Pirata Ter, la Signora che rappresentava Iren ha detto più o meno: ma guardate, Signori cari, noi – vabbè – vi diamo anche i vostri dividendi, che vi spettano (spetterebbero) perché avete il 40 per cento della azioni di Corso Palestro.
Però voi ci fate fare la fabbrica dei pallet in santa pace.
E, difatti, il cantiere in Via Cesare Libano è aperto (se ne parlerà anche in un prossimo articolo).
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TERZA SOLUZIONE, ARRIVANO EURI DA MARIO DRAGHI
Qualora le prime due strade risultassero difficilmente praticabili, resterebbe la terza che, del resto, è quella maestra: cosa resterebbe da sperare alla Giunta del Niente?
Il Governo potrebbe dire: ma sì, dai… tutto sommato abbiamo qui un po’ di miliardi di euri da dare ai Comuni, tra l’altro anche per le bollette.
Anche a Vercelli.
E forse proprio per questo, in virtù di questa speranza, proprio ieri, 10 febbraio, il Comune ha continuato ad illuminare il Cavalcavia di Corso Avogadro.
Tanto paga Draghi.
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Come finirà?
Chi vivrà, vedrà.
Eventualmente, con la luce che potrà dare una lampada ad olio.
Ma qui il discorso ci porterebbe lontano, perché si dovrebbero evocare le famose vergini sagge, invece di quelle stolte e la materia è scivolosa, sia quando si parla di vergini, sia quando si parla di sagacia.
Meglio non evocare, chissà mai che il Pirata si affidi al Sagacissimo…