TRIPPA PER I GATTI / 914 – Fra bastone e carota, per Pairotto è l’ora delle scelte - VercelliOggi.it VercelliOggi
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TRIPPA PER I GATTI / 914 - Un giorno il bastone, l'altro la carota, per Michele Pairotto è l'ora delle scelte - Allo sfidante (forse) del neogaudenziano Daniele Baglione alla Segreteria della Lega potrebbe andare il posto al Regionale - Che però è già promesso a Dante - Tutti d'accordo su una cosa: prima Montani torna a casa, meglio è

Ieri, tête-à-tête segreto all'Angolo, tra gli sfidanti

La buonanima del Senatore Francesco Leone,  eroe della Resistenza, poi Padre Costituente, Parlamentare, dirigente nazionale del Pci e riferimento indiscusso della Federazione vercellese del partito, era solito ammonire i militanti che pensavano alla politica come una cosa alla portata di qualsiasi massa cerebrale:

“La politica – diceva – non è polenta”.

Si è sempre interpretato così:

non è che basti girarla e rigirarla e quella si fa da sola.

Va detto che una parte minoritaria di Cultori della Tradizione rende anche una versione parallela (peraltro, non sono incompatibili) del brocardo, che suonerebbe, dunque, così:

”La politica non è pane e salame”.

E qui l’allusione al rifuggire l’idea che sia alla portata del patrimonio neuronale di chiunque, prenderebbe forma nella ulteriore metafora: non è che basti affettare il pane, affettare il salame ed il pane e salame è pronto.

Ma andiamo con ordine.

Già, ma dove andiamo?

Scopriamolo insieme.

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LA LEGA DI VERCELLI UN ACCORDO SU QUALCOSA L’HA GIA’ TROVATO / 1

Per incredibile che ciò possa apparire, tutti, nella Lega, almeno su una cosa (abbastanza importante) sembra siano d’accordo.

Tutti:  i tiramaniani dichiarati così come quelli criptici, fino ai  seguaci del Sindaco di Novara,  dell’ex Sindaco di Novara, di chiunque purchè di Novara.

Che siano della Valsesia, della pianura, della città di Vercelli, dai territori leghisti emerge un’istanza corale e monocorde.

Istanza condivisa da quelli che lo conoscevano già prima, così come da quelli che non lo conoscevano e, ancora, da coloro che adesso hanno imparato a conoscerlo e, quindi, se prima non sapevano nemmeno chi fosse, adesso lo sanno.

Ma, soprattutto, questo obbiettivo è fatto proprio, con convinzione che non conosce né tentennamenti, né ripensamenti, né la minima gaffe,  dallo stesso Capitano La Gaffe  (il giocoso nick name, mutuato da “Il Paese dei campanelli” è stato coniato da affettuosi amici di Enrico Montani): vuole portare via i piedi da qui più presto che può.

E, almeno in questo, il simpatico Capitano rappresenta, così, l’intera comunità politica padana, dal Monte Rosa fino a Terranova, dove la Sesia affluisce nel Po.

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Sicchè tutti, lui compreso, vogliono che Enrico Montani torni presto ai suoi incombenti o, comunque, rientri a casa e, prima di tutto, si levi da qui: perché nessuno, nemmeno i più pessimisti, sarebbe mai riuscito ad immaginare una gestione del Commissario politico provinciale della Lega più esilarante.

Come se Vercelli fosse diventato il palco dove mandare in scena una spiritosa operetta.

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Per congedare con bel garbo il Commissario, occorre celebrare un Congresso elettivo per il rinnovo delle cariche sociali.

C’è la data: il prossimo 20 maggio.

Lo hanno deciso l’altro ieri, nel corso di una riunione del “Direttorio”.

Si badi: non il “Direttivo”.

No, proprio il Direttorio, come quello tardorivoluzionario.

E amen.

Dunque il Direttorio (i Segretari delle Sezioni esistenti i provincia) si è riunito ad Arborio ed ha deciso: il 20 maggio si vota.

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LA LEGA DI VERCELLI UN ACCORDO SU QUALCOSA L’HA GIA’ TROVATO / 2

A ben vedere, tuttavia, il Commissario è riuscito ad ottenere una cosa importante: almeno una.

Ha fermato l’emorragia di Consiglieri Comunali, soprattutto di Vercelli, verso Fratelli d’Italia.

Non se ne andrà più nessuno.

E per un motivo molto semplice.

Lui Montani, il candidato Segretario, Daniele Baglione (il conquistatore di Lenta)  e soprattutto il giovane saputello che hanno messo Capogruppo in Comune hanno regalato tutto il gruppo al Ghiottone ed al Pirata.

Quindi, se hanno passato l’intero pacchetto, non c’è più bisogno che gli altri gliene sottraggano uno per volta.

Del resto, pare che, per motivi suoi, di equilibri territoriali e (forse, semmai gliene importasse) di rapporti in Anci, lo stesso Sindaco gaudenziano, Alessandro Canelli, abbia raffreddato i bollenti spiriti e sentenziato: Corsaro non si tocca.

E loro si sarebbero volentieri appecorati,  anche perché pare sia l’esercizio politico in cui da quattro anni a questa parte si sono cimentati con mirabile coerenza.

Ritorneremo prossimamente sull’argomento per meglio argomentare.

Per ora, siccome non è questo il punto, ci si affida alla sintesi.

Fine delle cose sulle quali in Lega sono d’accordo.

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IL DISACCORDO

La battaglia più dura si sta combattendo per la conquista della Segreteria provinciale.

Il Commissario Montani è arrivato qui con un compito:  conficcare in terra vercellese il Segretario voluto da Novara.

Sappiamo che si tratta di Daniele Baglione.

E uno dice: ma possibile che abbiano fatto  tutto queto casino solo per togliere Paolo Tiramani e mettere Baglione?

Si vede che a loro piace così.

L’unico concorrente di Baglione è Michele Pairotto, Sindaco di Tronzano Vercellese ed ancora tiramaniano.

I voti sarebbero lì lì: più o meno il 50 per cento ciascuno.

Da settimane il “povero” Pairotto è sottoposto alla minaccia del bastone ed alla lusinga della carota.

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PAIROTTO / 1 – Il Bastone

Nel corso della riunione di Arborio, è stata l’ora del bastone: guarda, Pairotto (gli avrebbero detto)  se tu ti candidi alla Segretria provinciale contro Baglione, noi ti “sospendiamo”.

Bum.

Si badi: non hanno detto “ti espelliamo”, ti buttiamo fuori.

No, anche perché si rendono conto (forse) che a tutto c’è un limite.

Ma quale sarebbe l’astuto disegno sotteso alla minaccia?

La sospensione, al contrario dell’espulsione, non è una cacciata dell’interessato dal partito.

Sta lì, come un caciocavallo appeso.

Solo che, mentre è sospeso, non può essere eletto e non può votare.

Sono loro stessi, dunque, a dire: ti sospendiamo, tu non voti, viene eletto Baglione e, appena dopo, l’amico Riccardo Molinari ti reintegra.

Tu ritorni, non conti più una fava, ma resti in Lega e noi portiamo a casa la cadrega per Baglione.

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Per quanto in politica se ne siano viste tante e tante se ne vedano tutti i giorni, bisogna riconoscere che, per riuscire a concepire una cagata del genere noi ci avremmo messo almeno un anno e forse non sarebbe bastato ancora.

E bisogna poi vedere se il Segretario Molinari potrebbe mai avallarla.

Forse per questo motivo, ieri sera (il giorno dopo l’ora del bastone) si sarebbe passati al momento della carota.

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PAIROTTO / 2 – La Carota

La location è propedeutica, adusa ad ospitare, nella discrezione, riservati convegni confortati da menù ricercati.

Siamo a Carisio, ristorante l’Angolo.

Soltanto due i commensali: ma chi?

Proprio loro: gli sfidanti.

Altro che duello all’ok Corral, altro che battaglia congressuale all’ultimo voto.

Con i piedi sotto la tavola, si va di battuto di fassone, piuttosto che di tagliolini tipici tirati a mano ogni mattina.

Lasciamo poi stare dei tanti modi sublimi per togliersi la sete, che la nostalgia è canaglia e ci vengono le lacrime agli occhi.

Faccia a faccia, il neogaudenziano Baglione cala la proposta a bruciapelo: ma senti, caro Michele, se tu mi dai il via libera, io ti assicuro che  ti nominiamo nel Regionale.

Cosa sia bene questo “Regionale” è una cosa difficile da capire per chi non si barcameni da anni tra le pieghe degli Statuti della Lega.

Comunque potrebbe essere questa roba qua sotto.

La proposta, comunque, sarebbe stata questa (riferiscono gli usignuoli)  Baglione Segretario e Pairotto in qualche organismo di partito regionale,  come rappresentante dei leghisti vercellesi.

Un modo come un altro per trovare un accordo.

Il fatto è che quel posto è già stato offerto a tante persone, quasi come il posto di Vicesindaco al Comune di Balocco.

Ma – dei tanti convinti di averlo già in tasca – ce n’è uno che fa una tenerezza sconfinata ed è  nientemeno che Dante.

Bisogna infatti sapere che  Gian Carlo Locarni  deve fare le valigie dalla Segreteria cittadina di Vercelli, alla quale i più sagaci tra i neonovaresi avrebbero destinato Maurizio Tascini.

Per Dante, dunque, resterebbe il premio di consolazione del Regionale.

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Come la prenderà il ri-fondatore della lingua italiana?

E, soprattutto, come finirà?

Chi vivrà, vedrà.

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