(marilisa frison) – Un bene prezioso da custodire: l’acqua, questo l’argomento trattato all’interno dei “Sentieri della conoscenza”, giovedì 9 marzo 2023, alle 21, in Biblioteca Civica F. Brunod, organizzato dalla parrocchia di Trino e l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro di Vercelli in collaborazione con il Comune di Trino.
Un argomento importante che sta a cuore un po’ a tutti, molte le persone intervenute sensibilizzate dal problema che si sta verificando a causa di questa siccità e dal cambiamento climatico degli ultimi anni.
Non tutti gli abitanti del nostro pianeta hanno l’acqua di cui avrebbero diritto, ciascuno di noi quotidianamente consuma più acqua di quanto avrebbe bisogno. Ogni nostra attività richiede un consumo d’acqua e genera la cosiddetta impronta idrica.
Il parroco don Patrizio Maggioni nel portare i suoi saluti, ha detto: “che l’acqua è vita, ed essere sensibili all’argomento e non essere indifferenti vuol dire aiutare a vivere”.
Mentre l’Assessore alla cultura Silvia Cottali nell’esprimete i suoi saluti, ha ringraziato gli organizzatori per aver portato a discutere su un argomento di interesse di tutta la comunità.
Ad aprire la tematica Marina Rasore, responsabile dell’Ufficio Pastorale Sociale e del lavoro della diocesi di Vercelli, che dopo aver elencato quanto era stato fatto dal parroco e dalla parrocchia per la pace dall’inizio della guerra, ha evidenziato che anche questo incontro ha a che fare con la pace, perché ci sono vere guerre e conflitti in crescita per l’acqua.
Ad entrare nel vivo dell’argomento con dati alla mano la dott.sa Francesca Vietti, dell’Ufficio Pastorale Sociale e del lavoro della Diocesi di Biella, che con le quattro diocesi di Biella, Vercelli, Novara e Casale, che sono state storicamente abituate a riflettere insieme su temi ambientali, a un certo punto si sono dette:
“abitiamo in terre che hanno da sempre avuto una grossa disponibilità d’acqua, abbiamo costruito con quest’acqua i nostri habitat e la nostra economia, che sono economie e habitat di pregio, ma adesso ci sembra che ora non disponiamo più degli stessi quantitativi d’acqua”.
Però non gli sembrava un atteggiamento cristiano giudicare così di “pancia”, pertanto, hanno voluto darsi uno schema di lavoro per farsi delle domande e darsi delle risposte.
Sui problemi ambientali hanno voluto mettere al centro l’acqua. L’acqua principio vitale, l’acqua patrimonio universale e l’acqua bene comune, da lì sono partiti e si sono interrogati sul valore etico e religioso di questo bene.
Dopodiché è stato esaminato da un punto di vista esistenziale e sociale. Cioè si sono fatti due domande: come sta l’acqua nel nostro territorio? Quanta ce n’è e quale qualità ha quest’acqua? E poi ancora se ci sono problemi o criticità, cosa possiamo fare noi?
E sono partiti dalle parole di Papa Francesco nella “Laudato sì”, e se tutto è connesso, il nostro modo di vivere e in particolare rispetto l’uso che facciamo dell’acqua, è ancora compatibile e sostenibile con il creato e l’ambiente in cui abitiamo?
Perché abbiamo sempre fatto così, perché qui c’è sempre stata molta acqua, le cose che stiamo facendo ancora in un certo modo sono ancora sostenibili dall’ambiente o ci viene piuttosto chiesta una conversione ecologica?
Ci viene richiesto che in un momento in cui ci rendiamo conto che i nostri comportamenti non sono più sostenibili apriamo un pochino la nostra mente e cambiamo un po’ il nostro stile di vita.
E da qui sono partiti a valutare e controllare il territorio delle quattro diocesi, un territorio di un milione di persone, di cui fa parte anche Trino, che spazia dall’alta montagna al confine della Svizzera fino a sud del Po e delimitato a est e ovest dal corso del Ticino e della Dora Baltea. Un bacino molto ricco di acque dolci, che abbiamo trasformato e sfruttato per le nostre necessità: l’agricoltura, l’energia, l’elettrica, per l’industria tessile, per il turismo, facendo sentire la nostra impronta idrica con la nostra presenza sempre più intensa e le cose non sono più come prima.
E lo hanno dimostrato con dati alla mano rilevati su statistiche e siti internet.
La direttiva europea 60 del 2000 ci dice: “l’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, ma è un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale”. Partiamo da questo principio per difendere questo bene prezioso.
Poi Francesca ha fatto vedere le slide dei vari corsi d’acqua, i vari reticoli, naturali e artificiali e ha parlato delle sostanze chimiche inquinanti presenti e dai rilevi nei sei anni 2014/2019, il 90% del corsi d’acqua del nostro territorio è risultato buono.
Però se prendiamo il periodo 2012/2014 la percentuale era il 93%, quindi anche se di poco peggiorato. Ha fatto notare che le portate dell’acqua nel mese di febbraio 2023 sono state inferiori a quello che dovrebbero essere e servono politiche per provvedere a bacini, alle manutenzioni per le perdite medie del 30% sulle tubazioni dell’acquedotto e cercare di raccogliere l’acqua da incanalare.
Oltre agli strumenti istituzionali, si possono affrontare questi problemi coinvolgendo le scuole e sensibilizzando i ragazzi.
È importante non sprecare questo bene comune, se si sprecano gli alimenti si spreca acqua.
Pensate che per avere un litro di latte ci costa 683 litri d’acqua, perché per produrre un litro di latte la mucca deve mangiare 3 kg. di erba medica e per far crescere 3kg. di erba medica servono appunto 683 litri d’acqua.
Per una tazzina di caffè ne servono 140 litri, per produrre un paio di jeans ne servono 9800 litri, per un cellulare ne servono 12.500 litri, per un’auto ne servono 148.000 litri, per 1kg. di maiale ne servono 5988 litri, mentre la frutta e la verdura ci costa meno acqua.
Questa è tutta acqua nascosta, che viene consumata senza che noi ce ne rendiamo conto. L’impronta idrica. Qualsiasi materiale contiene acqua invisibile, dal cemento, all’acciaio, alla plastica, al legno.
Per produrre tutti i beni di cui necessita l’Italia, in essi sono incorporati 132 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno, che corrispondono a circa 6.309 litri a persona.
Circa la metà dei miliardi di metri cubi d’acqua consumati li importiamo dall’estero, sotto forma di beni di consumo. L’uso domestico dell’acqua ci costa il 4%, mentre l’industria ne incorpora il 7%.
Lo scopo di questa analisi non è di mettere il panico, ma di iniziare una conversione ecologica.
Quindi è importante: riciclare, riusare e ridurre.
A chiudere, un bell’intervento del sindaco Daniele Pane, che ha parlato di sprechi, ma non solo dell’acqua, per lasciare un mondo migliore ai nostri ragazzi domani.
Se ciascuno di noi sprecasse di meno, molta più acqua pura sarebbe disponibile e sarebbe più facile per ogni abitante della terra disporne equamente.