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Io, Dio infinito mi faccio finito per te, per aprire te all’infinito

TRINO - La S.Messa della Notte di Natale, con un pensiero particolare alla Pace - In video, integrale l'omelia del Parroco Don Patrizio Maggioni - Non è l’attesa di Babbo Natale, del consumismo, ma di un bimbo povero, che fra i poveri porta ricchezza d’amore, di vita e di speranza -

I sacerdoti si son dati un gran daffare per far trovare ai fedeli un luogo accogliente e denso di spiritualità, ma la cosa più bella è stata la grande partecipazione della gente, la chiesa era gremita.

(marilisa frison) – L’attesa è finita, il momento è arrivato, il miracolo si rinnova, la luce ci annuncia che è accaduto qualcosa di grande, è nato colui che si è fatto uomo per salvarci: Gesù.

Non dobbiamo avere paura a pronunciare il suo nome, dobbiamo gridarlo al mondo: è nato il Salvatore.

Quest’anno nella nostra bella chiesa parrocchiale trinese la Santa messa della notte di Natale è stata anticipata alle 23 e per quell’ora tutto era perfetto.

Dalle preziose tovaglie all’altare finemente addobbato, per non parlare del magico presepe, nella sua semplicità, allestito davanti all’altare maggiore.

I sacerdoti si son dati un gran daffare per far trovare ai fedeli un luogo accogliente e denso di spiritualità, ma la cosa più bella è stata la grande partecipazione della gente, la chiesa era gremita.

Tutti hanno potuto ammirare il Bambino speciale portato in processione sull’altare da don Patrizio e fargli festa. Il tutto intriso in un inebriante profumo d’incenso, quest’anno particolare: all’orchidea e all’aloe, donato dal seminarista Giuseppe, che si è anche occupato della corale e dell’altare.

Un aiuto prezioso per la nostra Comunità.

Come sempre l’omelia del parroco don Patrizio Maggioni, ha toccato ed è arrivata al cuore di tutti, non ha dimenticato le persone che per vari motivi non potevano essere presenti, i popoli afflitti dalla guerra, che non è colpa di Dio, perché Dio ci lascia la libertà di scelta. Ha ribadito l’importanza di recarsi alla capanna, perché la ricchezza di Dio la troviamo nella povertà, nell’umiltà e nella semplicità del presepe.

La Santa Messa non deve mai venire meno.

“Io, Dio infinito mi faccio finito per te, per aprire te all’infinito, nasco a Betlemme, casa del Pane, nasco in una mangiatoia, Pane, Pisside, per divenire Comunione, perché desidero davvero essere uno come te, per poterti regalare tutto quel che è di me. Io carissimo vorrei salvare tutto il mondo, è il desiderio più grande che ho, ci dice Dio, ma non posso farlo con la mia onnipotenza, non posso salvarlo se voi non mi aiutate a salvarlo.

Ho un limite, ci dice Dio, ci dice Gesù, la vostra libertà. Se voi alla pace preferite la guerra, se alla condivisione preferite l’egoismo, se all’amore alto che è dono, sacrificio, dedizione, gioia, preferite possedere, usare e gettare, se a un Natale che guarda a Betlemme preferite un Natale consumista, capite che io ho le mani legate. Io non sono un violento, io non conquisto il mondo con la forza, io vi aspetto alla Capanna, e che gioia, gioia grande immensa, mi date quando oltre la chioma dei pastori, inizio a intravedere qualche vostro volto. In questo Natale come in qualunque altro Natale è il dono più grande che mi potete fare”.

Con queste suggestive parole termina l’appassionante omelia il sacerdote.

(In allegato il video con l’omelia integrale)

La Santa messa della Notte delle notti è stata concelebrata dal parroco don Patrizio Maggioni e da don Riccardo Leone, assistendo  Giancarlo Tione e il seminarista Giuseppe.

Non è l’attesa di Babbo Natale, del consumismo, ma di un bimbo povero, che fra i poveri porta ricchezza d’amore, di vita e di speranza. Riscopriamo, impariamo l’adorazione.

Ora l’attesa più grande è che la violenza, la cattiveria e la guerra terminino e trionfi la Pace per tutti.

Che questa luce non finisca mai, riscopriamo i valori dell’amicizia e della famiglia, questo è il vero scopo del Natale.

Alla fine della bella celebrazione tutti a festeggiare e scambiarci gli auguri in parrocchia con panettone e spumante.

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