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TRINO - La Solennità di Tutti i Santi, occasione di festa per tutta la comunità - E per fare meglio capire che dobbiamo "deciderci per Dio", il Parroco ricorre ad un sapido apologo

Noi vorremmo che Dio ci risolvesse i problemi e poi se ne andasse, ma Dio non è in mezzo a noi per risolverci i problemi, ma per darci la forza per affrontarli

(marilisa frison) – Nel giorno in cui si festeggia la gioia, la festività dei Santi, che è il giorno dell’onomastico di ciascuno di noi, anche di chi non lo ha mai festeggiato perché mancante dal calendario, oggi, martedì 1 Novembre lo ha potuto fare, ha potuto fare festa.

In una ricorrenza così importante, la splendida chiesa San Bartolomeo di Trino, ha forse un po’ subìto la “concorrenza” della Celebrazione più attesa, quella presso il Cimitero.

La “predica” come l’ha chiamata il parroco di Trino, don Patrizio Maggioni, si è iniziata in un modo singolare: con una barzelletta.

Una simpatica storiella familiare, che vede il marito intento a bighellonare con il cellulare e una birra in mano, mentre la moglie indaffarata corre su è giù per la casa a sbrigare le faccende domestiche.

Ad un certo punto, dopo aver letto una notizia che l’ha colpito, il marito rivolgendosi alla moglie esclama: “Cara, se un giorno la vita mi ridurrà in stato vegetativo e per continuare a vivere avrò bisogno di essere collegato ad apparecchi elettronici e al contempo nutrito da flebo contenenti liquidi vari, voglio che tu mi stacchi da tutto ciò e che la natura faccia il suo corso”.

La moglie ferma immediatamente il suo andirivieni frenetico, osserva il marito per qualche secondo e poi dice: “Caro, quindi, vuoi che ti porti via immediatamente il cellulare e la birra!?”

Don Pato è partito da questa barzelletta per collegarsi alle Beatitudini, che sono un’invocazione alla gioia.

Dobbiamo prestare attenzione alla felicità che ci fa vegetare, che non è quella che ci offre il Signore, ma è quella di cui si parla nella storiella di quella moglie arguta e disincantata.

Non dobbiamo perdere di vista chi siamo, persone uniche, desiderate, volute e amate dal Signore.

“Noi vorremmo che Dio ci risolvesse i problemi e poi se ne andasse, ma Dio non è in mezzo a noi per risolverci i problemi, ma per darci la forza per affrontarli. La felicità è anche riconoscere e ringraziare – continua il sacerdote – se Dio è con me, io non ho paura ad affrontare le avversità della vita. Tutti abbiamo bisogno dell’amore di Dio.”

Insomma, un’altra omelia che ci fa capire come la Chiesa sia anche un ambiente profondamente educativo e, allora, cari genitori, mandiamo i nostri figli a Messa, diamo l’esempio.

Buona festa di Ognissanti a tutti!

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