Estemporanea e pericolosa protesta, nel pomeriggio di ieri martedì17 ottobre, nella Casa circondariale di Torino.
Riferisce quanto avvenuto Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “E’ successo che i detenuti della XI Sezione del Padiglione C del carcere non volevano rientrare dai passeggi. Quelli del terzo piano, in particolare, avevano messo in atto la protesta contro la decisione, assunta dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, di rimodulare l’operatività della Sezione, passandola da “trattamento avanzato” (ossia con regime aperto) ad “ordinario”. La situazione ha richiamato sul posto moltissimi poliziotti in servizio di rinforzo ma, dopo una lunga opera di mediazione attuata dal personale della Polizia Penitenziaria e senza ricorrere ad alcun atto di forza o violenza, i detenuti hanno desistito dalla protesta. Per questo, il SAPPE ritiene che l’Amministrazione penitenziaria dovrebbe riconoscere al personale di Polizia intervenuto una ricompensa per la professionalità dimostrata nella gestione dell’evento”.
Il sindacalista del SAPPE denuncia, infine, che “la situazione al carcere di Torino è allarmante anche perché nelle scorse settimane altri agenti hanno subito aggressioni da parte della popolazione detenuta. Il personale è sempre meno, anche a seguito di questi eventi ormai all’ordine del giorno. Troppa promiscuità tra detenuti con diverse condanne e, in questa cornice critica, pesa una significativa carenza di personale di Polizia Penitenziaria. Il personale è allo stremo e quotidianamente lavora con grande sacrificio per garantire i livelli minimi di sicurezza. Ma fino a quando potrà reggere questa situazione?”.
“La situazione è sempre più critica – dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE – a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto. Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.
Per il leader del SAPPE, “quanto accaduto nella Casa circondariale di Torino dovrebbe far capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria e dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti, che svolgono tutti quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.
Redazione di Vercelli