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Iniziativa del Parroco Don Alberto Carlevato, che coglie la sintonia pastorale di tre Diocesi: Ivrea, Vercelli e quella originaria del Beato, Casale Monferrato

LA FESTA DEL BEATO MONS. LUIGI NOVARESE CELEBRATA NELLA GIOIA CON I RAGAZZI DEGLI ORATORI ESTIVI DI VILLAREGGIA, MAZZE', TONENGO - La giornata si conclude con la S.Messa al Santuario del Trompone presieduta dall'Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo  - VIDEO E GALLERY DI 100 IMMAGINI

L'omelia di Don Giovan Giuseppe Torre richiama due episodi particolarmente importanti nella vita del piccolo Luigi Novarese

  1. Nel corso di quest’ultimo anno abbiamo avuto due importanti occasioni per parlare del Beato Mons. Luigi Novarese.

La prima, proprio un anno fa, il 20 luglio 2022, quando la Celebrazione fu presieduta dal Card. Arrigo Miglio, in procinto di ricevere la Porpora nel Concistoro del successivo agosto, a Roma.

Leggi cliccando qui l’articolo di allora, anche per rivedere il video.

La seconda importantissima occasione è stata, invece, poco più di due mesi orsono quando, a Casale Monferrato, città natale del Beato, si è tenuta la solenne commemorazione del primo decennale da che questo Apostolo della Sofferenza fu elevato agli onori degli Altari.

Leggi cliccando qui l’articolo preparato in quell’occasione, anche in questo caso con video e gallery.

Come si ricorderà, la Liturgia fu presieduta, in quella così significativa circostanza, dal Card. Matteo Zuppi.

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Dobbiamo anzitutto ringraziare i tanti bambini e ragazzi, gli Animatori, le Volontarie degli Oratori estivi di Mazzè, Villareggia, Tonengo, perché ci hanno accolto con amicizia e tanto buon umore.

Siamo anche stati aiutati da piccoli, ma promettenti fotografi che hanno voluto mettere a repertorio qualche immagine: non vi diciamo quali sono le loro, è difficile distinguerle dalle altre.

La sapiente regìa di Don Alberto Carlevato è discreta, ma i risultati di un’ottima organizzazione si vedono.

Oggi, anche grazie all’allestimento di una galleria di quadri che ripercorrono i 50 anni e più di presenza al Trompone dei Silenziosi Operai della Croce, è stata particolarmente evidente l’osmosi spirituale, pastorale, ideale, non meno che concreta nella dimensione delle Opere assistenziali, tra le Diocesi di Ivrea, Vercelli, Casale.

Come si vede in questo primo “quadro” (tutti sono nella gallery fotografica) fu l’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Albino Mensa, ad assegnare, concedere a Mons. Luigi Novarese questo luogo, perché da allora in poi ospitasse le opere della Congregazione.

Mons. Mensa (siamo nel 1970 e sembra ieri) era da quattro anni Pastore della Chiesa Eusebiana, proveniente da quella di Ivrea consegnata, nel 1966, a Mons. Luigi Bettazzi, che proprio il giorno 18 scorso abbiamo accompagnato all’ultima dimora.

E, del resto, il compendio dell’antico convento è per qualche metro in territorio diocesano e provincia di Vercelli, ma è tradizionale punto di riferimento per tutto il Canavese: come dimostra anche la vitalità della presenza delle tre parrocchie guidate da Don Alberto

Come sappiamo, il Beato Novarese era originario di Casale Monferrato, Diocesi e territorio da sempre in simbiosi con quello vercellese.

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L’Arcivescovo Mons. Arnolfo ha voluto affidare l’omelia a Don Torre; un gesto di grande garbo pastorale, che il Sacerdote ha valorizzato appiano proponendoci due momenti fondamentali e forse non molto conosciuti nella vita del Beato.

Il primo, narra quando il bambino già desideroso di votarsi a Dio, insiste, fino a fare un “bliz” per ricevere la particola consacrata, pur non avendo ancora ricevuto la prima comunione.

A celebrazione conclusa, la mamma lo porta dal Parroco, per scusarsi dell’accaduto, ma il Sacerdote, lungi dal drammatizzare, gli rivolge qualche domanda sul catechismo, per concludere, poi, udendo le risposte perfette, che il piccolo fosse già preparatissimo.

Il secondo aneddoto ha a che fare con la realtà del dolore umano.

Il giovane Luigi aveva ormai raggiunto i 15 anni e la sua malattia era a tal punto grave che in molti consigliavano alla sua mamma (invero, tutt’altro che ricca) di non destinare denari per farmaci comunque ormai inutili.

Così coma la povera donna non volle intendere quei consigli, stupì, invece, il rimedio che si studiò di porre in essere il giovane infermo.

Si rivolse al Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Filippo Rinaldi, chiedendo che fossero i ragazzi del Valdocco ad impetrare per lui la grazia.

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Nel video e nalla gallery abbiamo cercato di condensare qualcuno di questi momenti, ed anche qualche scampolo dei canti che hanno animato la Liturgia, grazie all’impegno della sempre bravissima Corale interparrocchiale di Villareggia, Mazzè, Tonengo.

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