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Giornata di festa al Santuario del Trompone di Moncrivello, ieri 20 luglio 2022, nell’anniversario della nascita al Cielo del Beato Luigi Novarese.

Il sacerdote di origine casalese, fondatore dei Silenziosi Operai della Croce, è stato un vero Apostolo della sofferenza.

Aveva accettato egli stesso la Croce, da ragazzo, poi si era affidato all’amore misericordioso di Maria e la sua prodigiosa guarigione da una grave forma di tubercolosi, l’aveva persuaso ad assecondare meglio la vocazione già avvertita mentre si consegnava alla “cattedra del dolore”.

Di lui parla nel video volentieri offerto ai nostri Lettori il Cardinale Eletto Mons. Arrigo Miglio, invitato per questa così significativa occasione dal Parroco di Villareggia, Don Alberto Carlevato, uno dei Sacerdoti più impegnati anche in una feconda azione di “osmosi” pastorale tra le Diocesi di Ivrea e Vercelli.

Ci avvaliamo di questa circostanza in cui al centro è la figura dell’ammalato per porgere gli auguri di pronta guarigione (lo ha fatto personalmente anche Mons. Miglio nel corso dell’omelia) alla sua mamma, in queste ore ancora ricoverata.

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L’omelia di Mons. Miglio racchiude in due immagini, tra le molte possibili, l’insegnamento del Beato Novarese.

La Chiesa annovera tanti esempi di persone, istituzioni, santi che si sono dedicati e si dedicano con lodevoli esempi ed opere all’assistenza dei sofferenti, che sono l’immagine di Cristo stesso sofferente.

Ma – ricorda il Presule – il Beato Novarese ci ha insegnato a compiere un passo in più.

Cioè a ri-pensare la figura dell’ammalato, non soltanto come quella di una persona bisognosa di attenzioni, ma come sorgente di grazie spirituali per il prossimo, per la società, per la Chiesa.

Con la preghiera, con la parola, con l’incoraggiamento che, per un paradosso solo apparente, chi è nella prova ci trasmette.

E’ la lezione di Giobbe, che rivela il senso del dolore innocente, altrimenti inspiegabile, altrimenti incomprensibile, altrimenti inaccettabile.

Il secondo insegnamento di del Beato Luigi Novarese – prosegue Mons. Miglio – è l’annuncio dell’ “Evangelo della Croce”.

Evangelo nel significato proprio della parola, cioè “lieta notizia”.

La Croce come lieta notizia, dunque.

La Croce che – le nostre come quelle degli altri cui guardiamo – sono sempre “disgrazia e sofferenza”, certo non è fuori luogo pensarla e viverla e sopportarla, accettarla come tale.

Ma dalla Croce Gesù ci ha aiutati a capire quanto ci ha amato e la Croce, l’oltraggio della Croce, prepara sempre la signorìa della Pasqua.

L’omelia è riproposta integrale nel nostro video che, pure, riprende altri scampoli della Celebrazione e, in particolare, lo splendido accompagnamento alla Liturgia assicurato dalla Corale.

Bellissima, poi – si vedono nella gallery – la presenza dei bambini dei Cenri estivi parrocchiali: attenti e disciplinati per tutta la celebrazione, si accostano alla comunione con fede e partecipazione ammirevoli. Tanto che Mons. Miglio ci tiene a lodarli e, con loro, animatori ed aducatori.

Infine, la benedizione del Presule ed il ringraziamento che gli rivolge, a nome della Congregazione, Don Giovan Giuseppe Torre.