(Stefano Di Tano, per Vercelli Oggi) – Ancora pochi giorni per ritornare in Piazzetta P. Levi e addentrarsi nel circospetto territorio occupato dall’artista milanese Ruggero Maggi, in mostra a Vercelli per iniziativa del Direttivo di Studio 10.
L’Associazione Culturale presieduta da Carla Crosio è giunta al suo 50° anniversario di attività in un susseguirsi di manifestazioni che hanno segnato per mezzo secolo un cammino importante nel mondo dell’Arte Figurativa; un percorso ricco di messaggi tracciati da pittori, scultori, grafici che sono in lotta oppure in tacito accordo con il mondo che li circonda, o la cruda società che mette in discussione a volte la sua stessa vita, i suoi valori, il futuro.
Maggi cerca sulla sua strada quotidiana gli oggetti su cui trasportare i sentimenti che a volte lo sconvolgono, e a volte lo aiutano ad aggrapparsi alla speranza: siano essi dei boccioli di rose, che le pagine di una vecchia Bibbia, od un gruppo di sagome silenziose nell’ombra.
Le “identità cancellate” che gli si propongono, vengono inserite confusamente in una vecchia scheda elettronica: sono storie estreme che quasi sempre risultano la causa e l’esito di catastrofi e di abbandoni, di fughe dalla realtà.
Non mancano riferimenti alla religione, quella tradizionale nostrana, talvolta cieca, sì ma molte volte intaccata da mani ignote che vorrebbero stravolgerne la storia, il significato, e infine la morale.
Ruggero Maggi è tutto ciò che noi ci domandiamo ogni giorno: è il dubbio, è il nostro destino, il dolore, la ricerca di quella pace che si nasconde nell’ombra e si concede all’umanità infelice ma solo a piccole dosi, mostrandosi con qualche sottile lampo al neon, una lama visibile, fredda, sempre al centro della tempesta.
I nostri pensieri scorrono lentamente davanti alle sue opere.
Si aspetta sempre di vedere fin dove, e soprattutto quando, arriverà la luce e quando avremo le risposte ai nostri dubbi.
Ma, attenzione; il caos è in agguato.
Non sottovalutatelo.
(sd)
Redazione di Vercelli