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SCOMPARSA DI EDOARDO GHELMA - Il ricordo di Piera Mazzone          

Le sue fotografie piene di poesia e i suoi libri di racconti di vita continueranno a dialogare con chi saprà ascoltare

Valsesia e Valsessera

Quando un Amico se ne va non conta più il numero delle frequentazioni o il tempo, semplicemente si crea un vuoto, irreversibile.

Sono rimasti i libri che racchiudono i valori, gli interessi, le emozioni di una persona, sai che aprendoli, sfogliandoli, potrai sempre riprendere quel colloquio interrotto.

Con Edoardo Ghelma avevo in comune l’amore per la Valsesia e le sue storie, soprattutto quelle di nicchia, delle persone che non fanno notizia.

Era un valente fotografo, abituato a guardare attraverso l’obiettivo, inquadrare i suoi soggetti e scattare, rapido e sintetico, per condensare in un fotogramma un evento, uno stato d’animo.

Si definiva: “Un montagnino con la passione per l’alto medioevo, e dalla passione per la storia ha mutuato l’amore per le storie e per gli uomini. Amo il cibo genuino e il buon vino non “barricato”, e volle scrivere le mille storie della sua gente, partendo da qualcosa di molto concreto come il cibo. Con l’amico Augusto Carola nei primi anni Novanta creò la Collana: Quaderni della fame, che purtroppo si fermò al mazzapane e alla saracca. Quei due opuscoletti a colori, stampati su carta pesante, adatta ai luoghi in cui Edoardo avrebbe voluto fossero conservati: cucine di casa e osterie, concretizzavano una lunga stagione di “appassionate incursioni tra la fame popolana dei contadini, dei girovaghi, dei superstiziosi e degli ultimi”.

Già all’inizio del nuovo millennio stava già pensando ad un libro su Pianezza, quello che sarebbe stato il suo “Capolavoro”, inteso alla maniera antica, come lavoro di saggio che un operaio in prova deve compiere prima dell’assunzione definitiva, per dimostrare le abilità professionali acquisite, e affinò negli anni i suoi strumenti, cercando le strade più adatte per avvicinarsi alla meta.

Nel 2006, con Marco Strona, pubblicò un elegante volume fotografico, non il classico libro strenna che si regala a Natale, che sta bene in libreria perché ha una bella legatura, ha delle belle fotografie ma non parla di nulla, o quasi: Valsesia.

Sento un profumo che ricordo da sempre, scritto in tre lingue italiano, francese, inglese, è la presentazione di una Valle con la sua gente, pieno di affetto e di orgoglio, tende la mano al mondo del quale si sentiva cittadino, per offrire ospitalità, mostrando la bellezza dei particolari e comunicando con l’alfabeto del cuore.

Il cammino di Edoardo prosegue verso un’altra tappa nel 2007: “Strade e vie di Borgosesia”, dedicato a Giorgio Crevaroli: “Che per primo ebbe l’idea di promuovere questo volume”.

Quel libro, ricco di stimoli e di curiosità, aiuta a capire la storia di Borgosesia, ma anche quella d’Italia.

Presentato al Circolo dei Lilli, ebbe un immediato successo e viene utilizzato anche a scuola, per far conoscere la città ai bambini e ai ragazzi.

Nel giugno 2013, nelle sale di Palazzo D’Adda a Varallo, la Biblioteca, in collaborazione con Edoardo, Mauro e Silvano Ghelma e con la Pro Loco di Roccapietra, allora presieduta da Alberto Ferrari, allestì la mostra dedicata al pittore, disegnatore, grafico, incisore e litografo: “Efisio Ghelma (1909-1976): un eclettico ottocentista”, la cui biografia era stata scritta  da Edoardo e racchiusa in un fascicolo: “Omaggio ad Efisio Ghelma per il centenario della nascita 14 febbraio 1909 – 2009”.

Nel 2018 Edoardo portò finalmente a compimento il libro al quale lavorava da tempo: Pianezza il mondo del grande Cesare, dedicato al paese dove ha risieduto per più di quarant’anni.

Per raccontarlo si è affidato a un “complesso di voci, a volte non proprio coincidenti fra di loro. Tutto sommato la polifonia ha retto”. Se tutti i paesi godessero di questa attenzione davvero si potrebbe ricostruire la storia del nostro territorio, in modo partecipato e condiviso.

Questi libri sono lì sullo scaffale, con le loro dediche affettuose: Alla migliore Biblioteca del mondo, Alla Biblioteca più efficiente del mondo… caratteristiche del suo animo generoso che sapeva unire le persone, metterle in comunicazione: era avvenuto così anche con Federica Casalone Rinaldi, che condivise con la Biblioteca un tratto della sua formazione, arricchendoci con la sua Amicizia.

Adesso Edoardo è tornato a Varallo, chiudendo il cerchio della Vita, ma le sue fotografie piene di poesia e i suoi libri di racconti di vita continueranno a dialogare con chi saprà ascoltare.

Piera Mazzone

Biblioteca “Farinone-Centa” di Varallo

 

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Redazione di Vercelli

Posted in Cronaca