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Precursore del Monachesimo, il Santo ricordato tra i Padri del deserto

SANT'ANTONIO ABATE - La Festa del Santo protettore degli animali amici dell'uomo, ricorda il rapporto rispettoso tra uomo e natura voluto dal Padre -

Amiamo i nostri animali, senza però "umanizzarli" -

(marilisa frison) – Lunedì 17 Gennaio 2022, il parroco di Trino, don Patrizio Maggioni, in occasione della festa di Santo Antonio Abate, ha riportato in auge una tradizione del 1300, la benedizione degli animali domestici.

Un momento della benedizione degli animali a Trino, in occasione della Festa di S.Antonio Abate – 17 gennaio 2022 –

Durante la Santa messa delle 18, presieduta da don Riccardo Leone, coadiuvato da Giancarlo Tione, il sacerdote ha ricordato il primo Abate cristiano nato in Egitto il 12 gennaio 251 e morto sempre in Egitto il 17 gennaio 356, detto anche sant’Antonio il Grande, sant’Antonio d’Egitto, sant’Antonio del Fuoco, sant’Antonio del Deserto, sant’Antonio l’Anacoreta, che è stato un abate ed eremita, considerato il fondatore del monachesimo cristiano. Ne ha tracciato la storia, non tralasciando le sue lotte contro il demonio ed il suo amore per gli animali, tant’è, che oltre col bastone lo si vede spesso raffigurato accanto a un maiale con una campanella al collo.

Sant’Antonio fu presto invocato in Occidente come patrono dei macellai e salumai, dei contadini e degli allevatori e come protettore degli animali domestici, contro l’herpes zoster; fu reputato essere potente taumaturgo capace di guarire malattie terribili.

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Nel corso della celebrazioni,si sentivano abbaiare i cani che giungevano in attesa della benedizione.

Don Riccardo al termine della messa ha ricordato che nel cortile della parrocchia ci sarebbe stata a breve la benedizione di tutti gli animali invocando l’intercessione di Santo Antonio Abate.

Nonostante il freddo e i molti costretti in quarantena, in città, a causa della contagiosissima variante Omicron diversi gli intervenuti con i loro amici a quattro zampe.

Il parroco don Patrizio Maggioni, con indosso un mantello nero sopra la talare, nell’atto della preghiera ha ricordato l’importanza degli animali:

“Dio mirabile in tutte le sue opere ci ha donato gli animali perché siano per noi aiuto e compagnia, preziosi e fedeli amici dell’uomo, salvati dalle acque del diluvio per mezzo dell’arca, partecipano in qualche modo al patto di alleanza con Noè”.

e ha letto un breve passo della Parola di Dio.

Poi ha proseguito:

“Il Signore ci ha donato questi animali, compagni di vita come dono e sollievo, a noi è chiesto di trattarli bene, averne cura e donare loro affetto; sicuro, dobbiamo sapere che sono animali e l’errore di confondere l’uomo con l’animale alle volte capita, però questo non vuol dire che questi nostri compagni di vita non siano importanti ed è importantissimo stare accanto a loro nel modo giusto”.

Dopodiché ha proceduto con la benedizione per intercessione di Santo Antonio Abate, benedicendo singolarmente ogni animale, precisando che la benedizione comprendeva anche i loro proprietari ed era estesa a tutti gli animali della città, anche quelli non presenti.

Il rito è terminato con la preghiera del “Padre Nostro” e l’augurio del parroco di un buon rientro a casa.

Le persone presenti hanno molto gradito questo gesto del sacerdote nel riguardo degli animali, ormai parte integrante delle famiglie, ed erano commosse.

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