VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

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Provincia di Vercelli

Dal Libro dell’Esodo, Cap. 34, 4 – 6. 8 – 9

In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano.
Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà».
Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità».

Dal Libro di Daniele, Cap. 3, 52 – 56

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo.

Dalla Seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, Cap. 13, 11 – 13

Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi.
Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano.
La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

Dal Vengelo secondo San Giovanni, Cap. 3, 16 – 18

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

***

UN PENSIERO A COMMENTO DELLE LETTURE A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Le Letture di oggi parlano di Dio, di quel Dio incarnato, di quel Dio Amore, di quel Dio comunione, di quel Dio “scultore”, di quel Dio buono.

Lo possiamo immaginare, Mosè (prima lettura), mentre sale sul monte, di buon mattino; Dio lo attende, lo ha chiamato.

Forse il suo passo è lento, affaticato e quelle tavole di pietra così pesanti da portare; forse anche il cuore è turbato, preoccupato … eppure l’ immagine di Dio è quella del “pietoso”, lento all’ ira, fedele, ricco di amore… un Dio che cammina con l’uomo.

Un Dio che sorprende: un Dio che è Misericordia.

E Mosè conosce il volto di Dio Padre e Madre: dolcezza e tenerezza che sono Grazia.

Anche il Salmo, cantico di lode che leggiamo dal libro di Daniele, è l’espressione della fede di tre amici; salvati da Dio dal fuoco della fornace in cui erano stati gettati per non essersi piegati all’idolatria della statua d’oro di Nabucodonosor:

“Benedetto il Signore degno di lode e di gloria”.

Nella Lettera ai Corinzi, San Paolo ribadisce (seconda Lettura) che Dio è il Dio della pace e dell’ amore, Dio che dona Grazia e manda lo Spirito Santo.

Un Dio che manifesta la sua azione salvifica.

Un Dio che è una miriade di “colori” uno spettro visibile di toni di sfumature e manifestazioni.

Un Dio biblico, un Dio dal volto umano, quello di Gesù, un Dio in relazione che nella relazione, ama.

Un Dio che era, che è e che viene.

Un Dio che è passato, presente e futuro.

Un Dio che è relazione.

Un Dio unico e trinitario.

Un Dio che dice a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo…“ e la notte di Nicodemo si illumina.

Un’ azione di Dio Trinitario: un Dio amore che si rivela, che si comunica.

Il dogma trinitario si riassume in quell’ espressione propria di San Giovanni: “Dio è Amore“ (1 Gv 4,16).

Giovanni è preciso, è chiaro: la fonte stessa dell’ amore è Dio. Tutto ciò che Dio fa lo fa per Amore e con Amore.

L’ incipit del brano del Vangelo della liturgia odierna lo “colloca”, per aiutarci a comprendere il Mistero, non un enigma, ma un “Mistero d’ Amore”:

“Dio ha tanto amato il mondo da date il Figlio Unigenito”.

Dio ha dimostrato il suo amore concretamente entrando nella storia umana con la persona di Gesù Cristo .

Un Dio fedele che ama con Amore il mondo.

Un Dio trinitario che non sta senza l’ uomo, un movimento di donazione divina che permea ed invade il mondo.

Un Dio che “sceglie” il mondo e il Figlio è il “modo” con cui Dio ama il mondo.

Nicodemo va da Gesù ha bisogno delle sue parole, di comprendere, di capire, di certezza e Gesù lo accoglie e gli dona quelle parole, come le dona a noi oggi: Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

Nicodemo va da Gesù e si “illumina”, quella notte si rasserena, perché Gesù non si ferma alla legge, non si ferma alle tavole di pietra, ma illumina il volto di Dio, lo fa “vedere così come Egli è”.

Perché Dio è così: accende il cuore, lo sguardo e attraverso il Figlio, Gesù Cristo Figlio di Dio fatto uomo, possiamo vivere in comunione con il Padre e lo Spirito Santo.

Contempliamo il Mistero della Trinità: Unico Dio in tre Persone.

Mistero di Amore, unità e relazione.

Esistenza che è co-esistenza, coabitazione, comunione.

Relazione di Amore.

Anche noi siamo relazione.  A sua immagine.

Immagine di quel Dio Amore in Tre Persone.

Lo leggiamo già nel testo della Genesi: “Non è bene che l’uomo sia solo”.

La solitudine ci fa avvizzire, abbiamo bisogno di legami significativi ed impariamo la relazione dall’Autore della Vita, quel Dio Uno e Trino che ha “tanto amato il mondo”.

“L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5)

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Domenica 4 giugno nella Santa Messa delle 10.30 Sacramento della Prima Santa Comunione.

Giovedì 8 Solennità del Corpus Domini. Unica Santa Messa alle ore 20.30 a cui seguirà la processione con il Santissimo Sacramento.

Domenica 11 nella Santa Messa delle 10.30 commiato e saluto alla comunità parrocchiale di Don Antonio Oldani.

Lunedì alle ore 21 in Chiesa Abbaziale incontro di preghiera con il Gruppo Vita Nuova.

Giovedì alle ore 21 Adorazione Eucaristica nella chiesa Madonna del Popolo.

Don Antonio è disponibile, previa telefonata, per la Benedizione delle famiglie.

Sante Quarantore

Nella cappella di Santa Marta a Prato Sesia da lunedì 5 giugno dopo la Santa Messa delle ore 21 Adorazione Eucaristica fino a giovedi 8 alle ore 18.

Si cercano adoratori per i turni, segnarsi sui moduli sul tavolino all’ingresso della chiesa.

Il responsabile della parrocchia è Tiziana Torelli.

Redazione di Vercelli

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Pace a voi” Gv 20,26

(elisabetta acide) – Beonnie Ware, ha lavorato come assistente dei malati terminali ed ha deciso, a seguito delle sue lunghe esperienze, di scrivere un libro “I cinque rimpianti più grandi di chi sta per morire”, un testo dal successo mondiale e dal titolo davvero particolare: rimpianto e morte. Ma quali sono questi rimpianti? Ware cita:

  • Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita fedele ai miei principi e non a quello che gli altri si aspettavano da me
  • Vorrei non aver lavorato così tanto
  • Vorrei aver avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti
  • Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici • Vorrei aver permesso a me stesso di essere felice

Per noi che cosa è il rimpianto? Abbiamo rimpianti?

Facciamoci aiutare, ancora una volta, dalla lingua italiana, così bella, così ricca e melodiosa…perché le parole hanno un senso e raccolgono significato.

Rimpianto: Ri cordo nostalgico e dolente di persone o cose perdute, di occasioni mancate. Molteplici i sinonimi, tra cui rammarico, nostalgia, dolore, dispiacere, rimorso…

Le “occasioni mancate” …forse…

Le persone o le cose perdute …forse

Il ricordo nostalgico del tempo passato …forse

Rimpianti…forse

E se…e se…e se…

Dubbi e interrogativi prima e dopo…

Importante è dubitare, riflettere, analizzare, ma anche il coraggio di vivere e accettare è un valore.

Se sappiamo attraversare solitudine e desolazione con apertura e consapevolezza, possiamo uscirne rafforzati sotto l’aspetto umano e spirituale. Nessuna prova è al di fuori della nostra portata; nessuna prova sarà superiore a quello che noi possiamo fare. Ma non fuggire dalle prove: vedere cosa significa questa prova, cosa significa che io sono triste: perché sono triste? Cosa significa che io in questo momento sono in desolazione? Cosa significa che io sono in desolazione e non posso andare avanti?” (Papa Francesco Udienza del 26 ottobre 2022)

Ma siamo proprio sicuri di voler vivere sempre di rimpianti?

Il contrario è compiacimento e rallegramento…Proviamo a riflettere sulla nostra vita, per “accoglierla senza rimpianti”, per vivere con serenità ed accettazione, aiutandoci da ora, ad accogliere e accoglierci.

Spesso viviamo troppo di giudizi e condizionamenti, viviamo vite che non sono nostre, facendo esattamente ciò che gli altri si aspettano o che “fan tutti”.

Per non avere rimpianti viviamo secondo i nostri principi e secondo il “nostro cuore”, sforziamoci di dare il giusto peso alle cose, alle situazioni, al tempo, proviamo a dare “significato” alle cose per noi, non per il mondo.

Abituiamoci al coraggio delle scelte, sforziamoci di discernere con coscienza e forse saremo soli, ma non avremo rimpianti di una vita vissuta “come” gli altri e non “per noi.

Tutti desideriamo la felicità, tutti vorremmo la felicità per i nostri cari…ma sappiamo apprezzare la felicità? Che cos’è la felicità?

Forse la felicità è il giusto equilibrio tra le cose della nostra vita, il tempo speso bene e ciò per cui vale la pena spenderlo. È vero che le cose che ci rendono felici si apprezzano solo dopo… ma se provassimo ad “anticipare”, se ci sforzassimo di “leggere la nostra vita” alla luce del nostro bene reale?

Non abbiamo paura di esprimere i nostri sentimenti, di dire “ti voglio bene” ai familiari, compagni, mariti, mogli, figli, agli amici, a chi è accanto a noi, a chi condivide un pezzo di strada con noi. Impariamo dai bambini che dicono “ti voglio bene come il cielo, come il mare”; non è un segno di debolezza esprimere i propri sentimenti, ma un segno di umanità, purezza, sincerità: la nostra natura vuole il bene.

 Perché dobbiamo avere “pazienza” sempre con tutti?

C’è un’opera di misericordia che occorre riscoprire: “sopportare pazientemente le persone moleste” perché la vita non ci risparmia “ospiti scomodi” nelle nostre giornate. La tradizione sapienziale cristiana ci porta a distinguere tra molestie che provengono dalla cattiveria umana, altre che sono espressione di maleducazione, altre che scaturiscono da strutture sbagliate.

Quindi essere paziente? Riserviamo la pazienza a chi la “merita”

Esiste una “pazienza buona” legata alla passione per la vita; quello che rende buona la pazienza è legato allo scopo per il quale la si esercita: avere lo sguardo puntato fuori di sé, su una meta, un obiettivo che ha valore per chi lo persegue. Esiste anche una “pazienza sacrificale”, quella “a denti stretti”, quella del “non posso farne a meno” e forse quella, della “resistenza”, certo, a volte necessaria, ma a quale scopo? Sicuramente la pazienza va “esercitata” giorno dopo giorno, fino a renderla parte del nostro modo di essere, ma quella “buona”, legata alla passione per la vita. Il primo dovere, forse, è evitare noi le molestie agli altri, interrogarci sui riflessi delle nostre azioni e delle nostre parole. Abbiamo per due anni “ragionato” sul fare sinodo, forse avremmo dovuto “essere sinodo”, impegnarci di più, insieme, con coraggio, con sollecitudine (forse lì mediando e parlandoci in dialogo sincero), nella comunità con rispetto delle persone, che seppur nella diversità, non possono non condividere il percorso del cammino. Allora, per provare a vivere “senza rimpianti” sviluppiamo relazioni sociali sincere, fatte di dialogo e ascolto, di rispetto e condivisione, impariamo ed esercitiamo a “guardarci e a guardare” con occhi nuovi, anche i particolari e riconoscerli e riconoscerci come dono. Se non vogliamo avere rimpianti dobbiamo imparare a sopportare ed accettare i disagi inevitabili, le piccole croci che scaturiscono dalla convivenza nella comunità e dalla diversità, per poter maturare in umanità, insieme e non da soli. Dio ci ha dimostrato la sua pazienza, anche di Dio è detto che “trattiene l’ira, la punizione, perché è benigno, paziente e vuole portarci al ravvedimento” (Rm 2,4), ma non dimentichiamo…anche Lui si è arrabbiato per cambiare. C’è un episodio dove Gesù è descritto con un frustino in mano che scaccia i mercanti con i loro oggetti e animali dal Tempio di Gerusalemme: ecco, non dobbiamo vedere nel gesto di Gesù un’azione provocata dalla rabbia né dall’ira e neppure come un gesto “senza pazienza”, al contrario, il gesto di Gesù è quello del profeta inviato dal Signore per ristabilire la sacralità del luogo dove Dio ha posto la sua dimora: “mi divora lo zelo per la tua casa, gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me (Salmo 69,10). Gesù che tutto sopportava e sopporterà pazientemente per amore dell’uomo, questo è motivo di tristezza e commozione così intensa che scatenerà la sua indignazione, una reazione all’ipocrisia, alla fariseità. Quindi una vera e propria “gelosia” di Gesù per la casa del Signore nei confronti di chi si è approfittato del luogo per farne un covo di ladri; d’altra parte, è ancora il Vangelo di Giovanni a dirlo: verrà «l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre» (Gv 4,21). A Gesù “importa” del Tempio, non si ferma a trovare il modo migliore di mediare. Come Dio dona a ciascuno di noi il tempo di cambiare, di convertirsi, così anche noi dobbiamo offrire alle “persone moleste” (delle quali sicuramente facciamo parte), una nuova opportunità di vivere in pace con tutti, usando pazienza, indulgenza, ma anche correzione amorevole, scambio di opinioni, dialogo, sempre bi-laterale, con la forza dell’esporsi e del compromettersi.

Per il cristiano la pazienza è sia perseveranza, cioè fede che dura nel tempo, che makrothymía, “capacità di guardare e sentire in grande”, cioè arte di accogliere e vivere l’incompiutezza. La pazienza parte dall’umiltà, porta a riconoscere la propria personale incompiutezza diventando pazienza verso sé stessi, riconosce l’incompiutezza e la fragilità delle relazioni con gli altri e può diventare pazienza nei confronti degli altri, diventa speranza, invocazione e attesa di salvezza.

Ma pazienza e “sopportazione” non vuole dire abdicare o snaturare il proprio essere, le proprie scelte e la ricerca della verità, non vuol dire essere pusillanimi, né mercanteggiare per paura di essere isolati, forse vuole dire anche supportare e sostenere (ed essere sostenuti), ed allora la pazienza acquista il valore di virtù, perché volta al bene, non solo personale, ma della comunità, nei rapporti con gli altri, vicini e lontani. In una società così fluida come quella che stiamo vivendo sembra che la serietà, la stabilità di valori e comportamento sia diventata una parola e un genere di vita in disuso: infatti si preferisce ciò che è spontaneo, ciò che nasce dalla scelta “libera” e immediata, magari non sempre “in linea” con sé stessi. Ben vengano allora i “trasgressori” non perché ci riportano indietro nel tempo ma perché hanno il coraggio di prendere sul serio le decisioni, perché hanno sommo rispetto per la propria e altrui dignità. Per non aver rimpianti, proviamo a leggere il mondo con “gratitudine” pensandoci e pensando agli altri ed alle cose come “dono”. Impariamo non a rincorrere ma a ringraziare, non ad ottenere, ma ad apprezzare, non a dare tutto per scontato, ma a guardare con occhi nuovi anche le cose “vecchie”, non accontentiamoci, non abbandoniamoci alla mediocrità, ma cerchiamo di migliorare sempre, ogni giorno, viviamo di “sana inquietudine”, non concentriamoci su ciò che ci manca, ma su quello che abbiamo ed allora la nostra vita sarà “piena”.

«L’occhio è stato creato per la luce, l’orecchio per i suoni, ogni cosa per il suo fine, e il desiderio dell’anima per slanciarsi verso il Cristo» (Nicola Cabasilas, La vita in Cristo, II, 90)

Redazione di Vercelli

Posted in Pagine di Fede
Vercelli Città

Mentre aspettiamo questa sera, sabato 3 giugno alle 21 in Piazza Cavour, direttamente da Masterchef il bravissimo Igino Massari, maestro di showcooking,

leggi cliccando qui tutto il programma della Fattoria in Città 2023

e ci prepariamo, domenica 4, ad un altro appuntamento sempre tanto apprezzato dal pubblico “intergenerazionale”, il raduno delle Fiat 500 e 600, si può fare il punto su questa diciassetesima edizione della Fattoria in Città.

I cinque giorni che hanno portato Vercelli al centro del panorama regionale e nazionale

Leggi cliccando qui

Ma soprattutto ha restituito la città ai vercellesi: è la gente, infatti, sempre numerosissima a tanti eventi proposti, che ha sancito il successo della formula con cui, l’anno scorso, si colse una sfida: quella della “Fattoria diffusa”, cioè, non soltanto confinata nello storico quadrante della Basilica S.Andrea e Parco Kennedy.

L’originaria sede non è certo abbandonata, ma ora compone, con altre aree, una sorta di “quadro d’unione” concepito per assicurare almeno due obbiettivi, oltre quello di fondo: trovare il posto più adatto per ogni proposta in questi cinque giorni di eventi.

Dunque, i due obbiettivi; il primo, quello di portare gente a contatto con i negozi di prossimità, secondo un’estensione più ampia possibile e, seconda e non meno importante scommessa, attirare il pubblico con offerte capaci di motivare una scelta.

Per i vercellesi, il secondo, ma non meno importante obbiettivo, la scelta di “restare in città”, perché la Vercelli sa offrire opportunità di svago, approfondimenti culturali, musica di buon livello, suggestioni gastronomiche; per i tanti ospiti del Circondario e non solo, quella di “decidere per Vercelli”, almeno per una volta mandando deluse le “sirene” ed  i loro richiami per altre destinazioni.

***

L’immagine di ieri sera, 2 giugno, di una Piazza Zumaglini gremita di persone, parla da sola.

Più che giustificata, dunque, la soddisfazione del Presidente di Ascom, Angelo Santarella, che commenta questa Fattoria quando è a metà del percorso 2023: a lui la parola in apertura del nostro video.

Che poi prosegue con una videogallery della seconda edizione della sfilata di moda organizzata dal Gruppo Giovani Imprenditori di Ascom Vercelli, con il contributo dei migliori negozi di moda della città.

Questi gli Esercizi commerciali del settore Moda e Confezioni che hanno contribuito a preparare la sfilata:

Donis, Mollibella, Laboratorio, I am wear, Veronique, Vellano, Zoe, Ton bebè , Violante, Da Tommy, Donna story.

Buona visione e buon ascolto.

Posted in Eventi e Fiere

Intorno alle ore 00:30 del 3/06/23 la squadra dei Vigili del Fuoco del comando di Vercelli è intervenuta sulla SP455 direzione trino Vercellese all’altezza di Larizzate per un incidente stradale che ha visto coinvolte 2 vetture.

Nell’impatto è rimasta ferita solo una persona che è stata consegnata ai sanitari del 118.

Sul posto presenti anche i Carabinieri.

Redazione di Vercelli

Posted in Cronaca

Martedì 6 e mercoledì 7 giugno l’Area archeologica di Libarna accoglierà, all’interno della meravigliosa cornice del teatro antico, la terza edizione della rassegna “Un presente antichissimo – classici in scaena” con le rappresentazioni dei laboratori teatrali degli Istituti “Amaldi” di Novi Ligure, “Peano” di Tortona, “Umberto Eco” di Alessandria e “Balbo” di Casale Monferrato.

L’Istituto Balbo di Casale Monferrato aprirà la rassegna martedì 6 giugno alle ore 16.30 con la rappresentazione “Le voci delle sirene” (da Omero a Luciano Berio) e “Il segreto di Prometeo” (da “Prometeo incatenato” di Eschilo).

Libarna – afferma il Sindaco Federico Riboldiè la suggestiva cornice nella quale i giovani studenti dei nostri territori rendono la cultura qualcosa di vivo: essi, infatti, non si limitano ad acquisire conoscenza, ma la elaborano e interagiscono con essa rendendola fruibile e condivisa. Una rassegna – prosegue il Sindaco – di grande pregio che valorizza le nostre solide radici, che affondano fino all’epoca Classica, ma senza porre limiti di prospettiva per un futuro di innovazione e progresso. Un plauso agli Istituti coinvolti che, con l’Area Archeologica, rendono possibile tutto questo“.

Gli studenti degli Istituti coinvolti nelle loro rappresentazioni teatrali hanno eletto ancora una volta Libarna a luogo dell’anima per un’iniziativa che vede la cultura classica come protagonista e ricorda allo spettatore la modernità dei suoi contenuti.

Il teatro antico è una delle forme d’arte più contemporanee, perché racconta qualcosa di ancestrale, che va alle radici di tutto, attraverso una profonda immersione nel passato che ha in mente il futuro.

Libarna, antica città romana, misteriosa, talvolta “difficile” da comprendere, considerata spesso come qualcosa di lontano, di extraneum.

Forse “lontana” per mancanza di prospettiva storica da far sembrare estraneità quella che è solo diversità, “difficile” per il venir meno della conoscenza, della cultura e della lingua dei classici.

Le rappresentazioni teatrali a Libarna, eccellenza culturale di questo territorio, oggi messa al centro della provincia di Alessandria dai quattro Licei, assumono un significato ben più ampio di una rassegna di teatro antico realizzata nell’ambito dell’attività didattico-laboratoriale; entrano in gioco i concetti di tutela e valorizzazione di un bene culturale, da considerarsi un tutt’uno, in particolare dalla valorizzazione, in cui tutti noi come cittadini siamo coinvolti e la cui funzione è quella di migliorare la conoscenza del bene stesso, può nascere una nuova consapevolezza del nostro patrimonio.

Un presente antichissimo – classici in scaena”, si aprirà il 6 giugno alle ore 16.30 con il Liceo Balbo di Casale Monferrato e l’opera “Il segreto di Prometeo” da “Prometeo incatenato” da Eschilo e “Psiche e techne: l’uomo nell’età della tecnica” di U. Galimberti.

Adattamento e regia Maria Paola Casorelli.

Seguirà nella stessa giornata il Liceo Amaldi di Novi Ligure con “Antigone” (Sofocle), adattamento dei ragazzi del Laboratorio Teatrale “Officina Mercuzio – Roberto Guerra” del Liceo Amaldi, regia di Laura Gualtieri.

Mercoledì 7 giugno sarà la volta del Liceo Umberto Eco di Alessandria con “Le voci delle sirene” – da Omero a Luciano Berio, adattamento e regia di Chiara Castellana.

A chiudere la rassegna con il secondo spettacolo della giornata il Liceo Peano di Tortona con “Medea” di Euripide, regia di Raffaello Basilio e Elena Tanzi.

La manifestazione, promossa dai quattro Istituti insieme al Ministero della Cultura – Direzione Regionale Musei del Piemonte, dal Comune di Serravalle Scrivia e dall’Associazione Libarna Arteventi, è sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e dalla Plasson Italia, inoltre ha il patrocinio della Provincia di Alessandria, dei Comuni di Novi Ligure, Tortona, Alessandria e del Comune di Casale Monferrato, la collaborazione della Pro Loco di Serravalle Scrivia e del Teatro della Juta di Arquata Scrivia.

L’ingresso è gratuito e a numero programmato, per informazioni e per prenotare è possibile contattare gli Istituti e/o l’Associazione Libarna Arteventi.

Programma

6 giugno – ore 16.30 – laboratorio teatrale Istituto “Balbo” di Casale Monferrato “Il segreto di Prometeo” da “Prometeo incatenato” di Eschilo e ”Psiche e techne: l’uomo nell’età della tecnica” di U. Galimberti adattamento e regia Maria Paola Casorelli.

ore 17.45 – Liceo “Amaldi” Di Novi Ligure “Antigone” da Sofocle
adattamento degli studenti del Laboratorio Teatrale “Officina Mercuzio – Roberto Guerra” regia di Laura Gualtieri.

7 giugno

ore 16.30 – I.I.S. “Umberto Eco” di Alessandria “Le voci delle sirene” – da Omero a Luciano Berio adattamento e regia Chiara Castellana.

ore 17.45 – Liceo Peano di Tortona “Medea” di Euripide adattamento della traduzione di Maria Grazia Ciani e di “La lunga notte di Medea” di Corrado Alvaro a cura degli studenti regia Raffaello Basiglio e Elena Tanzi.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo

Piacenza – Missione compiuta.

Il Club Scherma Torino ottiene la promozione in serie B1 di fioretto maschile a squadre grazie al terzo posto conquistato nella gara disputata il 2 giugno a Piacenza.

Il quartetto composto da Jacopo Poggio, Carlo Richiardi, Filippo Richiardi e Lorenzo Richiardi ha conquistato podio e promozione imponendosi per 45-17 nella finale per il 3° e 4° posto contro la Zinella Scherma San Lazzaro di Savena, dopo aver perso per 45-41 la semifinale contro l’Accademia Scherma Gallaratese, seconda a fine gara.

L’anno prossimo il Club Scherma Torino disputerà dunque il Campionato Italiano di fioretto maschile di Serie B1.

Redazione di Vercelli

 

 

 

 

 

 

Posted in Lo Sport

La Squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Borgomanero è intervenuta ieri, venerdì 2 giugno, alle ore 17.45 circa per un incidente stradale sulla A26 al km 160,200.

I Vigili del Fuoco hanno collaborato con il personale sanitario dell’Elisoccorso all’estricazione di 2 feriti su di una delle 2 auto coinvolte ribaltata sulla sede stradale.

I feriti sono stati elitrasportati in ospedale.

Sul posto era presente anche un’ambulanza base dell’ospedale di Borgomanero, oltra alla polizia autostradale.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Cronaca

Il 1 giugno 2023, i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Pray hanno denunciato in s.l. alla Procura della Repubblica di Biella uomo 42enne, residente nel cossatese, per detenzione illecita di quattro piccoli esemplari di “Testudo Hermanni” – in violazione dell’art.1 c. 1 lett. f legge n.150/1992.

Per identificare con sicurezza la specime i militari hanno contattato il veterinario ufficiale dell’ASL di Biella che confermava che gli esemplari appartengono alla specimen “Testudo Hermanni”, specie inclusa nell’allegato “A” del regolamento europeo 338/97 S.M.I.

L’uomo deteneva le tartarughe in un box-fauna con cibo adeguato senza essere in possesso di idonea documentazione, ovvero Certificato Cites in originale.

I piccoli esemplari di tartaruga sono stati sequestrati ed affidati in momentanea custodia giudiziale allo stesso uomo che dovrà provvedere ad idonea marcatura presso un veterinario abilitato per l’identificazione.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Cronaca

Sono sempre un momento di autentica festa ed un’occasione per riflettere sulla nostra storia e sul futuro possibile, le Celebrazioni per la Festa del 2 Giugno, l’anniversario dal Referendum che, chiamando gli italiani a scegliere tra la Monarchia e la Repubblica, sancì il passaggio del nostro Paese alla democrazia repubblicana.

Ma, come si ricorda con non minore attenzione e passione storica in questi giorni, in quella data gli italiani e, per la prima volta con diritto di voto in una consultazione nazionale, “le” italiane, elessero anche l’Assemblea Costituente, che alla fine dell’anno successivo, a dicembre 1947, completò il lavoro preparatorio della Costituzione della Repubblica Italiana.

I 139 articoli che compongono la Carta Costituzionale (oltre alle norme transitorie) si devono a quelli che siamo abituati a chiamare i “Padri” Costituenti, dimenticando però, ancora troppo spesso, che vi furono, tra i 556 “Padri”, 21 “Madri”, ad indicare una finalmente piena e pienamente riconosciuta partecipazione femminile alla vita democratica dell’Italia che tornava a traguardare il proprio futuro.

Questa mattina, in Piazza Cesare Battisti a Vercelli, la cerimonia celebrativa organizzata dalla Prefettura di Vercelli.

 

Dopo i discorsi ufficiali (letto quello che il Capo dello Stato, Sergio Matterella, ha inviato ai Prefetti), delle Autorità locali e del Prefetto di Vercelli, Lucio Parente, la parola è passata al Prof. Massimo Cavino, Docente di Istituzioni di Diritto Pubblico presso la nostra Università del Piemonte Orientale e Costituzionalista di fama, che ha pronunciato un’allocuzione veramente (sia permessa un’opinione) bella e molto pertinente, data anche la contingenza storica, che abbiamo avuto il piacere di mettere a repertorio e che riproponiamo integralmente nel filmato che apre questo servizio.

Sempre nel filmato, altri scampoli di una commemorazione sobria, ma densa di contenuti, che ha visto anche quest’anno una presenza discreta di studenti.

Come tradizione, nel corso della cerimonia sono state conferite dal Prefetto le Onorificenze dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” a cittadini della provincia di Vercelli che si sono distinti per meriti: ecco l’elenco dei nostri illustri concittadini, ora Cavalieri, Ufficiali e Commendatori.

Vi lasciamo, al termine della pagina, con la gallery che ritrae molti tra i protagonisti della giornata.

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ONORIFICENZE  AL MERITO DELLA REPUBBLICA –   2 GIUGNO 2023

Commendatore OMRI – prof. Angelo FRAGONARA- motuproprio da parte del Presidente della Repubblica

Laureato in Lettere e Filosofia presso Università degli Studi di Torino, è stato docente di lettere e filosofia presso l’Istituto Lagrangia di Vercelli e successivamente docente di letteratura latina del presso la Facoltà di Lettere dell’Università del Piemonte Orientale. Ha curato, nella prima metà degli anni Ottanta, la pubblicazione di due manuali di Latino per i Licei e I’Istituto Magistrale, e precisamente “Linguaggi della prosa Latina” e Humanitatis Magistra”.Dal febbraio 2023 ricopre l’incarico di Presidente dell’Associazione di Volontariato   “Vercelli Viva”

Ufficiale OMRI Dott. Roberto VIAZZO –   

Laureato in medicina e chirurgia ha svolto la sua carriera principalmente negli ospedali di Gattinara, Borgosesia, Santhià e Vercelli. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerose benemerenze del Sovrano Militare Ordine di Malta, tra le quali Cavaliere di Grazia Magistrale, Cavaliere professore di Giustizia, membro del Gran Priorato e Capitolare Gran Priorato Lombardia e Venezia, dal 2007 ad oggi membro del Gran Priorato e Capitolare Gran Priorato di Roma. Nel 2017 ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal Comune di Borgosesia per la professionalità, passione, dedizione e cura dei malati della Valsesia.

Cavaliere OMRI – sig. Romano LAVARINO –

Al termine del ciclo di istruzione biennale come operatore della gestione aziendale, ha frequentato il corso per Marescialli dell’Arma dei Carabinieri. Divenuto Luogotenente ha ricoperto l’incarico di Comandante del Nucleo e Responsabile di Aliquota. Dal 2013 al 2018 è stato Comandante del Nucleo Informativo del Comando Provinciale Carabinieri di Vercelli. Ha ricevuto le seguenti benemerenze dal Ministero della Difesa: Croce d’Argento, Croce d’Oro e Medaglia di Bronzo al merito. Attualmente è il Presidente del Consiglio Comunale di Vercelli.

Cavaliere OMRI rag. Dario COLANGELO –

Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere e perito commerciale ha lavorato presso la Banca Unicredit, ricoprendo il ruolo di Direttore della filiale di Gattinara e successivamente Vice Direttore della filiale di Vercelli fino al 2021. Nel 1999 è stato chiamato a far parte della neonata Consulta Provinciale di Protezione Civile, ruolo che mantiene a tutt’oggi all’interno del Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile. Ha preso parte attivamente a tutte le emergenze locali e nazionali, fra le quali l’alluvione che ha colpito il Piemonte nel 2000, ricevendo diplomi di benemerenza dal Dipartimento della Protezione Civile e dalla Regione Piemonte. Da oltre 25 anni offre il proprio contributo economico alla crescita di uno dei bambini della Missione di Isiolo.

Cavaliere OMRI Lgt. Agostino GIACOMANTONIO –

Luogotenente Cariche Speciali della Guardia di Finanza in congedo. Nella sua pluriennale carriere nella Guardia di Finanza ha partecipato a numerose operazioni volte alla repressione di illeciti di natura penale, tributaria ed economico-finanziaria, palesando notevoli doti investigative, non comune senso di dedizione ed elevato spirito di appartenenza al Corpo, per le quali gli sono state tributate diverse ricompense di ordine morale per lodevole comportamento in servizio.

Cavaliere m.llo Luigi RACCOMANDATO –

Nel 1988 si è arruolato nell’Arma dei Carabinieri, ed è attualmente il Comandante della Stazione Carabinieri di Varallo. Nel corso della sua carriera ha ricevuto i seguenti encomi: Medaglia d’oro al Merito di Lungo Comando, Medaglia Mauriziana per 10 lustri di carriera, e Croce d’Oro con Torre per anzianità di servizio militare conferiti dal Ministero della Difesa. Nell’anno 2021 Diploma di Benemerenza conferito dal Ministro dell’Interno per l’impegno prestato nelle attività commesse all’emergenza degli eventi alluvionali che hanno colpito il Piemonte nell’anno 2000.

Cavaliere OMRI Dott. Corrado BUSNELLI – motu proprio da parte del Presidente Repubblica

Dal 1994 fa parte del Corpo Volontari Antincendi Boschivi del Piemonte dove, accanto al ruolo amministrativo svolto all’interno della Direzione Regionale

Ha partecipato ad alcune grandi emergenze che hanno colpito l’Italia, quali il terremoto in Abruzzo e in Umbria. Anche durante la pandemia Covid ha dato prova di spirito solidaristico e, come volontario, ha partecipato ad azioni dirette ad affrontare il momento emergenziale, partecipando alla campagna vaccinale e la distribuzione di mascherine alla popolazione.

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