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Nell’ambito delle iniziative per i trenta anni di TAMTAM, in programma l’evento “Cuocolo/Bosetti – Storie di teatro”, per dialogare con una delle realtà più innovative e rilevanti nel panorama internazionale del teatro contemporaneo.
Fondata nel 1978 la compagnia Cuocolo/Bosetti IRAA Theatre compie quest’anno 45 anni e li festeggia insieme a TAMTAM venerdì 16 giugno ore 21 a Vercelli nella sala TAMTAM all’ex monastero di San Pietro martire, in via Dante 93 (entrata da piazza Antico Ospedale “parcheggione”).
Quarantacinque anni pieni di risultati raggiunti presentando il loro lavoro nei principali teatri e festival internazionali di 26 paesi del mondo. Acclamata dalla critica e vincitrice, unica compagnia italiana, di premi internazionali come UNESCO Award e Green Room Award.
Premiata dal Ministero degli Esteri italiano per la diffusione dell’arte italiana all’estero e dal MIBAC per la ricerca artistica.
La sua attività si svolge in tre periodi distinti:
– Gli inizi dal 1978 al 1987 con base a Roma.
– Dal 1988 si stabilisce a Melbourne dove diventa nel 2000 la principale compagnia teatrale australiana.
– Dal 2012 ritorna a Vercelli dove Roberta Bosetti è nata.
Nell’ incontro di venerdì si ripercorrerà la loro storia e come si è sviluppata una visione unica del teatro come ricerca ed avventura artistica.
La serata sarà divisa in tre parti.
– Gli inizi, con la presentazione di materiali inediti
– La presentazione di estratti dai materiali video sia delle ricerche antropologiche in Sud America e in Australia che degli ultimi lavori come Exhibition, al Museo di Arte Contemporanea Castello di Rivoli di Nicolò Bassetti (Leone d’oro alla Biennale cinema di Venezia)
– La presentazione in anteprima di un estratto del loro ultimo lavoro in preparazione Teatro quinta parte del ciclo La donna che cammina. In uscita nel prossimo anno in alcuni dei maggiori teatri italiani e a Tokyo e Melbourne.
Alla serata della durata di un’ora e mezza parteciperanno Roberta Bosetti e Renato Cuocolo.
Si consiglia la prenotazione, inviando una email all’indirizzo:
tamtamteatro.vercelli@gmail.com -nome, numero di partecipanti ed un recapito telefonico.
L’arte come scintilla in grado di riavviare un processo di riflessione sulla nostra identità.
La pratica si colloca nel punto di raccordo tra discipline differenti e ci avvicina alla perfetta incarnazione dello storyteller originario, quello che Walter Benjamin nel suo breve saggio Il narratore (1936) tratteggia come una figura quasi mitologica capace di creare uno spirito comunitario attraverso la propria voce.
Al centro del progetto il mistero che tiene insieme viaggio, memoria e narrazione.
Redazione di Vercelli
La rassegna Tra Museo e Territorio, promossa da Palazzo dei Musei, Società Valsesiana di Cultura e Centro Studi Turcotti di Borgosesia, prosegue con una nuova uscita che rinnova la collaborazione con l’Ente di Gestione dei Sacri Monti nell’ambito del ventennale del riconoscimento UNESCO.
L’appuntamento è per domenica 25 giugno con la visita guidata Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone tra i Sacri Monti di Varallo e Orta, curata da Luca Di Palma, storico dell’arte attivo nel settore Promozione dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti.
Un itinerario artistico tra i due complessi condurrà i visitatori alla scoperta di uno dei più importanti artisti del Seicento lombardo, Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone (1573-1626), che lavorò, tra il 1602 e il 1616, in entrambi i siti.
La visita avrà inizio al Sacro Monte di Varallo, con ritrovo alle 10.15 presso la Piazza della Basilica, dove si ripercorreranno le vicende storiche che portarono, sul finire del Quattrocento, alla nascita del complesso devozionale.
Si visiteranno poi le tre cappelle affrescate dal Morazzone che potranno essere ammirate, in via eccezionale, a grate aperte, ripercorrendo così le principali tappe della carriera del pittore.
Il percorso proseguirà nel pomeriggio al Sacro Monte di Orta, con ritrovo alle 15.15 presso la chiesa all’interno del complesso.
Qui, ripercorse le origini di quest’ultimo, si riprenderà l’itinerario morazzoniano ammirando gli affreschi dell’undicesima cappella, edificata per volontà del miasinese Giovanni Antonio Martelli.
La partecipazione è gratuita.
I posti sono limitati e dunque la prenotazione obbligatoria: 0163 51424 – info@palazzodeimusei.it.
Gli iscritti riceveranno le informazioni necessarie per il parcheggio presso i due siti.
Il pranzo e il trasferimento da Varallo a Orta sono liberi.
Redazione di Vercelli
Mercoledì 21 giugno alle ore 21.00 nella Chiesa di Clivolo, dedicata a San Michele, a Borgo d’Ale, il Coro Torre Alata, diretto dalla Maestra Angela Fiorano, affiancherà Marco Zuccari nell’omaggio a Dante Alighieri e alla Divina Commedia, presentando un originale connubio tra recitazione e brani corali.
Lo spettacolo intitolato Dante, parole… note, è stato ideato e proposto in più occasioni da Marco Zuccari, scrittore e autore teatrale, che ne cura la regia ed è egli stesso la voce recitante.
Il titolo gioca sul duplice significato della parola ‘note’, che richiama sia l’aspetto musicale, affidato al Coro Torre Alata, e anche la… notorietà dei brani danteschi proposti, che contengono personaggi e frasi entrati nel patrimonio culturale e popolare italiano.
La serata scelta per lo spettacolo non è casuale: è concomitante con il solstizio d’estate; la cornice è altamente suggestiva, con la chiesetta romanica, risalente all’anno mille, immersa in una radura lontana dal centro abitato, che già da sola offre un’ambientazione di grande fascino.
Ingresso gratuito.
Due giorni dopo, venerdì 23 giugno alle ore 21.00, nella Biblioteca Monsignor Luigi Bongianino di Borgo d’Ale, ancora Marco Zuccari presenterà il suo romanzo Come un servo infedele, il racconto di una saga familiare inquadrata negli anni dal 1914 al 1974, 60 anni di storia in cui l’Italia è stata travolta da eventi epocali, comprese due guerre, e in cui una famiglia della piccola borghesia piemontese ha vissuto vicissitudini difformi, da economiche a comiche, da luttuose a festose, da pacifiche a drammatiche, il tutto vissuto e raccontato attraverso i personaggi, vitali e reali, della famiglia protagonista della saga.
Come un servo infedele ha già numerose recensioni molto lusinghiere.
Prossimamente Marco Zuccari presenterà la sua opera negli Stati Uniti, su invito di alcune Associazioni culturali americane.
Ingresso gratuito.
Redazione di Vercelli
Alla Libreria dell’Arca di via Galileo Ferraris 77 a Vercelli, venerdì 16 giugno, per tutto il giorno, ci sarà il firmacopie dello scrittore Paolo Domenico Montaldo, che porterà la sua serie di gialli sul commissario Incantalupo.
Polizieschi dallo schema classico nei quali un commissario, il protagonista, è accompagnato nelle sue indagini da un nutrito (ma non quanto vorrebbe) gruppo di agenti.
Storie di morte, di umanità disperata e di ordinaria quotidianità in cui i dialoghi e i pensieri emergono evidenti come momenti che sono parte integrante della storia.
Il commissario Armando Incantalupo chiede il trasferimento nel piccolo commissariato della periferia di una città molto sabauda e molto pedemontana.
Non viene mai citata, ma si capisce molto bene di quale si tratta.
Nel piccolo commissariato lui si trova circondato da collaboratori abituati a fare molto con quel che c’è, e si trova quasi subito alle prese con le mille emergenze, denunce, lamentele, crimini minimi e attività illegali che ogni giorno invadono il corridoio grigio e storto del suo commissariato.
Paolo Domenico Montaldo vive in Piemonte dove è nato.
Si definisce un professionista libero.
Scrive per passione e perché le storie che ha in testa deve pur metterle da qualche parte.
Legge ad alta voce da quando aveva nove anni.
Ha ideato un metodo e un corso per scoprire cosa si nasconde tra le righe.
L’evento è a ingresso libero.
Redazione di Vercelli
Dal Libro del Deuteronomio, Cap. 8, 2 – 3. 14 – 16
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi.
Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».
Dal Salmo 147
Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.
Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.
Dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, Cap. 10, 16 – 17
Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane.
Sequenza
[Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.
Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.
Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.
Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.
Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.
Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.
È il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e l’antico è giunto a termine.
Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l’ombra:
luce, non più tenebra.
Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.
Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.
È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.
Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.
È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.
Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.
Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.
Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.
Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.
Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l’esito!
Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell’intero.
È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.]
Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.
Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell’agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Dal Vangelo secondo San Giovanni, Cap. 6, 51 – 58
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
***
UN PENSIERO DALLE SUORE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA
La forza della Comunione
(Dt 8,2-3.14-16; Sal 147; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58)
“Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. L’interrogativo è forte, scuote anche noi che a distanza di millenni rileggiamo l’accaduto. Come potevano i Giudei del tempo citati nel vangelo capire le parole di Gesù? Come possiamo noi credenti del nostro tempo capire questa profonda verità che Lui ci ha annunciato e poi lasciato concretamente nell’Eucarestia?
Le parole di Gesù vanno avvicinate con il cuore, vanno ripetute dentro il proprio cuore con la calma che permette di assimilarle, con il silenzio che permette di ascoltarne la musicalità che sa di Cielo.
Il Pane venuto dal Cielo. Questo Gesù ci offre. Ci offre cioè se stesso con il suo entrare nella storia, con la sua incarnazione, farsi uomo con noi e per noi, farsi uomo come noi.
Ecco la concretezza di Dio: tra il fumo degli incensi che saliva a lui, tra i tanti sacrifici di capri e di agnelli che per secoli erano stati offerti, lui si apre un varco di anonima normalità. Dio decide che l’uomo va raggiunto nella sua umanità per poterlo rinnovare dal di dentro, nelle profondità del suo essere.
Non è forse il cibo che mangiamo a nutrici e trasformarci? Il cibo buono possiamo dire che ci fa più “buoni” perché non ci fa ammalare, perché non ci intossica, perché rispetta il nostro corpo e la nostra psiche.
Dio si fa cibo e bevanda perché possiamo avere la vita e averla in abbondanza.
Come una madre è cibo per il bimbo che porta nel grembo, e allora è attenta a nutrirsi bene per nutrire a sua volta, così Gesù si fa cibo. Dio come una madre premurosa ci alimenta di se stesso. Se noi mangiamo di lui, rimaniamo in lui.
In questa domenica possiamo fermarci a meditare sulla preziosità dell’Eucarestia, dono grande che non è dono per pochi, ma per tutti. Gesù nell’ultima cena ha voluto raggiungere con la sua donazione ogni uomo.
Eucarestia è vita divina che può circolare nella nostra vita. Eucarestia è adorazione, ma è anche azione. Se sono alimentato del cibo divino, sarò attraversato da energia divina, che alimenterà in me pensieri divini, cioè pensieri positivi di amore, misericordia, pace.
L’incontro con il corpo e sangue di Gesù avviene durante la celebrazione della Messa, ma può avvenire anche nei momenti di adorazione silenziosa e intensa; mangiare il corpo di Cristo significa ricevere l’Eucarestia durante la celebrazione, ma se questo per vari motivi non è possibile, può anche significare ricevere l’Eucarestia attraverso la forza del desiderio, con una unione cuore a cuore con Gesù.
E poi l’Eucarestia ha una potenza universale, non la riceviamo solo per noi, non è un privilegio. La parola significa “ringraziamento”: riceviamola allora anche per chi ha bisogno, per chi è nel dolore, per chi è malato. Riscopriamo la solidarietà spirituale del nostro essere cristiani.
Ti voglio bene … ti sono vicino… ti ringrazio per esserci … mi hai fatto del male … ti perdono … sei sulla strada sbagliata e voglio aiutarti … vorrei dirti una parola ma non riesco… nel momento in cui ci accostiamo sacramentalmente oppure con una vicinanza di desiderio all’Eucarestia, possiamo chiedere a Dio che sia lui stesso a veicolare tutte queste espressioni ai nostri amici, ai nostri familiari, e siamo certi che il messaggio arriverà loro.
Il desiderio di Dio è che tutti possiamo godere della vita eterna, e dove possiamo trovare già da ora questa vita eterna se non nel suo corpo risorto che si dona a noi nella gratuità di amore?!
Le Sorelle Carmelitane
Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza
Il Borgosesia Calcio ha comunicato l’interruzione del rapporto di collaborazione con mister Manuel Lunardon e il preparatore atletico Andrea Marini.
Un’interruzione che arriva dopo due anni ricchi di soddisfazioni.
Due campionati chiusi a quota 52 punti, conquistati attraverso la crescita di molti giovani.
Adesso la Società cercherà il prossimo allenatore.
Redazione di Vercelli
Presso lo spazio espositivo di Volvo Autovar – Gruppo Nuova Sa.Car in Via Vercelli 6, Caresanablot
Volvo Autovar ha ritenuto di ospitare presso la sua sede una mostra del pittore Luca Andreotti, che, in relazione ai soggetti proposti, si inserisce certo armonicamente negli spazi in cui si svolge l’attività della concessionaria.
La mostra presenta una serie di dipinti realizzati dall’artista nel 2022 e 2023 sul tema delle automobili a pedali per bambini.
La serie andreottiana opera in direzione di una gestaltica ripetitività cromatica, ma con dissonanze nella scelta dei soggetti, che appartengono sì all’idea di auto giocattolo, ma sottolineano contemporaneamente l’unicità di ciascuna.
Le opere rivelano l’indole fanciullesca dell’artista e possono essere lette anche come evocazioni dei sogni infantili dei bambini i quali, attraverso le automobiline, iniziavano a costruire un proprio ideale futuro.
Luca sceglie certamente i suoi soggetti nelle infinite serie di immagini che, attraverso diversi canali, siano essi online, riviste, cartelloni pubblicitari si pongono alla sua attenzione.
La macchinina, soggetto della serie, è la semplificazione meccanica di un oggetto più complesso (l’automobile) di cui mantiene però in scala le proporzioni, i colori, la funzione essenziale di spostamento; possiamo quindi vederla come un oggetto complesso di cui non necessariamente se ne conosca il funzionamento, ma che risponde alla volontà di colui che la guida, un mezzo meccanico potente e rappresentativo di un progresso che appare inesaurito.
Già i Futuristi individuavano in essa il simbolo del progresso, della forza e della creatività dell’Uomo, caratteristiche che sono alla base dell’estetica del Novecento.
La macchinina è un trampolino di lancio per la fantasia; in alcuni dei titoli risulta evidente la volontà dell’artista di dare vita ai sogni, come in “Vortice di gioventù”” e “Lo voleva anche papà”.
Luca in queste opere, pur avendo riferimenti Pop, tratta la serie non solo come vera e propria ripetizione (infatti non è sempre la stessa macchinina a essere riprodotta), ma come processo di analisi del concetto unico di macchinina attraverso soggetti che appartengono a decenni differenti.
E’ per questo che opere diverse attivano percezioni differenti nei vari spettatori.
Tra tutte le macchinine in mostra sicuramente ognuno di noi troverà quella che “parla” alla propria sensibilità, muovendo emozioni diverse e profonde in ognuno.
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Luca Andreotti
Nato a Novara nel 1962, frequenta il Liceo Artistico della propria città, si iscrive alla Accademia di Belle Arti di Brera in Milano al corso di pittura tenuto da Beppe Devalle il primo anno, ed i seguenti con Luciano Fabro, ivi diplomandosi.
Espone e partecipa a numerose personali e collettive.
Verso l’inizio degli anni Novanta vive in Francia, a Lille, per un breve periodo, seguitando a dipingere.
Attualmente vive e lavora in provincia di Novara.
Orari mostra: da lunedì 12 a sabato 17 giugno dalle ore 9 alle ore 11 e dalle ore 15 alle ore 18.
Simone Mencarelli è medaglia di bronzo nella spada maschile individuale ai Campionati Italiani Assoluti di La Spezia.
Lo spadista delle Fiamme Oro classe 2003, che si allena alla Ginnastica Victoria con il padre Maurizio Mencarelli, conquista così una prestigiosa medaglia ad appena 20 anni.
Mencarelli ha iniziato la gara con un girone fatto di quattro vittorie e 1 sconfitta, ha così saltato il turno di diretta dei 128, superandone successivamente quattro e garantendosi il posto sul podio grazie alla vittoria per 15-12 nel derby piemontese contro il carabiniere Daniel De Mola, settimo a fine gara.
In semifinale è poi arrivata la sconfitta per 15-12 contro Valerio Cuomo, anche lui delle Fiamme Oro, che si è successivamente laureato campione italiano.
Campionati Italiani Assoluti spada maschile – La Spezia, 9 giugno 2023
Qui i risultati: www.4fence.it/FIS/Risultati/2023-06-12-07_La_Spezia_(SP)_-_Campionati_Italiani_Assoluti_indi/index.php?a=SP&s=M&c=&f=gironi
Redazione di Vercelli
Continuano ad ottenere promettenti risultati i giovani pattinatori dell’A.S.D. Skating Vercelli, che hanno debuttato in campo agonistico nella specialità singolo in occasione del Campionato Regionale Promozionale AICS 2023, disputato a Castelletto d’Orba (AL) e che ha riscosso molto successo, con la partecipazione di ben 350 atleti piemontesi.
Molti gli atleti Skating Vercelli impegnati in questo weekend di gara, tutti hanno dimostrato notevoli miglioramenti e grande determinazione nonostante l’emozione fosse molta.
Per la categoria “Ragazzi Master 2011” Virginia Agnelli ottiene un buon sesto posto, segue la compagna di squadra Eleonora Cerone tredicesima.
Categoria “Giovanile Master gr.1 2009” Aurora Corraro si classifica quarta, ad un soffio dal podio.
Categoria “Master gr.1 2007” preziosa medaglia d’argento per Asia Palemburgi.
Categoria “Ragazzi Master 2010” la brillante Eleonora Finotto conquista una meritata medaglia d’oro eseguendo un programma elegante e preciso; a seguire le brave compagne bianco-rosse ottengono la nona piazza con Matilde Tagliamacco e la decima con Anna Veggi.
Le prestazioni sono state buone e incoraggianti in prospettiva futura, a dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto da parte di atleti e tecnici durante gli allenamenti.
I tecnici Skating si dichiarano pienamente soddisfatti per le prestazioni dei loro giovani atleti che con costanza, dedizione e passione stanno crescendo e migliorando, sono un vero orgoglio.
Redazione di Vercelli
La sezione Anpi di Varallo Alta Valsesia in collaborazione con l’Istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia, organizza la camminata partigiana.
L’appuntamento per domenica 11 giugno alle 9.00 al parcheggio prima della frazione S. Gottardo di Rimella, da qui si salirà la valle che porta alla Bocchetta di Campello, collegamento con la Valle Anzasca.
Alla fine del gennaio ’44, dopo il rastrellamento nazifascista alle prime basi partigiane sul monte Briasco, Moscatelli decise il trasferimento degli uomini a Rimella.
A Villa Inferiore fu allestito un posto comando presso l’abitazione del professor Rinoldi e un continuo afflusso di reclute (renitenti alla leva della Rsi) obbligò i comandi ad organizzare sul territorio servizi, quali una sartoria per la confezione delle divise partigiane, sempre a Villa Inferiore, un’infermeria all’albergo Fontana e vari accantonamenti in alcuni caseggiati.
Gli accessi alla zona furono tutti presidiati con posti di blocco alle frazioni Baraccone, Voj e Gula, in territorio di Cravagliana, e al Grondo, al Roncaccio Inferiore, alla Chiesa e alla Sella, in quello di Rimella; tra essi anche la bocchetta di Campello, strategicamente rilevante per i collegamenti con le formazioni della Valstrona, del Cusio e dell’Ossola.
Durante il percorso i soci storici accompagneranno i partecipanti e aiuteranno a ricostruire le vicende accadute nei luoghi della Resistenza.
Il dislivello è di circa 650m+ su sentieri con difficoltà E (escursionisti).
Si raccomandano scarpe, attrezzatura da escursionismo e una giacca in caso di maltempo.
Il pranzo sarà al sacco e l’ANPI porterà toma e non solo.
Non dimenticate la tazza per le bevande, così si eviterà di fare spazzatura.
In caso di maltempo l’ANPI si riserva di cambiare il programma della gita.
Contatti e informazioni: Davide 3394902694, Bruno 3464092883,
Luca 3383046817
Facebook: ANPI Varallo Alta Valsesia
Mail: anpi.varallo@yahoo.it
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Redazione di Vercelli