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Il Comune di Casale Monferrato, insieme a quelli di Bellaria Igea Marina e Spello, rappresenterà i Comuni Fioriti Italiani alla diciassettesima edizione della manifestazione Les Carrés Fleuris in programma a Évreux in Normandia nelle giornate di oggi e domani, 5 e 6 settembre 2023.

L’evento si tiene ogni anno in una città francese differente e coinvolge i comuni che aderiscono al circuito Villes et Villages Feluris.

Gli enti selezionati da Asproflor Comuni Fioriti, associazione che unisce i produttori florovivaisti italiani con l’obiettivo di promuovere la bellezza e il turismo del verde, sono stati individuati nel corso del meeting nazionale dell’associazione, che si è tenuto all’Eima di Bologna.

A rappresentare la Città di Casale Monferrato è l’Assessore Cecilia Strozzi che afferma: “Casale Monferrato, Comune Fiorito, condivide con la città di Évreux una struttura urbana che grazie alle notevoli architetture testimonia una storia antica e rilevante, portatrice di bellezza e armonia che oggi vengono arricchite dal fascino della natura che parla attraverso incantevoli installazioni floreali. Si tratta della realizzazione di una progettualità che mette in luce la ricerca a livello transnazionale di un’ulteriore forma di benessere per i cittadini e i turisti che vivono la città, migliorando l’ambiente urbano e, di conseguenza, la qualità della vita. Casale, antica Capitale del Monferrato, persegue con convinzione lo sviluppo di politiche di valorizzazione del territorio cittadino che si realizzano anche attraverso iniziative come queste che, in modo virtuoso, rinnovano gli spazi pubblici in armonia con il contesto storico-sociale”.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Enti Locali

In seguito alla dipartita dell’ ingegnere Sandro Buzzi, il Sindaco Federico Riboldi ha voluto esprimere il proprio cordoglio a nome di tutta l’Amministrazione Comunale:

Ci lascia un uomo che ha contribuito alla crescita economica, sociale, culturale della nostra comunità. Nella sua laboriosa vita portò nel mondo, con orgoglio e forte senso di appartenza il nome di Casale Monferrato; l’azienda che ha guidato per decenni, accrescendo nei numeri e grazie alla ricerca e all’applicazione tecnologica ha assunto una dimensione internazionale della quale hanno beneficiato intere generazioni di monferrini. Esprimendo vicinanza ai familiari, ricordiamo l’uomo, l’imprenditore e l’innovatore”.

 

 

Redazione di Vercelli

Posted in Cronaca
Vercelli Città

Manca meno (molto meno) di un anno

alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale (per quel che conta) di Vercelli e, soprattutto, per il rinnovo (?) del Primo Cittadino e già incomincia il valzer delle candele.

Stiamo, naturalmente, parlando del campo di Centrodestra.

Perché, almeno per il momento,

in quello di Centrosinistra i rumors dicono ci si limiti ad organizzare il pullmino del sabato pomeriggio all’Ikea.

Perché l’Ikea?

Perché – pare si pensi nel Pd – se dobbiamo dichiarare la sconfitta a tavolino, almeno il tavolino lo scegliamo noi.

***

Ma torniamo al Centrodestra, dove tutti sospettano di tutti, sicchè il fiuto politico dei singoli è impegnato ad annusare le altrui pette (politiche, beninteso) nell’intento, in obbedienza a mozioni sospettose, di cogliere i sintomi di mali di pancia ancora tenuti (trattenuti) nel foro (per dir così)  interno.

Ma andiamo con ordine.

***

Bisogna sapere che il problema dei problemi, in questa severa ora della Storia, sarebbe quello di dare sistemazione al Sagacissimo.

Ne abbiamo già parlato e, da allora, non si è cavato un ragno dal buco.

In questo lasso di tempo (tre mesi circa dalla Trippa 920 linkata sopra) i destini della Lega si sono definitivamente separati da quelli del già nominato Sagacissimo

giunto all’ennesimo cambio di cavallo (Trippa 895) –

***

Ebbene, ci sarebbero persone di buona volontà che starebbero passando ore del loro prezioso tempo per trovare un organismo almeno apparentemente vitale ove inoculare quello che, a suo tempo, Giovanni Fortuna definì “un Tecnico prestato alla politica”.

E sì che Giovanni Fortuna è notoriamente persona intelligente: ma è sempre stato vero che anche i migliori possano sbagliare, almeno qualche volta; peraltro, poi non lo si è mai più sentito dire cose del genere.

Ma non divaghiamo.

Le soluzioni sarebbero, per ora, due; la seconda è il tipico “piano B” che, in realtà, in pochi vagheggiano, non nascondendosi le difficoltà che poi vedremo.

Ne parleremo alla prossima Trippa.

Dunque, per oggi, vediamo la strada maestra.

I potenti avrebbero individuato come organismo “ospite” il partito di Forza (modi di dire) Italia.

Il cubo di Rubik sarebbe così conciliato.

Perché, ovviamente, tutti guardano a come salvare la cadrega agli attuali componenti della Giunta del Niente.

Niente quanto a realizzazioni, ma tanto se si pensa agli stipendi che, dal 2024, saranno di circa 9 mila euro al mese per il Sindaco e, a scalare, rispettivamente del 70 e 60 per cento di quanto prende il Sindaco, per Vice Sindaco, Assessori e Presidente del Consiglio Comunale.

***

Le previsioni di oggi riguardano soltanto la componente maschile della Giunta che si immaginano i maggiorenti del Centrodestra, perchè come potrebbe finire per le quote rosa al momento non lo sa nemmeno il Santo Padre, quindi figuriamoci noi, accomunati al Successore di Pietro soprattutto dalla vastità del cavolo che ce ne frega delle future quote rosa nella Giunta del Niente.

***

Dunque i maschi.

In Fratelli d’Italia i posti prenotati sarebbero due:  uno per il Ghiottone, l’altro per Mimmo Santo Subito Sabatino.

Nella Lega tutto ruota attorno al mantenimento della cadrega per  Dante.

La Lega ha ormai perso tutto.

Quindi, se anche perdesse il posto in Giunta di Dante, ma riacquistasse la dignità politica, forse ci guadagnerebbe ancora.

Ma è difficile.

Del resto, una volta che i leghisti vercellesi e valsesiani hanno accettato di vedersi conficcare da Novara Daniele Baglione come Segretario provinciale, hanno praticamente riconosciuto di non contare una fava non soltanto nella politica vercellese, ma anche nella stessa Lega.

Hanno scelto un Segretario che, quando l’emerito Onorevole di Borgosesia inarca un sopracciglio, corre a nascondersi sotto qualche tavolo per non farsi scorgere, aspettando che passi la tempesta.

***

Peraltro, a valle dell’ultima defezione,

quella di Martina Locca – leggi qui – che se n’è andata anche ufficialmente in Fratelli d’Italia

sono riusciti a vincere, temporaneamente e debolmente, il criptorchidismo politico della segreteria e a fare uscire (dopo ore) un balbettìo flebile come il piccolissimo peto di un coniglio timido, presentato come reazione politica.

Eccolo:

“Prendiamo atto delle modalità con cui i nostri alleati di Fratelli d’Italia agiscono nell’azione amministrativa Vercellese – commenta Daniele Baglione, Segretario Provinciale della Lega – evidentemente interpretano l’alleanza con modalità che non sono le nostre.

Ce ne faremo una ragione e, naturalmente, faremo le nostre opportune valutazioni per il presente ed il prossimo futuro”.

Sicchè pare valuteranno non tanto “se” calarsi o no ancora le brache, ma “come” calarsele, se con modalità vicine a quelle di Nove settimane e mezza, ovvero qualcosa di più casalingo, a segnalare che non lo fo per piacer mio, ma per dare un figlio a Dio, tenendo buoni i capataz regionali del partito.

***

Dove eravamo rimasti?

Ecco, agli Assessori della GdN due.

***

Di passaggio non si può fare a meno di notare che, se queste sono le previsioni per le quote azzurre,  è conseguente ed evidente che il Centrodestra sta pensando di riproporre una Giunta a dieci componenti.

Cosa consentita dalla Legge, evidentemente, ma quanto opportuna politicamente e, soprattutto, giustificabile visti i risultati, lo sapranno (saprebbero, se così fosse) dire gli Elettori.

***

Ma torniamo a bomba.

Se questa è la previsione per Fratelli d’Italia e Lega, manca, appunto, l’assessore maschio di Forza (modi di dire) Italia.

E la sorpresa starebbe proprio qui.

Uno potrebbe pensare: è il Ghiottone che vuole sistemare il Sagacissimo, perchè abbia anche in futuro una base politica.

Ma, se questo è parzialmente vero, pare che il più ostinato nel bussare alla porta del partito di Antonio Prencipe sia nientemeno che il Pirata stesso.

Perché, in fondo, uno come il Sagacissimo gli fa un gran comodo.

Pirata che non vuole (pare) rinunciare – nemmeno in futuro – all’Assessore e Vice Sindaco reale,  Luigi Michelini.

E, allora, i bene informati dicono che stia pensando all’attuale Vice Sindaco come ad un uovo di cuculo da piazzare nel nido di Forza (modi di dire) Italia.

Sicchè i giochi sarebbero composti così: Michelini – Sagacissimo – Mimmo Santo Subito – Ghiottone.

***

Dal canto proprio, il Sagacissimo non è che se ne stia con le mani in mano.

Farebbe, a sua volta, di tutto per farsi accettare in Forza Italia.

Al punto che avrebbe mosso una sua conoscenza biellese, a sua volta sodale o socio in affari con Paolo Berlusconi, per ottenere l’ammissione.

A suo tempo ci hanno anche detto chi sia, questa conoscenza biellese.

Ma, anche in questo caso, come già chiarito in precedenza, è tale la vastità del cavolo (… eccetera eccetera …),  che il nome ci è entrato da un orecchio e ci è uscito dall’altro.

Sono, del resto, ambasce degli attuali Consiglieri Comunali di Forza (e ridiamo) Italia.

E qui viene il bello.

***

Perché è bastato che ieri in tarda serata Antonio Prencipe pubblicasse un innocuo post su Facebook per scatenare le curiosità del sistema.

Come si vede, in questa foto mancano Gianni Marino e Ketty Politi.

Dapprima non si sapeva nemmeno chi l’avesse scattata.

Si è poi chiarito che lo smartphone fosse in mani innocenti ed estranee ai maneggi politici.

Si è altresì chiarito che Marino, pur presente, se n’era andato anzitempo a vedere qualche partita o vai a sapere, sono comunque cavoli suoi.

Nulla di preciso, invece, in ordine al (mancato?) invito di Ketty Politi.

E, del resto, di nuovo, sono cavoli loro.

Ma in quella riunione si è anche discusso del tema del giorno.

Perché i forzisti Consiglieri Comunali direbbero qualcosa che potrebbe suonare così:

ma dunque siamo forse i più minchioni della compagnia?

Da quattro anni – quasi cinque – mandiamo giù qualsiasi cosa, siamo rassegnati a non contare una beneamata fava, vi abbiamo fatto passare di tutto: dal coperchio al Centro Nuoto, ai pallets di Iren, alla (più che probabile) svendita anche del ramo acqua sempre ad Iren.

E adesso?

Adesso che forse potremmo sperare in un posto nella futura Giunta del Niente, ce lo vediamo soffiare dal Sagacissimo, solo perché il Pirata preferirebbe lui a uno di noi?

***

Non hanno, bisogna dire, tutti i torti, anche se succede a loro un po’ quel che succede ai reliquati della Lega:

non è che si possono ribellare ora, dopo cinque anni che accettano supinamente qualsiasi cosa.

Ormai, supini sono stati e supini restano, agli occhi dei loro alleati e padroni.

Almeno secondo le aspettative del Pirata, del Ghiottone e sodali, i quali, bisogna riconoscerlo, in questo senso possono persino protestarsi in una paradossale buona fede.

Come finirà?

Chi vivrà, vedrà.

Posted in Trippa per i gatti

(Stefano Di Tano per Vercelli Oggi, lunedì 4 settembre) – L’esordio festoso in campionato ha cancellato nel giro di sessanta minuti le ombre che sembravano minacciare il futuro della “nuova” Pro Vercelli, tramortita durante l’estate da prestazioni di assoluta ricerca d’una identità, mortificando in parte le speranze dei tifosi più esigenti, quelli che in 4 e quattrotto desideravano di veder scalpitare sul sintetico dello Stadio Piola undici destrieri fiammeggianti portatori di vittorie.

Come avviene molto spesso, non sono le partite di luglio e agosto a dare quei segnali che possono essere interpretati come certezze; il più delle volte sono proprio le prime delusioni a diventare in seguito sentieri coraggiosi e le realtà sperate dalla Dirigenza e il Pubblico, sempre molto esigente.

Con queste  parole non si vogliono lanciare editti di vittoria, sarebbero sogni di mezza estate, ma una gara di esordio con tre punti da incamerare diventa un discorso che ha il suo valore.  Specialmente se l’avversario di stasera ha dato per alcuni momenti dei notevoli segni di carattere e caparbietà.

Tutto inutile, però.

La squadra messa in campo alla prima giornata, contro il Lumezzane, ha dato prova di essere già coesa al punto di attaccare, subire e subito ripartire per imporre il proprio gioco.

Tutto questo, è stato realizzato in pochissime settimane, con l’arrivo e l’innesto di una notevole quantità di nuovi giocatori che si sono positivamente amalgamati, dimostrando forte carattere e volontà, nonostante la giovane età media del gruppo a disposizione del Tecnico, a sua volta condottiero di recentissima nomina alla testa della squadra.

Dunque, come dicono ampiamente le cronache ed i commenti degli osservatori, la partita di collaudo vero della Pro Vercelli 2023-2024 ha espresso dei legittimi pensieri di qualità ancora da migliorare, considerando che gli “uomini” scesi in campo hanno del potenziale che può ancora variare con la doverosa esperienza delle prossime gare, soprattutto considerando che nel “reparto” dei disponibili ci sono elementi di alto pregio ancora tutti da scoprire.

Non facciamo schedine dei valori espressi dai singoli, perché è stata la squadra ad essere applaudita nel suo insieme, e questa sera anche il pubblico vercellese che non ha fatto mancare il suo caloroso incitamento nei novanta minuti, per la gioia degli stessi giocatori e in particolare dei Dirigenti, dei collaboratori, degli sponsor e del Presidente dott. Pinciroli.

Grazie Pro, un’ottima partenza sportivamente ci aiuta a sognare anche in un domani migliore nella vita della nostra Città e del Popolo italiano.

 

Redazione di Vercelli

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Ricorrerà il prossimo 8 settembre il 79° anniversario dell’eccidio dei IX Martiri.

Enrico Marsili, Michele Schiavello, Ettore Graziano, Eugenio Lenta, Giacomo Petazzi, Giovanni Pigino, Edoardo Castagnone, Giuseppe Arena, Mario Rondano furono fucilati per rappresaglia nazifascista l’8 settembre 1944 sul piazzale della stazione ferroviaria.

In occasione della ricorrenza, l’amministrazione comunale di Crescentino, in collaborazione con la sezione di Crescentino, Lamporo e Fontanetto Po dell’Anpi e l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea, ha organizzato il programma delle celebrazioni.

La cerimonia ufficiale di commemorazione si terrà domenica 10 settembre.

Alle 10 raduno in piazza Caretto e, a seguire, corteo per le vie cittadine con la partecipazione della Banda Musicale “Luigi Arditi”.

Durante la sfilata sosta ed omaggio ai cippi dei partigiani ed al Monumento ai Caduti.

Alle 11 celebrazione della messa al campo in piazza IX Martiri.

In caso di maltempo la cerimonia si terrà presso la Chiesa Parrocchiale.

La Cittadinanza è invitata ad esporre la Bandiera Tricolore.

Nel pomeriggio, alle 16, la Biblioteca Civica Degregoriana ospiterà la conferenza pubblica ad ingresso libero per la presentazione del libro

“Clementina Partigiana” di Daniele Nicastro e Simone Rulfo (Giunti Editore), a cura di A.N.P.I.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume

Monfrà Jazz Fest arriva agli ultimi due concerti a conclusione di una lunghissima e fantastica edizione, non prima però di aver regalato al pubblico una terza parte della rassegna 2023 dal titolo “Wine and spirits” andata in scena proprio a ridosso dei primi giorni di vendemmia sulle colline del Monferrato UNESCO.

Prima di raccontare la penultima settimana del fest c’è da ricordare il successo alla Birreria Moonfrà il 31 agosto del concerto degustazione con lo Smokey Notes duo (Simone Menicacci chitarra e Susanna Maiolani voce) esibitosi in un repertorio che ha spaziato dal country al pop rock, proponendo una propria versione di classici di Lenny Kravitz, Alanis Morisette, Chris Isaak e molti altri autori.

Ma è stato soprattutto il concerto del 1 settembre a rendere particolare il “Fest” con una prima assoluta capace di rendere giustizia alla storia e alla cultura del vino di questo territorio.

Il pubblico si è trovato alla Mazzetti di Altavilla, in cima alla collina, proprio nel giorno in cui la storica distilleria ha incominciato a lavorare le vinacce per la 177ma volta da quando è stata fondata.

Nel Parco a cura del ristorante Materia Prima una cena degustazione che, come ricorda il mastro distillatore Sanzio Evangelisti, è di prodotti a Km zero, una scelta coerente con l’anima sostenibile di questo Fest e poi due ore di musica.

Al centro della serata un progetto coraggioso “Les Bohémiens  – Omaggio a Giacomo Puccini”, con il compito di tradurre in chiave jazzistica lo spirito e la musica del compositore Toscano scomparso 99 anni fa.

Un’idea nata proprio a Colleretto Giacosa (Torino), patria del librettista che insieme a Illica realizzò la maggior parte dei libretti pucciniani, da un altro natio di quei luoghi: Enrico Perelli che ha concepito questo quintetto formato, oltre che da lui al pianoforte, dalla voce di Valentina Nicolotti, capace di lavorare benissimo sia sul registro lirico che leggero,  da un mito della chitarra elettrica come Max Carletti, da Luca Biggio al sax tenore e clarinetto basso e Francesco Parodi, batteria.

Perelli costruisce una narrazione affascinante che parte dalla voce in dialetto di Giacosa registrata su vecchio fonografo su cui si inseriscono i versi immortali di “Vissi d’arte”.

Certo il lavoro offre un divertente gioco di rilettura: “O mio babbino caro” diventa una ballad con un leggero accento sudamericano, “Un bel dì vedremo” offre un intricato arrangiamento fusion prog e persino “Dolci baci e languide carezze” viene piacevolmente dissacrata da un riff che sfiora l’hard Rock e i Led Zeppelin, ma la vera bellezza del concerto è nel modo in cui questi straordinari musicisti riescono a cogliere l’intima essenza di ogni brano racchiusa nella sua armonia e giocarci, divertendosi e facendo emozionare il pubblico.

Il loro “Nessun Dorma” è da brividi.

Il giorno dopo il Fest ha recuperato il Concerto nel Bosco previsto a giugno davanti all’eremo di Moncucco a Odalengo Grande.

Stavolta niente temporale a fermare un’esibizione in una location che da anni è un must del MonJF, dove i musicisti e il pubblico sono letteralmente tra gli alberi.

Anni, come ha ricordato il sindaco di Odalengo Grande Fabio Olivero, in cui la musica ha fatto bene anche all’eremo stesso, dai primi appuntamenti che lo vedevano soffocato dalle acacie a questa edizione dove è possibile visitarne l’interno.

Ad esibirsi di fronte alla chiesta il trio formato da Alessandro Toselli, tastiere; Andrea Dalla Valle, batteria e Carmelo Scafidi al contrabbasso, interpreti di un jazz perfetto per le atmosfere rilassanti della location.

Standard classici, come Satin Doll, Take the A Train, in a Sentimental Mood, una bella rilettura in chiave funky di Summertime, delicati colpi di spazzola sul rullante, virtuosismo che dialoga con il cinguettio sulle fronde.

Al termine gli immancabili agnolotti nella merenda sinoira della Pro loco di Odalengo conquistano altrettanti applausi.

E siamo a domenica 2 settembre in mezzo ai filari dell’azienda Marco Botto Vini a Sala Monferrato (appena diventato comune sostenibile), con l’esibizione di “Les Moirettes vintage vocal trio”: trio vocale composto da Cecilia Minella, Giulia Zanellati e Diana Russo, in grado di intrattenere il pubblico con un repertorio fresco e vivace come loro: una carrellata infinita di classici dell’era ruggente dello swing divinamente armonizzati.

Ma è quando rendono con lo stesso stile alcuni classici contemporanei che la cosa si fa interessante, tirano fuori travolgenti riletture di Seven Nation Army, o Wannabe delle Spice Girls o ancora Bad Romance di Lady Gaga.

Il pubblico non riesce a stare seduto e alla fine cede alla tentazione ballando tra le vigne.

Gli ultimi due appuntamenti

Dopo quasi cinque mesi dall’inizio Monfrà Jazz Fest vede ancora due appuntamenti per chiudere il 2023.

Il 7 settembre, alle 21, l’ultimo “concerto degustazione” alla birreria Moonfrà di via Visconti 9 a Casale Monferrato, luogo che è deputato alle esibizioni del Fest in un’atmosfera rilassata e conviviale.

Ad esibirsi un quartetto che vede alla sezione ritmica tre musicisti monferrini coinvolti attivamente nell’attività dell’Accademia Le Muse e nell’organizzazione del Festival, vale a dire Andrea Rogato, al pianoforte, Gigi Andreone, al contrabasso e Riccardo Marchese alla batteria.

Accompagneranno Mila Ogliastro, cantante genovese molto nota nei jazz club di tutta Italia, ma anche compositrice e arrangiatrice.

Conclusione il 9 settembre con un concerto che si preannuncia già una Festa da vivere tutti insieme: pubblico e le tante persone che hanno lavorato per un programma di quasi 40 appuntamenti.

L’appuntamento è in un luogo che fa parte della storia del MonfJF: la Distilleria Magnoberta di Strada Asti 6 a Casale Monferrato.

Alle 21 va in scena “Let’s dance” con la The Kitchen Swing Band” ovvero Alberto Gandin, chitarra, Marco Serra batteria, Gigi Andreone, contrabbasso, Mara Panico, voce, Andrea Rogato, piano.

Ma di fatto è una vera serata danzante visto che la serata sarà animata da Lindy Hoppers di The Kitchen Swing capitanati da Nicole Pipino.

Per chi desidera alle 19.00 visita guidata alla distilleria.

Se si vuole anche cenare dalle 20.00 è disponibile lo Street Food gourmet a cura di Il Vetusto Monferrato.

E poi immancabili degustazioni.

Prenotazioni 329.4514585.

Ingresso gratuito al concerto, consumazioni a pagamento.

Per informazioni www.monjazzfest.it

Redazione di Vercelli

 

 

 

Redazione di Vercelli

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Sabato 9 settembre 2023 alle ore 12,00 si svolgerà la cerimonia ufficiale di intitolazione del Piazzale antistante il Cimitero Urbano agli “Internati Militari Italiani (IMI) del Monferrato”; saranno presenti: Federico Riboldi, Sindaco di Casale Monferrato, Andrea Desana, Presidente Associazione “Li riporteremo a casa in Monferrato”, l’Onorevole Enzo Amich e Andrea Parodi, giornalista e storico dell’Internamento.

Un’intitolazione che non è solo un gesto simbolico – afferma il Sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi –. La tutela della memoria e la divulgazione della storia passano anche attraverso iniziative che concretizzano nella città e nella vita di tutti i giorni dei nostri concittadini il sacrificio e le vicende che hanno toccato profondamente il passato del nostro territorio; un omaggio reale e sentito a persone che hanno contribuito a fare la storia della nostra Patria e meritano la sincera gratitudine della società contemporanea e delle Istituzioni Pubbliche”.

Conclude Andrea Desana: “L’Associazione Li riporteremo a casa in Monferrato di cui sono Presidente ringrazia il comune di Casale e la Commissione Toponomastica per aver accettato la nostra proposta di intitolare il piazzale antistante il cimitero urbano di Casale agli Internati Militari Italiani Imi del Monferrato. Possiamo dire che questo atto di intitolazione l’evento di inaugurazione del prossimo 9 settembre, non a caso organizzato vicino alla data storica dell’Armistizio dell’8 settembre del 1943, rappresenta il completamento di un percorso di recupero della memoria storica che avevamo iniziato lo scorso 19 novembre 2022 quando è stato inaugurato al cimitero il Famedio IMI Monferrini dove dopo quasi 80 anni siamo riusciti a far rimpatriare i resti mortali di sei ragazzi del Monferrato morti nei lager nazisti durante il secondo conflitto bellico che, come purtroppo molti altri, erano sepolti nei cimiteri militari della Germania”.

 

Redazione di Vercelli

 

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Vercelli Città

Pro Vercelli 4

Lumezzane 1

Marcatori: 17’ autogol Pisano, 18’ Capelli, 32’ st Maggio, 3’ st Nepi, 39’ st Petrella

Pro Vercelli (4-3-3): Sassi; Iezzi, Camigliano, Fiumanò, Rodio (31’ st Carosso); Louati (48’ st Contaldo), Emmanuello, Iotti; Mustacchio (31’ st Petrella), Nepi (41’ st Comi), Maggio (48’ st Sibilio). A disp.: Rizzo, Sarzi Puttini, Seck, Spavone, Rutigliano, Niang, Condello, Pesce. All. Dossena.

Lumezzane (4-3-3): Galeotti; Regazzetti, Pisano, Dalmazzi, Righetti (29’ st Ilari); Taugurdeau (37’ st Poledri), Pesce, Moscati; Capelli (20’ st Spini), Gerbi (28’ st Basso Ricci), Malotti (20’st Cannavò). A disp.:: Filigheddu, Greco, Troiani, Pogliano, Kolaj, Basso Ricci, Parodi, Scremin. All. Franzini.

Arbitro:  Cerbasi di Arezzo

Guardalinee:  Lauri di Gubbio e Cardinali di Perugia

Quarto uomo: Mirri di Savona.

Ammoniti: Mustacchio (PV), Righetti (L), Gerbi (L), Iotti (PV), Dalmazzi (L)

Recupero: 1’ pt – 4’ st

Se il buongiorno si vede dal mattino…

Inizia nel migliore dei modi il campionato per la Pro Vercelli.

I leoni ruggiscono sin da subito e sbranano il Lumezzane.

I lombardi non sono stati a guardare ma le bianche casacche hanno saputo chiudere gli spazi ed essere prolifici in attacco.

Andiamo con ordine e così il cronometro delle emozioni si avvia dopo 40 secondi con la conclusione di Emmanuello, fuori di poco.

Minuto 10 e dall’altra parte Taugurdeau alza la mira.

Al 17’ la Pro passa in vantaggio.

Sulla destra si scatena Iezzi che mette un cross in mezzo sul quale Pisano si avventa per anticipare Nepi e mette nella propria porta.

Un giro di lancette e gli ospiti trovano il gol con l’incornata di Capelli.

Il ritmo resta alto.

Fiumanò al volo manda a lato di poco.

Superata la mezzora, la Pro rimette la freccia.

Mustacchio in azione personale mette in mezzo per Maggio che non si fa pregare e va a segno.

La ripresa si apre con i leoni in avanti.

Nepi è abile a staccare e con un’incornata calare il tris.

Il canovaccio della gara passa poi in mano ai lombardi che cercano, senza riuscirci, di rientrare in partita.

Anzi sono i locali a sfiorare il poker.

Il quarto gol arriva comunque a 6 dal 90’ quando Petrella, imbeccato da Maggio, scaglia un siluro che batte Galeotti.

Il tempo scorre e la Pro Vercelli può essere soddisfatta per un esordio vittorioso.

 

Redazione di Vercelli

 

Posted in Lo Sport
Vercelli Città

“Nonabbiamopiùparole”.

La manifestazione sindacale organizzata oggi, 4 settembre, a Vercelli, dalla locale Camera del Lavoro, ma condivisa dai Sindacati confederali a livello regionale (peraltro, presenti molte sigle di categoria anche lombarde) con la presenza del Segretario Generale della Cgil Maurizio Landini, non ha voluto significare che ormai, tanto vale stare zitti.

Zitti di fronte ai cinque morti di Brandizzo (presenti oggi anche alcuni tra i parente delle vittime); zitti di fronte alla strage di persone, mentre sono intente al lavoro (Landini richiamerà, come si può sentire nel nostro audiovideo, i numeri impressionanti in questi giorni spesso riecheggiati: una strage); zitti rispetto ad una ulteriore estensione di “piani” se l’analisi vuole andare oltre il pur drammatico impatto della realtà che si presenta e ripresenta, quasi a dire che sì, è vero, la realtà è ciò che accade, mentre noi siamo intenti a pensare come cambiarla.

Perché possiamo dire di una “estensione” di piani?

Perché, se è vero che questa tragedia si è consumata, questo lutto colpisce famiglie e comunità, questo dolore immenso origina da luoghi di lavoro, è pur vero che il dramma di questi giorni (ri)mette in luce la necessità che non sia ulteriormente differita una radicale ristrutturazione del sistema degli appalti, una decisiva ed incisiva operosa attenzione al problema “sicurezza”, che è sicurezza di tutti: a cominciare dalla necessità che interi apparati infrastrutturali, rappresentativi di un ingente patrimonio del Paese, ma un patrimonio vecchio ormai di mezzo secolo e oltre, siano oggetto di idonee pratiche manutentive.

Ma anche su questo Landini è chiaro.

L’idea guida “nonabbiamopiùparole” è solo apparentemente rinunciataria, così come quel “grido taciuto” della celeberrima poesia di Cesare Pavese.

Ma è un’idea guida che rilancia, invece, la necessità di passare dalle parole ai fatti nelle politiche della sicurezza, del lavoro, della legislazione (per entrare subito in media res) sugli appalti, pubblici e non, rimanda inevitabilmente alla necessità che risuonino, nel mondo della produzione e non solo, parole di verità.

Un bisogno di verità, di andare al cuore delle cose, di badare all’essenziale, di insistere sulla nozione di “centralità” della persona che, se comune a tutto il Magistero sociale della Chiesa, ha un momento cardine in quel 14 settembre 1981 quando il Santo Pontefice Giovanni Paolo II stupì il mondo con la Laborem Exercens, un nuovo capitolo della Dottrina sociale della Chiesa, dato nel novantesimo anniversario della Rerum Novarum

– ecco cliccando qui il testo integrale -.

Stupì il mondo perché mise a nudo verità (non si dimentichi che il Terzo millennio era tutt’altro che “ineunte”) di una tale portata innovativa, sia dal punto di vista filosofico, sia da quello della teologia morale e, infine, per alcune profetiche iridescenze, anche della sociologia e della scienza economica, sulle quali si sarebbe poi formata un’intera generazione, soprattutto di giovani, rimasti come folgorati dalla luminosità di queste gemme preziose di magistero.

Ne riportiamo (l’integrale del testo è linkato poco sopra) soltanto alcuni tratti, veramente capaci di affascinare e motivare l’impegno consapevole nel sociale di ogni cristiano.

“Il primo fondamento del lavoro – insegna Giovanni Paolo II – è infatti l’uomo stesso, e benché l’uomo sia chiamato e destinato al lavoro, il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro”.

Ed il lavoro:

“è una chiave, e probabilmente la chiave essenziale, di tutta la questione sociale, se cerchiamo di vederla veramente dal punto di vista del bene dell’uomo”.

E, se è vero, come è vero, che occorre – sono parole che Landini pronuncia al nostro microfono, nella dichiarazione dedicata ai nostri Lettori ed video ripropone – superare il sistema dei subappalti “a cascata”, anche in quanto (forse giuridicamente, non certo moralmente) de-responsabilizzanti per “datori di lavoro indiretti”, ecco quanto (ci si permette di richiamare ancora: nel 1981!) il Papa insegnava:

17. Il concetto di datore di lavoro indiretto si riferisce così a molti e vari elementi. La responsabilità del datore di lavoro indiretto è diversa da quella del datore di lavoro diretto – come indica la stessa parola: la responsabilità è meno diretta -, ma essa rimane una vera responsabilità: il datore di lavoro indiretto determina sostanzialmente l’uno o l’altro aspetto del rapporto di lavoro, e condiziona in tal modo il comportamento del datore di lavoro diretto, quando quest’ultimo determina concretamente il contratto ed i rapporti di lavoro”.

Sono proprio le responsabilità sociali e politiche a dover fare i conti con l’esigenza di un impegno etico all’altezza del compito, se è vero che:

“L’analisi del lavoro umano, fatta nell’orizzonte dell’opera divina della salvezza, penetra al centro stesso della problematica etico-sociale, e sfocia in un’etica del lavoro che a buon diritto si può qualificare nuova. (…). Problemi come il lavoro iniquo, disumano, non tutelato, o disprezzato esigono da parte dei cristiani una rinnovata assunzione di responsabilità. L’etica del lavoro riguarda, soprattutto, la dimensione soggettiva di esso, cioè l’uomo come persona, come soggetto del lavoro.  Il primo fondamento del lavoro è infatti l’uomo stesso, e benché l’uomo sia chiamato e destinato al lavoro, il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro”.

E, affinchè non fosse dimenticata la esigente lezione della Storia:

“8. fu giustificata, dal punto di vista della morale sociale, la reazione contro il sistema di ingiustizia e di danno, che gridava vendetta al cospetto del Cielo13, e che pesava sull’uomo del lavoro in quel periodo di rapida industrializzazione. Questo stato di cose era favorito dal sistema socio-politico liberale che, secondo le sue premesse di economismo, rafforzava e assicurava l’iniziativa economica dei soli possessori del capitale, ma non si preoccupava abbastanza dei diritti dell’uomo del lavoro, affermando che il lavoro umano è soltanto uno strumento di produzione e che il capitale e il fondamento, il coefficiente e lo scopo della produzione”.

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Così, quindi, il principio della priorità del lavoro nei confronti del capitale è un postulato appartenente all’ordine della morale sociale.

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La giornata di oggi, certo dominata dal dolore, da un silenzio dolente quanto a suo modo eloquente, ha consegnato al futuro l’esperienza di una grande unità, di una straordinaria compattezza di tutta la società, la vicinanza partecipe e fraterna della Chiesa: significativa anche per questo la presenza dell’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo .

E’ stato giustamente osservato che una simile partecipazione ad una manifestazione sindacale non si fosse vista, a Vercelli, ormai da molti anni: certo, un risultato rilevante, soprattutto per la Camera del Lavoro di Vercelli che ne ha curato l’organizzazione, per i Sindacati confederali, nella loro dimensione regionale.

Davvero ingente – come anche le immagini della gallery dimostrano – la presenza canavesana, di tutte le sigle sindacali.

Ma una così ampia partecipazione è anche il segno che la manifestazione ha davvero motivato l’adesione anche di tanta gente che ha voluto, anche così, dare un chiaro segnale di cambiamento.

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Ditemi voi se è normale un Paese nel quale un detenuto, appena trasferito nel carcere di Novara da Genova dopo aver dato vita ad una protesta tanto assurda quanto violenta e folle, salendo sul tetto del penitenziario di Marassi e scagliando pietre e calcinacci contro i passanti del quartiere, appena arrivato in via Sforzesca pensa bene di aggredire due poliziotti. Ma ci rendiamo conto? A questo senso di impunità, di cui larga parte della frangia violenta della popolazione detenuta è convinta di godere, devono assolutamente corrispondere provvedimenti penali e disciplinari efficaci, anche prevedendo di  destinare  carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”. Lapidario il commento di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, a quanto avvenuto nelle ultime ore nel carcere di Novara.

Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del SAPPE, spiega nel dettaglio il grave evento critico accaduto nella struttura detentiva di via Sforzesca: “Ieri mattina alle ore 6:30, il personale di Polizia in servizio in carcere è intervenuto per sedare una lite tra due detenuti stranieri scoppiata in una cella della Sezione Giudiziaria per futili motivi. Intento a separare i detenuti, un soggetto di nazionalità maghrebina, proveniente da Genova sabato pomeriggio (lo stesso che si era arrampicato sui tetti e pertanto giunto a Novara per ordine e sicurezza), il quale immotivatamente aggrediva l’ispettore di sorveglianza e l’agente di sezione con due testate, per i quali si rendeva necessario l’immediato trasporto presso il Dipartimento delle Emergenze del nosocomio di Novara”.

Per Santilli, “le carceri del Piemonte stanno vivendo ormai da tempo momenti di grande difficoltà nella gestione dei detenuti. Sono continue le aggressioni al Personale che si verificano senza che vi sia un intervento da parte degli organi superiori. E questo convince i detenuti, specie quelle più violenti, che possono fare quel che vogliono, restando impuniti. È una vergogna”.

Capece mette sotto accusa la gestione delle carceri da parte dell’attuale Capo del DAP Giovanni Russo: “La sua gestione è fallimentare: non fa praticamente nulla, vive isolato dai “suoi” uomini e non sappiamo neppure che faccia abbia, essendo evidentemente allergico al confronto con i Sindacati. Non ci incontra e non fa nulla, quando invece dovrebbe intervenire con urgenza sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza. Si guarda bene dal varere quelle necessarie ‘regole di ingaggio’ – chiare! – su cosa può fare la Polizia Penitenziaria in caso di rivolte ed eventi critici violenti prima. È sotto gli occhi di tutti, o meglio di chi vuole davvero vedere quel che succede nelle patrie galere, che sono aumentati ed aumentano gli episodi violenti: e con il regime penitenziario ‘aperto’ e la vigilanza dinamica, ossia con controlli ridotti della Polizia Penitenziaria, la situazione si è ulteriormente aggravata”. Per questo, “invito Russo– che per essere Capo della Polizia Penitenziaria (!) percepisce una lauta e corposa indennità economica oltre allo stipendio – ad andare, lui e i vari dirigenti dell’Amministrazione Penitenziaria, in carcere chi lo vive 24 ore su 24, 365 giorni, tra le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria. Corpo di Polizia a cui appartengono donne e uomini che pressochè quotidianamente hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva, che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena di olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto”.

Il Ministro della Giustizia Nordio ci dia segnali chiari o le carceri, anche per colpa di questa gestione del DAP, presto esploderanno per le proteste dei poliziotti, stufi di questo lassismo e di queste impunità”.

 

Redazione di Vercelli

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