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Taglio del nastro, lunedì mattina 30 novembre, per la nuova sede della Scuola Barolo di Varallo.

Dopo un primo anno ospiti del Formont e un secondo trascorso al centro giovanile Pastore in convenzione con la Parrocchia, finalmente le ormai tre classi dell’indirizzo Artigiano del legno dell’Ipsia Magni hanno trovato una “casa” con spazi più adeguati, a partire da un laboratorio capiente, molto luminoso, attrezzato con macchinari moderni .

La nuova sede si trova in un’ala del Centro XXV Aprile, polo scolastico che già vede qui insediati l’istituto alberghiero “Pastore” e le scuole medie dell’Istituto comprensivo Tanzio da Varallo.

Alla cerimonia erano presenti molte autorità, dall’amministrazione provinciale con il presidente Davide Gilardino a quella comunale con il sindaco Pietro Bondetti e il vice Eraldo Botta.

Per il mondo della scuola, oltre ovviamente al dirigente scolastico dell’Istituto V. Lancia, di cui la Barolo è plesso distaccato, Carmelo Profetto, alla referente del corso Carla Ferraris, al vicepreside Marco Porzio e ai molti docenti tra cui Roberto Multone, insegnante di laboratorio, impegnati quotidianamente con i circa 50 giovani iscritti, ad impreziosire la giornata la presenza del provveditore agli studi di Vercelli, Concetta Parafioriti.

Erano inoltre presenti tanti imprenditori locali e non e i rappresentanti delle principali associazioni di categoria (CNVV, Confartigianato P.O. e CNA Piemonte Nord) a dimostrazione della vicinanza delle due realtà, istruzione e mondo del lavoro.

Per l’occasione anche gli studenti delle scuole medie, con i loro professori di musica, hanno dedicato un breve saggio musicale ai presenti mentre l’alberghiero ha organizzato un piccolo rinfresco.

Un ringraziamento, oltre che a tutti i presenti e al Provveditore, la cui visita a Varallo è stato per la scuola un evento atteso da anni, il dirigente scolastico lo rivolge “a tutti i docenti e ai propri collaboratori che con grande passione e dedizione contribuiscono ogni giorno a far vivere questo straordinario progetto scolastico, didattico-educativo e professionale qual è la scuola Barolo”.

 

Redazione di Vercelli

 

 

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La capolista Alcione Milano, pareggia con il Gozzano. Apre Di Giovanni, chiude Zito.

Il Chisola passa a Borgosesia. Torinesi avanti con Ponsat, rimonta granata firmata Lauciello e Iannacone, controsorpasso di Rizq e Viano.

L’RG Ticino supera la Sanremese, in gol Colombo.

La Fezzanese fa suo il derby ligure contro il Ligorna. I genovesi scattano con Miracoli ma Bruccini e Baudi ribaltano la situazione.

Pari tra Vado e Derthona.

Liguri avanti di due reti con Donaggio e Capra, pareggio ospite con Rossi e Saccà.

Il Chieri con Rivi è corsaro in casa della Lavagnese.

Likaxhiu regala il successo all’Albenga contro il Pont Donnaz.

L’Asti con Valenti, sbriga la pratica Pinerolo.

Gara senza reti tra Bra e Vogherese.

Il Città di Varese ringrazia Banfi e batte l’Alba.

La giornata

BorgosesiaChisola 2-3

Albenga-Pont Donnaz 1-0

Alcione Milano-Gozzano 1-1

Asti-Pinerolo 1-0

Bra-Vogherese 0-0

Città di Varese-Alba 1-0

Lavagnese-Chieri 0-1

RG Ticino-Sanremese 1-0

Fezzanese-Ligorna 2-1

Vado-Derthona 2-2

Classifica

Alcione 24

Chisola 21

Asti 20

Albenga 19

Derthona 18

Rg Ticino 18

Vado 17

Fezzanese 16

Città di Varese 16

Vogherese 14

Bra 13

Borgosesia 12

Gozzano 12

Ligorna 12

Pinerolo 12

Sanremese 12

Chieri 12

Lavagnese 11

Alba 11

Pont Donnaz 8

 

Redazione di Vercelli

 

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Borgosesia-Chisola 2-3

Albenga-Pont Donnaz 1-0

Alcione Milano-Gozzano 1-1

Asti-Pinerolo 1-0

Bra-Vogherese 0-0

Città di Varese-Alba 1-0

Lavagnese-Chieri 0-1

RG Ticino-Sanremese 1-0

Fezzanese-Ligorna 2-1

Vado-Derthona 2-2

Classifica

 Alcione 24

Chisola 21

Asti 20

Albenga 19

Derthona 18

Rg Ticino 18

Vado 17

Fezzanese 16

Città di Varese 16

Vogherese 14

Bra 13

Borgosesia 12

Gozzano 12

Ligorna 12

Pinerolo 12

Sanremese 12

Chieri 12

Lavagnese 11

Alba 11

Pont Donnaz 8

Redazione di Vercelli

 

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Borgosesia 2

Chisola 3

Marcatori: 17’ pt Ponsat, 3’ st Lauciello, 32’ st Iannacone, 39’ st Rizq, 41’ st Viano.

Borgosesia (3-5-2): Uva; F. Gilli, Derbali, Rekkab; Iannacone (48’ st Duguet), Tunesi, De Angelis (1’ st Bertoni), Lauciello (37’ st Colombo), Gonella; Giacona, Del Barba (28’ st Tobia). A disp.: Autoriello, Maselli, Pani, El Achkaoui, Peritore. All.: Moretti.

Chisola (3-4-1-2): Montiglio; Conrotto, Benedetto, Nisci; Rosano, Viano, Di Lernia (17’ st Areco), Gironda (21’ pt Satta (46’ st De Fazio)); La Marca (46’ st Montenegro); Rizq, Ponsat. A disp.: Cecchetto, Degasso, Antolini, Trimarchi, Mazzotta. All.: Mezzano.

Arbitro: Antonini di Rimini.

Guardalinee: Condrut di Castelfranco Veneto e Pasquesi di Rovigo.

Note: cielo coperto. Terreno in erba sintetica. Spettatori: 250 circa. Ammoniti: Viano, Ponsat, Gilli, Nisci, Giacona. Angoli: 4-2. Recupero: 1’ pt-5’ st.

Ancora una volta il Borgosesia perde punti per un errore arbitrale.

L’ultima gara interna contro il Pinerolo aveva visto l’ingiusta espulsione di Bertoni.

Contro il Chisola il gol del 2 a 2 torinese arriva con Rizq in posizione di fuori gioco di circa un metro.

Errori che possono capitare?

Certamente, ma chi restituisce i punti in  classifica?.

La prima fase è contraddistinta da grande equilibrio.

Le squadre si affrontano a viso aperto ma non trovano varchi.

Al primo vero assalto i torinesi passano in vantaggio.

Al 17’ sugli sviluppi di una punizione dalla sinistra, Ponsat di testa porta avanti i suoi.

E’ il 20’ quando Montiglio, dice di no a Gonella.

Dopo gli ospiti sfiorano il raddoppio in un paio di occasioni.

Al 35’ Ponsat spizzica di testa; Uva d’istinto si salva con l’aiuto della traversa.

Due minuti dopo, La Marca calcia sul palo.

Si torna in campo e arriva il pari.

Gonella dopo 3 minuti, pesca Lauciello che al volo manda in rete.

Al 27’ Gilli ci prova dalla distanza ma la mira è alta.

Alla mezza Uva dice di no a Viano.

E’ il 32’ quando un tiro rimpallato di Giacona viene intercettato da Iannacone che di fino firma il sorpasso.

A firmare il pareggio è Rizq in posizione di fuori gioco.

Nel finale Viano si inventa un eurogol e consegna la vittoria ai suoi.

 

Redazione di Vercelli

 

 

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Riceviamo e pubblichiamo

È morto Thomas Gazit, Testimone dell’Olocausto; Novara e Vercelli gli dedichino una via

di Roberto Malini

Si è spento a Novara il 25 ottobre scorso e riposa al cimitero ebraico di Vercelli; ha promosso fra i giovani la conoscenza della Shoah e la necessità di inseguire progetti di pace e uguaglianza; richiesta alle province di Novara e Vercelli l’intitolazione di una via o una piazza al sopravvissuto all’Olocausto

Il 30 ottobre si è tenuta a Vercelli, presso il cimitero ebraico, la cerimonia funebre per Thomas Gazit, testimone della Shoah, educatore e attivista contro l’antisemitismo e tutte le forme di intolleranza, spentosi a Novara due giorni prima, all’età di novantun anni.

Era nato a Budapest, con il nome di Tamas Fekete, il 25 ottobre 1932, dai genitori ebrei Arpad Fekete e Gizelle Weiss.

Fin dalla prima infanzia Thomas conobbe gli effetti drammatici dell’antisemitismo e subì a partire dal 1939 l’isolamento e gli effetti persecutori delle leggi antisemite.

Il bambino sapeva di far parte della più numerosa comunità ebraica europea, dopo lo sterminio di quelle dell’Unione sovietica e della Polonia.

Il 19 marzo di quell’anno Hitler lanciò l’Operazione Margarethe, iniziando l’occupazione dell’Ungheria.

In quel momento, si occupava del ragazzino Albert Geyer, avvocato, presidente dell’Associazione Sionista ungherese, che successivamente ne diventerà il padre adottivo.

Grazie al Giusto fra le Nazioni Karl Lutz, Thomas trovò rifugio nella Casa di Vetro, a pochi passi dal parlamento.

Mentre iniziavano le deportazioni verso i campi di morte, che dimezzeranno la comunità ebraica magiara, l’undicenne Thomas, nonostante il terrore quotidiano di essere arrestato e spedito ad Auschwitz, eviterà la deportazione e le esecuzioni sommarie da parte dei filonazisti ungheresi, le Croci frecciate.

Era uno dei tremila ebrei che sopravvissero all’Olocausto, forniti di passaporti falsi, all’interno del palazzo dove aveva sede il dipartimento emigrazione dell’Ambasciata Svizzera a Budapest.

Nel 1949 raggiunse clandestinamente Israele, attraverso la Cecoslovacchia, perché non era più possibile lasciare l’Ungheria, ormai sotto il controllo sovietico.

Si arruolò nell’esercito israeliano, dove prese parte ai primi conflitti con i vicini arabi.

Conseguì la laurea in ingegneria e prestò servizio sulle navi, in qualità di ingegnere per i sistemi di rilevazione radar e missilistici.

Nel 1969 sposò Margita “Margalit” Schwarz, anche lei rifugiata in Israele dopo essere sopravvissuta alla Shoah.

Congedato, iniziò a lavorare per una multinazionale con sedi in tutto il mondo, tra cui in Italia.

Si stabilì a Novara verso la metà degli anni 1970. Successivamente fondò un’azienda di elettronica di precisione, la G-Tronic, che operò fino agli inizi del 2000.

Thomas Gazit ha portato la sua testimonianza nelle scuole e ovunque fosse richiesta.

Rivestendo il ruolo di vice presidente dell’Associazione Italia-Israele di Vercelli, Novara e Casale Monferrato, ha organizzato importanti eventi legati alla storia e alla cultura dello Stato di Israele e alla Memoria della Shoah.

Nel 2011 è stato fra gli ispiratori del movimento di opinione internazionale che ha condotto alla liberazione del caporale Gilad Shalit, soldato israeliano catturato dai terroristi di Hamas nel 2006.

È anche memorabile la sua azione a difesa del ricordo dei Giusti fra le Nazioni Giovanni Palatucci e Oskar Schindler, al centro di una campagna di discredito di cui, insieme ad altri attivisti, ha dimostrato l’infondatezza.

Fino all’ultimo giorno della sua vita, Thomas ha ispirato le nuove generazioni a difendere la Memoria della Shoah e a promuovere tolleranza e pace.

Per me è stato un maestro, un amico, un consigliere illuminato e nella mia opera di difensore dei diritti umani ed educatore alla Memoria resterà sempre un luminoso punto di riferimento.

Insieme ad altri storici e attivisti per la Memoria dell’Olocausto, ho chiesto ai comuni di Novara e Vercelli di dedicare una via, una piazza, un giardino pubblico, un istituto scolastico o un altro luogo simbolico a Thomas Gazit, sopravvissuto alla Shoah che ha avuto una significativa influenza di civiltà sulla cittadinanza e sulle istituzioni delle due province piemontesi.

Roberto Malini 
scrittore e difensore dei diritti umani
Premio Rotondi 2018 quale “Salvatore del’arte della Shoah”
Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria

EveryOne Group

 

Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume

In occasione dell’annuale ricorrenza di Santa Cecilia  l’A.V.P.S. Odv, Associazione per la Valorizzazione del Paesaggio della Bassa Serra Biellese – Museo Laboratorio dell’Oro e della Pietra, in collaborazione con la Parrocchia Santa Maria Assunta e la Banda Musicale di Salussola,  propongono la  mostra dedicata a Santa Cecilia patrona della musica – Storia della Banda Musicale  dai ricordi, dai documenti e dalle foto d’archivio. 

Con tale evento, se da un lato si vuole porre in evidenza il collegamento tra la storia e la leggenda della vita di Santa Cecilia alla musica e alle numerose iconografie che la riguardano, dall’altro si intende valorizzare la storia della banda musicale, come patrimonio di una comunità.

Ricercare, studiare e far conoscere le origini e la storia della banda significa esprimere la gratitudine a tutti i componenti, di ieri e di oggi, presidenti, direttori e musici che hanno dedicato  la loro passione e la loro arte a questa importante e bella istituzione.

La mostra rimarrà aperta, presso la sede del Museo in via Duca d’Aosta 7 a Salussola Monte (BI),  sabato 4 novembre , ore 15 – 18, e domenica 5 novembre 2023 ore 10:30 – 12:30.

Domenica 5 alle ore 11:15 come occasione speciale Intermezzo musicale della banda di Salussola, visita alla mostra e aperitivo.

Per informazioni: 3533207515 oppure  info@museolaboratoriosalussola.org .

Redazione di Vercelli

 

 

Posted in Cultura e Spettacolo

E’ il ritorno al rock elettrico a contraddistinguere il Tour 2023 dei Negrita.

La band, sabato 28 ottobre ha fatto tappa al Phenomenon di Fontaneto D’Agogna.

Per tre anni, il gruppo è stato impegnato in esibizioni acustiche nei teatri.

Un percorso culminato con l’Mtv Unplugged Negrita.

Ora si è tornati al rock elettrico, lasciati gli sgabelli si ritorna a saltare.

Il tour 2023 veda la band riproporre i propri evergreen.

Sul palco sono saliti: Paolo “Pau” Bruni, Enrico “Drigo” Salvi e Cesare “Mac” Petricich, Giacomo Rossetti, Guglielmo Ridolfo Gagliano, Cristiano Dalla Pellegrina.

La scaletta:

Siamo ancora qua

Bambole

Il libro in una mano, la bomba nell’altra

Io sono

Non ci guarderemo indietro mai

Brucerò per te

Negativo

In ogni atomo

Hollywood

Il gioco

Che rumore fa la felicità?

Destinati a perdersi

Radio Conga

Notte mediterranea

Rotolando verso Sud

Alzati Teresa

Non torneranno più

Ho imparato a sognare

Splendido

La tua canzone

A modo mio

Cambio

Mama Maè

Gioia infinita

Ehi! Negrita

La fotogallery è a cura di Gian Franco Gozzi, inviato per questo appuntamento.

Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Ap 7,2-4.9-14

Dall’Apocalisse di San Giovanni Apostolo.

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».

Sal 23

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

1 Gv 3, 1-3

Dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo.

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

Mt 5, 1-12

Dal Vangelo secondo San Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Parole per gente coraggiosa, pronunciate su un monte, da “seduto”, con autorità.

Non può passare inosservata questa azione di Gesù: prima di pronunciare il discorso si “mise a sedere”.

Gesto banale? Assolutamente no!

Gesù sta insegnando, un gesto di chi insegna con “autorità”.

Autorità che è “mandato divino”.

Una ricchezza inesauribile di parole, pronunciate con autorevolezza: Gesù “insegna”, lascia il “segno” in ogni uomo e lo fa con le Parole, quelle parole pronunciate per l’uomo, ma che “raccontano” Lui stesso.

Identikit di un Dio.

Parole ed insegnamenti per una vita in Dio.

Ma andiamo con ordine…

Quale grande anelito la felicità, grande desiderio ed aspirazione dell’uomo, di ogni persona.

Gesù “vede” le folle e sale sul monte.

Sale per un messaggio che “invita a salire”: il messaggio di Gesù è volto alla progressiva “elevazione spirituale”, è un messaggio importante, è la “via” sulla quale camminare, ecco perché lo pronuncia “da seduto”.

Una sintesi del messaggio di salvezza: un itinerario interiore e di concreto stile di vita che, pur nel dramma dell’esistenza, anzi proprio perché in situazione penosa, conduce alla felicità di chi vede Dio con occhi di figlio.

In alto, su una terrazza, su un balcone, dove si vede e si è visti… un affaccio sull’umanità ed una parola per l’umanità.

Un affaccio sul mondo, su quel lago dove aveva predicato, chiamato, accolto, navigato, dove era stato seguito, interrogato, dove aveva sfamato e dove aveva pregato.

Un monte, un’altura che ricorda un altro monte, altre Parole.

Da quell’altura, guardando quella folla.

Un discorso per la “folla”, non solo per gli apostoli, non solo per i discepoli, non solo per i curiosi, non solo per quelli che lo seguivano… per tutti.

Ma la folla è lì con Lui: non “lontana”, ascolta quelle  parole, quella nuova “legge” che parla di un cammino, di una “felicità”, che parte dall’amore.

Su quel “monte” tutti sono “elevati”, tutti sono “chiamati”, Gesù “sale” e porta con sé le “folle”.

Makarios: beato, meglio in cammino, in avanti ( traduzione dal greco, ma con riferimento al contesto semitico).

Gesù “‘seduto” non vuole “seduti” “sdraiati” “tranquilli poltronari”, si alza e cammina con noi, Gesù vuole persone “in piedi”, libere, persone che “sentono, odono, ascoltano, pensano, scelgono…e poi si mettono in cammino.

In cammino per avanzare…

Tutti poveri in spirito, afflitti, miti, perseguitati… persone che non si “arrotolano” su se stessi, ma si alzano in piedi.
Persone della via “in piedi “.

Come quella “beatitudine” del salmo 84:

”Beato chi trova in te la sua forza
e decide nel suo cuore il santo viaggio”

beato quell’ uomo che ha i sentieri di cammino nel cuore, li ha uditi da quel monte, e si è messo “in cammino”, ha seguito …

Avanzare, camminare, verso la felicità.

Mi “siedo”, ma cammino con te.

L’ insegnamento nell’esperienza biblica ebraica, ed anche di Gesù, è compagnia, è “stare con”, è tempo passato insieme, è sequela.

“Insegno” come maestro a discepoli, con coinvolgimento vitale, non “passo” una informazione o istruzione.

Insegno affinché tu possa accogliere, ripensare, approfondire.

Maestro di vita e di fede.

Insegno affinché tu possa essere “felice”.

Annuncio di felicità. Di una felicità completa.

Un discorso di felicità che rivela il vero volto del Padre.

Di un Padre che è anche madre, che consola, che sazia, che usa misericordia.

Parole di un padre che invita al coraggio e chiede di “guardare in alto”, verso l’infinito.

Ascoltare e guardare e imparare a “rovesciare” con coraggio la logica del mondo.

Poveri in spirito, afflitti, miti, affamati e assetati di giustizia, misericordiosi, puri, operatori di pace, perseguitati per la giustizia…questi sono “beati”, chiamati alla felicità.

“Chiamati”, in-camminati alla felicità, alla beatitudine.

In “salita” su quell’altura, non da soli, in-camminati alla gioia, all’amore, con chi dell’amore e della gioia ha fatto la vita.

“Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.”
(Salmo 23)

Salire al monte, salire e stare con il Signore… la “ricetta” della felicità è questa: il cuore puro.

Una “ricetta” con le “dosi giuste”, la “traduzione pratica” del Vangelo, l’effetto sicuro di quelle persone coraggiose che sono alla sequela di Cristo.

Una strada da seguire, un modello, Cristo, da imitare, una “via di perfezione” verso la felicità.

Verso la santità.

Modello impossibile? Supereroi? Superpoteri?

Tutti chiamati, da Gesù in modo semplice e chiaro: seguire la strada delle Beatitudini.

Impresa impossibile?

Santi sono i “poveri in spirito”, gli umili, quelli che riconoscono la volontà di Dio, come Maria, a cui Dio “ha guardato l’umiltà” , come Gesù “umile di cuore” (Mt 11,29).

Santi sono “miti”: quelli con occhi attenti al prossimo, che  hanno cura e rispetto delle persone, che non ricambiano con il male ricevuto.

Santi sono gli “afflitti”: quelli che soffrono davanti a Dio, ma che confidano e parlano a Dio della loro angoscia e la sanno trasformare in preghiera, in affidamento a Lui.

Santi sono gli “affamati e assetati di giustizia”, non di vendetta, di quella giustizia che ha nel cuore la generosità che genera amore, che rivela pienamente il volto di Dio.

Santi sono “misericordiosi”, quelli che compiono gesti concreti di generoso perdono, quelli che si fanno “prossimi” come Gesù, quelli che sanno chinarsi sugli altri con accoglienza.

Santi sono i “puri di cuore”: coloro il cui cuore è sempre rivolto a Dio. Coloro nel cui cuore c’è fede, non c’è malizia, i “giusti”.

Santi sono gli “operatori di pace”: quelli che “fanno” la pace, quelli che “portano” la pace di Cristo.

Santi sono i “perseguitati”: coloro che, sono coraggiosi, coloro che “scelgono cristo”, scelgono con gioia il Vangelo e rimangono fedeli.

E allora santità è questo: chiamata.

Chiamata accettare ogni giorno la via del Vangelo: questo è santità.

Riconoscere negli uomini delle beatitudini il volto di Cristo e farsi volto di Cristo nella logica delle Beatitudini per chiunque sarà “prossimo”.

Posted in Pagine di Fede

Grave incidente stradale poco prima dell’alba di stamane, 1 novembre, attorno alle ore 4,30 in territorio comunale di Lamporo.

Per cause che sono al vaglio degli Inquirenti (procedono i Carabinieri) la Volkswagen guidata da Francesco Bassi, un giovane di 20 anni, finiva fuori strada, terminando la propria corsa nel campo attiguo alla massicciata stradale, come si vede dalle immagini.

Il giovane è deceduto. Pur intervenuti tempestivamente, i soccorritori non hanno potuto fare nulla

Posted in Cronaca

Ieri, martedì 31 ottobre, l’Associazione Veterani della Pro Vercelli, presieduta da Franco Balocco, ha consegnato a padre Alberto Colombo, della chiesa di Billiemme, un contributo di 250 euro, frutto della raccolta di fondi per beneficenza fatta durante l’iniziativa “Bianche Casacche per sempre” che si era svolta a giugno sui campi Canadà.

Erano presenti il presidente Balocco e i consiglieri Mauro Brignoni, Piter Adami e Donato Roda.

Un’altra somma è stata destinata ad un privato bisognoso di Vercelli.

Iniziative che onorano il già ricco blasone dell’associazione sportiva vercellese, che ha avuto, in passato, come presidente il campione della Fiorentina Giovanni Pirovano e come vice l’indimenticabile Felix Lombardi.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport