VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

Sample Page

Tutto pronto nel Comitato Carnevale di Serravalle Sesia per riprendere in grande stile la manifestazione in assoluto più antica del paese di Serravalle che quest’anno compie ben 127 anni di storia come Carnevale moderno, ma con una storia che si perde nella notte dei tempi considerato che la prima traccia del Carnevale serravallese si intreccia con la storia di S. Euseo attorno al 1200.

Ci saranno in programma alcune novità ma sono confermate anche tutte le date “tradizionali” del Carnevale Serravallese, confermate anche per il 2024 le nostre maschere, Paolo Sassi sarà ancora il Mugiun VIII e Silvia Pezzana vestirà ancora i panni della sua consorte la Mugiuna.

Dopo l’inaugurazione dell’area dedicata al Carnevale di Serravalle Sesia all’interno del Museo Don Florindo dell’anno scorso dove abbiamo  messo a disposizione di tutto il  paese un pezzo di storia della nostra comunità e del nostro territorio, quest’anno l’apertura del nostro Carnevale torna come  tradizione ed avverrà sabato 20 gennaio alle ore 17,00 presso il Municipio di Serravalle Sesia con la consueta consegna della chiavi del paese da parte del sindaco Massimo Basso al Mugiun.

Confermata la giornata dedicata interamente ai bambini organizzata per sabato 03 febbraio 2024 dalle ore 14,00 in collaborazione con l’istituto Comprensivo P. R. Baranzano con la tradizionale sfilata, che terminerà in Piazza 1 Maggio dove i bambini potranno trovare un area giochi con tanti giochi gonfiabili, animazione dedicata con giocolieri, trucca bimbi e baby dance e tante altre novità, il tutto totalmente gratuito.

Martedi 13 febbraio (Martedi Grasso) ecco la novità del 2024! Sarà dedicata una serata in piazza Libertà a tutta la popolazione di Serravalle per concludere in festa il nostro Carnevale 2024!

Dalle ore 20,30 in piazza ci sarà Vin Brulè alla luce delle fiaccole il Mugiun leggerà il suo testamento e a seguire il rogo di Mugiun VIII, al termine Grandioso spettacolo Pirotecnico presentato dalla ditta GFG PYRO di Omegna (NO), per la prima volta a Serravalle Sesia ci sarà uno spettacolo di fuochi artificiali per salutare il carnevale 2024!

Tutta la popolazione è invitata a partecipare alla serata che sarà totalmente gratuita.

La giornata è  resa possibile grazie al supporto e alla collaborazione fondamentale del Comune di Serravalle Sesia e alle aziende del territorio che hanno deciso di dare un contributo importante alla nostra iniziativa.

Il gruppo mascherato parteciperà ai principali eventi dei Carnevali Valsesiani e Vercellesi.

Programma Carnevale di Serravalle Sesia 2024

Sabato 20 gennaio 2024:

dalle ore 11,30 presso la sede di Piazza Tirondello  distribuzione trippa alla popolazione;

ore 17,00 presso il Municipio di Serravalle Sesia “Arrivo di Sua Maestà Mugiun VIII” e consegna  delle chiavi del paese da parte del Sindaco;

dalle ore 18, presso il Bar Impero “Aperytrippa” apericena  Cenoiro (posti limitati ed esclusivamente su prenotazione), a seguire dalle ore 21,00 serata in compagnia “Discomugiun

Sabato 27 gennaio 2024:

dalle ore 09,30 Tradizionale “Catula per le vie del paese”;

Sabato 3 febbraio 2024: dalle 14,00 sfilata e carnevale dei bambini in collaborazione con le Scuole, al termine della sfilata  in piazza libertà giochi e intrattenimento;

dalle ore 21,30 presso il “Bar Asti” di Piazza Libertà “La notte della Mugiuna” serata per festeggiare la Mugiuna.

Giovedi 8 Febbraio 2024 :

durante la giornata “Giubiacia” visita delle maschere del paese alle nostre scuole;

Giubiacia: Tra le contrade e con conclusione presso il Museo Don Florindo per le classi 3°-4°-5°  della scuola  elementare “Storia del Carnevale di Serravalle Sesia” a cura di Gustavo Ferrara e del comitato in collaborazione con il Comune e la Pro Loco;

Sabato 11 febbraio 2024: dalle ore 11,00 presso Piazza Tirondello distribuzione alla popolazione della tradizionale “Fagiolata”;

alle ore 20,00 presso la sede del Comitato in Piazza Tirondello

Gran Cenone del Fagiolo 2024prenotazione obbligatoria al 3382248243;

Domenica 12 febbraio 2024 :

Ore 10,00 Partecipazione di Mugiun VIII e Mugiuna  con tutto il Comitato e il seguito alla Messa presso il Santuario di Sant’Euseo in occasione del voto;

Martedi 13 febbraio  2024: Novità

Ore 20,45 presso Piazza Libertà Chiusura Carnevale 2024

Lettura Testamento e rogo di Mugiun VIII ” – Vin brulè – Cioccolata – in collaborazione con  Pro loco e Alpini;

Ore 21,30 circa: grandioso spettacolo pirotecnico a cura della ditta GFGPYRO di Omegna (NO);

Redazione di Vercelli

Posted in Eventi e Fiere

Proseguono i lavori di riqualificazione del quartiere Borgo Ala con le attività di rinnovamento della superficie stradale nel tratto di Via dell’Addolorata compreso tra Vicolo Cassini e Piazza Borgo Ala e di rifacimento della pavimentazione del marciapiede tra Piazza Statuto 7 e Via Bagna, 43 oltre a quella del marciapiede tra i numeri civici 3 e 15 di Via Vercelli.

Per consentire il rapido e sicuro svolgimento dei lavori previsti verranno apportate le seguenti modifiche provvisorie alla viabilità:

Dalle ore 8,00 di lunedì 8 gennaio 2024 e fino alle 18,00 di giovedì 29 febbraio 2024, divieto di transito in Via Dell’Addolorata nel tratto compreso tra Vicolo Cassini e Piazza Borgo Ala;

Dalle ore 8,00 di mercoledì 10 gennaio 2024 e fino al termine dei lavori, divieto di sosta con rimozione forzata nel tratto compreso tra Piazza Statuto, 7 e Via Bagna, 43;

Dalle ore 8,00 di mercoledì 10 gennaio 2024 e fino al termine dei lavori, divieto di sosta con rimozione forzata in Via Vercelli nel lato opposto al tratto compreso tra il civico 3 e il civico 15.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Enti Locali

Inizia col botto il nuovo anno per la Big Band Jazz Cuneo: dopo il grande successo dei concerti di “Scrittori in Città” (a Cuneo) e a Roaschia, la Big Band Jazz Cuneo, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Aisone, replica con un concerto presso la Confraternita “La Crusà” di Aisone, venerdì 5 gennaio, alle ore 21. L’orchestra jazz, che ha come direttore artistico il Maestro Claudio Chiara, saxofonista del cantautore Paolo Conte, sarà diretta per l’occasione dal Maestro Andrea Verdicchio; madrina e presentatrice della serata sarà Anna Bongiovanni, speaker di Radio Blu Italia, che accompagnerà gli spettatori in un suggestivo viaggio alla scoperta della musica jazz in pieno stile Big Band.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti; si consiglia la prenotazione al n. 366/5602423.

Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo

(marilisa frison) – Shalom a tutti voi!

Cosa c’è di più bello che iniziare il nuovo anno con questa parola ebraica: Shalom, che significa pace, completezza, prosperità, ciao, arrivederci o stare bene, la realizzazione piena della vita.

Ieri abbiamo festeggiato la Sacra Famiglia, una giornata importante da non perdere e vivere mettendosi idealmente davanti alla capanna. E in questo primo giorno dell’anno si festeggia: Maria Santissima, madre di Dio.

“Dio mette al primo posto una donna – ci dice il parroco di Trino, don Patrizio Maggioni – una donna che viene messa davanti a tutti, quale esempio da seguire, vogliamo essere buoni cristiani, migliorare la nostra vita? Dobbiamo imparare tutto ciò da una donna. Se Dio dovesse mettere a capo del mondo qualcuno per far seguire una rotta, non esiterebbe a dare quel ruolo a Maria. Alla faccia di colui che sostiene che Dio non tiene di alcun conto la figura femminile. A chi degli esseri umani Dio affida ciò che di più prezioso, di più caro ha: suo figlio! A una donna: a Maria! Certo supportata e aiutata da Giuseppe, ma Gabriele, la missione principale la affida a Maria, ed è questo che oggi con i Pastori festeggiamo alzando il nostro sguardo alla semplice e umile capanna di Betlemme. Maria, ama essere donna e non vuole essere altro, non ama essere una copia dell’uomo. È importante non essere omologati, ma recuperare l’esempio di Maria per tutti noi: il suo silenzio, la sua preghiera, il suo sapersi prendere cura, la sua delicatezza, dolcezza, il suo amore. Qualcosa da custodire, di prezioso per la salvezza di tutti noi – e prosegue – Il Signore ci ha dato delle indicazioni. Una delle definizioni dello Spirito Santo che io preferisco è quella in cui viene definito: Santo Spiro, il respiro di Dio presente nel mondo, che si concretizza nell’amore più puro, nell’amore più alto, nell’amore più bello, la maternità, nella gratuita di donarsi. Ecco lo Spirito Santo, ecco Dio che arriva, che crede ancora nell’umanità e si fida ancora di noi. Il mondo però volge da un’altra parte, basta nascite, più egoismo, più chiusure… Noi dobbiamo lottare per non essere diversi da quel che siamo. Maria madre di Dio, madre nostra ci è guida, ci è luce e ci è stella polare di tutto ciò”. (In allegato troverete l’omelia integrale con le belle parole di don Pato).

Nonostante il tempo uggioso, molte le persone che hanno onorato la Santa messa delle 10 con la loro presenza.

Un plauso va anche ad alcuni nostri parrocchiani che hanno trascorso l’ultimo giorno dell’anno a Torino, al Sermig, arsenale della pace, aderendo al Cenone del digiuno, partecipando alla Marcia per la Pace, alla Santa Messa e devolvendo quanto avrebbero speso per il cenone alle popolazioni della guerra in Medio Oriente.

Anche questa è Trino.

È essenziale partire dalle piccole cose per costruire ed essere tutti artigiani della Pace, uno Shalom detto da tutti con il cuore sarebbe grande cosa.

Che si fermino le armi, che si fermi l’odio, che si accenda la speranza, che vengano ascoltate le parole di Papa Francesco.

Buon anno a tutti i lettori di VercelliOggi.it!

Shalom!

Posted in Pagine di Fede

Come tradizione vuole, con l’Epifania finiscono i festeggiamenti di fine anno, ma per Santhià inizia il periodo più atteso dell’anno con l’Ufficiale Apertura del Carnevale Storico, il più antico del Piemonte e probabilmente d’Italia, una kermesse attesa, anno dopo anno, da tutta la popolazione e che, in ogni edizione, è capace di trasformare la città in un turbinio di colori, allegria e festeggiamenti.

L’appuntamento tanto atteso è per sabato 6 gennaio.

Alle ore 17.30 si troveranno in Corso Nuova Italia le Autorità Carnevalesche, capitanate da Stevulin e Majutin, che, accompagnati dai Magnifici Cavalieri, dalla Direzione, dallo Stato Maggiore e da tutte le Compagnie di carristi e Gruppi mascherati, al suono del Corpo Pifferi e Tamburi, della Banda Musicale Cittadina e della Banda Musicale i Giovani, sfileranno per le vie cittadine, arrivando in Piazza Roma.

Alle ore 18.00, una novità del 2024: in piazza Roma ci sarà l’esposizione dei bozzetti dei Carri Allegorici e dei Gruppi Mascherati a piedi, e i vari responsabili delle Compagnie illustreranno il lavoro che stanno preparando per le Sfilate Carnevalesche.

Inoltre da lunedì 8 gennaio i bozzetti saranno esposti nelle vetrine dei negozi locali.

Successivamente, alle 19.30, verrà offerto il tradizionale assaggio dei fagioli della Colossale Fagiuolata del lunedì grasso e, alle 20.00 in punto, tutti i Santhiatesi saranno in trepidante attesa di udire il suono della Banda in piazza e il passaggio del tamburo per le vie cittadine, che annuncia ufficialmente l’apertura della manifestazione più divertente dell’anno.

Buon Carnevale 2024 a tutti !

Redazione di Vercelli

Posted in Eventi e Fiere
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Dal libro dei Numeri

Nm 6, 22-27

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro:

Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 66 (67)

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti. R.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra. R.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra. R.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Gal 4,4-7

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.
E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!».
Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

L’anno “civile”, nella solennità della Chiesa dedicata a Maria SS Madre di Dio, si apre con una pagina bellissima: una benedizione.

“Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”
(prima lettura)

Basterebbero questi versetti del libro dei Numeri per “augurare” la cosa più bella nell’anno che inizia.

Barak: Benedire. Una parola presente 398 volte nell’Antico Testamento a partire dal libro della Genesi, dove compare numerose volte.

Nella cultura biblica dell’Antico Testamento benedizione è prosperità, fecondità e prosperità dell’uomo, dei greggi, della terra.

Benedire è forza di Dio, “bene-dire”, parola di Dio “efficace” e “costitutiva”.

Una benedizione che accompagna il nuovo anno: Dio si chini su di te, come si è chinato su Maria, non ti abbandoni, ti “faccia luce” con il Suo Volto, la sua Luce. Luce che illumina, che aiuta a “vedere” le cose, che aiuta a “illuminare” i volti e gli sguardi di chi incontrerai in questi giorni dell’anno che si apre davanti a te, ti custodisca, come il pastore custodisce il gregge, come una mamma tiene in braccio il bambino, sia il tuo “compagno di viaggio” nella strada che percorrerai e che intraprenderai.

“Ti custodisca” (shamar)

Dio “custodisce”, mette “vicino al cuore”, ha “premura” per ogni persona, aiuta a penetrare il Mistero.

Una benedizione che ha il volto “chinato” sull’uomo, che ha il volto di un bambino, che ha il volto del crocifisso, una benedizione che ha lo sguardo del “vieni e seguimi”, dell’ “oggi voglio venire a casa tua”, del “ti siano perdonati i peccati”, dell’ “oggi sarai con me in Paradiso”, perché “rivolgere il volto” è dire: “mi interessi”, “ti guardo”, “sono con te”.

E Dio è con l’uomo, ogni giorno.

Volge il suo volto all’uomo.

Il Volto (in ebraico Panim plurale), meglio i “volti” di Dio per l’uomo: il volto della giustizia, della misericordia, della tenerezza… l’umanità dei volti di Dio.

Dio è volto per l’uomo.

Un volto di Padre e di Madre, un volto che accompagna.

Abbiamo bisogno del suo volto.

Un volto “rivolto”, un volto “chinato”.

Un anno con Dio su di noi, con Dio “chinato” per concederci pace (shalôm).

Quella pace di cui noi, tutti, il mondo ha bisogno, quella pace che solo Dio può concedere.

Dio “metta a te pace”.

Quella pace che quel “Dio chinato” porta all’uomo, ad ogni uomo.

Quella pace che è racchiusa nel Vangelo: “amatevi come io vi ha amato”.

E dalla “benedizione” di Dio alla lode: la “benedizione dichiarativa” del fedele, che “dichiara” la sua lode a Dio:

“Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio…”
(salmo 66/67)

Anche Gesù farà “eco” – “Ti benedico o Padre, Signore del cielo e della terra” (Mt11,25).

Benedizione che è presenza di Dio nel Figlio Incarnato.

Benedizione che è lode a Dio, come quei pastori che vegliavano le veglie e che sono andati, come era stato detto loro, ma che non sono “rimasti”, non hanno “trattenuto per sé”, “ I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto” (Vangelo).

Vanno di fretta i pastori, vanno “senza indugio”, non per sbrigare una faccenda appena possibile ma perché hanno intuito che qualcosa di grande sta per compiersi. La fretta e’ la consapevolezza che Dio si fa vicino.

La fretta e’ sollecitudine, e’ approssimarsi per la disponibilità della Parola.
I pastori vanno e vedono… e trovano … che cosa trovano? Che cosa vedono?
Una mamma, un papà , un bambino…

Trovano la pace.

Pace. La pace in quel bambino, in quel Dio neonato, pace in quella speranza, in quella luce, in quel Gloria…

Pace che non può essere trattenuta, deve essere diffusa: i pastori tornarono lodando e cantando gloria.
Pastori “lodanti” con gli occhi pieni di quel bambino portatore di pace.

Pastori missionari.

Pastori che ascoltano e condividono.

I pastori di “stupiscono”, un verbo che nel Vangelo di Luca indica quell’interrogativo che l’azione di Dio suscita in modo inaspettato nella vita dell’uomo.

E Maria “custodiva” queste cose “meditandole nel suo cuore.”

Custodire e’ conservare per il futuro …

Maria contempla quel bambino e medita…

Maria medita e custodisce … sa che quel legno della mangiatoia diventera’ “Altro”, perché quel figlio e’
Maria “medita” avvicinerà gli avvenimenti. Maria contempla e medita, nel senso alto del termine
:”mettere insieme” e “avvicinare le parti”.

Custodisce e medita … conservando nel cuore.

Per gli antichi il cuore era la sede dei sentimenti, delle decisioni, dei pensieri … e Maria aveva molti pensieri … Maria

Maria sa “Custodire” : il suo cuore sa custodire la Parola di Dio; sa amare secondo la vocazione ricevuta; sa cantare a Dio “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore” (Lc 1,46-47).

Impariamo a “custodire” come Maria, quel seme che Luca nel suo Vangelo ci dice:
caduto “sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza” (Lc 8,15).Il cuore di Maria modello di accoglienza della Parola, un cuore capace di amare.

Guardiamo a Maria “Modello” di custodia e meditazione.

Maria e’ lì con in braccio quel bambino, e sarà là sotto la croce.

Theotokos = madre di Dio e se Maria è madre di Dio, Dio è vero uomo e vero Dio.

Grembo materno di donna che ha “custodito” l’uomo e Dio

Posted in Pagine di Fede
Provincia di Vercelli

“Signore, hai preso Piero per l’incontro con te in una stagione della vita in cui, da uomo credente, aveva maturato una profondità spirituale e un senso di Dio e una preghiera forte”.

Non ci sono parole più autentiche, persuasive, essenziali quanto affettuose; dolenti eppure foriere di speranza, di quelle pronunciate il 2 gennaio 2012 dal Don Stefano Martoglio, allora Ispettore provinciale dei Salesiani del Piemonte, in occasione delle Esequie di Don Piero Borelli.

In questi giorni di passaggio tra l’anno che se ne va e quello nuovo, resterà per sempre, nelle comunità parrocchiali del Sacro Cuore al Belvedere, di Sant’Antonio all’Isola e di Santa Cecilia a Caresanablot; ma in tutta la città, tutta la Diocesi, è viva la memoria di due amati Sacerdoti che si sono congedati dal mondo.

Entrambi se ne andarono nel silenzio e all’improvviso.

Don Piero, originario di Fossano, morì a soli 69 anni, nella prima mattina del 31 dicembre 2011.

Era sceso a prendere la prima colazione, insieme a Don Stefano Colombo; poi si era ritirato di nuovo in camera, accusando un po’ di stanchezza supplementare: qui lo ritrovò più tardi lo stesso Don Stefano che, preoccupato, era andato a cercarlo.

In quei giorni i suoi ragazzi dell’Oratorio, con gli Animatori, si trovavano in montagna e non li avrebbe più potuti salutare.

Tra pochi giorni ricorderemo quel tristissimo 3 gennaio di quest’anno 2023, quando vedemmo Don Augusto Scavarda, verso le nove di mattina, senza poter immaginare – al di là dei visibili segni di stanchezza impressi sul suo volto – quel che sarebbe capitato poche ore dopo: quello sarebbe stato l’ultimo incontro.

Sulla luminosa figura di Don Augusto torneremo, naturalmente, tra qualche giorno, con un ampio servizio che cercherà di riepilogare almeno i tratti essenziali della sua missione a Vercelli, del suo passaggio tra noi.

***

“Don Piero – sono le parole di Don Martoglio, ineguagliabili – aveva il cuore del Pastore, il cuore di chi è preoccupato di chi è lontano da Dio, di chi non cerca più nessuno e non viene più neanche cercato da nessuno, a volte neanche dalla Chiesa (…)”.

Un’omelia che – a modesto parere di chi scrive – resterà nella storia della Chiesa locale e della Congregazione salesiana come un esempio di sapiente carità, di fede profonda nella Provvidenza del Padre, sempre misericordiosa, anche quando misteriosa.

Posted in Pagine di Fede

Gn 15, 1-6; 21, 1-3

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: “Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande”. Rispose Abram: “Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco”. Soggiunse Abram: “Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede”. Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: “Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede”.
Poi lo condusse fuori e gli disse: “Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle” e soggiunse: “Tale sarà la tua discendenza”.
Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.

Sal 104

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

Eb 11, 8.11-12.17-19

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: “Mediante Isacco avrai una tua discendenza”. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.

Lc 2, 22-40

Dal Vangelo secondo Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: “Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore” – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
“Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele”.
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”.
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

I fondamenti della fede cristiana, soprattutto la centralità di Cristo e il senso della sua morte: la lettera (Eb 11, 8.11-12.17-19) si rivolge ai suoi destinatari esortandoli a rinvigorire la propria fede (seconda lettura).

“Per fede…”

L’espressione ricorre nel brano 3 volte, con 3 affermazioni.

Nonostante le difficoltà.

Per fede.

Fede come fondamento della speranza.

La fede è l’elemento che determina l’essere e l’agire dell’uomo “fedele”.

Fede di Abramo. Affidamento alla volontà di Dio.

Il giusto Abramo, la fedele Sara.

“Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle esse saranno la tua discendenza” (prima lettura).

Una “prospettiva” umana, quella di Abramo: Dio mantiene le promesse ed assicura una discendenza.

Una “prospettiva” di Dio, il “Signore della Vita”.

I figli dono di Dio.

La vita: dono di Dio.

Dono generoso ed abbondante, oltre ogni “logica”.

Abramo e Sara: genitori.

Padre e Madre.

Testimoni di una fede.

Abramo “non teme”, si “fida” e affida a Dio.

Una promessa: saranno padre e madre.

Una discendenza… una moltitudine.

Vita abbondante: dono “eccessivo” di Dio.

Padre e Madre, come Giuseppe e Maria, la giusta ansia e la preoccupazione dell’insegnare il cammino, di adempiere la legge e le scritture.

Maria e Giuseppe “raccontati” da Luca con grande tenerezza e umanità, una bella pagina di vita familiare, una bella pagina che ha un protagonista: “il bambino”.

Quel bambino che, come ci dice Luca all’inizio del brano, «Portarono il bambino a Gerusalemme» (v. 22); «Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui» (v. 40).

Grazia: dono di Dio.

Offerta a Dio e preannuncio, in quella città ( Gerusalemme) del compimento della sua vita.

Offerta totale di Gesù sulla croce.

Il brano ricorda la legge sui primogeniti: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» (v. 23 per Es 13,2.11): in Egitto al tempo dell’esodo Dio libera il suo popolo.

I primogeniti, a perenne riconoscenza di tale liberazione, diventavano “proprietà di Dio”, meglio, erano “a Lui consacrati”.

Per poter riappropriarsi del figlio, i genitori compivano un gesto ricco di simbolismo, offrendo qualcosa a Dio in cambio del figlio che riportavano a casa.

A questo gesto, seguiva il riscatto, come prescritto in Es 13,13.

E sarà Simeone, con le sue parole, a cogliere la portata teologica del testo: Gesù al centro “salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo Israele”.

Tutti i popoli: salvezza universale, tutte le genti.

Amore totale e assoluto di Gesù sulla croce.

Gesù non deve essere “riscattato”, è “di Dio”, è Dio.

Il “Redentore” non può essere “redento”.

I genitori “entrano” nel mistero di Gesù: meraviglia per le parole (v.33).

Simeone esulta di gioia, quella gioia che è preannuncio di quella finale.

Gioia per aver contemplato la gioia destinata a tutti: salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”.

E Anna, presentata dall’evangelista Luca, con dovizia di particolari “profetessa, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, avendo vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni”, si mise a “lodare Dio e parlava del bambino a quanto aspettavano la redenzione di Gerusalemme”

Annuncio immediato (v.38).

Simeone e Anna annunciatori e preannunciatori della salvezza.

Esperienza di salvezza.

La salvezza non come fatto individuale, ma di tutti gli uomini.

Di tutti i popoli, di tutte le genti.

Bella la “chiusura” del brano: Maria e Giuseppe “tornano a Nazaret”.

Gesù nella famiglia di Nazareth impara il “linguaggio umano”, quello delle relazioni familiari, quelle che ci aprono alla vita.

Questo linguaggio umano lo fa crescere in un’esperienza di amore che lo rende forte e capace di affrontare la vita,lo aiuta a  mettersi in relazione con gli altri, a crescere, a confrontarsi con il mondo, aprirsi alla relazione con l’Altro.

A Nazaret Dio Padre accompagna questo cammino di crescita di Gesù , lo accompagna con Maria e Giuseppe sostenuti dalla grazia di Dio.

Tornare per attendere e riconoscere.

Rispetto e fedeltà.

Dalle persone dell’incontro (Simeone e Anna) alle persone dell’attesa (Maria, Giuseppe e Gesù) .

Attesa perché Dio viene ogni giorno nella nostra vita e se sappiamo attendere con quella bella gioiosa e sana “inquietudine” di chi sa che non spera invano, che il Signore salva, sapremo essere vigilanti e conserveremo quello stesso “stupore” che fa prorompere Simeone nel canto e Anna nel compimento dell’attesa, perché sono le cose importanti che vanno “attese ed aspettate”.

Posted in Pagine di Fede

Ultime visite di gruppo alla Mostra di Arte e Liuteria “Il legno che canta”, che si concluderà domenica prossima, 7 gennaio in Arca.

Ieri la visita ha riguardato una nutrita delegazione di “50 & Più”, gli iscritti al patronato Enasco aderente a Confcommercio.

Ai visitatori si è aggiunto il sindaco Andrea Corsaro che ha parlato del valore sia della mostra sia dell’intera iniziativa (concerti, conferenze e altre mostre) organizzata dall’Associazione “Angelo Gilardino”, con l’amministrazione comunale di Vercelli, per onorare il grande compositore, chitarrista e didatta scomparso il 14 gennaio dello scorso anno.

La mostra – quindici preziose chitarre costruite tra il Settecento e l’Ottocento e ventidue capolavori della pittura italiana dell’Ottocento – si potrà ancora visitare questo sabato e questa domenica (dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19) e la prossima settimana: il venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, e sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.

 

Redazione di Vercelli

 

Posted in Cultura e Spettacolo

Giovedì 7 dicembre 2023 presso il Teatro Civico di Vercelli, il Maestro VI DAN di Taekwondo e Presidente di CSEN Vercelli, Franco Barattino, ha ricevuto, nell’ambito della Cerimonia di consegna delle Benemerenze CONI, la Stella di Bronzo al merito sportivo.
Un premio consegnato dal Presidente Regionale Stefano Mossino e dal Delegato Provinciale Laura Musazzo, che onora tanti anni di impegno, passione e sacrifici dedicati al Taekwondo e allo sport dilettantistico in generale e che rende orgogliosi tutti noi praticanti dell’A.S.D. Taekwondo Gattinara ma anche tutto il circuito sportivo CSEN.
Il M° Barattino per tutti noi, è un esempio che continueremo a seguire per sempre con l’auspicio di essere allievi degni di rappresentare questa Arte Marziale nella sua essenza e con animo gentile.

Al M° Barattino va il nostro più profondo ringraziamento per ciò che ogni giorno continua ad insegnarci”.

Redazione di Vercelli

 

Posted in Lo Sport