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(marilisa frison) – Questo sabato 17 febbraio 2024, i fedeli recandosi alla Santa messa delle 18, ritirando il Notiziario, in prima pagina, hanno avuto una notizia inaspettata, che ha lasciato tutti senza parole, disorientati.

I trinesi sono molto affezionati e legati sia al parroco don Patrizio Maggioni, che a don Riccardo Leone e leggere che il proprio parroco si sente irrequieto e ha bisogno di un periodo di congedo per dedicarsi ai più poveri, ai più bisognosi, ha creato un po’ di smarrimento. Non voglio aggiungere altro, lascio parlare la sua bella e commovente lettera, in versione integrale, in cui spiega in modo esaustivo tutto il suo stato d’animo, ai parrocchiani.

“Cari parrocchiani,
le voci di qualche settimana fa, rimbalzate qua e là, su una mia possibile partenza da Trino, hanno dato adito ad una riflessione profonda nella mia persona.
Da dove queste voci? Perché questo pensiero?
L’unica risposta che son riuscito a darmi è che, esse, avessero origine nella condivisione con qualcuno, di una certa mia intranquillità, nel mio modo di esercitare il ministero sacerdotale in questo preciso momento storico, nel mondo attuale che ci circonda.
Vi scrivo dunque per condividere lo stato di salute del mio animo.
L’ho fatto con l’Arcivescovo, ora lo faccio con voi.
Parto da una frase famosa di Sant’Agostino: “Il mio cuore è inquieto finché non riposa in Te”, perché, in sintesi estrema, essa riassume bene quel che vivo interiormente.
Sono inquieto… e probabilmente questo lo si evince anche dalle omelie che dovete, vostro malgrado, subire. La maggior parte delle parole che spendo dall’ambone mi rimbalzano addosso, i discorsi, i concetti, che da lì esprimo, sono, quasi tutti e quasi sempre, in primis, per me, più che per altri… “Cosa significa riposare nel Signore?” Cercare un bel posto in cui mettersi comodi a far niente? Il mio rischio personale è proprio questo, adagiarmi su un modello di sacerdozio comodo.
Di fronte alle varie guerre, alle immagini dei bambini che innocenti ne stanno portando tutto il peso, io sto male… e dentro me dico: cosa vuol dire essere prete?

Starsene qui in mezzo all’opulenza, al tutto e più di tutto, inermi, a fare parole, spesso vuote?!

Questo è essere prete?

Il mondo con le sue guerre di dominio, (perché di questo si tratta), ci sta trascinando in una direzione dai contorni drammatici, io ho bisogno di scendere da questo treno pesante lanciato a velocità sostenuta verso un dove che spaventa e di cui non sappiamo bene.
“Cosa significa riposare nel Signore?” Aprirsi alle parole del Santo Padre, le uniche ormai che invocano la PACE… aprirsi e adoperarsi per quelle…
“Ogni impegno per la pace implica e richiede
l’impegno per la giustizia. La pace senza giustizia non è una vera pace, non ha solide fondamenta né possibilità di futuro.” Giustizia è accettare di perdere un po’ del tanto che noi abbiamo per donarlo a chi è nel poco o nel nulla… La mia vocazione nasce proprio da questo esercizio di dono, nasce dall’imparare a perdere del mio, per regalarlo a chi, più sfortunato di me, non aveva il necessario per vivere, nasce in terra di missione, nasce tra i poveri
Una vita più mangiata, più spesa, più consumata dove si arriva a sera sfatti dalla stanchezza, per aver corso per altri, questo è evangelicamente riposante.
Ho bisogno di tornare a sudare quell’aria lì, per questo ho chiesto al vescovo la possibilità di trascorrere un periodo di qualche mese in missione, per provare a recuperare quella serenità evangelica che ora manca.
A sorpresa il vescovo mi ha detto: “Va bene” e così tra non molto partirò.
Il vescovo mi ha detto che provvederà a non far mancare ciò che serve alla parrocchia. – Prosegue – Ringraziando tutti, partendo da don Riccardo, per la clemenza accordatami sin’ora nell’aver accettato di aver accanto un prete inquieto e irrequieto, accogliendomi per quel che sono, vi chiedo quest’altro esercizio di pazienza, che so non facile… capisco già sin d’ora chi faticherà a capire il mio modo strampalato di essere prete. Metto tutto e tutti nella preghiera affinché si possa apprendere nel profondo ciò che significa “RIPOSARE NEL SIGNORE” quel “in Te” che sa anche di relazione e relazioni profonde e vere. Fiducioso che la Chiesa la guida lo Spirito Santo… e meno male perché altresì sareste/saremmo fritti, buon cammino di quaresima…”

Don Pato

***

Anche se a malincuore e con tanta tristezza, non ci resta che prendere atto, accogliere e rispettare la sua decisione e sperare che tra i poveri e gli ultimi ritrovi una meritata pace interiore e ritorni presto tra noi sereno e gioioso come eravamo abituati a vederlo prima di questi tempi difficili e dolorosi che caratterizzano lo scenario internazionale, oggi così martoriato.

Don Maggioni è parroco oltre che di Trino, di Palazzolo e Tricerro.
Un abbraccio dai tuoi parrocchiani caro don Pato.

Posted in Pagine di Fede

Al Mondadori Bookstore – viaCcavour, 4 – Vercelli giovedì 22 febbraio alle ore 17.30, Elisa Caramella con Marco Scardigli presentano “1859. Amore e rivoluzione” ed. Altrevoci.

Sullo sfondo della Seconda guerra d’indipendenza, si snoda la vicenda di Ettore Cavagliano, ufficiale inferiore del Regno di Sardegna, che con il suo reggimento partecipa all’ultima battaglia dell’intera campagna, la più sanguinosa: quella di San Martino. Reduce della Guerra di Crimea di quattro anni prima, Ettore sogna di continuo l’amico chirurgo, Antonio Nogaret, intenzionato a tagliargli una gamba a causa di una ferita da fucile.

La convalescenza, proprio a casa del dottore, è lunga e dolorosa, la mancanza del controllo completo del proprio corpo diventa frustrante.

Nonostante i tentativi di Antonio di avvicinare l’amico alla sorella per combinare un matrimonio, Ettore prende confidenza con Francesca, moglie del medico, la sola in tutta la casa a preoccuparsi dell’umore, oltre che della salute, del ferito.

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Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo

Ricominciano gli appuntamenti con le conferenze del Mac Museo Archeologico della Città di Vercelli.

Venerdì 23 febbraio alle ore 17.30, il primo relatore del 2024 sarà il Conservatore archeologo del medesimo MAC, Fabio Pistan, che, nel corso di una conferenza dal titolo “Prima e dopo i due ospedali di S. Andrea”, pensata nell’ambito delle celebrazioni per gli 800 anni dell’Ospedale di Vercelli, metterà in evidenza le preesistenze archeologiche dell’area in cui sorse, 800 anni fa, l’ex ospedale di S. Andrea, nonché le sue trasformazioni, di pari passo l’evoluzione urbanistica di Vercelli.

Successivamente si presenteranno i dati finora noti sul secondo S. Andrea, quello attuale, solo apparentemente sorto in una zona precedentemente priva di insediamenti.

Fabio Pistan, Conservatore Archeologo presso il MAC, è un professionista che da anni lavora nel vercellese ed è stato attivo in numerose campagne di scavo in città e sul territorio.

È grande conoscitore della Vercelli romana e da sempre molto attento alle evidenze restituite dal passaggio tra l’età latina e quella medievale, caratteristica che gli deriva dal suo background di studioso dell’età di mezzo.

È infatti anche Dottore di ricerca in storia medievale.

È anche autore di numerosissime pubblicazioni e collabora attivamente con la Soprintendenza e con altri enti di ricerca.

Molto apprezzati i suoi numerosi contributi per la Società Storica Vercellese.

La partecipazione alla conferenza di venerdì 23 febbraio è gratuita.

Per info e prenotazioni, gradite non comunque necessarie, contattare i numeri telefonici: 0161649306 e 3483272584.

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Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo

Un successo la sfilata in machera che si è svolta sabato 17 febbraio per le vie del centro storico aperta dal Corpo Musicale di Occimiano Banda la Filarmonica e dal gruppo di majorette Le Azzurre di Occimiano.

A chiudere la cornice della festosa parata sono stati i giovani componenti del Gruppo Musici e gli Sbandieratori di Moncalvo.

 

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Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume

Bra-Pont Donnaz

Arbitro: Nicole Puntel di Tolmezzo

Guardalinee: Dario Tarocchi di Prato e Christian Giannetti di Firenze

Albenga-Città di Varese

Arbitro: Andrea Migliorini di Verona

Guardalinee: Alessandro Caricati di Conegliano e Marco Marchesin di Rovigo

Alcione Milano-Sanremese

Arbitro: Guido Verrocchi di Sulmona

Guardalinee: Mariano Pascale di Bologna e Simona Cavallari di Ravenna

Asti-Fezzanese

Arbitro: Filippo Vigo di Lodi

Guardalinee: Marco Nasi di Reggio Emilia e Francesco Lanfredi Sofia di Bologna

Vogherese-Derthona

Arbitro: Antonio Bissolo di Legnago

Guardalinee: Andrea Calanni di Barcellona Pozzo Di Gotto e Salvatore Girolamo Cucci di Trapani

Gozzano-Chisola

Arbitro: Mirko Pelaia di Pavia

Guardalinee: Usman Ghani Arshad di Bergamo e Federico Monardo di Bergamo

Lavagnese-Pinerolo

Arbitro: Rehmet Jusufoski di Mestre

Guardalinee: Davide Tranchida di Pisa e Antonio Orsini di Pontedera

RG Ticino-Chieri

Arbitro: Michele Piccolo di Pordenone

Guardalinee: Nicolò Matteo Presta di Cosenza e Angelo Celestino di Reggio Calabria

Vado-Ligorna

Arbitro: Alessandro Colelli di Ostia Lido

Guardalinee: Viktor Trajanovski di Novi Ligure e Yassine El Hamdaoui di Novi Ligure

 

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Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport

Pro Vercelli 0

Giana Erminio 3

Marcatori: 4’ st Minotti, 13’ st Mbarick Fall, 35’ Maguette Fall su rigore

Pro Vercelli (4-3-3): Mastrantonio; Iezzi, Citi (1’ st Parodi), Camigliano, Rodio; Iotti, Santoro, Rutigliano (24’ st Petrella); Mustacchio, Rojas (1’ st Nepi), Pannitteri. A disp.. Ghisleri, Vaccarezza, Contaldo, Gheza, Casazza, Maggio, Forte, Sarzi Puttini, Kozlowski. All. Dossena.

Giana Erminio (4-2-3-1): Zacchi; Caferri (45’ st Corno), Minotti, Ferrante, Groppelli; Marotta, Pinto (29’ st Acella); Lamesta, Franzoni, Fall Mb. (29’ st Messaggi); Fall Ma. (39’ st Perna). A disp.: Pirola, Magni, Boafo, Ballabio, Colombara, Previtali, Barzotti, Piazza, Verde. All. Chiappella.

Arbitro: Di Loreto di Terni.

Guardalinee: Andreano di Foggia e  Cozzuto di Formia

Quarto uomo: Moro di Novi Ligure.

Ammoniti: Rodio (PV), Lamesta (GE), Iotti (PV), Mustacchio (PV), Caferri (GE)

Espulso: 34’ st Santoro

Recupero: 0’ pt – 3’ st

Pesante sconfitta interna per la Pro Vercelli reduce da un risultato negativo esterno contro il Vicenza.

La partita inizia con gli ospiti in avanti e al 7’ Maguette Fall si trova davanti a Mastrantonio che colpisce col piede la palla.

17’ Mbarick Fall serve Lamesta che in area di rigore calcia con potenza ma Mastrantonio respinge.

Passa 1 minuto e Mbarick Fall supera Citi, colpisce la sfera ma ancora una volta il portiere della bianche casacche è attento.

Pro Vercelli pericolosa al 23’ con Pannitteri ma la palla è bloccata da Zacchi.

Tiro dalla distanza al 25’ di Maguette Fall, Mastrantonio manda in corner.

Marotta per la Giana Erminio prova una conclusione dalla distanza che non preoccupa il portiere di casa.

Al 36’ Mustacchio in posizione laterale tira in porta ma Zacchi respinge e manda in corner.

Occasione per la Giana Erminio al 43’: Marotta calcia con potenza ma la palla sfiora il palo.

Le squadre vanno negli spogliatoi alla fine del primo tempo sul risultato di parità: 0-0.

Nella ripresa dopo 4 minuti su calcio d’angolo la palla arriva a Minotti che sigla il gol del vantaggio per gli ospiti.

Iotti all’8’ risponde con tiro dalla distanza ma la palla sfiora la trasversa.

Raddoppia la Giana Erminio al 13’ con Mbarick Fall che solo davanti a Mastrantonio manda la palla in rete.

Ancora impegnato il portiere dei leoni su conclusione di Pinto.

Pro Vercelli reagisce e ci prova al 28’ st con Pannitteri ma il suo tiro è respinto in corner da Zacchi.

4 minuti e i leoni ancora pericolosi con Mustacchio che colpisce di testa ma la palla sfiora il palo.

Espulsione di Santoro e rigore per la Giana Erminio decretato dall’arbitro dopo l’intervento falloso in area del giocatore della Pro ai danni di Fall.

Rigore trasformato al 35’ da Maguette Fall.

La gara prosegue senza ulteriori occasioni e il triplice fischio dell’arbitro pone fine all’incontro che vede la sconfitta della Pro Vercelli.

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Redazione di Vercelli

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Campionato Second League Pallacanestrouisp Varese

5^ Giornata Ritorno

Spartans Basket: 78

Oleggio Junior Basket: 79

Parziali: 12-19; 29-32; 48-48; 71-71; 78-79.

Spartans Basket: Dyekhtyarov 28, Tosalli 19, Scalvini 11, Striano 6, Lazzarin 5, Asprella 3, Allegrini 2, Baroli 2, Pirozzi 2, Lucca, Comoli.

Coach: Francesco Paolinelli

Dir. acc.: Scalvini Andrea

Oleggio Junior Basket: Bruni 20, Casari 14, Piana 10, Portalupi 9, Zandanel 7, Colombo 5, Castaldi 5, Salari 4,  Casari 2, Marini 2, Viviani 1, Bruno.

Coach: Alessandro Bergamini

Stop interno per gli Spartans Basket guidati da coach Francesco Paolinelli che giovedì sera, al Pala Loro Piana di Borgosesia, nella 5^ giornata di ritorno del Campionato Second League Pallacanestro Uisp Varese, si sono arresi di un solo punto all’overtime alla compagine di Oleggio Junior Basket con il punteggio finale di 78-79.

Prossimo appuntamento per gli Spartans, sarà in trasferta domenica 18 febbraio, con palla a due alle ore 20:00 alla Palestra “IIS Pascal” – Strada Provinciale per Novara, 4 – Romentino (No) dove, nel recupero della settima giornata di andata del Campionato Second League, ad attenderli ci sarà  la compagine di casa Basket Romentino.

Fonte: Letizia BertiniKhristina Fanchini – Area Comunicazione

 

 

Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport

In questi giorni si sta disputando la 74esima edizione della Viareggio Cup.

Un evento al quale prende parte anche la Rappresentativa di Serie D.

Tra i convocati c’è anche il borgosesiano Matteo Giacona.

Proprio per questo il calendario che riguarda il Borgosesia Calcio in Serie D subirà delle variazioni.

La sfida con l’Alba, in programma domenica 18 febbraio, slitta.

Per sapere ufficialmente la data della disputa della gara, bisognerà osservare il cammino della Rappresentativa nel torneo.

 

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Redazione di Vercelli

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Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Gn 9, 8-15

Dal Libro della Genesi

Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra».
Dio disse:
«Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi
e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future.
Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra.
Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne, e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne».

Salmo 24

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

1 Pt 3, 18-22

Dalla Prima Lettera di San Pietro Apostolo

Carissimi, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua.
Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.

Mc 1, 12-15

Dal Vangelo secondo San Marco

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Pochissime righe del Vangelo, eppure immagini potenti, che meritano una “pausa”, che vanno lette con attenzione, che vanno meditate e rilette.

La prima domenica di Quaresima ci porta a quel primo capitolo del Vangelo di Marco, “Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia…”, immediato annuncio: Inizio del Vangelo.

Inizio ( archè ), non è solo “tempo cronologico”, è “principio”, è introduzione a tutto quello che segue: Euaggelion di Gesù, annuncio dirompente e nuovo, Persona, Dio incarnato per l’annuncio nuovo, quello “annunciato” dai profeti, annuncio di consolazione e perdono, annuncio di misericordia e salvezza.

Inizio: nello spazio e nel tempo, per “dare senso” allo spazio e al tempo, per “portare a compimento” il disegno di salvezza. Occorre “preparare la strada per il Signore”: “Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo” (Mc 1,1): Dio – uomo. Inizo e fine di tutte le cose. La strada sulla quale il Signore viene a camminare, la strada che ci farà camminare, la strada che vedrà i suoi passi e i nostri dietro di Lui.

Dio nella storia, in un luogo, in un tempo, ma per l’eternità.

Gesù Cristo: presentazione completa da parte dell’evangelista Marco. Tutto è già detto nella prima riga, in quell’inizio che racconta la salvezza di Dio per l’uomo.

Si parlerà di Gesù, di Dio, dell’uomo

“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: “convertitevi e credete nel Vangelo”.

Tempo giunto a compimento, l’attesa di secoli, di millenni è “terminata”, Dio è qui, dal tempo “provvisorio” dell’attesa, al tempo del “compimento”: già e non ancora. Non è “finito il tempo”, è finito il “tempo dell’attesa”, perché Dio mantiene le promesse.

Enghizo: “si è avvicinato”: Dio è qui, prossimità e annuncio di ciò che verrà. Dio nella storia che deve essere accolto, che deve essere atteso, che chiede “conversione”, che porterà salvezza, che viene a realizzare le promesse. Tutto in una parola.

La prossimità all’umanità.

“Il tempo è compiuto”: certo che la storia continua, ma non è più “quella di prima”, perché Gesù è venuto, ha condiviso la vita, la storia, l’ha illuminata, ha annunciato, ha preparato il Regno, ha “promesso” e “tornerà”.

“Convertitevi e credete nel Vangelo” Nel Vangelo: la Potenza della Parola è la Persona di Gesù.

Nel Vangelo: conversione ma fede. Credete!

Solo se crediamo in Gesù ci convertiamo.

Prima la fede, poi la conversione.

Fede dono, fede risposta libera.

Fede che ci consente di “vedere” quel Dio che “si è avvicinato”, che ci ha Amato, che ha usato con noi misericordia, che ha perdonato, che è buono.

E il salmista lo sottolinea

“Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre…” (Sal. 24)

Conoscere i sentieri, percorrere il cammino; cammino non solo “fisico” ( sappiamo quanto era anelata la terra per il popolo di Israele), anche cammino di fede, morale e spirituale. Guida nel cammino, fedeltà e misericordia, quella che scuote le viscere, quella che è da sempre e per sempre: di Dio per l’uomo, ma anche dell’uomo per Dio.

E lo Spirito lo “sospinge” nel deserto.

Un “luogo” ma anche una “condizione”: luogo della solitudine, della fame, delle “tentazioni” umane (Marco non le cita, ma non possiamo non ricordarle raccontate dagli altri evangelisti sinottici), luogo della fatica, ma anche luogo della preghiera, della solitudine dei forti, delle “scelte”…

Il deserto a noi ricorda la desolazione, la fatica, lo smarrimento, ma non dimentichiamo che l’uomo biblico aveva più dimestichezza di noi, del deserto: un deserto roccioso e sabbioso, un deserto pieno di insidie, ma anche “luogo” del cammino, del “transito”, del “passaggio”.

Tra schiavitù e libertà: un deserto ed un cammino, un Dio che “sfama” e che punisce, che promette una terra e che dona una legge.

Nel deserto, come dietro a Mosè colui che “salvato dalle acque”, quelle acque le ha attraversate, ha accompagnato e guidato nel deserto, si è arrampicato su quel monte, ha “lasciato” il popolo e ha ritrovato un vitello, un idolo d’oro: sogni, illusioni,promesse, cammino, alleanza.

Alleanza che rinnova quella antica, quell’”arco nel cielo”,  non l’arco del guerriero che distrugge, ma un arco che protegge, che unisce cielo e terra, come quell’arca che salva ( prima lettura).

Un arco che trapassa le nubi, scende e tocca la terra, illumina la vita, un arco che non distrugge ma che fa ri-germogliare, che  accoglie l’uomo, benedice, rischiara… un arco che non è “creato” dall’uomo, ma dipende dall’iniziativa di Dio, un Dio che “consola” ( ricordiamo il nome Noè,  Noah deriva dal verbo Naham consolare), un arco che è “ponte” tra uomo e Dio, un arco che “protegge”, come l’arca, preserva e salva da quelle acque impetuose e vorticose che sommergono e distruggono.

Come il battesimo ( seconda lettura) “arca” che salva, salvezza per l’uomo, promessa di eternità. Dio uomo muore, con al condizione umana, ma risorge in forza della sua natura divina, per ricondurre l’umanità perduta a causa del peccato, alla redenzione.

E Gesù proprio all’inizio della sua predicazione, viene “sospinto” dallo Spirito nel deserto: ripercorre la “storia” del popolo, parlerà anche Lui di “liberazione”, di cammino, di scelta, perché il Vangelo richiede capacità di “andare oltre”, di attraversare deserti e solitudini, di seguire la “svolta del tempo”, di fiducia ed attesa, di speranza e carità.

Gesù “viene sospinto”: esperienza di libertà, di scelta, di decisione: tra fragilità e grandezza.

Esperienza di deserto anche per noi che ci sappiamo “a sua immagine e somiglianza”, esempio di un Dio vermente uomo e veramente Dio, di un Dio che sa “vicino”, che sa farci sperimentare la nostra libertà tra grandezza e miseria, tra peccato e perdono, per una fede vivificata dall’Amore.

Nel deserto, per “quaranta giorni”: una “prova lunga”, ma Gesù accetta, obbediente e ne uscirà vittorioso, Satana è sconfitto, la prova è “superata”. Triplice “rinuncia” battesimale.

Salvezza per l’uomo per mezzo di Cristo.

 

Posted in Pagine di Fede

Riceviamo e pubblichiamo

Desidero ringraziare, e di vero cuore, le due vigilesse del Comando di Polizia urbana di Vercelli che venerdì sera hanno salvato Giger, la mia adorata cagnolina yorkshire-meticcia.

Il fatto.

Poco dopo le 19,30, stavo portando Ginger a spasso nel grande prato in zona Carrerour, dietro al Tigotà.

Era già buio, ad un certo punto, Ginger è sparita, e non riuscivo più a trovarla, l’ho chiamata disperatamente, e ho colto dei guaiti.

Poi ho visto che cosa le era successo e mi sono sentita raggelare: Ginger era caduta in un tombino profondo, la cui copertura era saltata perché probabilmente spostata da un mezzo meccanico in transito.

Da lì sotto Ginger mi guardava ed io non riuscivo ad afferrarla.

Così ho chiamato i vigili urbani.

Al Comando non c’era più nessuno, ma la segreteria telefonica mi ha rimandato al numero di emergenza che ho fatto prontamente: in pochi minuti è arrivata una pattuglia con due vigilesse, una delle due si è allungata il più possibile dentro il tombino,  è riuscita, con non poca fatica, a recuperare Ginger, e me l’ha riconsegnata in braccio. Poi, con la collega, ha rimesso in sicurezza il tombino, scongiurando ulteriori pericoli per altri animali, ma anche per i bambini.

Che dire:  grazie di vero cuore, e brave, bravissime.

Loretta Bianchini, Vercelli

 

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Redazione di Vercelli

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