VercelliOggi
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E’ stata celebrata oggi, domenica 24 marzo a Greggio, la Domenica delle Palme.

Il parroco don Salvatore Ggiangreco, validamente aiutato dai piccoli ministranti, ha presieduto la liturgia seguita con grande partecipazione e raccoglimento dei fedeli.

Erano presenti anche il sindaco Claudio Trada con il vice sindaco Gianfranco Rigolone ed il consiglio comunale.

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Redazione di Vercelli

Posted in Pagine di Fede

La mostra varallese dell’artista Claudio Bonomi: “Un ateo credente che spia Dio” è stata inaugurata venerdì 22 marzo, alla presenza del Vice Sindaco di Varallo, Eraldo Botta, dell’Assessore alla Cultura, Enrica Poletti, del Consigliere con delega allo Sport, Gaetano Amodio, del Sindaco di Grignasco, Avv. Katia Bui, del Vice Sindaco di Postua, Dott.ssa Cristina Patrosso, della Consigliera Provinciale Gianna Poletti, del Sindaco di Vocca, Giacomo Gagliardini, di una rappresentanza dei Vigili del Fuoco e dell’Associazione Ex Carabinieri in congedo, che sorveglieranno la mostra nel periodo di apertura.

La mostra è nata un anno fa da una chiacchierata con Claudio Bonomi e Lorena Brustio, allora responsabile del Settore Cultura: pensammo di tornare nel suggestivo chiostro del Convento Santa Maria delle Grazie, un luogo caro all’artista che dieci anni fa espose: “…e vidi la Città Santa”. E’ stato scelto un titolo provocatorio e complicato che viene illustrato nel catalogo composto da due fascicoletti contenenti l’uno la riproduzione delle cinque opere esposte e l’altro una proposta di lettura, con due pagine bianche al fondo, per offrire l’opportunità a ciascuno di formulare osservazioni o pensieri”: Giacomo Gagliardini, curatore del catalogo, ha presentato l’artista e le cinque opere che non sono nate insieme, ma sono state estrapolate da altri contesti: “cinque piccoli complessi visivi” articolati nel chiostro, per essere visti, non seguendo il camminamento coperto del quadriportico, ma guardati dall’esterno, stando nella parte centrale del chiostro.

Nella successione delle opere si crea un ritmo melodico, musicale, ma come scrisse Anna Maria Canopi, badessa delle Benedettine di San Giulio, mancata il 21 marzo 2019: “La prima reazione che si ha guardando i pannelli di Claudio Bonomi è lo stupore. Ci si trova infatti davanti ad un’arte realizzata con una tecnica del tutto originale che fa emergere da lamiere lucenti finemente cesellate figure simboliche…”: l’artista trasmette la sua visione del mondo, il suo pensiero, le sue domande che riflettono i dubbi e gli interrogativi dell’essere umano.

Molto interessante il concetto dell’uomo che “spia” Dio, perché non osa neppure guardarlo, ma si pone in posizione di ascolto, cercando di coglierne la presenza nel silenzio.

Bonomi crea utilizzando metalli lavorati come se fossero armature di mitologici guerrieri, istoriate per raccontare episodi sacri.

I titoli, o i non titoli, partono dalla Creazione: Fiat Lux? riferimento all’importanza della dicotomia luce-buio nella liturgia cattolica, segnalata da Gagliardini.

Re Salomone e la regina di Saba sono due steli: “Non bastavano ai due re le ricchezze e le abbondanze materiali, per loro era necessario riempire il vuoto spirituale, era necessario divenire ricchi interiormente: in quest’ottica Salomone colma e soddisfa con le sue parole il desiderio della Regina di Saba”.

Temptatio definita da Gagliardini come l’opera: “La più sacra e la più credente che un ateo potesse anche solo concepire di raffigurare”, con il serpente che tenta l’uomo reso intoccabile dallo scudo della Fede.

Senza titolo è un’installazione tridimensionale che rappresenta il vuoto di colui che guarda solo se stesso.

Il percorso espositivo si conclude con Tacet, riferimento al silenzio per ascoltare se stessi, gli altri e Dio: “Silenzio necessario per “spiare” Dio e per accedere dal mondo del visibile alla sfera dell’invisibile, ma non per questo meno reale”.

Eraldo Botta ha approfittato della presenza all’inaugurazione di Lorena Brustio per ringraziarla pubblicamente di quanto ha fatto negli oltre trent’anni di servizio presso il Comune di Varallo: “Dirigente del Settore Cultura che ha retto sulle sue spalle tutti gli eventi culturali della città, diventando un’amica quotidiana” e per presentare il nuovo Dirigente, Silvio Brentazzoli, già dipendente del Comune di Varallo, che: “Troverà sempre in Lorena Brustio un appoggio ed un confronto leale”.

Tra gli amici più cari Botta ha annoverato anche l’artista Claudio Bonomi, “coscienza critica e consigliere”, ricordando il suo “pinnacolo faro”, collocato al di là del ponte Antonini, la prima delle opere che completeranno il “parco degli artisti”.

L’imprenditore Arduino Vettorello, che aveva donato il terreno per realizzare la passeggiata che passa sotto al Ponte Antonini, ha annunciato che l’architetto Marco Torri ha già fatto i rilievi necessari per risolvere il problema della viabilità per accedere al parco: “Si sta preparando qualcosa che renderà ancora più bella ed armoniosa la Città”.

La mostra sarà visitabile fino a domenica 7 aprile.

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Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo
PiemonteOggi, Provincia di Vercelli, Regione Piemonte, Valsesia e Valsessera

Oltre 1000 i giovani che hanno risposto all’invito della Diocesi di Novara per partecipare alla Veglia delle Palme che si è svolta a Borgosesia sabato 23 marzo.

La giornata è iniziata dal primo pomeriggio con l’accoglienza alle 15 in oratorio per proseguire con l’itinerario di riflessione “Liberi in Cristo” per le strade e nelle chiese cittadine.

Alle 18 al Parco Magni si è tenuto l’incontro “Chi ama vola” con lo scrittore Alessandro Barbaglia.

Dopo la cena in oratorio i giovani sono ritornati al Parco Magni dove alle 21.00 hanno preso parte alla Veglia di preghiera presieduta dal Vescovo Mons. Franco Giulio Brambilla che ha ricordato il significato di questo importante momento di condivisione e riflessione e ha sottolineato la bellezza di vedere una grande partecipazione giovanile.

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Redazione di Vercelli

Posted in Pagine di Fede

Nel tardo pomeriggio di sabato 23 marzo, poco prima delle 19:00, la squadra dei Vigili del Fuoco del Comando di Vercelli e quella volontaria del distaccamento di Trino Vercellese sono intervenute per un incidente aereo.

L’aeromobile ultraleggero stava effettuando un atterraggio di emergenza in un campo agricolo.

Al momento non sono note le cause dell’avaria occorsa al velivolo.

All’arrivo sul posto, le squadre dei Vigili del Fuoco non hanno trovato i due occupanti all’interno della cabina del velivolo, ribaltatosi durante l’atterraggio, e hanno immediatamente avviato la ricerca, che si è conclusa subito perché i malcapitati si sono avvicinati appena hanno visto i mezzi dei soccorsi.

Le due persone coinvolte apparivano in buone condizioni generali e sono state affidate alle cure dei sanitari.

Il personale dei Vigili del Fuoco si è inoltre accertato e adoperato affinché l’aeromobile fosse in sicurezza.

Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri e i sanitari della PAT di Trino.

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Redazione di Vercelli

Posted in Cronaca

Intorno alle 17:30 di sabato 23 marzo, la squadra dei Vigili del Fuoco del Comando di Vercelli è intervenuta a Vercelli in Corso Bormida per un incendio di sterpaglie adiacente al corso d’acqua Cervetto.

All’arrivo sul posto, la squadra si è adoperata per la completa estinzione delle fiamme e per la messa in sicurezza dell’area interessata.

Fortunatamente non si registrano feriti.

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Redazione di Vercelli

Posted in Cronaca
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Is 50, 4-7

Dal Libro del Profeta Isaia

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.

Salmo 21

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.

Fil 2, 6-11

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi.

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.

Mc 14, 1- 15, 47

Dal Vangelo secondo San Marco

Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».
Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».
Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:
“Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”.
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.
E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.
A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

                                                                                             (Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa)

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.
Venuta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA A CURE DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO ‘MATER CARMELI’ DI BIELLA

DOMENICA DELLE PALME

Inizia il dono dell’Amore

(Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1-15,47)

Si avvicina la Pasqua, con la domenica delle Palme entriamo nella Settimana santa. Giorni di normalità di lavoro, di scuola, di impegni, ma giorni diversi per la loro intensità spirituale. Ogni nostra casa potrà diventare in questa domenica delle Palme la “nuova Gerusalemme”, la “piccola città” che accoglie il Maestro. Il ramo di olivo ce lo ricorderà.

Accogliamo nel cuore Gesù che con un puledro si presenta alle nostre porte, con Lui riascoltiamo il brano del Vangelo della sua Passione, ritroviamoci nei vari personaggi, perché la vita di ognuno di noi ha sfaccettature di bene e di mediocrità, ma con il Maestro accanto ci viene data dallo Spirito la capacità di non fermarci sui nostri errori, di non acutizzare le nostre negatività, imparando da Lui le parole che salvano e danno forza: perdono, misericordia, fiducia, speranza.

“Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fa buio totale su tutta la terra”. La morte di Gesù provoca anche nella natura un silenzio totale. In alcune situazioni della nostra vita ci troviamo in questo silenzio. Non perché Dio sia diventato muto. Non perché la potenza del suo amore sia stata sopraffatta dal nemico. Ma per una nuova nascita di Amore che sta avvenendo: tutta la creazione geme e soffre come nelle doglie di un parto.

Quando ci sembra privo di senso, quando le strade della vita sembrano precluderci orizzonti luminosi, ripetiamo – con Gesù il suo grido di scoraggiamento: “Perché ci hai abbandonato?”.  Lui ci comprende, non ci dirà che siamo “cattivi cristiani” per questo, ma sarà ancora una volta al nostro fianco per darci la mano e indicarci il volto del Padre.

Iniziamo la Settimana santa con la fiducia dei due discepoli che vengono mandati da Gesù nel villaggio per prendere il puledro sul quale lui dovrà salire per entrare in Gerusalemme.

I due discepoli si fidano. Il villaggio è “davanti” a loro. Quando il Signore manda bisogna guardare avanti, lì è la meta, lì troviamo realizzata la sua promessa. Bisogna “entrare” nel villaggio. Se cerchiamo la realizzazione della volontà di Dio non possiamo non comprometterci rimanendo ai margini della vita. I discepoli, forti della parola del Maestro, camminano verso il villaggio che hanno di fronte, entrano nel villaggio e trovano un puledro legato, fuori da una porta, sulla strada. La manifestazione della regalità di Gesù avviene grazie a questi discepoli che si fidano delle sue parole, vanno, trovano, slegano il puledro e lo portano a lui. Non si attardano a bussare alla porta, non si fermano a chiacchierare per la strada. Il mandato del Maestro è importante e la loro convinzione convince altri, i quali li lasciano fare.

Auguri pasquali da tutte noi! Fidiamoci anche noi come i due discepoli e collaboriamo con il Maestro, non ci sarà solo il momento buio del venerdì santo da affrontare, ma anche ,e soprattutto, quello luminoso dell’ incontro con il Risorto!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza

Posted in Pagine di Fede

Incontro con la scrittrice novarese Adele Garavaglia, per gli studenti della scuola secondaria di primo grado di Biandrate e Cameriano.

Un evento dal titolo “Leggere è bello e aiuta a crescere“.

La scrittrice dopo essere stata presentata dalla responsabile del progetto maestra Gedda ha spiegato quanto sia importante leggere.

Soprattutto in età evolutiva, poiché la lettura consente di acquisire un linguaggio sciolto e un lessico adeguato per ogni circostanza della vita.

Questo sviluppando anche il problema solving, competenza assai richiesta oggigiorno.

Leggere dovrebbe essere soprattutto un piacere, perciò è utile frequentare le biblioteche e librerie  per imparare a conoscere i libri e ad anticiparne il contenuto, attraverso la lettera del quarto di copertina.

Insieme con gli studenti, la scrittrice Garavaglia ha posto a confronto la letteratura per i ragazzi tradizionale con quella dei tempi attuali, analizzando anche il fumetto.

Ha insistito sul fatto che le competenze acquisite in età di adolescenza  si corroborino in età adulta, garantendo l’acquisizione di competenze utili nella vita.

Requisiti utile per costruire buoni rapporti con le persone e saper spiegare il proprio pensiero con parole adeguate.

Sono stati illustrati i vari generi di libri scritti per ragazzi e adulti. I ragazzi hanno rivolto molte domande interessanti, incuriositi.

La bravura della scrittrice è riuscita a interessare un gruppo numeroso di ragazzi.

Il gruppo formato dalla dott. Aquili, il comandante carabinieri Mariano e medici esperti, hanno ritenuto importante trasmettere ai ragazzi l’importanza di leggere sui libri per far si che i ragazzi rimangano poco sui Social.

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Redazione di Vercelli

Posted in Scuola e Università

Venerdì 22 marzo, il CCR, sempre coordinato dagli operatori dell’Associazione Itaca, coadiuvati dall’Assessore Teresa Alvino, ha eletto il Sindaco dei Ragazzi che avrà il compito di guidare il lavoro del Consiglio e di rappresentarlo davanti all’Amministrazione dei grandi e a tutta la cittadinanza.

Matteo ha ricevuto la fascia tricolore dalle mani del Sindaco Daniele Pane, che ha donato preziosi consigli per svolgere al meglio il mandato.

Durante la seduta è stata nominata anche la Giunta, per rendere operativa l’idea che ha coinvolto tutti gli studenti delle medie: il Vice-Sindaco Giulia Siciliano, l’Assessore agli Eventi e allo Sport Martina Gioia, l’Assessore al Bilancio Elise Gaertner e l’Assessore alla Comunicazione Leonardo Portinaro Cortes.

Il nuovo “Sindachino”, al termine della cerimonia di proclamazione, ha illustrato al collega adulto il progetto elaborato che riguarderà un evento in grado di promuovere Trino realizzando un momento di aggregazione innovativo per il territorio.

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Redazione di Vercelli

Posted in Enti Locali

L’Ufficio Scuola dell’arcidiocesi di Vercelli e la sezione Giorgio Berzero dell’Uciim organizzano per sabato 6 aprile un convegno sul tema “Educare alle relazioni. Spunti di riflessione”.

Il tema del convegno prende spunto dalla direttiva emanata nel novembre dello scorso anno dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, purtroppo in relazione a dolorosi fatti di cronaca che avevano interessato e coinvolto degli studenti, con lo scopo di promuovere la formazione affettiva e relazionale delle nuove generazioni, favorire il rispetto dell’altro e contrastare la violenza di genere, che secondo i dati ufficiali registrati e comunicati dal Ministero dell’Interno sono in preoccupante aumento, anche tra i più giovani.

Si tratta di una questione educativa di primaria importanza, poiché la violenza e la discriminazione nei rapporti umani – non solamente nei rapporti tra uomo e donna – ledono la dignità della persona, che è il valore cardine della società civile ed è al centro del compito della scuola.

Proprio per questo, è opportuno e doveroso che tutti i soggetti educativi sentano l’urgenza di impegnarsi per la realizzazione di un processo di maturazione cognitiva e culturale per la riduzione degli stereotipi e per l’individuazione degli strumenti più efficaci per riconoscere e prevenire abusi e soprusi.

A guidare la riflessione e la discussione sull’educazione alle relazioni è stata chiamata suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche, che il ministro Valditara aveva indicato (insieme a Paola Zerman e ad Anna Paola Concia) come garante del progetto proposto alle scuole secondarie di secondo grado del nostro paese.

Il suo intervento sarà preceduto dalla presentazione dei dati emersi da un sondaggio sull’argomento, che è stato rivolto ai dirigenti scolastici, ai docenti, ai genitori, agli studenti e al personale della scuola.

Il convegno, gratuito e aperto a tutti, si svolgerà presso il seminario arcivescovile di Vercelli, dalle ore 9,30 alle ore 12,30; ai docenti sarà rilasciato l’attestato di partecipazione valido ai fini dell’aggiornamento e della formazione professionale.

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Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume

La sezione vercellese dell’ANPI “Anna Marengo” propone, con le organizzazioni locali di Amnesty International, Auser, Coordinamento Donne SPI Cgil, CGIL ed Emergency la quarta edizione della cine rassegna, dal titolo “Il coraggio delle donne“, in collaborazione con “Movie Planet”.

Le proiezioni si terranno al cinema “Nuovo Italia”, con inizio alle ore 21.

Si parte giovedì 4 aprile con la pellicola U.S.A. del 2022 “Women Talking – il diritto di scegliere”, tratto da un romanzo di Miriam Toews ed Oscar per la miglior sceneggiatura non originale nel 2023.

La regista canadese Sarah Polley ha esordito con “Lontano da lei”, dopo una precoce carriera come attrice e sceneggiatrice, una commovente vicenda sulla lotta disperata di un lungo amore coniugale contro l’oblio della memoria indotto dalla malattia di lei.

Questo seconda prova di regia s’incentra invece sulla storia (vera) di un gruppo di donne di una comunità religiosa che nel 2010 rifiuta il progresso, di far parte della società consumistica e tecnologica.

L’assemblea femminile di nascosto discute di un segreto scioccante: gli uomini per anni le hanno drogate e poi violentate.

Quando la verità emerge, parlano della loro drammatica condizione, perché dovranno decidere se restare e combattere o andare via.

Valutano insieme, in un fienile, la capacità degli uomini di cambiare e la loro possibilità di perdonarli, lavorando alla costruzione di un futuro migliore per loro stesse, forti e unite.

Queste creature ferite quindi sfidano i soprusi, usando lo strumento democratico dell’assemblea che dà voce ad ognuna, per riaffermare dignità e libertà perdute.

La brutalità maschile è una consuetudine, solo abbozzata dalle immagini.

Si vedono gli effetti, ma mai le cause, é un processo senza i colpevoli.

L’obiettivo della regista è farci specchiare nell’anima delle vittime, per cogliere il loro dolore, le loro emozioni, in un luogo in cui la religione diventa strumento di oppressione.

Alle attrici protagoniste Claire Foy, Rooney Mara e Francis McDormand, eccellenti nei loro ruoli e pluripremiate, si deve l’empatia che coinvolge gli spettatori.

Durante questa prima serata l’ANPI cittadino presenterà la rassegna e le successive iniziative del Coordinamento Donne provinciale appena nato.

L’intervento critico è affidato a Giorgio Simonelli.

Giovedì 11/04 sarà invece proiettato il recente documentario di Silvio Soldini e Cristiana Mainardi “Un altro domani”.

Il film indaga sulle dinamiche psicologiche e socioculturali da cui ha origine la violenza sulle donne e su come si possa riconoscerla fin dai primi segnali, per prevenirla.

Se tale violenza testimonia del grado di civiltà raggiunto da una società, il nostro Paese dovrebbe interrogarsi seriamente sul modo in cui le donne vengono trattate.

Mettendo insieme molte interviste, si delinea lo scenario attuale di un fenomeno complesso e atavico, inquadrato anche in una prospettiva storica che ripercorre come in Italia stiano cambiando la sensibilità e la consapevolezza attorno a questo tema.

Si tratta quindi di un’indagine nel profondo delle relazioni intime, per comprendere dove e perché la violenza si insinua, difficile da decifrare ma già minacciosa, dando origine a una spirale dolorosa che compromette l’esistenza.

Ma soprattutto: come si riconosce il primo seme della violenza e come si può prevenire, come è possibile immaginare Un altro domani?

Un grande affresco umano, composto dalle testimonianze degli autori di violenza, delle vittime di maltrattamenti e stalking, degli orfani di femminicidio, di tutti coloro che ogni giorno si occupano del problema: forze dell’ordine, magistrati, avvocati, centri antiviolenza, psicologi e criminologi che seguono percorsi destinati agli uomini violenti.

La serata sarà introdotta, in collegamento on-line, da un incontro con la co-autrice del docufilm; gli spettatori potranno dialogare con lei, porle domande e riflettere insieme.

Infine, giovedì 18/04, sempre alle 21, si assisterà al documentario “Be my voice” diretto da Nahid Persson.

Si racconta la vera storia di Masih Alinejad, giornalista e attivista, che per milioni di donne iraniane rappresenta l’esempio alla ribellione contro l’hijab forzato.

Questo simbolo vivente di instancabile opposizione alle regole imposte da un regime oscurantista e misogino, oggi abita negli Stati Uniti ed è costretta a vivere sotto protezione.

Lotta da anni contro ogni limitazione dei diritti civili, per il rispetto delle donne in Iran.

La coraggiosa e determinata giornalista guida uno dei più grandi atti di disobbedienza civile nel suo Paese d’origine, usando la sua libertà da esiliata per dare voce alla protesta femminile, supportata anche da molti uomini.

Attraverso l’abile uso dei social, racconta la propria battaglia ed è seguita da milioni di persone.

Si è trovata, con enorme fatica psicologica, a raccogliere le testimonianze di donne che, per il solo fatto di aver osato parlare, rischiano lunghe ed umilianti pene detentive, quando non addirittura la morte.

E non si è tirata indietro di fronte ad una tale responsabilità, credendo che sia un suo preciso dovere esporsi per dare aiuto a chi è costretta a tacere e a subire i soprusi.

Sono previste riflessioni e letture a cura del Coordinamento Donne SPI CGIL.

Ci sarà la possibilità, per le classi degli Istituti superiori interessati, di assistere ad una proiezione di “Be my voice” loro riservata al mattino, previa prenotazione con una e-mail indirizzata a: cristina@movieplanetgroup.it

Allo stesso indirizzo andranno inoltrate eventuali richieste di informazioni.

Nel corso delle tre serate chi lo vorrà potrà sottoscrivere o rinnovare la tessera ANPI per il 2024.

Il biglietto d’ingresso ad ogni serata è di 8,50 euro, ma si può scegliere di acquistare in cassa al costo di 7 € la tessera annuale MOVIE+: in tal caso il biglietto è di 5 euro

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