Il Rotary Club Gattinara, presieduto dall’architetto Fulvio Caligaris, ha invitato il fotografo e skipper omegnese Walter Zerla a raccontare la sua straordinaria esperienza di navigazione durata due anni, sui due laghi piemontesi: Maggiore e d’Orta.
Zerla, socio del Rotary Club Orta San Giulio, ha attraversato strade d’acqua al timone di una barca a vela, con una macchina fotografica e un moderno drone, raccontando il suo viaggio nel volume: “Lago Maggiore e d’Orta in barca a Vela”, 200 pagine e 170 scatti, un libro, un racconto fotografico intessuto di emozioni, che ha già avuto quattro ristampe.
I capitoli, da Vagabondare a Isole, Montagne, Approdi, sono tutti orientati al racconto, legati a tappe, o a momenti importanti.
“Un fotografo non dovrebbe parlare dei suoi scatti: vuol dire che manca qualcosa e ha bisogno di essere integrato con le parole”: ma il racconto è una storia che avvince.
Tutto parte da un infarto: il cardiologo impone a Zerla di rallentare e nasce il progetto fotografico/editoriale Lagomaggioreinvela, dal quale, in collaborazione con il CNR di Pallanza, si sviluppa il progetto sailing, (Sensor based Assessment on In Lake processes and water quality – scientific INvestigation and Growing environmental awareness) che riguarda la raccolta di dati limnologici a grande scala spaziale e ad alta frequenza sul Lago Maggiore.
L’attività di ricerca ha preso l’avvio con l’installazione, sulla Caipirinha Fantini, la barca impiegata nel progetto, di sonde, che, immerse in acqua alla profondità di 1 metro, hanno misurato, durante la navigazione, la temperatura, il pH, la conducibilità elettrica, l’ossigeno disciolto ed il colore dell’acqua.
Il progetto sostenuto da molti sponsor, ha raccolto varie competenze e si è concretizzato in un viaggio sull’acqua durato due anni: 2014 e 2015.
Gli obiettivi fondamentali di Sailing sono stati due: studiare se, e come, cambiano le condizioni in diverse aree del lago ed analizzare le variazioni di queste caratteristiche ad una scala temporale compatibile con la breve durata dei cicli vitali degli organismi lacustri che costituiscono il plancton, allo scopo di capire meglio il funzionamento dell’ecosistema lago e la sua reazione ad eventi anomali, siano essi naturali, oppure provocati dall’azione dell’uomo.
Tra gli sponsor principali del progetto di Walter Zerla ci sono state le rubinetterie Fantini di Pella: Daniela Fantini ha colto l’importanza dell’aspetto scientifico di questa esperienza, condivisa con Marina Marcella Manca, direttore dell’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi (ISE) – Pallanza.
Una cima arrotolata che viene sciolta segna l’inizio del viaggio con una barca a vela lunga nove metri, costruita nel 1974 per la “camperizzazione nautica”, cioè non per imprese sportive, dotata anche di motore, perché i nostri laghi non sono così ventosi: “Per fotografare le ore migliori erano le albe e i tramonti, altrimenti si rischiava una linea piatta”.
Il progetto prevedeva un intenso dialogo con i social, tutto era stato “brandizzato”: “Ho utilizzato i primi droni che avevano un’autonomia limitata, ricordo ancora lo stupore delle monache dell’isola per quelle riprese dall’alto. In quest’esperienza ho notato che divide di più l’acqua che non le montagne…senza una barca non si arriva in certi luoghi. Attraverso le immagini ho raccontato le mie emozioni. Tra i due laghi ci sono differenze davvero notevoli: nel lago d’Orta ci sono molte più zone senza abitazioni e l’immersione nella natura è totale, si respira il silenzio”.
Nella seconda parte della serata Giovanni Mairati, fondatore dell’Associazione Casa Alessia, ha presentato la storia di quest’Associazione che ha già al suo attivo un gran numero di interventi di solidarietà, tutti documentati. Alessia Mairati era una ragazza di Novara partita sedicenne nel 2003 per uno scambio studentesco per l’Ecuador, con un grande sogno nel cuore: aiutare i bambini indigenti e bisognosi.
Il 10 giugno 2004 Alessia ebbe un problema di allergia e fu ricoverata in ospedale a Quito.
Giovanni e la moglie Paola partirono immediatamente per l’Ecuador.
Alessia era stata in coma, ma era riuscita ad uscirne e raccontò di aver visto una luce gialla intensa e di aver provato un senso di benessere incredibile.
Ricordava anche persone, con i capelli lunghi e biondi, che pregavano vicino a lei.
Disse che la sua bisnonna le aveva parlato, avvertendola che quello non era il suo momento e che doveva tornare indietro.
Venne organizzato il suo rientro in Italia , ma, per un incidente aereo, Alessia e la madre morirono.
Giovanni volle continuare il sogno di Alessia: nel 2006 nacque l’Associazione Casa Alessia, il cui scopo iniziale era quello di donare una casa in Ecuador dove ospitare i bambini senza tetto.
Purtroppo, alcune difficoltà burocratiche e logistiche impedirono di acquistare subito la struttura nel paese sudamericano e nel 2007 allora fu arredata Casa ANGSA a Novara, per accogliere i ragazzi autistici.
Grazie ad un progetto della delegazione del Rotary Club Orta San Giulio nel 2008 nacque in Burundi l’Orfanotrofio Casa Alessia di Masango, gestito dalle Sorelle della Carità, che hanno la casa generalizia a Novara.
Molti altri progetti furono attivati e si materializzò anche il sogno di Alessia per offrire migliori condizioni di vita ai bimbi ecuadoregni.
La socia del Rotary Club Gattinara Maria Grazia Petterino, che pratica attività di volontariato nell’Associazione AUSER Filo d’Argento di Novara, della quale è Presidente, oltre che membro del Direttivo Provinciale, associazione che opera a livello nazionale occupandosi di persone che soffrono di fragilità e solitudine, nel pomeriggio era stata con Giovanni Mairati a vedere un pulmino per il trasporto di ragazzi disabili: questa nuova, importante donazione di “Casa Alessia”, aiuterà l’AUSER nella sua attività.
Fulvio Caligaris, ringraziando Mairati per la testimonianza, si è riproposto di invitarlo per una serata dedicata alla presentazione dei numerosi progetti dell’Associazione Casa Alessia.
Redazione di Vercelli