VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

RISO - Riva Vercellotti (FDI): Difesa produzione riso italiana contro la concorrenza sleale del sud est asiatico  

Grazie a interessamento dell’On. Delmastro finalmente chiara la posizione del governo a tutela del comparto. Partita difficile ma aperta in Commissione Europea

PiemonteOggi, Regione Piemonte

Sono molto soddisfatto dell’attenzione che l’on. Delmastro ha dedicato al tema dei dazi sul riso proveniente dal sud est asiatico. Grazie infatti ad una sua interrogazione, il Governo ha finalmente espresso una posizione molto chiara e dal significato politico estremamente rilevante: dopo anni, l’Italia lavorerà a tutela della qualità del nostro riso”.  Lo dichiara il Consigliere regionale Carlo Riva Vercellotti dopo la risposta del Ministro degli Esteri all’interrogazione del collega di partito e parlamentare, Andrea Delmastro.

Con la recente previsione, in sede di Parlamento europeo, di un meccanismo automatico di salvaguardia per le importazioni di riso dagli stati extraeuropei, era fondamentale conoscere la posizione del nostro Governo in modo da isolare nella Commissione quegli stati del nord Europa contrari ai dazi per motivi di carattere economico visto che, col commercio e con la trasformazione dei prodotti provenienti dal sud est asiatico, garantiscono un ritorno per le loro lobby. Ebbene, grazie a quest’interrogazione dell’on. Delmastro – continua il consigliere regionale – il Governo ha raccolto l’invito di Fratelli d’Italia e ha chiarito la volontà di proteggere e tutelare la qualità del prodotto italiano in sede di Commissione e Consiglio dell’Unione europea, a tutela della nostra risicoltura. Un altro passo in avanti – conclude Riva Vercellotti – per sostenere i nostri risicoltori e scoraggiare le pratiche di concorrenza sleale del sud est asiatico dove si continua a produrre, nell’indifferenza di una parte d’Europa, senza attenzione ai diritti dei lavoratori e alla tutela dell’ambiente.”

Testo integrale dell’ interrogazione a risposta scritta presentata dall’On. Andrea Delmastro Delle Vedove il 05/05/2022 18:35

Al Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale – Per sapere – premesso che: con la scadenza della clausola di salvaguardia successiva all’abolizione dei dazi doganali sul riso, la Commissione per il commercio internazionale del Parlamento europeo ha approvato una bozza di revisione del regolamento sulle “preferenze tariffarie generalizzate”, ovverosia l’insieme di regole doganali adottate dai Paesi avanzati nei confronti di quelli in via di sviluppo;

la revisione in questione mira a salvaguardare la risicoltura europea, prevedendo l’introduzione di un meccanismo di attivazione automatica dei dazi doganali per questi tipi di prodotti provenienti dal Sud Est asiatico ogni qualvolta si registri una situazione di crisi per il settore e indipendentemente dalla quantità di riso importata, al fine di superare l’attuale meccanismo attivabile solamente alla luce di segnalazioni lanciate dalle associazioni, così come verificatosi nel 2018, anno in cui si è proceduto al ripristino della clausola di salvaguardia;

la bozza di revisione, già approvata nella Commissione sopracitata con 33 voti a favore e 8 astenuti, verrà presentata dal Palamento europeo ai negoziati informali con la Commissione e il Consiglio;

la massiccia importazione di riso estero è stata resa possibile dal cosiddetto “dazio zero”, previsto dal regime EBA (Everything But Arms) a favore dei Paesi meno sviluppati, quali Cambogia, Myanmar o anche Afghanistan, Bielorussia e Congo. Tale pratica ha danneggiato gravemente le imprese italiane, incidendo negativamente sulla concorrenza di un settore che primeggia in Europa per qualità e sicurezza del prodotto immesso nel mercato, rappresentando, inoltre, un rischio dal punto di vista sanitario. Sovente questi Paesi, in particolar modo quelli del Sud Est asiatico, risultano essere ben lontani dagli standard minimi di sicurezza richiesti e sono inoltre esenti dall’attuazione di norme presenti invece in Europa: solo nel 2016 sono state 12 le allerte da contaminazione del riso importato dai Paesi Meno Avanzati (P.M.A.), ove venne registrata la presenza di residui antiparassitari, aflatossine cancerogene o altre tossine oltre i limiti massimi consentiti, infestazioni da insetti, presenza di metalli pesanti e di OGM proibiti in Italia e in Europa;

giova ricordare come la nostra Nazione risulti essere la prima produttrice di riso in Europa, a cui è ricondotta la paternità di diverse varietà risicole riconosciute e apprezzate in tutto il mondo: dal Nano Vialone Veronese in Veneto, cui è riconosciuto il marchio IGP, al Carnaroli della Lombardia, seconda regione per produzione, al riso del Delta del Po, IGP dell’Emilia Romagna. In Piemonte, prima regione produttrice, viene coltivato l’unica DOP italiana del riso, il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese e da dove proviene, sempre a Baraggia, uno dei più famosi risi italiani da risotto, ossia il riso Arborio;

nel corso degli anni si è potuto verificare come l’assenza di un regime doganale in questo settore abbia comportato enormi svantaggi ai grandi Paesi produttori, come per l’appunto l’Italia, a tutto vantaggio, invece, di altri partner del Nord Europa, quali Germania e Olanda: tale previsione, infatti, comporta grandi benefici alle industrie di trasformazione, campo in cui questi Paesi si sono impegnati con ingenti investimenti in Cambogia e Myanmar, e non alla manodopera coinvolta nella coltivazione del riso;

da quanto sopraesposto, si evince chiaramente quanto l’attivazione di dazi doganali nei confronti dell’importazione di riso proveniente dalle nazioni del Sud Est asiatico possa garantire quella necessaria e irrinunciabile tutela a questo settore d’eccellenza già oltremodo danneggiato negli anni passati;

se il Ministro interrogato intenda sostenere apertamente le posizioni assunte dal Parlamento europeo in sede di negoziati con la Commissione e il Consiglio dell’Unione europea.

Presentatore

On. Andrea Delmastro Delle Vedove

 

Redazione di Vercelli

 

Posted in Economia