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SHADOW REFLECTIONS/ RIFLESSI D’OMBRA - Intervista a Luigi Calì    

L’artista partenopeo vanta premi nazionali ed internazionali grazie ad una ricerca pittorica istintiva, autentica, verace

Vercelli Città

Conosciamo più da vicino Luigi Calì, artista partenopeo che vanta premi nazionali ed internazionali grazie ad una ricerca pittorica istintiva, autentica, verace che gli ha consentito di ricevere ottimi riscontri di critica e di pubblico.

Luigi sarà presente all’evento culturale “Shadow reflections/Riflessi d’ombra “ in programma, a Vercelli, nel periodo autunnale.

Luigi quando nasce la tua passione per l’arte?

La pittura è da sempre nel mio DNA, anche mio padre dipinge e mi ha trasmesso questa passione, dandomi le prime dritte.

Le arti visive mi hanno sempre affascinato e sin da piccolo amavo sperimentare.

Durante gli anni delle scuole medie, ho poi realizzato i primi disegni a

matita. Successivamente ho seguito diversi corsi di pittura fra cui “Falsi d’autore”, organizzato da Giancarlo Rossi.

È stato proprio lui a spingermi a proseguire nel mio percorso artistico e per questo non lo ringrazierò mai abbastanza.

Un’altra persona che mi sta accompagnando in questo percorso artistico è Claudio Canzanella e grazie ai suoi consigli ho capito che questo è un viaggio in costante divenire.

Parlaci della tua ricerca artistica

Sono un curioso per natura, adoro fondere tecniche e stili diversi.

Non amo fossilizzarmi sulle cose, ma la mia ricerca è evoluzione, con uno sguardo anche al sociale.

Per me è importante sostenere questo genere di cause, come uomo e come cittadino prima ancora che come artista.

Proprio per questo, ad esempio, ho partecipato lʼanno scorso alla Fiera della Cultura di Casoria organizzata dal giornalista Giuseppe de Silva, realizzando le panchine della memoria presso la locale Villa comunale: una dedicata a Maradona, una contro la camorra e unʼaltra, a cui tengo particolarmente, a sostegno delle donne e contro la violenza di genere.

Cosa provi quando crei?

Unʼemozione difficile da descrivere a parole, come avrebbe detto Hopper.

Quando lavoro, mi estraneo completamente.

Ho bisogno di solitudine.

Mi piace unire la pittura con la scultura.

Sono un istintivo, ho una personalità eclettica per cui è abbastanza difficile trovare un filo conduttore.

Credo che il leitmotiv sia però la passione che trasmetto nelle mie opere, perché in tutte vi è un pezzetto della mia anima.

C’ è una tua opera a cui sei particolarmente legato?

Ogni opera è speciale per me.

Ne cito, tuttavia, tre che rispecchiano una particolare fase della mia vita.

“La Zattera della Medusa”, la mia rivisitazione del grande capolavoro di Géricault.

Risale a qualche anno fa e sono legato perché la associo ad una persona che non c’è più e che mi ha aiutato tanto. Padre Luigi De Maio, a lungo parroco della chiesa di San Domenico Soriano a Napoli, è stato fra i primi a credere in me.

Ero ancora alle prime armi, eppure mi affidò alcuni lavori artistici, permettendomi di esporre questa rivisitazione.

Mi ha sempre incitato a non buttare via il mio talento.

Non è più fra noi e mi manca molto.

Ancora, non posso non citare “Urlo sordo”, opera nata durante la pandemia e che riflette le inquietudini di una società sempre più sofferente e “Le Sette Opere di Non Misericordia”, un ciclo che mi ha permesso di superare il mio timore reverenziale nel rivisitare un maestro illustre come Caravaggio.

Una tua mostra che ricordi volentieri

La mostra internazionale Napoli, Arte & Rivoluzione al Pan, dove ero presente con la mia opera “L’abbraccio”.

C’ è un artista a cui ti ispiri o che ti piace in modo particolare?

È una domanda molto difficile.

Ogni artista che ho studiato e ammirato mi ha lasciato qualcosa e le preferenze seguono sempre il ritmo delle stagioni del cuore.

Tuttavia, posso dire che i miei artisti preferiti restano Van Gogh, Klimt e Caravaggio, forse soprattutto quest’ultimo.

Il percorso di Caravaggio, fuori e dentro la tela, è fatto luci ed ombre. Ha davvero colto l’essenza della natura umana.

Mi sono deciso solo dopo alcuni anni a mettermi in gioco con questo pittore, perché per me è un mostro sacro.

E oggi sono contento di aver superato tabù e avergli reso il giusto tributo attraverso una personale rivisitazione di alcune delle sue opere.

A cosa stai lavorando adesso?

Sto completando una rivisitazione del Narciso di Caravaggio e ho altri progetti in cantiere.

Da buon napoletano per scaramanzia non dico nulla.

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Dove possiamo trovare i tuoi lavori?

Presso la mia galleria Phoenix Art, a via Torrione San Martino n. 23 a Napoli.

Sarà sempre un piacere interagire con tutti voi.

E per chi vuole, sulla mia pagina: https://www.facebook.com/galleriaphoenix/

Un tuo messaggio di saluto per la città di Vercelli.

Un saluto alla magnifica città di Vercelli, magnifico polo culturale e città ricca di tradizioni e di storia.

 

 

Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo