Il progetto “RiconNEETtersi, buone pratiche per giovani che vivono un cortocircuito sociale” nasce da un’idea del Prof. Guido Lazzarini, Università di Torino, e dalla collaborazione tra l’Associazione Increase e l’Associazione per L’Autismo “Enrico Micheli” Onlus, con il sostegno dell’Associazione A.N.G.S.A. Novara-Vercelli Onlus e il fondamentale contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli e di Fondazione CR Valsesia Onlus.
ll gruppo di ricercazione InCreaSe nasce nel 2014 ed è costituito da professori universitari, ricercatori di Isfol/Inapp e dell’Istat, imprenditori, liberi professionisti, manager del pubblico, del privato e del terzo settore di diverse regioni d’Italia.
InCreaSe ha scopi prettamente culturali e l’attività scientifica si articola in quattro sezioni di studio/ricerca:
Intangible asset in azienda e territorio: si occupa di beni intangibili, è interessata a ricerche, studiare, informare e promuovere tutti gli approcci, le azioni, gli interventi e le politiche che, in impresa e, più in generale nelle organizzazioni, permettono di creare un valore non necessariamente misurabile e desumibile dalle rilevanze contabili;
SoIL Sostenibilità, Innovazione, Legami: si propone di studiare le tematiche correlate al principio della funzione di “utilizzazione conservativa” della Terra e della necessaria integrazione della dimensione etica e della dimensione economica;
Dinamiche sociali: attraverso indagini e studi mira ad offrire strumenti utili di gestione e programmazione del welfare, promuovere un’”educazione al benessere” nella società attraverso interventi di “animazione sociale” finalizzata ad aumentare la consapevolezza del ruolo e delle responsabilità in capo ad ogni individuo, stimolando la crescita e il radicamento di un’indispensabile cultura della partecipazione, dell’impegno civile, della cittadinanza attiva;
Salute e società: punta a migliorare in misura significativa la salute ed il benessere delle popolazioni, ridurre le diseguaglianze nella salute, potenziare la sanità pubblica e garantire sistemi sanitari centrati sulla persona, che siano universali, equi, sostenibili e di elevata qualità.
L’ipotesi che muove l’azione di InCreaSe è la convinzione che creatività e innovazione siano profondamente radicate nei contesti locali, portatori di una specifica identità storica e culturale, nella quale le componenti vitali interagiscono fra loro in modo diretto e trovano stimoli nelle varie forme di interazione globale.
L’Associazione A.N.G.S.A. Novara-Vercelli Onlus, nasce nel 2000, inizialmente sul territorio di Novara per poi estendersi anni dopo anche a quello di Vercelli (2014), con lo scopo di promuovere la cultura e l’informazione sull’Autismo e sensibilizzare il territorio, creando un punto di riferimento per le famiglie che vivono questa realtà.
Nel 2009 viene fondata da alcuni operatori e genitori, già facenti capo ad A.N.G.S.A., l’Associazione per l’Autismo “Enrico Micheli” Onlus, con lo scopo di creare un nuovo soggetto che si occupasse di servire le persone autistiche con la massima professionalità e il massimo aggiornamento proponendo trattamenti basati sull’evidenza scientifica. Oggi l’Associazione gestisce il Centro per l’Autismo che ha sede sia a Novara che a Vercelli.
Il lavoro di rete impostato in questi anni con Comune e ASL di Novara e Vercelli in primis, e oramai in tutto il Piemonte e anche fuori Regione, ha portato le nostre Associazioni alla definizione di alcune priorità per il territorio per quanto concerne i bisogni delle persone Autistiche e delle loro famiglie.
Il progetto che presentiamo in questa occasione parte da un disegno più grande rivolto a sostenere la debolezza dei giovani che vivono, o rischiano di vivere, la situazione di Neet, si compone di tre fasi:
la prima fase è stata una ricerca qualitativa sui ragazzi che si trovano nella condizione di non studio e non lavoro, terminata nel 2020 con il volume “From Neet to Need”.
L’intento della ricerca è stato quello di individuare i Needs, i bisogni che non sono stati soddisfatti a tempo debito, che hanno segnato la vita dei Neet, e si è concluso con una classificazione dei soggetti in una tipologia, nata dall’incrocio tra la variabile “cerca/non cerca lavoro” e il “grado di occupabilità”.
La seconda fase, completata nel 2021 ha individuato i prodromi dello stato di Neet nelle difficoltà incontrate durante la scuola secondaria (biennio e triennio), descritti nel secondo volume dal titolo “Prima di diventare invisibili.
Prevenire a scuola il fenomeno dei Neet” che è stato presentato al Salone del Libro a Maggio 2022.
Il progetto “RiconNEETtersi” fa parte della terza fase e si pone l’obiettivo di realizzare un modello di intervento su un gruppo di giovani che si trova a vivere la condizione di Neet che li motivi in modo efficace.
Per poter concretizzare tale modello bisogna motivare e sostenere il giovane, facendogli riscoprire le proprie potenzialità, esigenze e peculiarità e rafforzando la fiducia in sé e, in secondo luogo, a far diventare questi ragazzi protagonisti della loro vita e della società. Lavorando su questi aspetti si punta a far sì che nel giovane nasca il desiderio di riprendere un percorso di studi, di mantenere un lavoro e di spendere le proprie capacità, attraverso l’esperienza di un ambiente sociale accogliente che ha creduto nelle sue possibilità.
L’intento del corso è quella di fornire una gamma di competenze composite, molte delle quali relazionali ed educative, per stabilire un rapporto diretto con il giovane, percependo e inquadrando i suoi bisogni, sia espressi che inespressi, al fine di individuare le forme di sostegno più appropriate.
L’obiettivo è quello di creare una nuova figura adulta, un modello che offra un’alternativa, che riconosca i prodromi che portano alla condizione di Neet, conosca le nuove frontiere del lavoro e sappia usare strategie adeguate a relazionarsi con loro.
Una persona con un insieme di competenze professionali e sensibilità umana, e per questo definito “Rimotivatore”, capace non solo di motivare il giovane ma di sostenerlo in un percorso di crescita.
Alla persona da formare è richiesta flessibilità e capacità di personalizzare il più possibile il percorso di crescita in base alle caratteristiche dei ragazzi coinvolti.
Adulti capaci di prendersi cura dei ragazzi e capaci di decodificare i loro stati d’animo, di aiutarli a capire ciò che non riescono a comprendere da soli, fornendo loro strategie efficaci di empowerment: un “gruppo di persone” con desiderio di accudimento, di affiancamento e di stimolazione di curiosità ed intraprendenza, in quanto i Neet sono ragazzi che hanno paura del futuro o che hanno perso la fiducia nello stesso.
È necessario, dunque, creare una nuova figura di adulto, un modello che dia fiducia ai giovani, offra un’alternativa, e che impari a conoscere come “funziona” un giovane mettendosi nella sua prospettiva e alleandosi con la sua visione del mondo.
Allo stesso tempo è importante che conosca le nuove frontiere del lavoro e sappia strutturare percorsi utili per questi giovani, sfruttando capacità relazionali per entrare in contatto con loro.
Quindi, accanto ad aspetti più teorici è importante che il “rimotivatore” possieda strumenti pratici utili per aiutare i ragazzi a progettare il lavoro, perché di fronte a persone con poche competenze quali sono i Neet è importante far leva sulle loro capacità, sulle caratteristiche per-sonali e sugli interessi (costruzione del cv, lettera motivazione, colloquio) al fine di potenziare in loro il senso di autoefficacia necessario nella costruzione del loro futuro.
Le Associazioni coinvolte nel progetto ringraziano la sensibilità e la generosità dimostrata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli e di Fondazione CR Valsesia Onlus, che ha permesso di portare il progetto sul territorio vercellese e ha portato ad una preziosa condivisione, collaborazione e realizzazione di importanti obiettivi, tra i quali il più importante e ambizioso è quello di sensibilizzare e rendere noto a tutti il grande valore che può essere apportato da questi ragazzi fragili, che con il loro lavoro possono offrire un servizio alla società traendone soddisfazione personale e gratificazione, un maggiore senso di autoefficacia e una maggiore capacità di autodeterminarsi.
Questo progetto rappresenta per i giovani Neet una grande opportunità di crescita personale, in quanto questi ragazzi, correttamente affiancati, avranno la possibilità di sperimentarsi in attività di tipo lavorativo utili per acquisire consapevolezza riguardante i loro punti di forza e le loro preferenze, imparare abilità utili e spendibili, utilizzare le loro competenze a servizio della società. Tutto questo si traduce in un miglioramento della Qualità della loro Vita. Vite che saranno finalmente vissute con grande dignità, valore sociale ma, soprattutto, soddisfazione personale.
Si ringrazia il dott. Barasolo (direttore Ascom) per aver concesso le aule destinate ai corsi.
Redazione di Vercelli