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PRO VERCELLI VS VIRTUS VERONA 0-3 - Al peggio non c'è mai un limite. La Squadra allenata da Massimo Paci è diventata un “minestrone”: tanti chilometri, ruoli rivoluzionati, mille idee confuse, risultato zero. Il commento di Stefano Di Tano        

Anche la Virtus Verona fa bottino pieno allo Stadio S. Piola. Amarezza sugli spalti, in curva ovest, nelle tribune. Vivace contestazione dello scarso pubblico contro giocatori e tecnico

Vercelli Città

(Stefano Di Tano, per Vercelli Oggi) –  Non si può dire che sia mancato l’impegno e il desiderio di dare una svolta ad una partita iniziata nel modo peggiore che si potesse immaginare, con due occasioni da goal andate a vuoto fin dai primi minuti, ma seguite da un fulmineo attacco della formazione veneta che apriva invece le segnature a suo favore con una azione da manuale per l’imprevedibile, ma semplice manovra d’attacco della coppia Casarotto-Gomez che stende il portiere della Pro Vercelli in un inutile tentativo di fermare la sfera ormai all’interno della porta.  Sono solo dieci minuti di gioco ma è chiaro che gli ospiti hanno preso le misure dei bianchi e con pochi ma precisi passaggi arrivano sulle fasce laterali per micidiali cross in area sui quali nulla possono fare gli impauriti difensori.

La reazione di Iezzi, Clemente, Laribi, Saco, Rojas è immediata ma senza costruzioni significative:  si gioca per avanzare debolmente coi centrocampisti, sempre in affanno, ma la corteccia della Virtus è rude e compatta, e respinge le avvisaglie imprecise della Pro alla ricerca di un disperato pareggio.

Ci si mette anche l’arbitro Enrico Maggio di Lodi che nega un fallo da rigore nell’area difesa da Giacomel per un atterramento di Clemente.

Sfuma così l’unica azione che poteva riportare un velo di fiducia ad una partita che prometteva solo dispiaceri.

La ripresa confermava il disappunto iniziale. Incredibilmente…

Dalla panchina non arrivava nessun provvedimento di Paci per fermare Casarotto che dilagava a piacere sulla fascia sinistra per offrire dorate palle goal ai compagni.

Toccava quindi a Daffara (V.Ver.) insaccare il secondo goal già al 47′ per il tripudio di tutto il clan veronese in vena di conquiste diciamo pure meritate.

Persino il “secondo rigore” a favore della Pro non veniva concesso, a seguito di una rara azione dalla destra con intervento sul nostro attaccante che cadeva rovinosamente in area dopo un contatto falloso del difensore.

La rabbia e l’odore acre della sconfitta era ormai nell’aria, aveva superato i bordi del campo ed aveva invaso tutti i settori del pubblico.

La delusione era feroce, i giocatori ormai scarrozzavano a vuoto cercando il goal della possibile rimonta, ma nulla si realizzava, se non la paura di altre invasioni venete dalla parte di Matteo Rizzo.

Su queste basi psicologiche tutto andava all’aria e subentrava la rassegnazione con l’incapacità di ragionare.

Mettiamo poi la solita pagliacciata dei “cambi” con l’inserimento di uomini che avevano visto solo disastri, e l’uscita di qualche giocatore ancora valido:  la frittata era fatta.

arrivava così il terzo goal questa volta per opera di Ruggero, con una semplice staffilata raso terra, praticamente un gioco da ragazzi.

Finale demenziale, con le grida dei tifosi vercellesi contro la nostra squadra ormai impotente di fronte all’equilibrio della Virtus Verona, e priva di ogni ragionamento tecnico sul fronte della difesa e dell’attacco.

Oggi. Senza guardare la classifica, ancora abbastanza sopportabile, i timori nascono dal problema di fondo, e cioè la forza tecnica dei giocatori e la loro coordinazione in campo: tutta da rivedere, tutta da rifare, data la totale mancanza di alcuni elementi che sono usciti dalla rosa dei disponibili.

L’Allenatore, sig. Paci fa certamente parte del problema, e sarà la società che dovrà decidere sul suo “presente” e sul futuro della Pro. Se ci sarà una svolta importante, forse ci potremo salvare, altrimenti la strada è molto, ma molto in salita.

La eventuale caduta, ci porterebbe diritti verso la quarta serie: un destino orribile per una Società che si onora di vivere il suo 130° anno di vita nella storia del calcio italiano.

La formazione di questa angosciosa partita: Matteo Rizzo, Iezzi, Nick Rizzo, Costanzo, Clemente (Anastasio), Saco (Vergara), Emmanuello (Corradini), Iotti, Laribi, Rojas (Gatto), Arrighini (Guindo).

 

 

Redazione di Vercelli

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