VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

Una brutta botta, quella tra un’utilitaria e un furgone, attorno alle 16,40 di oggi, 1 marzo, in Via Trino a Vercelli.

Per fortuna non si sono registrati danni alle persone, l’ambulanza del Servizio 118 è tornata alla base senza avere preso in carico nessun ferito.

La dinamica del sinistro è in corso di accertamento.

I Carabinieri garantiscono la sicurezza sul luogo dell’incidente.

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Posted in Cronaca

Quinto Vercellese sgomenta per la tragica scomparsa di Tiziano Colombi, 58anni, molto noto anche come Infermiere della Cardiologia dell’Ospedale S. Andrea di Vercelli, ucciso ieri sera, 27 febbraio, a coltellate dalla compagna Rosa Comito, nell’appartamento di quest’ultima in Corso XXVI Aprile, 22 a Vercelli.

Colombi risiedeva in Via Roma 26.

Tutti lo descrivono come persona riservata, ammodo, sempre pronto ad aiutare il prossimo.

Ieri notte era atteso per il turno di notte in Ospedale.

Leggi qui la notizia dell’assassinio.

(Nell’immagine di apertura, l’abitazione della vittima a Quinto Vercellese) –

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Posted in Cronaca
Vercelli Città

Leggi anche

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Aggiornamento 28 febbraio ore 8 –

Dopo gli accertamenti del Medico Legale si diradano i dubbi sulla causa della morte del 58enne che ieri sera tra le 19 e le 19.30 si è recato a casa della compagna, Rosa Comito (la vittima era residente in un paese della provincia), con la quale aveva da tempo una relazione che, secondo i vicini di casa (alcuni di essi già in tarda serata di ieri ascoltati in Questura) era sempre stata del tutto serena.

L’alloggio è al primo piano dello stabile di Corso XXVI Aprile, al Civico 22.

Per motivi che sono al vaglio degli Inquirenti (il fascicolo è assegnato al Sostituto Dottoressa Maria Serena Iozzo) scoppia la lite nel corso della quale la donna brandisce il coltello e colpisce il partner con numerosi colpi.

Rosa Comito non ha negato la propria responsabilità e, dopo il delitto, ha lei stessa chiamato le Forze dell’Ordine.

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La tragedia si è consumata poco dopo le 19 di oggi, 27 febbraio, in questo stabile al Civico 22 di Corso XXVI Aprile a Vercelli.

Dove si è verificato un fatto di sangue ed un uomo di mezza età (che Fonti attendibili asseriscono attinto da colpi di arma da taglio)  è deceduto: si attendono i referti del Medico Legale per stabilire se la causa del decesso sia in relazione diretta alle ferite, oppure ad un malore conseguente.

Al momento, queste sono le uniche informazioni attendibili che sia possibile registrare: ogni particolare ulteriore è al vaglio della Polizia di Stato.

Aggiornamenti nelle prossime ore.

Posted in Cronaca

(marilisa frison) – Un grande successo la sfilata di chiusura del 73esimo Carnevale Storico Trinese di questa domenica 25 febbraio 2024, con grande soddisfazione degli organizzatori, del Presidente del Comitato del Carnevale, Davide Ciceri e del Sindaco Daniele Pane.

Una kermesse di allegria che ha coinvolto l’ospitale e ridente cittadina di Trino, che si è trasformata in una piccola Rio.

Carri di dimensioni enormi e di una bellezza straordinaria e fiumi di persone hanno sfilato per le vie della città tra balli, canti e tanti tanti coriandoli.

La gioia, la meraviglia e lo stupore traspariva dagli occhi della gente.

Ad accogliere le 28 postazioni tra carri e gruppi a piedi, una bella giornata soleggiata, che ha favorito la riuscita della festa.

Bravissima come sempre la nostra banda cittadina “G. Verdi”, che si è fermata davanti alla casa di riposo a suonare per gli anziani che attendevano sui balconi, eccezionali gli sbandieratori di Borgo San Lazzaro.

Un carnevale pazzesco, i complimenti vanno a tutti, proprio a tutti.

Al termine della sfilata il capitano Raffaele Sigismondi e la Bella Castellana Deborah Siciliano, dal balcone del Palazzo Municipale, in compagnia del Sindaco Daniele Pane, hanno salutato e ringraziato tutti i partecipanti alla sfilata e la popolazione di Trino e i carri, che nel mentre uno a uno ripassavano davanti al Comune per l’ultimo saluto prima di far ritorno al proprio paese.

La città è stata subito ripulita dai coriandoli e varie, grazie al tempestivo intervento dei bravi operatori ecologici.

Arrivederci al prossimo anno e buona quaresima a tutti.

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Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume

Gn 22, 1-2. 9. 10-13. 15-18

Dal libro della Genesi
In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

Salmo 115

Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice».
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.

Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.

Rm 8, 31-34

Dalla Lettera di san Paolo Apostolo ai Romani

Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?
Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!

Mc 9, 1-9

Dal Vangelo secondo San Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

“Eccomi!”

La risposta di Abramo, una risposta di fede, la stessa che dirà Maria e che l’evangelista Luca ci racconterà al capitolo 1 (Lc 1,26-38) del suo Vangelo.

Eccomi!

“Sono qua”, “ci sono”, “non sono altrove”: sono coinvolto/a con la mia esistenza, rispondo al Tuo progetto con libertà e responsabilità.

Appello di Dio e vocazione dell’uomo.

Fede.

Eccomi: la mia identità si apre al Mistero.

“Eccomi” Dio chiama, Dio chiede… e Abramo sale sul monte. Possiamo immaginare con quanta fatica, con quanta amarezza nel cuore, con quante domande… ma Dio chiama e chiede, ed Abramo risponde: Eccomi!

Un padre ed un figlio, camminano, scalano…

Tre giorni di cammino in salita verso il monte Moria con questa tristezza nel cuore, ma con l’Eccomi saldo e sicuro.

La fede in Dio, nel Dio che promette, che incontra, che manda l’annuncio e il figlio, anche nella vecchiaia.

Abramo è uomo della fede e uomo della speranza.

Eppure Abramo costruisce e colloca l’altare, raccoglie e sistema la legna, tutto è pronto per l’olocausto. Non il sacrificio, l’olocausto.

Olocausto: lo sappiamo, per le religioni antiche olocausto era il sacrificio totale della vittima. La vittima uccisa e totalmente sacrificata.

E Dio sa che Abramo è fedele e diventa “padre” di un intero popolo.

“Ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza”

Perché Dio è il Dio della vita, della speranza, del futuro… quel “figlio preservato” sarà l’offerta generosa di Dio con il suo Unigenito: salvezza per l’uomo, salvezza per il mondo, salvezza per Amore.

Sal 115 “Ho creduto anche quando dicevo: sono troppo infelice”. L’uomo cammina alla “Presenza” del Signore, anche nei giorni tristi, anche nei giorni bui, Dio non fà mancare la sua presenza. L’uomo guarda a Dio con “fede”, con quell’ “Eccomi” dell’uomo in ogni tempo e in ogni situazione, quella fiducia che fa contemplare e cantare le sue opere.

“Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi… Cristo Gesù … è risorto, sta alla destra del Padre e intercede per noi”. (seconda lettura)

Dio è con noi. Senzase.

E questa certezza è l’“eccomi” dell’uomo a quell’ Amore di Dio che “sacrifica” il Figlio per amore dell’uomo.

La morte non come condanna, ma come salvezza.

Altri passi… dal deserto al monte.

Gesù sale.

Sale, si ritira, in disparte… ma non da solo… lo accompagnano tre di quelli che ha chiamato sulla riva di quel lago, quei pescatori Pietro, Giacomo, Giovanni e li porta lontani dalle reti, li porta con sé. Li porta su quell’altura in Galilea, poco più di 400 metri di altitudine che a quegli uomini abituati alle acque del lago, dove apparire come “luogo” distante dalla terra, .

Un luogo adatto alla preghiera. Preghiera che è “esperienza di Dio”.

Gli stessi che saranno in preghiera in quel giardino degli ulivi.

Luce – nube – voce. Quella luce che emana dal candore della veste, che nella cultura biblica antica era rappresentazione dell’identità, dunque Gesù: uomo- Dio.

La nube, segno dell’uomo e segno di Dio,segno di una presenza nella storia “abitata” da Dio e dall’uomo, il “già e il non ancora”, Dio Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

La voce. Ascoltatelo! un “annuncio” di quello che avverrà: morte e risurrezione.

Ascoltare il Verbo, la “Parola fatta carne”. Se all’inizio del Vangelo di Marco si dice “questi è il Figlio mio l’Amato”, adesso l’Amato deve diventare l’Ascoltato.

“Fu trasfigurato… è bello stare qui…”  la paura, lo spavento che fa esclamare “parole umane”.

La luce, la bellezza che “stordisce”, che incute timore:

“Questi è il Figlio mio l’Amato… ascoltatelo!”

Ascoltare la Parola fatta carne, la promessa di Dio per l’uomo e il mondo.

Ascoltare e comprendere il “segreto” della trasfigurazione, del sentiero della Luce, della Parola, di Gesù, in modo profondo ed autentico.

Non raccontare se non dopo la risurrezione…

la risurrezione… ma gli apostoli non capiscono, non comprendono…

la Risurrezione… ma che cosa vuol dire “risorgere dai morti”?

Non comprendono, solo dopo capiranno.

Da quell’oscurità del Getzemani, della cattura, della morte e del sepolcro… la luce, non quella che incute timore, quella che è vita, speranza, salvezza, Risurrezione.

Ed allora comprenderanno…

Ricorderanno quella Luce, quella voce, quella bellezza che “trasfigura” e “trasforma”.

L’evangelista Marco a noi lettori lo “spiega” subito: da questo episodio tratteggerà il volto del “Figlio di Dio”, lo aveva annunciato in esordio “Vangelo di Gesù Cristo…” (Mc 1)

Stelle e sabbia…

Per tutte le stelle, per tutti i granelli di sabbia…

Per tutti: uomini e donne, dono di Dio all’umanità.

Posted in Pagine di Fede
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte, Trinese

(marilisa frison) – Questa domenica 18 febbraio 2024, alle 14,30 si è aperta la prima sfilata del 73esimo Carnevale Storico trinese.

Una grande sfilata allegorica, si è snodata per le vie della città, non aveva nulla da invidiare ai carnevali dei grandi centri.

Ad aprire la sfilata come di consueto il carro del Capitano Cecolo Broglia con la Bella Castellana, quest’anno impersonati da Raffaele Sigismondi con la moglie Deborah Siciliano, preceduto dalla banda musicale e seguito dai bravissimi sbandieratori di S. Lazzaro sds, del Palio d’Asti.

E a seguire una moltitudine di carri, un tripudio di colore, di fantasia, di allegria, musica a non finire, canti che s’intrecciano, balli e poi ancora balli su balli e soprattutto tanta tanta allegria.

Non mancava l’inconfondibile musica degli intramontabili “Ricchi e Poveri”, un caleidoscopio di idee, roba per tutti i gusti.

Tanti gli argomenti trattati dall’antico Egitto, a Toy Story, al carro di Barbie, ai sempre attuali Tirisön e molti altri carri provenienti anche dai paesi limitrofi.

Tutti carri molto grandi con al seguito miriade di maschere che si muovevano e coordinavano sapientemente a suon di musica.

Persone di tutte le età che si muovevano magistralmente.

Innumerevoli i gruppi a piedi vestiti nei modi più strampalati.

Per non parlare del pubblico ai lati delle strade, un successo di presenze.

Tanti gli eventi organizzati da questo Comitato del Carnevale con a capo Davide Ciceri, prima di giungere a questa sfilata e tante cose ancora da fare prima della seconda e ultima sfilata che avrà luogo domenica prossima, 25 febbraio, sempre alle 14,30, per le vie della città.

Appuntamento a domenica prossima per il carnevale più bello del circondario!

Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Gn 9, 8-15

Dal Libro della Genesi

Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra».
Dio disse:
«Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi
e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future.
Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra.
Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne, e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne».

Salmo 24

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

1 Pt 3, 18-22

Dalla Prima Lettera di San Pietro Apostolo

Carissimi, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua.
Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.

Mc 1, 12-15

Dal Vangelo secondo San Marco

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Pochissime righe del Vangelo, eppure immagini potenti, che meritano una “pausa”, che vanno lette con attenzione, che vanno meditate e rilette.

La prima domenica di Quaresima ci porta a quel primo capitolo del Vangelo di Marco, “Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia…”, immediato annuncio: Inizio del Vangelo.

Inizio ( archè ), non è solo “tempo cronologico”, è “principio”, è introduzione a tutto quello che segue: Euaggelion di Gesù, annuncio dirompente e nuovo, Persona, Dio incarnato per l’annuncio nuovo, quello “annunciato” dai profeti, annuncio di consolazione e perdono, annuncio di misericordia e salvezza.

Inizio: nello spazio e nel tempo, per “dare senso” allo spazio e al tempo, per “portare a compimento” il disegno di salvezza. Occorre “preparare la strada per il Signore”: “Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo” (Mc 1,1): Dio – uomo. Inizo e fine di tutte le cose. La strada sulla quale il Signore viene a camminare, la strada che ci farà camminare, la strada che vedrà i suoi passi e i nostri dietro di Lui.

Dio nella storia, in un luogo, in un tempo, ma per l’eternità.

Gesù Cristo: presentazione completa da parte dell’evangelista Marco. Tutto è già detto nella prima riga, in quell’inizio che racconta la salvezza di Dio per l’uomo.

Si parlerà di Gesù, di Dio, dell’uomo

“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: “convertitevi e credete nel Vangelo”.

Tempo giunto a compimento, l’attesa di secoli, di millenni è “terminata”, Dio è qui, dal tempo “provvisorio” dell’attesa, al tempo del “compimento”: già e non ancora. Non è “finito il tempo”, è finito il “tempo dell’attesa”, perché Dio mantiene le promesse.

Enghizo: “si è avvicinato”: Dio è qui, prossimità e annuncio di ciò che verrà. Dio nella storia che deve essere accolto, che deve essere atteso, che chiede “conversione”, che porterà salvezza, che viene a realizzare le promesse. Tutto in una parola.

La prossimità all’umanità.

“Il tempo è compiuto”: certo che la storia continua, ma non è più “quella di prima”, perché Gesù è venuto, ha condiviso la vita, la storia, l’ha illuminata, ha annunciato, ha preparato il Regno, ha “promesso” e “tornerà”.

“Convertitevi e credete nel Vangelo” Nel Vangelo: la Potenza della Parola è la Persona di Gesù.

Nel Vangelo: conversione ma fede. Credete!

Solo se crediamo in Gesù ci convertiamo.

Prima la fede, poi la conversione.

Fede dono, fede risposta libera.

Fede che ci consente di “vedere” quel Dio che “si è avvicinato”, che ci ha Amato, che ha usato con noi misericordia, che ha perdonato, che è buono.

E il salmista lo sottolinea

“Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre…” (Sal. 24)

Conoscere i sentieri, percorrere il cammino; cammino non solo “fisico” ( sappiamo quanto era anelata la terra per il popolo di Israele), anche cammino di fede, morale e spirituale. Guida nel cammino, fedeltà e misericordia, quella che scuote le viscere, quella che è da sempre e per sempre: di Dio per l’uomo, ma anche dell’uomo per Dio.

E lo Spirito lo “sospinge” nel deserto.

Un “luogo” ma anche una “condizione”: luogo della solitudine, della fame, delle “tentazioni” umane (Marco non le cita, ma non possiamo non ricordarle raccontate dagli altri evangelisti sinottici), luogo della fatica, ma anche luogo della preghiera, della solitudine dei forti, delle “scelte”…

Il deserto a noi ricorda la desolazione, la fatica, lo smarrimento, ma non dimentichiamo che l’uomo biblico aveva più dimestichezza di noi, del deserto: un deserto roccioso e sabbioso, un deserto pieno di insidie, ma anche “luogo” del cammino, del “transito”, del “passaggio”.

Tra schiavitù e libertà: un deserto ed un cammino, un Dio che “sfama” e che punisce, che promette una terra e che dona una legge.

Nel deserto, come dietro a Mosè colui che “salvato dalle acque”, quelle acque le ha attraversate, ha accompagnato e guidato nel deserto, si è arrampicato su quel monte, ha “lasciato” il popolo e ha ritrovato un vitello, un idolo d’oro: sogni, illusioni,promesse, cammino, alleanza.

Alleanza che rinnova quella antica, quell’”arco nel cielo”,  non l’arco del guerriero che distrugge, ma un arco che protegge, che unisce cielo e terra, come quell’arca che salva ( prima lettura).

Un arco che trapassa le nubi, scende e tocca la terra, illumina la vita, un arco che non distrugge ma che fa ri-germogliare, che  accoglie l’uomo, benedice, rischiara… un arco che non è “creato” dall’uomo, ma dipende dall’iniziativa di Dio, un Dio che “consola” ( ricordiamo il nome Noè,  Noah deriva dal verbo Naham consolare), un arco che è “ponte” tra uomo e Dio, un arco che “protegge”, come l’arca, preserva e salva da quelle acque impetuose e vorticose che sommergono e distruggono.

Come il battesimo ( seconda lettura) “arca” che salva, salvezza per l’uomo, promessa di eternità. Dio uomo muore, con al condizione umana, ma risorge in forza della sua natura divina, per ricondurre l’umanità perduta a causa del peccato, alla redenzione.

E Gesù proprio all’inizio della sua predicazione, viene “sospinto” dallo Spirito nel deserto: ripercorre la “storia” del popolo, parlerà anche Lui di “liberazione”, di cammino, di scelta, perché il Vangelo richiede capacità di “andare oltre”, di attraversare deserti e solitudini, di seguire la “svolta del tempo”, di fiducia ed attesa, di speranza e carità.

Gesù “viene sospinto”: esperienza di libertà, di scelta, di decisione: tra fragilità e grandezza.

Esperienza di deserto anche per noi che ci sappiamo “a sua immagine e somiglianza”, esempio di un Dio vermente uomo e veramente Dio, di un Dio che sa “vicino”, che sa farci sperimentare la nostra libertà tra grandezza e miseria, tra peccato e perdono, per una fede vivificata dall’Amore.

Nel deserto, per “quaranta giorni”: una “prova lunga”, ma Gesù accetta, obbediente e ne uscirà vittorioso, Satana è sconfitto, la prova è “superata”. Triplice “rinuncia” battesimale.

Salvezza per l’uomo per mezzo di Cristo.

 

Posted in Pagine di Fede

E’ il Rione Cravo ad aggiudicarsi il palio dei carri.

A trionfare invece nel minipalio è il Rione di Agnona.

Si conclude così l’edizione 2024 del Carnevale di Borgosesia.

Un’edizione tornata in grande stile con tutti i gruppi coinvolti.

Anche l’atto finale è stato un successo con la piazza gremita per assistere alla sfilata dei carri allegorici e delle mascherate a piedi.

Una manifestazione per tutti infatti il Comitato Carnevale ha dedicato delle iniziative con il ricavato destinato a PasSePORTout.

Anche il Borgosesia Calcio è stato coinvolto e devolverà all’associazione il ricavato dalla vendita all’asta delle maglie celebrative in collaborazione con il Carnevale.

L’asta si è aperta e si potranno acquistare le maglie indossate dai calciatori granata.

Ancora una volta il Comitato Carnevale ha messo in campo le proprie forze per organizzare tutto nel migliore dei modi.

Ed è stato un successone.

Il saluto conclusivo alla manifestazione avverrà mercoledì 14 febbraio con il Mercu Scurot.

 

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Redazione di Vercelli

 

Posted in Società e Costume

Lv 13,1-2.45-46

Dal libro del Levìtico.

Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse:
“Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli.
Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!”.
Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento”.

Sal.31

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: “Confesserò al Signore le mie iniquità”
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!

1 Cor 10,31 – 11,1

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi.

Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.

Mc 1, 40-45

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro”.
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

***

COMMENTO A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Gesù “ne ebbe compassione” (Vangelo).

Gesù conosce perfettamente la prescrizione mosaica riguardo alla lebbra di cui il Levitico ne descrive sintomi e relative prescrizioni; contaminazione, impurità, peccato…  eppure la prima reazione di Gesù è un’altra: Gesù ha “compassione” dell’uomo, dell’ammalato, del lebbroso.

Gesù non è preoccupato di “certificare” la malattia, di prescrivere regole e leggi… Gesù ha compassione per l’uomo, per il suo dolore.

L’uomo chiama Dio e Dio guarda l’uomo.

Gesù guarda all’uomo, al suo dolore, alla sua difficoltà e ne ha “compassione” patisce con…, il suo è l’atteggiamento di chi si china sull’uomo, di chi condivide, di chi cura, allevia, guarisce…

Lebbrosi… non potevi non sapere se nei dintorni vi era un lebbroso: coperto di stracci, doveva far suonare campanelli per “avvisare” del suo arrivo, scoperto il capo, velato il volto, al grido di “impuro” era “riconosciuto” ed “evitato” da tutti.

Malattia terribile e “penalizzante”, suscitava dibattiti “ha peccato lui o i suoi genitori?”

“Quale peccato ha commesso così grave da meritarsi simile pena?”

Motivo di esclusione e di segregazione, vita di solitudine e di allontanamento dalla comunità, rifiuto. (prima lettura)

E Gesù non solo ne ha “compassione”, tende la mano e lo “tocca”.

Gesù si avvicina, si fa “prossimo”, si curva su quel lebbroso, lo tocca e lo guarisce.

Gesù è lì vicino, accanto, in quel lebbroso… perché dove c’è l’uomo sofferente, abbandonato, disprezzato… lì c’è Dio.

Gesù “tocca” e “guarisce”.

Dio non è solo è “vicino”, è con l’uomo

“Se vuoi….”

“Se vuoi… puoi” una “supplica”… una preghiera.

In ginocchio.

Totale fiducia e abbandono. Fede.

E Gesù vuole.

Gesù tocca e purifica.

Non più Impuro, ma Purezza

Gesù vuole il bene e la salvezza dell’uomo, Dio ama l’uomo così tanto che si china su di lui per “guarirlo”, non solo dalle malattie…

Lo toccò e lo guarì non solo dalla lebbra ma da ogni impurità…

Lo toccò e lo guarì … perché non fosse più solo, perché non fosse più escluso, perché non vivesse più ai margini, perché fosse “in comunione, in relazione”.

“Taci” perché la fede non viene suscitata dai miracoli, perché la fede non ha bisogno di “prove”.

“Taci”… ma se ho incontrato Dio non posso tacere!

Non posso tacere la misericordia e la compassione di Dio per l’uomo, per ogni singolo uomo, per l’uomo peccatore, per l’uomo solo, per l’uomo abbandonato…

“Taci” ma se Gesù mi ha “liberato” e “guarito”, non posso tacere: pienezza di vita pienezza di Dio.

L’incontro che non si può tacere: Il Vangelo, il nuovo annuncio, una “modalità nuova”, la salvezza.

Il lebbroso diventa “annunciatore”, non più solo, emarginato, ammalato… ma guarito, purificato… non più “campanelli”, ma parole, annunci.

Libertà e purezza, oltre le “regole”, libertà che è scelta di vita, gioia, salvezza. (seconda lettura)

E Gesù, mentre la folla lo cerca, cerca la solitudine, non per “chiudersi”, ma per “ritirarsi”.

E la gente lo cerca…

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Il Carnevale di Borgosesia prosegue nel migliore dei modi con la seconda sfilata che ha animato la piazza, attirando migliaia di persone festanti.

Il corteo di oggi, domenica 4 febbraio, è tornato in grande stile avendo visto la partecipazione entusiastica di tutti i Rioni.

Si lotta così per la vittoria del palio dei carri e delle mascherate a piedi.

I temi affrontati durante l’evento sono stati diversi e ricchi di creatività.

Il Rione Cravo ha proposto un carro con un giullare nella parte anteriore a dimostrare l’allegria del Carnevale e in quella posteriore un violinista, simbolo di nostalgia per il termine della kermesse.

Bettole ha messo in evidenza il rapporto sempre più predominante con i social media a discapito della cultura cartacea.

Un’importante riflessione sulla società moderna è emersa attraverso il carro, evidenziando il cambiamento nei mezzi di comunicazione.

Il Rione Fornace ha portato sulle strade un carro con un vecchio cantastorie come protagonista, un omaggio alla tradizione e alla narrativa orale che ancora affascina il pubblico.

I Mola Mai hanno scelto di rappresentare rappresentano la Statua della Libertà come figura principale in    quanto essa è simbolo indiscusso di libertà e speranza.

Quella speranza accerchiata da una vera e propria impalcatura fatiscente.

La satira politica è stata al centro della proposta del Rione Valbusaga, con il tema “La legge del Menga”.

Un modo originale di affrontare tematiche attuali attraverso la creatività e l’umorismo.

Agnona ha portato il pubblico in Cina per celebrare l’anno del drago.

I Tiratardi hanno realizzato una nave come simbolo della vita con i suoi alti e bassi.

Gli E*Le*Menti dal Borg hanno affrontato con sensibilità il tema della violenza contro le donne, sottolineando l’importanza di sensibilizzare la comunità su questioni sociali cruciali.

Montrigone ha fatto del cambiamento climatico il tema principale, invitando a riflettere sulle sfide ambientali che il nostro pianeta sta affrontando.

La terza sfilata del Carnevale di Borgosesia si svolgerà domenica 11 febbraio, promettendo un altro spettacolo di creatività e allegria.

Sarà l’occasione per conoscere i vincitori.

Redazione di Vercelli

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