VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

E’ ancora al vaglio delle Forze dell’Ordine la dinamica del sinistro che ha coinvolto nel primo pomeriggio di oggi, 20 marzo attorno alle ore 14.00 all’incrocio semaforico tra Via Walter Manzone e Via Trento, le due utilitarie che si vedono nell’illustrazione.

Al momento, da prime sommarie informazioni, pare che non si registrino danni rilevanti alle persone, anche se i sanitari del servizio 118, prontamente intervenuti sul posto insieme alla Polizia Locale di Vercelli, stanno procedendo alle necessarie verifiche.

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Redazione di Vercelli

Posted in Cronaca
Regione Piemonte

Pomeriggio dedicato alla bellezza, quello di venerdì scorso a Biella, dove Angelo e Gino Santarella hanno aperto una nuova Concessionaria di automobili con i marchi Nissan e dr.

Bellezza per la ristrutturazione dello stabile dove ha sede il nuovo salone Autovar del Gruppo Nuova Sa Car, ristrutturazione ispirata ad una scelta di fondo, quella di “convivere” in una zona centrale della città, con la dimensione quotidiana del vivere urbano: di fronte ad una panetteria, a fianco di una macelleria; insomma, sulle “rotte” percorse da ciascuno di noi ogni giorno.

Nel video che abbiamo messo a repertorio nel parlano i protagonisti, intervistati da Barbara Pedrotti.

Bellezza delle auto esposte: evidentemente ormai orientate all’elettrico, ma senza del tutto esiliare l’endotermico, specie se associato all’impiego di Gpl.

Bellezza del rapporto tra la famiglia Santarella ed il Personale che la aiuta nelle loro imprese, in costante espansione: nel nostro filmato un momento che non è consueto osservare, soprattutto in queste occasioni.

Angelo e Gino Santarella, hanno voluto riservare il posto d’onore, a fianco delle Autorità istituzionali, ai Collaboratori che lavoreranno qui: affinchè il rapporto con la Clientela si iniziasse proprio a partire da quello umano.

Concessionaria di automobili ed anche “hub” di eccellenze del territorio: vi troveranno posto esposizioni di prodotti vinicoli di qualità, così come di realizzazioni sartoriali di valore.

Infine, ultimo, ma – almeno a parer nostro – la bellezza della musica offerta da Enrico Perelli con il Biella Jazz Club: veramente da ascoltare.

Sicchè nel nostro video abbiamo un po’…largheggiato con gli scampoli delle loro esecuzioni che hanno tenuto compagnia agli ospiti e ci piace consigliare l’assolo alla tastiera nella splendida esecuzione di “Via con me” del Maestro per antonomasia, Paolo Conte.

Vi lasciamo con il video e la gallery.

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Posted in Economia
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Ger 31, 31-34

Dal Libro del Profeta Geremia

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore.
Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato.

Salmo 50

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.

Eb 5, 7-9

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo agli Ebrei
Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito.
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

Gv 12, 20-33

Dal Vangelo secondo San Giovanni

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO “MATER CARMELI” DI BIELLA

Hai visto Gesù?

(Ger 31,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33)

La Pasqua del Signore è vicina e la liturgia della quinta domenica di Quaresima annuncia a tutti che ora è possibile vedere Gesù. Non più semplicemente lasciandosi istruire l’un l’altro (1° lettura) per conoscerlo, ma vederlo personalmente nella propria la vita.

Tutti possono vedere Gesù perché Dio ha perdonato l’iniquità di ogni uomo e donna, condonando le nostre colpe contro il Suo amore, contro la fratellanza universale e contro  la cura del Creato, nostra Casa comune.

Solo Dio può salvarci da questa morte spirituale dell’anima quando siamo nella sofferenza. Dio ricrea nel Suo amore il nostro cuore ferito e assetato di pace duratura, di senso compiuto. È Lui che insegna come ritornare all’innocenza che caratterizza la nostra infanzia spirituale.

Un appello che Dio rivolge a tutti, senza eccezioni. Il Vangelo presenta infatti dei Greci simpatizzanti del Giudaismo che sono a Gerusalemme per la festa della Pasqua ebraica. Essi chiedono al discepolo di Gesù, Filippo, di vedere Gesù, perché la personalità carismatica di Lui era già ben nota in Grecia. Che fa questo discepolo? Di certo non fa loro una morale, né richiede che si abbiano dei requisiti per incontrarsi con Gesù: Filippo coglie il loro sincero desiderio e subito va a consigliarsi con Andrea, veterano nella sequela di Gesù. Notiamo già qui la Chiesa premurosa e protesa verso le periferie e i cuori da evangelizzare. Una Chiesa che era già in germe nei cuori di Filippo e Andrea: loro stessi erano la chiesa che Gesù si era scelto per amare il mondo intero.

Anche per noi è così, se crediamo che Gesù ci ha raggiunti per seguirlo, ossia servirlo. Vedere Gesù, il cui nome significa “Dio salva”, consiste proprio nel cogliere la salvezza in atto mentre stiamo seguendo la Sua legge che è scritta nei nostri cuori (1° lettura) per sperimentare chi è il Signore che ci libera dalle cose che patiamo (2° lettura) attraverso la fede nel Suo agire. A questi Greci (paragonabili oggi ai cristiani lontani dai sacramenti e ai membri di altre religioni) non è proposta una dottrina da imparare, ma ciò che Gesù e i discepoli offrono loro è imparare l’obbedienza del chicco di grano caduto in terra.

Ascoltiamo da Gesù come Dio ci ama e ci salva dalla sofferenza e dalla morte. Egli risponde per tutti che è il presente a offrire occasione a chi ama. È a chi vuol fidarsi di stare dove Gesù stesso si trova (e non dove vorrebbe essere!), che l’amore di Dio si rivela liberandoci dalla sofferenza del momento.  Proprio là dove Lui è (ma tu non vorresti essere), là sta il servire e regnare del vero credente, cioè sta la nascita e la fecondità del seme nudo caduto in terra. «Chi ama dove sono io, là il Padre lo onorerà». L’anima si agita quando non capisce e non vede soluzione, ma Gesù ti ricorda che Lui è giunto a te per questo tuo momento provato. Affinché Dio mostri pienamente il Suo amore nell’umana debolezza. Questa parola è per chiunque oggi è presente e l’ha udita. Ecco la vera Pasqua, a qualunque nazionalità e religione tu appartenga.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

Posted in Pagine di Fede

Alle 3,37 della notte appena trascorsa, tra 14 e 15 marzo, un boato “pazzesco”, dicono in paese, ha interrotto il placido sonno degli abitanti di Alice Castello.

Ancora una “spaccata” ai danni del bancomat della Banca Popolare di Novara, in Piazza Castello.

Le Forze dell’Ordine mantengono tutto il comprensibile riserbo, mentre sono in corso le indagini.

Non si registrano conseguenze a carico di persone.

Posted in Cronaca
Vercelli Città

Nelle precedenti edizioni Dance Team e tutto il suo staff, con entusiasmo, professionalità e un po’ di spirito di sacrificio ha creato uno degli eventi più attesi sia per quanto riguarda la nostra città sia per quello che è il panorama nazionale coreutico.

Grazie a questo evento sono giunti nel nostro Teatro nomi tra i più importanti in assoluto del settore, oltre a migliaia di persone che non erano mai state qui nella nostra splendida città ed ora tornano ogni anno come appuntamento fisso.

E’ davvero immensa la soddisfazione, anche per questa sesta edizione, di essere riusciti a portare a Vercelli una giuria composta da alcuni tra i più famosi ed importanti Ballerini e Maestri di danza:

Ekaterina Dalskaya già ballerina, ora insegnante presso l’Accademia di Balletto Ucraina di Milano

Maurizio Tamellini, già ballerino del Teatro Alla Scala di Milano

Daniele Ziglioli ballerino coreografo e insegnate internazionale

Sabatino D’Eustacchio ballerino coreografo e insegnate internazionale

Altrettanta soddisfazione deriva dal fatto che numerosissime scuole da tutt’Italia hanno apprezzato la nostra iniziativa, il nostro impegno, l’evento in sé, il Teatro che ci ospita, la correttezza che ci caratterizza (siamo tra i pochissimi che vieta la partecipazione alla competizione ai propri allievi), la serietà dei giudizi e l’attenzione che rivolgiamo a chi accompagna i giovani talenti alla manifestazione con convenzioni ed agevolazioni per tutti coloro che durante la giornata voglia sfruttare l’occasione ed andare a visitare il nostro centro cittadino con le sue bellezze e le attività che lo occupano; questa attenzione ha fatto sì che in totale nelle edizioni passate oltre 180 scuole, 2000 ballerini per un totale di 3000 persone con gli accompagnatori abbiano visto e visitato la nostra città e oltre a tutti gli attestati ed i trofei abbiamo distribuito oltre 50.000 euro in borse di studio offerteci da importanti e prestigiose scuole professionali, accademie e licei coreutici oltre a quelle per stages, work shop e concorsi in tutt’Italia e questo non fa che riconfermare la stima che il panorama degli addetti ai lavori nutre nei confronti nostri e dell’importanza delle nostre iniziative.

Il montepremi per questa nuova edizione ha superato il valore di 30.000 euro in borse di studio cosa assolutamente non comune nei concorsi di danza, e questo è molto importante perché gli allievi che parteciperanno avranno grandi opportunità di studio nei migliori centri di formazione in Italia e all’estero e molte borse di studio per partecipare ai migliori stage di formazione italiani.

L’edizione 2024 si terrà domenica 17 marzo al Teatro Civico di Vercelli: lungo tutta la giornata saliranno sul palco le più rinomate Scuole di tutte le regioni del Nord Italia.

Al concorso parteciperanno giovani danzatori a partire dai 6 anni di età suddivisi nelle varie discipline artistiche quali danza classica, moderna e contemporanea e per fasce d’età.

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Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo, Lo Sport
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

2 Cr 36, 14-16. 19-23

Dal secondo libro delle Cronache

In quei giorni, tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà, imitando in tutto gli abomini degli altri popoli, e contaminarono il tempio, che il Signore si era consacrato a Gerusalemme.
Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l’ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio. Quindi [i suoi nemici] incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi.
Il re [dei Caldèi] deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all’avvento del regno persiano, attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremìa: «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni».
Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremìa, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!”».

Salmo 136

Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.

Perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
«Cantateci canti di Sion!».

Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra.

Mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme

Ef 2, 4-10

Dalla Lettera di San Paolo Ap. agli Efesini.

Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati.
Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.
Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.

Gv 3, 14-21

Dal Vangelo secondo San Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO ‘MATER CARMELI’ DI BIELLA

Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso!

(2Cr 36-14-16.19-23; Sl  136; Ef 2,4-10; Gv 3,14-21)

Possiamo leggere il vangelo di questa domenica come un invito che Gesù rivolge a Nicodemo e anche noi, di credere nel suo nome, quindi nella sua persona, credere per avere la vita nuova ed eterna.

Dio ha talmente amato il mondo da dare il suo Figlio perché chiunque crede in lui, a qualsiasi popolo e lingua appartenga, abbia la vita eterna.

Questa è la buona notizia che ci raggiunge, ci invita alla gioia perché la Pasqua si avvicina e la vittoria di Cristo sul male e sulla morte ancora si compie.

Sappiamo che Nicodemo va da Gesù di notte, fuori città, lontano dagli occhi dei “colleghi” che provano fastidio per questo nuovo Rabbì senza diploma che viene da una Nazareth da niente, dalla Galilea dei pagani, dove non è mai venuto fuori un profeta. Nicodemo è rimasto colpito da Gesù, non lo cercava, non lo ho aspettava.

A Gerusalemme la religione già c’era, il Tempio era splendido, le Liturgie solenni, ma Nicodemo si lascia colpire da Gesù, nessuno ha mai parlato come quest’uomo, quando parla di Dio il suo volto si illumina come già Mosè che parlava con Dio faccia a faccia e il suo volto diventava raggiante. La luce di Gesù non è momentanea come quella di Mosè, Lui infatti è la stessa Luce venuta nel mondo.

Nicodemo avverte questo “di più” presente in Gesù e va da lui, cerca un incontro personale, non gli basta il sentito dire su questo nuovo rabbino che conquista le folle.

Forse quella notte non riusciva a dormire e finalmente decide di muoversi e di andare da Gesù. Sa di poterlo trovare accampato con i suoi sotto gli ulivi. Nicodemo cerca e trova Gesù pronto a dialogare con lui anche di notte.

Nicodemo esordisce dicendo quel che pensa: “Tu sei un maestro venuto da Dio, nessuno può fare i segni che tu fai se Dio non è con lui”. Gesù gli parla di una sapienza che viene dall’alto, possibile a chi accetta di rinascere dall’acqua e dallo Spirito.

Una sapienza che si incontra fissando lo sguardo sul Figlio dell’uomo che sarà innalzato sulla croce, perché chiunque lo guarderà e crederà abbia la vita. Dio infatti non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare e condannare, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

Spesso si ha un’idea distorta di Dio come quella che si erano fatta e che diffondevano e difendevano scribi e farisei al tempo di Gesù, legata più a tradizioni e interpretazioni umane che non alla Parola rivelata. Gesù dice a Nicodemo, maestro in Israele, che bisogna andare oltre l’osservanza della Legge, bisogna entrare nella logica dell’amore per vedere il Regno, per vedere la luce e amare la luce.

E poi in finale un avvertimento che fa tremare, si, ci sono giudizio e condanna ma come conseguenza di ciò che si sceglie di seguire e fare, chi fa il male odia la luce e preferisce le tenebre alla luce; chi non ama rimane nelle tenebre e nella morte, mentre chi ama passa dalla morte alla vita compiendo il suo esodo pasquale.

Preghiamo perché ci lasciamo attirare da Gesù innalzato da terra per rinascere ogni giorno dall’acqua e dallo Spirito che sgorgano dal suo costato e diventare così figli della luce e figli del giorno, il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

Posted in Pagine di Fede
Vercelli Città

Una vera a propria voragine, quella che si è aperta da ormai più di 48 ore nel controviale di Corso Italia a Vercelli, in corrispondenza del Civico 28 (i cui abitanti come faranno ad uscire di casa?).

Anche in questo caso, la Provvidenza (o la buona sorte, a seconda delle convinzioni confessionali di ciascuno) ha fatto il miracolo ed in questo cratere apertosi non solo sull’asfalto, ma ben al di sotto del manto stradale, non è caduto nessuno.

In questo caso, bando a i post garruli di Facebook che osannano quell’Assessore che li rimpiazza tutti, volenti o nolenti, compreso quello sagacissimo ai Lavori Pubblici.

L’Assessore che manderebbe (sempre Facebook dixit) a sturare i tombini ovunque si trovino  (anche se qualcuno, nei giorni scorsi, osserva quello che potrebbe sembrare un eccesso di zelo: ma se ne parlerà in altro articolo).

Qui il problema è serio.

Quanto tempo occorrerà ancora perchè si ponga rimedio ad una situazione che, peraltro, è solo la più eclatante, ma fa compagnia a quella che presenta la rete viaria della città come una vera e propria Groviera (e non solo nell’urbe: le strade provinciali sono messe allo stesso modo).

Oltre a quello che, con qualche immaginifico ed ottimistico senso dell’umorismo  l’Archystar Andreas Kypar  ha rinominato il  Garden Boulevard,  già conosciuto come Viale Garibaldi, qualcuno sta pensando alla rete stradale urbana?

Che non potrà essere tutta rivestita di pietra naturale, di varia foggia, ma dovrà semplicemente assicurare una percorribilità normale e priva di sorprese e rischi?

 

Posted in Trippa per i gatti

Ancora bloccata la circolazione stradale tra l’abitato di Oldenico, in direzione Valsesia, per conseguenza del sinistro stradale autonomo che, nel primo pomeriggio di oggi, 4 marzo, ha visto l’autoarticolato che si vede nelle illustrazioni uscire di strada e rovesciarsi nel campo adiacente la massicciata.

 

Come detto, nessun altro mezzo è stato coinvolto e le cause per cui il conducente (che non ha riportato lesioni) abbia perso il controllo del mezzo sono al vaglio dei Carabinieri, accorsi sul posto anche per mettere l’area in sicurezza.

Al momento è permesso (ore 21) è ancora permesso il transito solo agli abitanti di Oldenico.

Si consigliano percorsi alternativi

Posted in Vercelli Oggi
Provincia di Vercelli

Aggiornamento ore 22,15 –

Potrebbe terminare sulle note di Lucio Battisti (Una giornata uggiosa) questa domenica elettorale riservata a Sindaci e Consiglieri Comunali: tutto come previsto.

Scopo della tornata, rinnovare il Consiglio Provinciale, nei suoi 10 componenti, tanti ne ha – a suo tempo – decretati la famosa e mai abbastanza vituperata “Legge Del Rio”, dal nome del Ministro che ne ha la paternità.

Come abbiamo anticipato, due gli schieramenti, Centrosinistra e Centrodestra ed un risultato ampiamente scontato: 8 Consiglieri saranno divisi tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia e due andranno al Pd.

Pd che ha promosso i giovani: primo Alberto Fragapane, Capogruppo in Consiglio Comunale a Vercelli e Mattia Beccaro, Vice Sindaco di Santhia: 6.954 voti il primo, 5.694 il secondo: sono numeri di tutto rispetto.

Poche o nessuna sorpresa nel Centrodestra, dove – come previsto – il più votato è stato Alessandro Montella (in quota Lega) con 10.816 voti, segue a ruota Massimo Camandona, con 10.440.

Soltanto loro sopra i 10 mila voti.

A seguire: Michele Pairotto, Lega, (7.230); Gianna Poletti, Lega (6.742); Tatiana Bernardi, Fratelli d’Italia (6.336); Pier Mauro Andorno, Forza Italia (5.944); Diego Marchetti, FdI (5.768); Margherita Candeli, FdI (5.608).

Buon lavoro a tutti.

***

Domenica 3 marzo, ore 17,15 – Si sono iniziate puntualmente alle 8 di questa mattina, 3 marzo, le elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale di Vercelli.

Urne aperte, come noto, soltanto per i “grandi elettori”, cioè per i Sindaci e Consiglieri Comunali degli 82 Comuni che, dopo alcune fusioni, restano nei confini provinciali.

In lizza due formazioni, quella di Centrosinistra e quella di Centrodesta: leggile cliccando qui.

Gli aventi diritto stanno votando in due seggi: uno allestito presso il Municipio a Borgosesia (nell’immagine di apertura) l’altro a Vercelli, in Sala Tarsie, storica sede del Consiglio Provinciale.

Si potrà votare fino alle 20, poi subito gli scrutini.

I posti sono in tutto 10 e le previsioni della vigilia sono concordi nel dire che sarà replicato l’attuale rapporto tra gli schieramenti: 8 Consiglieri al Centrodestra, due al Centrosinistra: certo sulla partecipazione al voto potrebbe influire negativamente la giornata di brutto tempo.

I bookmakers danno come “best in show” il Vicepresidente uscente, il leghista Alessandro Montella, mentre sul fronte opposto potrebbe risultare emergente il Capogruppo del Pd, Alberto Fragapane.

Come si vede dalle liste di candidati, il Centrodestra presenta 10 aspiranti: se due seggi toccheranno al Centrosinistra, chi restarà fuori?

La lotta è serrata: nell’ambito del listone ci sono 5 esponenti di Fratelli d’Italia, tre della Lega e due di Forza Italia.

Tra poche ore le cose saranno chiare e si può stare ragionevolmente certi che gli scrutini dureranno assai meno di quelli per l’elezione del Consiglio Regionale e del Presidente della Regione Sardegna.

Sicchè, state con noi tra qualche ora e, su questa stessa pagina, come aggiornamento (quindi non cambiate link) saprete in presa diretta.

A più tardi.

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Posted in Enti Locali, Politica

Es 20, 1-17

Dal Libro dell’Esodo

In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile:
Non avrai altri dèi di fronte a me.
Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.
Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà.
Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai.
Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

Sal.18

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.

1 Cor 1, 22-25

Dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi

Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio.
Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

Gv 2, 13-25

Dal Vangelo secondo San Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

 

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UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Una pagina (prima lettura) che tutti conoscono e che almeno una volta hanno letto: la pagina del libro dell’ Esodo, brano che si colloca subito dopo il racconto dell’arrivo degli israeliti al Sinai e la promessa dell’alleanza:  i “comandamenti”, in ebraico “Dabar”, parole.

“Consegna” da parte di Dio di “regole”, precetti morali e materiali, norme “rigide” e precise, insegnamenti: rapporto con Dio racchiuso in “comandi”, in uno “spazio”, in un “contenitore”.

Rapporto con l’uomo fatto di “non” e di “devi”.

Parole date per diventare capaci di amare Dio.

Le parole hanno uno stile conciso e categorico, per alcuni seguite da spiegazioni, compaiono due precetti (riposo sabbatico e onore da prestare ai genitori) espressi in forma positiva, mentre gli altri si presentano come secche proibizioni.

Il decalogo si apre con una frase che contiene una nota storica in forma participiale, nel quale Dio presenta se stesso e al tempo stesso fa un riassunto degli eventi passati:

“Io sono YHWH, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile”.

Egli si presenta non con titoli di potenza ma semplicemente come il Dio di Israele, attribuendosi questa prerogativa non in forza di una decisione arbitraria, ma perché ha liberato il popolo dalla schiavitù.

Parole per una relazione di reciprocità: il decalogo dunque per “stare nella relazione”, per educare alla libertà, un “cammino” per l’uomo.

La legge del Signore è “perfetta e rinfranca l’anima”, lo ricorda anche il Salmo 18/19, “Tu hai parole di vita eterna”.

La fede non è uno “scambio tra domande ed offerta”: a questo Gesù si ribella. (Vangelo)

Gerusalemme, festa di Pasqua imminente: Giovanni con precisione estrema, subito, ci parla di una Pasqua “imminente”.

Subito, all’inizio del Vangelo, ha collocato un episodio che ci “parla” in modo esplicito della Pasqua di Gesù.

Mi piace l’immagine di questo Gesù che si “indigna”.

Gesù deciso, diretto, che “manda all’aria” banchetti e merci, che non vuole “usare la diplomazia…”.

No, qui non serve! Troppo importante!

“Fece una frusta con cordicelle”, si organizza Gesù, non “usa” le mani, non è violento, non vuole “far male”, come quando “scacciamo” le mosche e le zanzare, Gesù “scaccia” i mercanti con quel frustino (lontano da quell’immagine dei soldati romani che lo percuoteranno con il flagrum).

Scaccerà i mercanti dalla “casa” con i loro oggetti ed animali, non per “ira”, né “rabbia”, non perché Gesù non abbia “pazienza”, anzi Dio è Colui che è “lento all’ira e grande nell’Amore”.

Mi piace questo gesto di Gesù, che ristabilisce la “sacralità” del luogo dove Dio ha posto la sua dimora.

Già il salmo 69 recitava: “mi divora lo zelo per la tua casa, gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me (Salmo 69,10).

Gesù, colui che “sopporterà” con pazienza ogni cosa per il bene dell’uomo, è scosso dalla tristezza per ciò che vede, si commuove nel profondo in modo così intenso che la sua  è una diretta reazione della sua indignazione, una reazione all’ipocrisia, alla falsità ed alla “fariseità”.

Pecore, colombe, denaro, buoi… nulla serve di queste cose nella casa del Signore.

Certo, lo sappiamo, erano animali necessari per il culto al tempio, certo lo sappiamo, non è che uno affronta il viaggio portandosi dietro quelle cose se viene da molto lontano, certo erano “prescrizioni”, certo i cambiamonete erano importanti (non potevi utilizzare moneti con l’effige dell’imperatore nel Tempio e neppure con immagini di uomini) tutto vero…

Ma tutto “giusto?”

Gesù con decisione dice no.

Il denaro viene gettato a terra, i mercanti scacciati, i venditori di colombe rimproverati…

“Non fate della casa del Padre mio un mercato”

Gesù manifesta la sua “legittima” gelosia per la casa del Signore, una “presa legittima di posizione” verso chi sta “usando”, verso chi si è approfittato del luogo per fare “i propri affari” e Giovanni descrive il dialogo con Gesù, la richiesta dei presenti, la perplessità di chi chiede: “con quale autorità?”

I presenti sanno che costui non è “pazzo”, non è “insensato”, sanno perfettamente che i comportamenti che vedono sotto i loro occhi sono “dissacranti” (nel senso che stanno assistendo a comportamenti che nulla hanno di “sacro”), quello è “luogo” di Dio.

La “passione” di Gesù che lo porterà a quel dono di Amore, che passerà attraverso la sua passione.

“La casa del Padre mio”, quindi egli è Figlio: la sua “casa”, il suo “Tempio”.

La sua Persona.

A Gesù “importa” del Tempio, non si ferma a trovare il “modo migliore”, ma quello “più comprensibile” ai presenti, al messaggio da veicolare.

Gesù è l’espressione del “Dio geloso”, una “gelosia” che non “ingabbia”, che vigila e abbraccia, che ama come un padre, che ha amore materno, che ha cura e premura “del luogo” di Dio. Una “gelosia” che non “chiude”, ma che apre alla libertà.

Libertà dalle cose che rendono “schiavi” e “servi”.

Una gelosia che scaccia “cose inutili”, non persone.

La “casa” di Dio non è un luogo nel quale “mercanteggiare”, nel quale “lucrare”, nel quale “fare guadagni”, è un luogo in cui “incontrare Dio”.

Non qualcosa da “comperare”, ma “Qualcuno da incontrare”.

Casa di preghiera, non di commercio.

Casa di preghiera e di Incontro.

Casa per “custodire” la relazione e la comunione.

Giovanni, che di solito fornisce una personale descrizione degli avvenimenti, qui si attarda in descrizione dettagliata di cose e avvenimenti.

La fede non può e non deve essere e diventare “oggetto di mercato”.

Si può “comperare la fede?”

La fede può diventare il nostro “mercanteggiare” con Dio?

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