VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

Sarà il Comune di Balocco a pagare la parcella (di euro 3.700 circa, oneri compresi) dell’Avvocato penalista, conseguente alla vicenda che il Vice Sindaco Antonella Maria Alessandra Benedetto così riassume:

I querelanti del 2020 furono i Signori Enzo e Massimiliano Corradini.

A Santhià, in quel periodo, era arrivata una lettera anonima che li chiamava in causa per una vicenda di Social housing.

Credettero bene tutelarsi.

Il capitolo ora è riaperto dal Comune di Balocco

(leggi qui integrale l’Atto del Vice Sindaco),

per motivi che, ovviamente, se sussistenti, dovrà valutare l’Autorità Giudiziaria.

E’ plausibile immaginare che un Atto di questa importanza (Responsabile del procedimento la Dott.ssa Russello) non sia sfuggito al Segretario Comunale, Dott.ssa Anna Actis Caporale

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Aggiornamento ore 00,53 –

Definitivo anche il dato di Lenta. Hanno votato “no” alla fusione 420 elettori (su un totale di 700 aventi diritto al voto) e “sì” 144.

 

 

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Aggiornamento ore 00,40 – Incominciano ad affluire i primi dati da Lenta, dove, per ora si registrano 130 “no” alla fusione contro 30 “sì”.

Qui il dato era, in qualche modo, più prevedibile di quello, veramente stupefacente, di Gattinara.

Ora a Lenta sono in molti che si chiedono se il Sindaco Giuseppe Rizzi vorrà dare le dimissioni, prendendo atto di una sconfitta che l’ha visto contrapposto e perdente rispetto alla sua gente; aveva seguito Baglione in questa avventura, andando contro l’evidente orientamento dei propri amministrati.

 

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Aggiornamento ore 00,30 – Definitivo: a Gattinara vince il “no” alla fusione con Lenta, e con gran margine.

Il 60 per cento dei cittadini che hanno preso parte al voto referendario di oggi, 8 maggio, ha risposto in modo negativo: non vogliono la fusione che sarebbe servita solo per dare a Daniele Baglione una speranza di fare di nuovo il Sindaco. Questo l’hanno capito tutti.

 

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Aggiornamento ore 00,10 – E’ ancora presto per trarre conclusioni, ma si profila un dato clamoroso: l’ipotesi di fusione è bocciata sonoramente anche dagli elettori di Gattinara (dato dei seggi 1 – 4 – 5 – 6 – 7).

Daniele Baglione sconfitto in casa, sconfessato dai suoi stessi concittadini.

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A breve altri aggiornamenti.

Ore 23,30 – Hanno chiuso alle 23 di oggi, 8 maggio, i seggi elettorali di Lenta e Gattinara.

I cittadini dei due centri sono stati chiamati al voto referendario

per dire “sì” oppure “no” all’idea di fondere i due Comuni.

A Lenta, su 700 aventi diritto al voto, si sono recate al seggio 570 persone, più dell’81 per cento.

A Gattinara, su 6.729 elettori, hanno preso parte alla consultazione 1.652 persone, il 24,55 per cento, nemmeno un quarto degli aventi diritto.

Già questo primo dato dice di una sconfitta clamorosa, dalla quale il fantasioso ex Primo Cittadino farà fatica a riprendersi: i gattinaresi gli hanno detto chiaro e tondo che non sono interessati.

A breve gli aggiornamenti con i risultati.

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BorgosesiaGozzano 0-0

Borgosesia (3-4-3): Gilli; Frana, Martimbianco, Picozzi; D’Ambrosio, Farinelli, Areco, Bernardo (42’ st Iannacone; Guatieri (16’ st Marra), Barbetta (28’ st Rancati), Manfrè (36’ st Zazzi). A disp.: Gavioli, Puka, Salvestroni, Gaddini, Latini. All.: Lunardon.

Gozzano (4-3-3):  Vagge; Di Giovanni, Ciappellano; Bane, Montesano; Pennati, Gemelli (25’ st Gassama), Castelletto; Costanzo (41’ st Nicastri), Cozzari (46’ st Paoluzzi), Molinari. A disp.: Barlocco, Italiano, Peradotto, Caraglio, Gassama, Sangiorgio, Botta. All.: Schettino.

Arbitro: Giordano di Grosseto.

Guardalinee: Giannetti e Bertelli di Firenze.

Note: giornata piovosa. Terreno in erba sintetica. Spettatori: 300 circa. Ammoniti: Costanzo, Frana. Angoli: 7-0. Recupero: 1’ pt – 3’ st.

Tempo di derby al Comunale di Borgosesia.

Granata e cusiani divisi da un solo punto in classifica a favore dei valsesiani.

I padroni di casa devono fare a meno di Eordea e Gifford con Marra rientrante; tra gli ospiti è assente Rao e Sangiorgio parte dalla panchina.

La gara inizia con una prolungata fase di studio.

Il primo squillo è di marca valsesiana; è il 26’ quando Bernardo mette in mezzo un pallone che Barbetta al volo manda alto.

Sei minuti più tardi Barbetta si gira bene ma la sua conclusione viene deviata in corner.

Il Gozzano risponde al 38’, colpendo la traversa con Costanzo.

La ripresa si apre con gli ospiti che chiedono il rigore per una presunta trattenuta di Martimbianco ai danni di Pennati.

Al minuto 34, Cozzari cerca gloria da lontano, Gilli c’è.

Passa un minuto e Rancati viene fermato in modo irruento da Di Giovanni, l’arbitro lascia proseguire tra le proteste granata.

E’ il 39’ quando Zazzi impegna Vagge, sulla respinta arriva D’Ambrosio che non inquadra lo specchio della porta.

I minuti passano e la gara finisce in parità.

 

Redazione di Vercelli

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Dagli Atti degli Apostoli, Cap. 13, 14. 43 – 52

In quei giorni, Paolo e Bàrnaba, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero.
Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio.
Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.

Dal Sal 99

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.

                                                     Da Libro dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo, Cap. 7, 9. 14 – 17

Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani.
E uno degli anziani disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame né avranno più sete,
non li colpirà il sole né arsura alcuna,
perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono,
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».

Dal Vangelo secondo San Giovanni, Cap. 10, 27 – 30

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

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UN COMMENTO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Tu sei la voce che suona in mezzo all’anima

(At 13, 14.43-52; Sl 99; Ap7,9.14b-17; Gv 10,27-30)

Il breve vangelo di questa domenica ci propone l’immagine di Gesù buon pastore, in greco kalós, pastore bello, perché la vera bellezza coincide con la bontà, con quell’amore che spinge a dare la vita per chi si ama.

Gesù è infatti l’Agnello immolato per noi e, proprio Gesù, Agnello di Dio, diventa il Pastore che guida le pecore alle fonti delle acque della vita. «Le mie pecore ascoltano la mia voce». Prima ancora delle cose dette conta la voce di Gesù; riconoscere una voce vuol dire intimità, condivisione, fiducia. Una voce conosciuta e, al contempo, una voce che ci conosce e ci chiama uno ad uno, come il pastore conosce e chiama le sue pecore una ad una.

Perché ascoltare la sua voce? Gesù promette e dona la vita eterna.

“Ascolterò la sua voce perché, come una madre, Lui mi fa vivere, la voce di Dio è pane di vita per me» (Elias Canetti). La voce dell’Agnello-Pastore chiama per condurre verso nuovi orizzonti, nuovi desideri, nuovi pensieri.

Chiamati, noi e tutta la Chiesa, ad allenarci alla sorpresa e alla meraviglia per cogliere la voce di Dio, che è già più avanti, più in là. Ascoltare non è semplicemente udire, udire è solo un atto fisiologico che può avvenire passivamente, controvoglia, automaticamente; ascoltare è invece un atto scelto, consapevole, che dice coinvolgimento, presenza, attenzione, incontro.

Ascoltare è una forma di amore, l’ascolto è il primo invito di Dio al suo popolo, il richiamo a una relazione, il consenso che ci viene chiesto per ricevere la vita eterna, già qui, ora. I santi testimoniano il potere della parola ascoltata, che ha convertito e cambiato la direzione della loro vita; da Maria, Regina di tutti i santi, possiamo imparare ad ascoltare, custodendo e meditando la Parola che parla al nostro cuore, che parla dentro di noi.

«Ogni voce viene da fuori. Ma tu, Tu sei la voce che suona in mezzo all’anima». (G. Von Le Fort). «Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le strapperà dalla mia mano». Ecco la promessa di Gesù, tutta a nostro vantaggio. C’è una sproporzione, nel vangelo di oggi, tra ciò che Gesù fa per noi, e ciò che noi dobbiamo fare per rispondere al suo dono. Ed è bello e più importante considerare quanto Gesù promette, invece di concentrarci prima e continuamente sul nostro dovere, sull’impegno di mettere in pratica i comandamenti, con il rischio di scoraggiarsi per le tante volte che non ce la facciamo. È salute dell’anima, respirare la forza che nasce da queste parole di Gesù: «Io do loro la vita». La vita di Dio è data, presente dentro di noi come umile seme, che inizia quasi a muoversi nel cuore, ogni volta che sfioriamo Gesù un po’ più da vicino (Cfr. A. Louf). «Le mie pecore non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano». Scopriamo così che il nostro posto è nel palmo della mano di Dio, lì possiamo riposare al sicuro anche quando scende la notte, anche quando le vicende della vita paiono ingarbugliarsi, anche quando diventa difficile trovare il senso.  Niente e nessuno potrà strapparci dalla Vita e come dice il salmista: «Se pur dovessi camminare in una valle oscura non temerò alcun male perché tu sei con me» (Sal 23,4).

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza

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Nella campagna della zona industriale, a poca distanza dal magazzino di Amazon, a ridosso di via Jona, si presenta alla vista di chi transita per la stradina vicinale che costeggia la Roggia Molinara una scena raccapricciante. La macabra scoperta nella tarda mattinata di oggi, 5 maggio.

I cadaveri di sette cani sono stati abbandonati in un fossato, presumibilmente alcuni giorni fa, e le loro misere spoglie sono in avanzato stato di decomposizione.

Non si possono ancora sapere le cause che hanno portato alla morte delle povere bestie, ma la circostanza che vede i cadaveri riuniti tutti nello stesso punto e tutti, almeno all’apparenza, allo stesso stadio di decomposizione, lascia temere il peggio.

Sul posto la Polizia Municipale sta intervenendo, sia per disporre la rimozione dei cani, sia per dare corso alle indagini.

Aggiornamenti nelle prossime ore.

Redazione di Vercelli

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Pro VercelliJuventus U23 0-1

Marcatore: 13’ st Compagnon

Pro Vercelli (3-4-3): Rizzo M.; Cristini, Masi, Auriletto (44’ st Minelli); Bruzzaniti (19’ st Rolando), Belardinelli, Vitale (19’ st Louati), Crialese; Bunino, Comi, Panico (19’ st Gatto). A disp.: Valentini, Della Morte, Jocic, Clemente, Rizzo L., Macchioni, Iezzi, Secondo. All.: Nuti.

Juventus U23 (4-3-2-1): Israel; Barbieri (31’ st Leo), De Winter, Riccio (36’ st Stramaccioni), Anzolin; Sersanti, Barrenechea (31’ st Cudrig), Zuelli (9’ st Nicolussi Caviglia); Soulé, Iocolano ( 9’ st Compagnon); Da Graca. A disp.: Siano, Verduci, Boloca, Sekulov, Leone, Palumbo, Lipari. All.: Zauli.

Arbitro: Carella di Bari

Guardalinee: Bianchini di Perugia e Piatti di Como

Quarto uomo: Centi di Terni.

Ammoniti: De Winter (J), Vitale (PV), Masi (PV), Da Graca (J), Nicolussi Caviglia (J), Stramaccioni (J), Compagnan (J)

Espulso 32’ st Mister Nuti (PV) per proteste

Recupero: 0’ pt – 6’ st

Termina il cammino nei play off dei leoni.

A passare al Piola è la Juventus Under23 grazie alla rete di Compagnon a inizio ripresa.

Le bianche casacche hanno diverse occasioni ma Israel, il palo e l’imprecisione negano loro la gioia del gol.

La traversa ferma anche gli ospiti che vedono così svanire il raddoppio.

Subito in avanti la Pro; è il 4’ quando Masi batte una punizione dalla sinistra e in area, Cristini incorna alto.

Rispondono gli ospiti con un tiro a giro di Soulè che non inquadra lo specchio della porta.

Passato il quarto d’ora, Masi chiude il tiro di Da Graca.

Leoni vicini al vantaggio al minuto 24; corner battuto da Masi, Auriletto inzucca da pochi passi, Israel si supera.

Cinque minuti più tardi, il diagonale di Comi si infrange sul palo.

Nel finale Vitale impegna Israel che non trattiene, Bunino prova ad avventarsi sul pallone ma lo fa in modo falloso.

Dopo un ritorno in campo con poche emozioni, la Juventus Under23 passa in vantaggio.

Il neo entrato Compagnon, al 13’, con uno spettacolare tiro a giro manda in rete.

Nell’altra area, Bunino ha la palla del pareggio ma la sciupa.

Al 36’ Da Graca scatta in posizione di fuorigioco, la bandierina però resta giù e lui a tu per tu con Rizzo colpisce la traversa.

La Pro spinge ma il pareggio non arriva e i play off finiscono qui.

 

Redazione di Vercelli

 

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La cronaca di oggi, 4 maggio, si apre nel modo peggiore: è stato ritrovato privo di vita, nei pressi del Ponte della Gula in Val Mastallone, tra Varallo e Cravagliana, Andrea Pierrettori, 35 anni, Guida Alpina.

Il luogo è, purtroppo noto come “il ponte dei suicidi”, ma al momento, quella del gesto anticonservativo resta solo un’ipotesi per motivare la caduta dall’antico manufatto di una persona amata e stimata da tutti, da sempre punto di riferimento, anche per la sua sensibilità umana, non solo per la competenza tecnica indiscussa,  per le attività escursionistiche in Valle.

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Non ha dato grattacapi più di tanto, il “rave del I maggio” cui hanno partecipato alcune centinaia di ragazzi provenienti soprattutto da Piemonte e Lombardia tra ieri, 30 aprile e oggi, 1 maggio.

Il luogo, quello “solito”, della zona un tempo detta della Cascina Gerbone, ancora in territorio comunale di Caresana, ma già prossima alla Lomellina, a ridosso della Sesia.

Zona difficile da trovare anche per chi (si conceda, senza falsa modestia) come chi scrive ha una conoscenza “satellitare” della Bassa Vercellese, la “corona” operosa, calda di umanità e ricca di valori, attorno al Capoluogo.

Però loro, i partecipanti a questo rave del I maggio la trovano, evidentemente guidati da una messaggeria efficace.

Abbiamo messo a repertorio alcune immagini riprese nel pomeriggio di oggi, 1 maggio, quando molti se n’erano già andati e solo pochi erano in arrivo: si aggiravano lungo gli argini, in cerca del passaggio per arrivare al “campo”.

Con la ovvia premessa che a nessuno è concesso giudicare, tantomeno giudicare ragazzi che si affacciano ora alla vita e meno ancora giudicare in base particolari come quelli offerti dalle apparenze esteriori, se una evidenza “fotografica” può essere rilevata, rispetto ad altre occasioni analoghe

 – ad esempio, qui, dal nostro archivio –

è l’aspetto “innocuo” dei frequentatori di oggi: alcuni che abbiamo incontrati (che arrivavano, come quelli che stavano lasciando la riva del fiume) sono sembrati ragazzini più spaesati che altro; tutt’altre esperienze negli altri casi che, nel corso degli anni, abbiamo documentato.

Ciò non significa che il rave sia stato legale (è una manifestazione sempre illegale)  ma, probabilmente, i particolari sono stati colti dalle Forze dell’Ordine, che hanno arginato il fenomeno, sempre con fermezza, ma in modo “sapiente”: quello che conta è che, nella giornata di oggi, 1 maggio, tutte le vie d’accesso alla zona Gerbone siano state presidiate ed il transito impedito, previo controllo dei documenti.

Giorni come questi non fanno che rimbalzare la questione alle generazioni che hanno responsabilità educative e – non meno – la responsabilità di dare un futuro a questi ragazzi.

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Dagli Atti degli Apostoli, Cap. 5, 27 – 32. 40 – 41

In quei giorni, il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo».
Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono».
Fecero flagellare [gli apostoli] e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.

Dal Salmo 29

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

Dal libro dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo, Cap. 5, 11 – 14

Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce:
«L’Agnello, che è stato immolato,
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza,
onore, gloria e benedizione».
Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano:
«A Colui che siede sul trono e all’Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli».
E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione.

Dal Vangelo secondo San Giovanni, Cap. 21, 1 – 19

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

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UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Il Signore non è lontano e ci attende

(At 5, 27-32. 40-41; Sl 29; Ap 5,11-14; Gv 21,1-19)

Siamo alla terza delle sette settimane del tempo pasquale e la liturgia di questa domenica ci presenta la terza manifestazione di Gesù Risorto ai discepoli. Non sono presenti tutti i Dodici, ma sette tra i discepoli, dei quali, di due, non viene riferito il nome. Pietro è il primo ad essere nominato e apre l’avvio alla scena evangelica ambientata sul mare di Tiberiade.

Pietro, dunque, prendendo l’iniziativa comunica al gruppo la sua intenzione di andare a pescare, gli altri accolgono la proposta e lo seguono. Sembra un ritorno al passato, alla vita di pescatori che facevano prima di incontrare Gesù, quando, dopo la pesca miracolosa abbandonarono tutto per seguirlo. Ora il Maestro non è più fisicamente con loro e questo probabilmente crea smarrimento e incertezza per il futuro.

Prendono dunque il largo come un tempo, trascorrendo tutta la notte sul lago ma senza frutto, cosa avranno pensato in quelle ore? Forse la strada era quella di tornare al loro mestiere di pescatori come se nulla fosse accaduto?  Il Signore, che non è lontano e li attende, si mostra loro sul far dell’alba con una domanda che suona un po’ come un mettere il dito nella piaga: “Non avete preso nulla?”. Essi, ormai giunti quasi a riva, rispondono dalla barca a quell’uomo sconosciuto, dicendo, tra la stanchezza e la delusione, di no. Tanta fatica senza risultato, quella barca vuota di pesci è soprattutto vuota senza Gesù.

Eppure l’avevano già visto Risorto, avevano già vissuto la gioia di questa incredibile realtà, ma tale realtà doveva ancora cambiare e dare direzione alla loro vita.

Gesù li invita dalla riva a gettare le reti dalla parte destra e queste si riempiono di centocinquantatré grossi pesci senza spezzarsi. Giovanni riesce subito a leggere e riconoscere quel segno traendone le conclusioni: “È il Signore!”. Pietro con la sua tipica impetuosità e impazienza si tuffa per raggiungere quanto prima Gesù, che attende con fuoco e cibo pronto per condividere come un tempo la sua vita con i suoi. Anche il resto dei discepoli giunge a riva con la grandissima pesca insperata, nessuno dice nulla, nessuno chiede, a tutti è evidente la presenza del Signore che per la terza volta si manifesta dopo essere risorto dai morti. Possiamo immaginare lo stupore e la gioia di quel momento; quando il Signore entra nella nostra vita non lascia le cose come prima, la sua presenza trasfigura e orienta il nostro cammino secondo un progetto che ci supera, dove possiamo dare il meglio di noi stessi. Pietro sarà pescatore non di pesci, ma di uomini, e proprio lui che, sopraffatto dalla paura, rinnegò il Maestro per tre volte, viene chiamato a confermare i suoi fratelli nella fede. L’ingenua sicurezza, certamente animata dall’amore, con la quale prima della passione del Signore, Pietro disse che lo avrebbe seguito fino a dare la propria vita per lui, lascia il posto a una lucida umiltà che diventa il fondamento di una fede e di quell’amore che sa prendersi cura e farsi carico dei pesi e delle fragilità degli altri, proprio perché prima li vede e sperimenta in se stesso. Pietro pascerà gli agnelli del Signore, in spirito di servizio, in umiltà e con la forza di Dio; quanto più seguirà e sarà unito a Cristo, tanto più saprà amare i fratelli e le sorelle nel suo Nome.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza

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Si è conclusa nel primo pomeriggio di oggi, 29 aprile, la prima delle previste tre udienze dibattimentali al Tribunale di Vercelli, sui decessi di anziani Ospiti alla Casa di Riposo di Piazza Mazzini a Vercelli.

Per risalire agli antefatti, si possono leggere le nostre notizie d’archivio:

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Tutti i 5 imputati hanno scelto il rito alternativo del giudizio abbreviato.

La prima delle tre udienze messe in calendario (la seconda il 17 giugno e quella conclusiva a luglio prossimi) si è dunque tenuta oggi, con inizio alle ore 10, Giudice la Dott.ssa Cristina Barillari, Pubblico Ministero il Dott. Carlo Introvigne.

Gli imputati tutti a vario titolo responsabili di funzioni sia presso la Casa di Riposo, sia presso l’Asl di Vercelli: il processo ne dovrà accertare le eventuali responsabilità, dirette ed omissive.

Oggi in Aula l’esame – sia da parte degli Avvocati delle Parti Civili (i parenti delle persone decedute) sia da parte del Pubblico Ministero – dell’imputato Chiara Serpieri, all’epoca dei fatti Direttore Generale dell’Asl di Vercelli.

 

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