VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

Non solo una bella notizia, ma una grande notizia per la Provincia di Vercelli e per altri Comuni (Livorno Ferraris, Cigliano, Verolengo che è in provincia di Torino ma confinante) che si vedono vittoriosi nella vertenza giudiziaria contro lo Stato.

Leggi qui la sentenza, che data 11 giugno scorso.

Come è noto, gli Enti Locali nei cui territori furono collocate Centrali Nucleari, hanno sempre avuto diritto a “compensazioni”, cioè indennizzi per l’impatto che l’industria nucleare porta con sé.

Si tratta dei fondi distribuiti secondo la Legge cosiddetta “Scanzano”.

Ebbene, ormai da molti anni il Governo aveva unilateralmente deciso di non erogargli più.

Sicchè gli Enti beneficiari hanno dovuto agire in Via giudiziaria, cioè “fare causa” allo Stato per vedersi riconosciuta l’erogazione di somme, peraltro dovute per Legge.

Alcuni Comuni – come ad esempio Trino – già da qualche tempo hanno avviato l’iter ed il Giudice ha dato loro ragione in primo grado.

L’Avvocatura di Stato ha fatto ricorso in appello chiedendo che le somme fossero temporaneamente bloccate.

Anche i Giudici d’Appello hanno dato ragione a Trino ed agli altri Comuni, sicchè questi hanno potuto addirittura arrivare al pignoramento delle somme dovute presso la Banca d’Italia.

Ora è la volta della Provincia e di altri Enti, che, per iniziativa dell’allora Presidente Carlo Riva Vercellotti con il supporto della compianta Gianna Maffei e successivamente dell’ex Direttore Generale, Antonella Mollia hanno intrapreso – sempre avvalendosi dell’Avv. Xavier Santiapichi, che aveva già difeso Trino – lo stesso iter giudiziario.

E, di nuovo, arrivano buone notizie, proprio con questa sentenza dell’11 giugno scorso.

Una botta di conti: all’Amministrazione Provinciale sono riconosciuti euro  74.379.918,90.

Al Comune di Livorno Ferraris euro euro 6.706.143,62; per il Comune di Cigliano in euro 3.447.161,74 e per il Comune di Verolengo in euro 6.276.315,77.

E’ presto per brindare, perché è assai probabile che, anche in questo caso, l’Avvocatura di Stato ricorrerà in appello, ma le analogie con il percorso di Trino, Saluggia e altri sono tante.

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Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla.

***

Così scriveva Ennio Flaiano e, ammesso che la modesta opinione di chi scrive possa interessare qualcuno, l’abbiamo sempre pensata così anche noi.

Vista d’Estate, la città e la campagna che la circonda, guardate dall’alto, sembrano ancora più belle.

Questa mattina, ancora ospiti del VercelliPalace Hotel abbiamo dato un’occhiata ai lavori di demolizione del Cavalcavia di Corso Avogadro.

Come tanti Lettori certamente sanno, quell’area è ancora troppo vicina in linea d’aria alla Casa Circondariale, perché un drone possa decollare.

Di prima mattina i Lettori hanno incominciato ad inviare contributi, dei quali ringraziamo: oggi si è iniziata la demolizione vera e propria; da qualche settimana (come si vede dal “tendone” ancora installato) le operazioni preliminari.

Come se fossero imparentati con i TRex, i mezzi d’opera, con poderose pinze, fanno bocconi della massicciata.

E’ certo uno degli ultimi momenti in cui potremo vedere un altro pezzo di città che viene demolito.

In vista di cosa non si sa.

Ma si sa dai tempi di Salvator de Madariaga che “asfaltar no es gubernar”.

Figuriamoci “demoler”.

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In attesa che si inizino gli scrutini delle schede votate nei sette Comuni in cui gli Elettori sono andati (?) alle urne per eleggere Sindaco e Consiglio Comunale, è utile la lettura dei dati relativi proprio alla partecipazione al voto, raffrontati con quelli del 2017 (ultima colonna a destra della slide messa a disposizione dal Ministero dell’Interno).

In questa tornata elettorale, quando i quesiti referendari proposti hanno fatto registrare un’ancor più marcata diserzione dalle urne, è facile cedere alla tentazione di una semplificazione: la gente è lontana dalla politica.

Se anche questa lontananza fosse reale, sarebbe già di per sé un bel problema, come in effetti lo è, perché in questo periodo storico gli Enti Locali tornano ad avere una grande capacità di spesa sulla quale è ancor più necessario, non certo meno importante, un attento controllo sociale.

Però, c’è anche un altro punto di vista.

Non è vero che l’elettore giudichi obsoleto lo strumento referendario.

Non lo ha giudicato quando ha detto un “no” forte e chiaro al tentato colpo di Stato bianco voluto da Matteo Renzi.

Né si è astenuto dal dare un’indicazione altrettanto chiara quando, soltanto due anni fa, ha, invece detto un “sì” (20 – 21 settembre 2020) tonante alla riduzione del numero dei Parlamentari.

Se i cittadini voltano le spalle al sistema quando è ora di eleggere Sindaci e Consiglieri Comunali (il caso limite di Alessandria, dove ha votato solo il 46,7 per cento degli aventi diritto è emblematico) è evidente che non sia più il caso di “parlare” a qualcuno di qualcosa, ma di incominciare ad “ascoltare” le persone.

Dalle 15 saremo in contatto con i nostri Corrispondenti dai Comuni dove si è votato.

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Provincia di Vercelli

Dal Libro dei Proverbi, Cap. 8, 22 – 31

Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all’origine.
Dall’eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull’abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell’abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».

Dal Salmo 8

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, Cap. 5, 1-5
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.

E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Dal Vangelo secondo San Giovanni, Cap. 16, 12 – 15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà
tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

***

UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Domenica della SS.ma Trinità

(Pr 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15)

La domenica è il giorno solenne in cui la Chiesa celebra il suo Signore risorto e oggi lo fa ponendo l’attenzione sul mistero di verità e di amore, che è la natura ed essenza stessa di Dio. Trinità è il suo modo di essere divinità. Tre persone uguali e distinte: Padre, Figlio e Spirito Santo esprimono un’armoniosa concordanza. Una diversità che crea comunione perché deriva dall’unità, principio che riconduce ogni cosa a Sé, per divenire una cosa sola con tutti.

Oggi lasciamoci prendere per mano dallo Spirito Santo che ha fondato la Chiesa, perché sia Lui a rivelarci la Trinità. Perciò ricordiamoci che i pensieri buoni che abbiamo sono il dono con cui lo Spirito ci visita. Dio si fa conoscere per lo Spirito Santo. Attraverso di Lui facciamo l’esperienza di fede dell’amore di Dio, mentre con l’intelligenza soltanto non possiamo incontrarlo. Dio è il Pensiero attraverso cui ogni cosa esiste e si esprime nell’universo, ma a chi ne cerca il volto, Egli si rivela nel Figlio, che per opera dello Spirito manifesta il suo incessante donarsi a noi.

Lo Spirito riflette il mistero trinitario poiché è Signore, dà la vita ed è mandato dal Padre e dal Figlio per insegnare ogni cosa, farcendoci ricordare tutto ciò che Gesù ha detto. «Avrei ancora molte cose da dirvi» confessa Gesù ai suoi. Eppure se ne va: il lavoro pare incompiuto. Ma Gesù è il Figlio che non pretende di insegnare tutto per avere l’ultima parola: Lui è il Figlio che rinvia a Dio che è il Padre! Con un atto di totale fiducia verso l’umanità, che ancora non capisce molto e che non può ancora portare il peso della verità, Gesù apre nuovi spazi di ricerca. Suscita in noi la disponibilità a camminare credendo al potere dello Spirito Santo, vita trinitaria che in noi traccia la rotta! Infatti, lo Spirito ama insegnare, accompagnare verso terre inesplorate, rivelarci intuizioni e conoscenze nuove.

Lo Spirito Santo ci ricorda e ci fa parlare con Dio e con gli uomini, aprendoci alle relazioni come fratelli. Inoltre quando preghiamo, è lo Spirito di Dio a suscitare la preghiera nel cuore. Questo perché spezza i legami del nostro egoismo, ponendoci nelle circostanze di avvicinare gli altri, per incontrarli, ascoltarli, aiutarli: è lo Spirito di Dio che avvia e completa ogni cosa. Quando scopriamo in noi una sconosciuta capacità di perdonare chi ci ferisce, è lo Spirito che ci ha afferrati. Se andiamo oltre le parole di convenienza e ci rivolgiamo al prossimo con la tenerezza che rianima il cuore, è sempre opera dello Spirito del Figlio.

Gesù ci ha lasciato il suo Spirito, dono che il Padre stesso gli ha fatto e che ora Lui vuol fare a ciascuno di noi. Ascoltiamolo, seguiamolo, e giungeremo insieme alla pienezza della Verità! Infatti, vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti (1Cor 12,6). Questo operare è il mezzo con cui Dio stesso ci riconduce a Sé, affinché possiamo vivere come Lui e in Lui. Essendo la nostra verità, Egli fa di tutti un corpo solo animato da un medesimo spirito.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza 

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Provincia di Vercelli

Dagli Atti degli Apostoli Cap. 2, 1 – 11

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Dal Salmo 103

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, Cap. 8, 8 – 17

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.
E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

Sequenza
Vieni, Santo Spirito,

manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

Dal Vangelo secondo San Giovanni, Cap. 14, 15 – 16. 23 -26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

(At 2,1-11;  Sal 103;  Rm 8,8-17;  Gv 14,15-16.23-26)

In questa  solennità della Pentecoste la Chiesa ci consegna queste parole di Gesù che dice: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”.  Potremmo chiederci: quali sono questi comandamenti di Gesù e quali sono i comandamenti del Padre?  Qual è la differenza tra loro? Gesù venendo nel nome del Padre ci ha chiarito molte cose che a noi rimanevano non comprensibili o troppo difficili, come alcuni passaggi dell’ Antico testamento. Gesù ci ha detto che non è venuto per abolire la legge e i profeti, l’opera che il Padre aveva iniziato, ma a darne compimento. Questo compimento lo vediamo nell’ l’amore che egli ci ha dimostrato con la sua missione a nostro favore, attraverso la sua passione, morte e risurrezione.  Nel progetto del Padre, Gesù ha già portato a compimento la nostra salvezza, in quel: “Tutto è compiuto”. Ci chiede di imitarlo nell’amore totale, senza costrizione. Dice: “Se mi amate osserverete i miei comandamenti”, quasi un suo testamento.

I comandamenti di Gesù sono l’esempio di vita che egli ci ha lasciato, la vita stessa del Padre. Un esempio che ci parla di amore e umiltà. Sono la misericordia e la pace di Dio che lo hanno fatto scendere fino a noi. Nella misura in cui riusciamo a fare questo egli diventa intercessore presso il Padre, continua a parlare a nostro favore. “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre”. Gesù è pronto a fare per noi ogni cosa davanti al Padre. Gesù vuole che attraverso l’apertura all’amore di Dio per noi possiamo arrivare a diventare quasi come Dio, portando Dio nei nostri cuori, nella nostra vita. La volontà del Padre è che il nostro cuore diventi una dimora della Trinità. Che noi possiamo vivere nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo ed essi in noi. In una parola: che il nostro paradiso, il nostro cielo cominci già da questa terra!

Tutto questo avviene attraverso la Parola di Dio che accogliamo, che facciamo nostra, che meditiamo, come Maria. Lo Spirito Santo che ci è stato donato nei Sacramenti e che viene a noi ogni momento per guidarci, e in modo singolare in questi giorni pasquali, ci vuole aprire a questo dono per rendere sempre più luminosa la nostra fede come nei giorni degli apostoli.

Sì, Signore, ci sentiamo vivamente aiutati dalla presenza di un Avvocato così grande e potente! Vieni Spirito Santo, viene in noi con la tua forza, vieni a custodire in noi le parole di Gesù, perché le osserviamo con amore, vieni in noi con i tuoi santi doni. Vieni e manifesta in noi i frutti della tua presenza che è amore, perché viviamo da fratelli, presenza che è gioia perché portiamo in noi la vita dello Spirito,  presenza che è pace perché amiamo i fratelli, presenza che è pazienza perché sopportiamo con amore, presenza che è benevolenza, che è bontà, è magnanimità, che è mitezza perché ci perdoniamo a vicenda come Dio ha perdonato a noi in Cristo, che è fede per la grazia ricevuta in Cristo, che è modestia per lo spirito di umiltà di Cristo.  Con tutto il cuore e in comunione con tutta l’umanità, ti invochiamo: Vieni Spirito Santo e porta la tua pace nei nostri cuori, nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nelle nostre città, nelle nazioni, nel mondo intero, perché viviamo sempre in te e con te. Amen. Alleluia!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza

Posted in Pagine di Fede

Dunque, in questo caldo meriggio di giugno, veniamo a sapere che “nella nostra città” (pare, Vercelli) “circolano liberamente”, “vari spacciatori e vandali”.

La notizia potrebbe fare sobbalzare dalla poltrona che (almeno, glielo auguriamo) forse ne accoglie le membra per una meritata pennica post prandiale, il Primo Cittadino.

Il post di Facebook (i rimbalzi interrompono, invece, la nostra di pennica, ma amen) dice di un contrattempo, narrato con ricorso ad una costruita affabulazione.

Dunque c’è un cittadino di Vercelli che, questa mattina, sabato, si reca alla lavanderia di Via Dante.

In Via Dante ci sono due esercizi del settore.

Uno è automatico e, perciò, per almeno uno dei motivi che si vedranno tra breve, dovrebbe essere estraneo al fattaccio.

L’altro, invece, potrebbe essere il teatro della scena descritta.

Il sipario si apre con un decollo deciso verso atmosfere iperboliche.

Ho fermato per 50 secondi l’auto”, subito con l’ammissione (ovvia) e resa veniale proprio dal ricorso alla figura retorica giustificata dal tempuscolo, che la vettura fosse “malmessa”. Anzi (longanime) “certamente malmessa”.

Ebbene, in quei 50 secondi il cittadino che racconta su Fb la propria disavventura al cospetto del potere arcigno, algido ed anelastico, sarebbe riuscito a: scendere dall’auto – recuperare il capo di abbigliamento da consegnare alla lavanderia – entrare nel locale (salutare, oppure non dire né crepa né sciopa, non porta via tanto tempo) – dire ciò che desiderava – consegnare il capo – pagare – ritirare lo scontrino – stare attento alla data presunta di riconsegna del vestiario così rinettato – uscire (forse non dire nemmeno ora né crepa, ne sciopa) e, appunto, incontrare l’Agente di Polizia Locale.

Cinquanta secondi sono qualcosa da fare invidia ad Arturo Brachetti o Luca Bono.

Ma è l’affabulazione, darling.

Dunque, la sorpresa: il cittadino lesto ed amante del pulito, trova il Vigile intento a compilare il modulo recante il verbale di contravvenzione.

L’auto non era – questo il problema – parcheggiata regolarmente; anzi, “certamente male”.

Si vede che, rispetto alla fulminea incursione nel rinomato esercizio artigianale, (sicchè la fermata in divieto è “brevissima”) il protagonista cambia marcia e stile.

Perché le sue argomentazioni difensive sono “educate e tranquillissime”.

Calma e sangue freddo.

Per nulla conquistato dal garbo e dalla signorilità del cittadino cui piace l’outfit impeccabile, l’Agente di Polizia Locale “inizia a snocciolare” non una sola, ma “una serie” di “fandonie” che non ottengono neppure la patente di verosimiglianza, poiché sono, e senza appello “assolutamente non credibili”.

L’onere della prova è invertito.

Non è il cittadino lavato e stirato che deve, caso mai, giustificare l’infrazione, bensì è l’Agente a dover dimostrare che la sosta birichina avrebbe impedito ad un altro mezzo di transitare.

La vivida attività di story telling, però, non si interrompe certo qui.

Ammesso (e, diceva Totò, non concesso) che l’auto fosse parcheggiata in modo, diciamo, migliorabile, per quella via ci sarebbe comunque “passato un Tir”.

La via è questa, la lavanderia è questa, il Tir, per fortuna, non c’è.

***

Insomma, una bella lavata di capo, pubblica, per il Vigile che fa il proprio dovere.

Che dirà il Comando Polizia Locale?

Il Comune?

L’Assessore Delegato alla Polizia Locale che è lo stesso Sindaco  Andrea Corsaro  ?

Magari il Primo Cittadino avrà anche ricevuto la lamentela del protagonista di questa storia, che è suo fratello Francesco Corsaro.

E, comunque, è tutto pubblico, su Facebook – Leggi qui – 

 

E uno potrebbe dire: ma dai, ma in fondo che nesso c’è tra un fatto, pur imbarazzante e la Giunta del Niente?

L’anello di congiunzione, a ben vedere, forse c’è, se si guarda attentamente la lista di like sotto il post.

Vi compare anche quello dell’Assessore al Decoro Urbano, Emanuele Pozzolo, naturaliter miliziano dei GAR-BG (Gruppi Armati Rivoluzionari del Bambin Gesù) idea che dobbiamo all’immortale Louis Bunuel.

***

Razza padrona?

Non è il caso di scomodare Eugenio Scalfari.

E’ più che sufficiente l’opera di Fruttero e Lucentini.

Posted in Trippa per i gatti

La cronaca di oggi, 3 giugno, si apre con questo sinistro verificatosi in Viale Garibaldi a Vercelli, di fronte al Bar Principe.

L’utilitaria che si vede nell’illustrazione ancora in strada è entrata in collisione, attorno alle 7 di stamane, con altre due parcheggiate lungo il Viale.

Sono intervenuti i Carabinieri e, da prime sommarie informazioni, avrebbero avuto difficoltà a tranquillizzare la persona al volante della vettura.

Non si registrano danni alle persone.

Aggiornamenti nelle prossime ore.

Posted in Cronaca

Per scontato che possa apparire, non sembra fuori luogo dare conto di un sentimento, quest’anno più consapevole, nel rivedere ancora, davvero ben realizzata, la rievocazione storica della Battaglia di Palestro.

Siamo nel 1859 e si sta combattendo la Seconda Guerra di Indipendenza, protagonista il Vercellese, con quella idea geniale di allagare le risaie per mettere in difficoltà gli austriaci, quasi fosse un remake del biblico castigo riservato alle truppe del Faraone, realizzato con un altro prodigio, anch’esso a suo modo, “idraulico”.

Il 31 maggio 1859, dunque, l’epica battaglia.

Una rievocazione, quella di oggi, organizzata in modo veramente splendido dalla “nostra” (ha sede a Moncrivello) “Compania d’le quat Arme”, l’Associazione di studi storici e animazione culturale che ha trovato questo modo unico di fare conoscere la Storia.

Perché non si ripeta.

Così, oggi, sono stati protagonisti anche i tanti bambini che hanno preso parte all’evento.

Hanno, tra l’altro, imparato che, al termine della battaglia, intervenne un gruppo di Volontarie, civili al seguito delle truppe, che si occupò di curare i feriti di entrambi gli schieramenti: in embrione, quella che più tardi sarebbe stata la Croce Rossa Internazionale.

Un ringraziamento particolare, oltre alla “Compania”, al Comune di Palestro, nella persona del Sindaco Giuseppe Cirronis, per avere agevolato al massimo il lavoro dei media che, così, hanno potuto documentare nel modo migliore possibil, un evento davvero meritevole di attenzione.

***

Sentimenti diversi, si diceva, perché, quest’anno, quella parte della rievocazione che mostra i morti, i cadaveri dei soldati caduti sul campo di battaglia, richiama alla mente immagini purtroppo di tutti i giorni.

E così questa iniziativa culturale e commemorativa si cala ancor più realisticamente nei nostri “vissuti” per ripeterci le parole pronunciate da Papa Paolo VI nello storico discorso del 4 ottobre 1965 alle Nazioni Unite: “Jamais la guerre”. Mai più la guerra.

Anche per questo, con una soluzione forse inconsueta, ma che confidiamo sarà compresa dal Lettore, apriamo il filmato che, in quasi 20 minuti di repertorio, realizzato anche, per qualche momento, con un drone, con la ripresa di un brano eseguito dalla Fanfara dei Bersaglieri animata dalla Associazione “R.Lavezzeri” di Asti.

Il brano si intitola “Il Reggimento di papà”.

Una storia struggente: torna dalla guerra un Reggimento ed i familiari vanno incontro ai reduci.

Desiderosi di riabbracciare il loro marito e papà, ci sono anche una giovane sposa con il suo bambino.

Guardano uno ad uno tutti i soldati che tornano, ma non vedono il loro caro.

Il testo è eloquente: torna il reggimento di papà, ma non torna più papà.

Semmai ci dimenticassimo per un momento di questo monito semplice quanto esigente: mai più la guerra, questa marcetta che dice di un dolore senza misura dovrebbe subito farci tornare alla consapevolezza ed all’impegno.

Vi lasciamo con il video e la gallery che documentano una bella giornata di animazione culturale, partecipazione ed anche di festa; un vero vanto per il comune dell’Alta Lomellina, alle porte della nostra provincia.

 

Posted in Cultura e Spettacolo
Provincia di Vercelli

 

Dagli Atti degli Apostoli, Cap. 1, 1 – 11
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.

Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

Dal Salmo 46

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo agli Ebrei, Capp. 9, 24 – 28; 10, 19 – 23
Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte.

Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.
Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.

Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 24, 46 – 53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

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Lo hanno anticipato i giornalisti di Notizia Oggi Vercelli: il rivestimento in pvc (il telo blu) della vasca di balneazione della piscina Enal presentava una lacerazione della lunghezza di almeno un metro – metro e mezzo.

Alcuni residenti nei condomìni che circondano la struttura hanno anche reso documentazione fotografica.

Il Comune ha perciò creduto bene provvedere, riparando il buco.

Non sarà superfluo anche cercare di capire come abbia fatto a prodursi uno strappo del genere, ma, come si dice, a ciascuno il proprio mestiere.

Stiamo allo strappo.

L’Ufficio Tecnico ha, per conseguenza della decisione della Giunta,

avviato una procedura, invero più che ragionevole – leggi qui – .

In sostanza, si dice: poiché il telo è stato posato anni addietro (per la cronaca, a cura e spese della Società Gestel) e poiché non è certo che un “taccone” di telo nuovo applicato ad un telo vecchio possa assicurare la tenuta, facciamo prima un test.

Costo del test, 800 euro.

Se – continua l’atto – vediamo che regge, allora facciamo una riparazione, con porzione ampia a sufficienza di telo nuovo, e il tutto (ispezione, test e taccone adeguato) costerà 4 mila euro circa, IVA compresa.

Come si vede dalle foto, le cose devono essere poi verosimilmente andate anche oltre la previsione, così che pare (diciamo “pare” perché altri Atti non ce ne sono) si proceda a carico di tutta la copertura in pvc di uno dei due lati lunghi della vasca, quello in corrispondenza del solarium.

Se così fosse, la spesa difficilmente potrebbe essere contenuta nei 4 mila euro previsti.

Ma, comunque, si tratta di lavori necessari e, per quello che si è letto fino a ora, predisposti con accortezza anche dal punto di vista della previsione di spesa.

La durata dell’intervento?

Da come sono “incamminati”, potrebbe essere tutto terminato già lunedì 30, massimo martedì 31 maggio prossimo.

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