VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

(marilisa frison) – Altro momento di paura oggi, 24 giugno, a Trino, intorno alle 14,30 il cielo si è oscurato, soffiava nuovamente un forte vento e la pioggia ha iniziato a scendere copiosa, ma fortunatamente è stato un temporale nella norma, intorno alle 15 tutto è terminato.
Mentre ieri giovedì 23 giugno, intorno alle 18,50 improvvisamente, a Trino, si è scatenato il “finimondo”, così è stato definito il devastante temporale, tromba d’aria, uragano, supercella, non saprei come definirlo, che ha colpito è messo in ginocchio la città.
Le persone ne parlavano terrorizzate, uomini e donne già avanti con l’età hanno detto: “Era il finimondo, non abbiamo mai visto nulla del genere”.


Io non ho assistito personalmente, ero fuori Trino, ma ho visto filmati di strade che si erano trasformate in fiumi in piena con l’acqua che scorreva a grandi velocità, i tombini intasati dall’enorme quantità di foglie e rami portati dal vento non erano più in grado di far fronte all’enorme quantità d’acqua che stava cadendo. In molti punti della città tetti divelti, anche in centro, al semaforo, incrocio tra C.so Italia e C.so Cavour, al palazzo dove ha sede il negozio di “Luisa giocattoli” è stato portato via il tetto, un intero tetto per terra davanti all’oratorio, tutte le vie sono state colpite, alberi caduti, antenne piegate, giardini distrutti, recinzioni demolite e persino la pensilina dove si attende l’autobus, mi pare, in Via Vercelli spazzata via.


In neanche mezz’ora le persone hanno perso il lavoro di una vita.
Ho sentito di case dichiarate inagibili dai Vigili del fuoco.
Il centro di Trino sembrava essere stato bombardato, un disastro ovunque, ma grazie alle pronte disposizioni del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale, in un batter d’occhio le strade principali sono state ripulite, i complimenti vanno anche agli operatori ecologici del Comune che si sono dati un gran daffare.


Ora, non resta che conteggiare i danni, tanti i tecnici in giro per la città chiamati dai residenti.
Volevamo la pioggia, questo sì, ma non a queste condizioni, non la devastazione!


Purtroppo le condizioni climatiche sono cambiate e questi cataclismi saranno sempre più frequenti, ricordate il downburst del 7 luglio 2021, anche lo scorso anno erano stati divelti tetti, caduti alberi ed era stato danneggiato il Bosco delle Sorti.
Virus, siccità, guerra, carburanti alle stelle, economia disastrosa…, nonostante ciò confidiamo nel buon Dio e cerchiamo di andare avanti fiduciosi e speranzosi.

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Intorno alle ore 19.00 di oggi, giovedì 23 giugno, il centro di Trino è stato devastato da un tremendo nubifragio.

La gallery fotografica documenta le vie colpite, tra queste le più danneggiate sono: Via Gioberti, via Cameri, Corso Italia, Via Pasubio,  Zona Salesiani, Zona Centro Buzzi.,

Sembrava di essere in guerra”. Questo il commento dei cittadini che hanno assistito al  nubifragio.

Il sindaco Daniele Pane dopo l’accaduto dichiara: “La viabilità principale è praticamente tutta riaperta restano solo alcune vie secondarie chiuse per motivi di sicurezza e qualche area parcheggio Internet. Alle prime ore di domani mattina provvederemo ad ultimare i lavori per lo sgombero del suolo pubblico e quindi ripristinare anche le vie secondarie. Faremo la conta dei danni e daremo supporto a tutti coloro che ne hanno bisogno. Vi teniamo aggiornati”.

Aggiornamenti e testimonianze da Trino nelle prossime ore.

 

Redazione di Vercelli

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E’ il settimanale diocesano di Casale Monferrato, “La vita Casalese”, a dare per primo la notizia del ricovero in Ospedale del Cardinale Severino Poletto, disposto nella giornata di ieri, 22 giugno.

Il Presule, 89 anni, verserebbe in gravi condizioni, ma al momento non ci sono aggiornamenti del bollettino medico: solo un annuncio da parte dei familiari, che invitano alla preghiera per lui. A Vercelli ne ricordiamo la presenza alla Celebrazioni Eucaristiche per l’ordinazione  episcopale di Mons. Marco Arnolfo e di Mons. Cristiano Bodo.

Dal sito internet della Santa Sede www.vatican.va , qualche notizia biografica.

Il Cardinale Severino Poletto, Arcivescovo emerito di Torino (Italia), è nato a Salgareda, in Diocesi e in provincia di Treviso, 18 marzo 1933. Ultimo di 11 figli (di cui due morti in tenera età), ha ricevuto il Battesimo il 29 marzo 1933 nella parrocchia San Michele Arcangelo in Salgareda. Lì ha ricevuto anche la Cresima il 17 novembre 1940 da Mons. Antonio Mantiero, Vescovo di Treviso.

La famiglia Poletto si trasferì in Piemonte nel 1952, dapprima a Rosignano Monferrato e poi a Terranova di Casale. Egli ha seguito la famiglia andata in Piemonte a cercare quel lavoro che allora scarseggiava nel Nord Est italiano.

Dopo aver iniziato gli studi seminaristici a Treviso, nel 1953 – anno della morte del papà – passò al Seminario Maggiore di Casale Monferrato. Ricevuta l’ordinazione presbiterale dal Vescovo, Mons. Giuseppe Angrisani il 29 giugno 1957, fu inviato come viceparroco a Montemagno e vi restò per quattro anni. Nello stesso anno dell’ordinazione perse anche la madre, in un incidente stradale. Fu successivamente prefetto di disciplina del Seminario di Casale e direttore dell’Opera diocesana per le vocazioni.

Venne nominato, nel 1965, parroco a Maria SS. Assunta ad Oltreponte di Casale, zona di immigrazione e di residenza operaia. Senza mai definirsi «prete operaio» nel senso tradizionale del termine, lavorò tuttavia a metà tempo per alcuni anni in una fabbrica nella zona della sua parrocchia. Della sua esperienza di parroco, che durò 15 anni, ricorda oggi soprattutto l’intenso impegno su un duplice fronte: l’attuazione del Concilio Vaticano II per quanto riguarda la liturgia e la promozione del laicato, e l’avvio di una serie di iniziative volte a coinvolgere i credenti in una sempre maggiore «responsabilità» nella pastorale e nell’evangelizzazione.

Nel 1973 curò la fondazione del Centro diocesano per la pastorale della famiglia, con corsi per fidanzati e con un Consultorio. Fu coordinatore della grande Missione Cittadina nel 1974, nel 500° anniversario di fondazione della diocesi di Casale Monferrato. Nel 1977 conseguì la licenza «summa cum laude» in teologia morale all’Accademia Alfonsiana presso la Pontificia Università Lateranense; nell’autunno del medesimo anno fu nominato Delegato Vescovile per la pastorale.

La «stagione episcopale» comincia nel 1980: il 3 aprile è nominato dal Papa Vescovo Coadiutore di Mons. Giovanni Dadone, Arcivescovo-Vescovo di Fossano. Sabato 17 maggio 1980, nella Cattedrale casalese di Sant’Evasio, l’Arcivescovo di Torino Cardinale Anastasio Alberto Ballestrero gli conferiva l’ordinazione episcopale ed il successivo 22 giugno la Diocesi di Fossano lo accoglieva come Coadiutore. Il 29 ottobre dello stesso anno diveniva Pastore della Diocesi di Fossano, succedendo per coadiutoria. A Fossano si dedicò con entusiasmo in particolare ai giovani, alla famiglia, alla formazione di catechisti per adulti: sono gli ambiti più importanti sui quali ha stimolato l’operosa attività delle forze vive di quella Diocesi. Nel 1986 nasce a Fossano la sezione dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose che «serve» tutte le 5 diocesi della provincia di Cuneo.

Il 16 marzo 1989 gli fu affidata la diocesi di Asti e l’11 giugno successivo vi iniziò il ministero pastorale, continuando ad essere apprezzato e richiesto predicatore di esercizi spirituali rivolti a clero, alle religiose e alle varie categorie di laici. Anche qui dieci anni intensi, caratterizzati dalle Missioni diocesane rivolte ai giovani, agli sposi, ai bambini e ai ragazzi, agli anziani. Ad Asti egli avvia la sperimentazione delle «Unità Pastorali», per razionalizzare e rendere più efficace la presenza e il servizio della Chiesa sul territorio. Il 25-26 settembre 1993 accoglie il Papa ad Asti: durante quella visita pastorale Giovanni Paolo II proclamò Beato l’astigiano Mons. Giuseppe Marello, fondatore degli Oblati di San Giuseppe.

L’«avventura» torinese comincia il 19 giugno 1999, con il trasferimento deciso dal Santo Padre da Asti a Torino, per succedere al Cardinale Giovanni Saldarini. La città lo accoglie con attenzione ed entusiasmo: migliaia di persone sono presenti il 5 settembre nella Piazza del Duomo. Insieme ai numerosi fedeli torinesi si trovano rappresentanze di Casale, Fossano, Asti, Treviso, Salgareda: tutte le tappe della vita dell’Arcivescovo.

«Vengo tra voi con nessun’altra intenzione che fare della mia vita un’immolazione, un’offerta gradita a Dio. Desidero professare davanti al Signore e a voi che così io intendo vivere il mio servizio episcopale: come un’offerta totale della mia vita, fino all’ultimo respiro, per annunciare Gesù Cristo e per cercare esclusivamente di esservi guida ed esempio per aiutarvi a camminare nella sequela di Cristo, unica condizione per raggiungere la salvezza». Sono le parole con cui si è «presentato» alla Chiesa e alla città di Torino il 5 settembre 1999, nell’omelia della Messa d’ingresso, celebrata sul sagrato del Duomo. La «dedizione» ha provveduto a praticarla da subito: nei primi mesi del suo ministero ha incontrato personalmente tutti i preti della diocesi (circa 700), in una Visita pastorale al clero del tutto nuova per la Chiesa di Torino. Ha anche riunito in diocesi, per una settimana, i 18 missionari torinesi «fidei donum» che lavorano in 4 continenti. In diocesi ha avviato la preparazione del Piano pastorale decennale e della riforma della Curia metropolitana. Ha animato da subito anche significativi momenti «pubblici» della Chiesa torinese, come i lavori di preparazione dell’ostensione giubilare della Sindone, e proponendo il Convegno «La Chiesa incontra la città» che, svoltosi nel giugno scorso, ha segnato un punto alto di confronto fra l’archidiocesi torinese e le massime rappresentanze delle istituzioni civili.

In Duomo accoglierà poi, il 12 agosto 2000, gli oltre 30.000 giovani in viaggio verso Roma per le Giornate Mondiali della Gioventù, in cui lo stesso Arcivescovo è chiamato a guidare tre catechesi. Di fronte alla Sacra Sindone il Custode accoglie anche gli scienziati riuniti da tutto il mondo per il primo Simposio internazionale di studi sindonici (marzo 2000) e, durante l’Ostensione, numerosi Cardinali, Arcivescovi e Vescovi venuti a guidare il pellegrinaggio delle loro comunità a quel Volto misterioso. In particolare giunge, per la prima volta in visita ufficiale, la delegazione del Patriarcato ortodosso di Mosca, guidata dal Metropolita Kirill.

Per dieci anni è stato Segretario della Conferenza Episcopale Piemontese. Nella Conferenza Episcopale Italiana è attualmente membro del Consiglio Permanente e ha partecipato, dal 1985, alla Commissione per la famiglia di cui è stato anche Presidente. È stato Presidente della Conferenza Episcopale del Piemonte.

Arcivescovo emerito di Torino, 11 ottobre 2010.

Ha partecipato al conclave dell’aprile 2005 che ha eletto Papa Benedetto XVI e al conclave del marzo 2013 che ha eletto Papa Francesco.

Da S. Giovanni Paolo II creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001, del Titolo di San Giuseppe in Via Trionfale, Diaconia elevata pro hac vice a Titolo Presbiterale.

 

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Vera Bullano non è certamente un nome nuovo nel mondo della tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico ed artistico.

Ma è soprattutto un’appassionata d’Arte a tutto tondo e, così, non è stato difficile, una volta che i due percorsi di vita si sono incontrati, concepire l’idea di dedicare un libro a Lella Beretta, la grande fotografa vercellese che Bullano descrive in particolare come dedita alla ricerca del “bello”.

Da qui a scrivere una biografia di Beretta il passo è stato breve anche se – dice l’Autrice – non è stato facile acquisire il consenso di Lella, che preferisce la riservatezza.

Ma tant’è, “Lella Beretta, una vita da favola” è stato finalmente dato alle stampe e domenica scorsa è stato presentato da Roberta Martini e Elisa Volta alla Libreria Mondadori, presente un folto pubblico, che ha molto apprezzato.

Sullo sfondo, una speranza: che i bambini tornino al mondo delle favole, magari lasciando per un momento gli smartphone.

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Valduggia sgomenta per la tragica scomparsa di Giampaolo Tonetti, 38 anni, morto oggi nel primo pomeriggio a Grignasco nel sinistro stradale che ha visto coinvolto anche un camion.

Tonetti viaggiava sulla sua moto quando, per cause che sono al vaglio della Polstrada di Arona, che procede, è entrato in collisione con il mezzo commerciale.

Tonetti era un Veterinario molto stimato e, in paese, si era sempre impegnato in tante attività di volontariato.

Aggiornamenti nelle prossime ore

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La cronaca di oggi, 20 giugno, si apre con la notizia del sinistro stradale verificatosi in Via Trino, all’altezza del Civico 28, prima di Mezzogiorno, nelle immediate vicinanze della Scuola Media Verga.

Due vetture sono entrate in collisione mentre entrambe procedevano sull’arteria maggiore, in direzione Trino (sono poi state spostate sulle strisce pedonali di Via Testi, ma non è lì che si sono scontrate) e si sono tamponate.

Nessun danno alle persone.

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La giornata lourdiana organizzata dall’Oftal per ricordare figure e momenti decisivi della propria esperienza avrà termine solo questa sera alle 21, con la processione “au flambeau”, che si snoderà per le vie del centro di Vercelli.

A domani, quindi, per il video completo che documenterà questo bel momento di speranza.

Ma già ora è possibile offrire qualche scampolo di repertorio significativo di questa iniziativa che ricorda almeno tre “luci” ancora capaci di illuminare, proprio come i flambeau, il nostro cammino.

Per prima quella accesa nel 1912, con il primo pellegrinaggio che il giovane sacerdote trinese, Alessandro Rastelli, organizza alla Grotta di Massabielle, con ben 250 ammalati.

La parentesi terrena di Mons. Rastelli copre l’arco temporale dal 18 gennaio 1883, quando nacque a Borgo Vercelli, al 11 ottobre 1960, giorno della nascita al Cielo.

Cliccando qui una bella e completa biografia del Sacerdote.

Ma l’altra protagonista della giornata è la Beata Sr. Enrichetta Alfieri (23 febbraio 1891 – 23 novembre 1951), l’Angelo di San Vittore. La Suora che, salvatasi per riconosciuto intervento miracoloso, dopo un pellegrinaggio a Lourdes, fu destinata al servizio di apostolato e beneficio dei detenuti e soprattutto detenuti politici al Carcere di San Vittore a Milano, nel corso della Seconda Guerra Mondiale e nel primo Dopoguerra.

Per alleviare le sofferenze di donne e uomini provati dalla detenzione, rischiò la vita ed, infine, fu lei stessa arrestata con l’accusa di favorire le comunicazioni tra le persone ristrette ed i familiari: era, peraltro, vero, ma nemmeno privata della libertà personale, Sr. Enrichetta cedette né rivelò nulla che potesse compromettere la posizione dei suoi assistiti.

A lei dedicato un convegno che ha visto illustri relatori, di cui diremo meglio nel servizio più completo di domani.

Oggi, la visita graditissima, tra gli altri, del gruppo Oftal di Chivasso, animato anche in questa ripresa degli itinerari alla Grotta di Massabielle, dopo la sospensione degli ultimi due anni, dalla decana delle Dame.

La Signora Mariuccia Dellarole, 90 anni compiuti e portati alla grande.

Vive da tanti anni a Chivasso, dove ha fondato il gruppo Oftal, ma è nata a Tronzano Vercellese.

Al suo attivo ha oltre 100 pellegrinaggi, ma è una contabilità che non tiene aggiornata.

Invita però i giovani (uno nel video) a seguire la chiamata della Madonna che mai si stancherà di invitarci alla sequela di Gesù.

A lei ed al suo gruppo – in video – il ringraziamento del Presidente Generale dell’Oftal, Mons. Paolo Angelino.

A domani: ora vi lasciamo con il filmato ed una piccola gallery.

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Provincia di Vercelli

Dal Libro della Genesi, Cap. 14, 18 – 20

In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
«Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
E [Abramo] diede a lui la decima di tutto.

Dal Salmo 109

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici!

A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato.

Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek».

Dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, Cap. 11, 23 – 26

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

Sequenza

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.

Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell’agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.

Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 9, 11 – 17
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

***

UN PENSIERO DALLA SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

(Gn 14,18-20; 1 Cor 11,23-26; Lc 9,11-17)

Gesù parte per ritirarsi a Betsaida e far riposare i suoi discepoli rientrati dalla missione, ma giunti a destinazione ecco sfumata la possibilità del riposo: una marea di gente li aveva preceduti. Gesù invece di provare sentimenti di impazienza e di fastidio, senza condannare o respingere quell’inseguimento, accoglie le folle annunciando il regno di Dio e guarendo chi è nel bisogno. Si arriva al declinare del giorno e i discepoli con praticità suggeriscono a Gesù di congedare la folla, poiché si trovano in una zona deserta, senza possibilità di alloggiare e trovare cibo. Gesù non accondiscende al legittimo invito dei suoi e, invece, di mandar via la folla, dice di farla sedere e coinvolge i discepoli in una risposta impensata. Senza considerare l’inospitalità del luogo, la scarsità assoluta dei mezzi, Gesù stimola la disponibilità alla condivisione e sprona a mettersi in gioco. “Date loro voi stessi da mangiare”, una frase che spiazza e, mentre da una parte chiede il coinvolgimento degli apostoli, dall’altra ricorda che l’unico vero dono nella vita è dare se stessi, fare della propria vita un dono per gli altri.

Materialmente la richiesta è decisamente illogica, non ci sono che cinque pani e due pesci (il pane e il pesce in salamoia, era il cibo che solitamente si portava quando si era in viaggio); in realtà Gesù chiama a scoprire e vivere un’altra logica. Gesù non moltiplica, non compie un gesto magico con soluzione spettacolare, ma “prende, benedice, spezza e dona”, sono i verbi dell’Eucaristia, verbi che indicano il dono, la condivisione e circolarità dell’amore.

Il discepolo, ognuno di noi, è invitato a entrare in questa logica, siamo chiamati a ricevere e donare, distribuire e condividere quello che abbiamo ricevuto. Impariamo dal vangelo che siamo servi del pane di vita e che Gesù ci chiede di offrire e distribuire questo pane a tutti coloro che ne chiedono. A un pio israelita risalterebbe in questo racconto una grave omissione: perché Gesù non chiede alla folla di purificarsi (rito importante nel pasto giudaico) per essere degna di mangiare questa cena?

Luca sta comunicando la grande novità di Gesù di Nazareth: la religione insegnava che l’uomo doveva purificarsi per accogliere Dio, il vangelo sarà la bella notizia che accogliendo il Signore si è purificati (Paolo De Martino). “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati” (Mt 9,12).

Il Vangelo ci aiuta anche a valorizzare tutto ciò che sembra piccolo e senza importanza: le piccole cose di ogni giorno, se fatte con amore diventano grandi, moltiplicano il bene che rinnova e fa crescere noi stessi e molti altri nella via di quella bella umanità che Gesù è venuto e sempre viene a insegnarci e donarci.

“Un solo corpo, un solo spirito come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione” (Ef 4,4-16).

Tutti fondamentalmente siamo accomunati, diventiamo un solo corpo e un solo spirito nel rispondere alla stessa chiamata ad amare, a dare noi stessi da mangiare, a diventare anche noi l’Eucaristia che riceviamo, pane di vita prontamente dato e condiviso con tutti.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza 

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Prosegue il periodo d’oro per lo Studio Riadatto dell’Ing. Stefano Vantaggiato e di sua moglie, l’Arch. Ilaria Angioni, decisamente oberati di lavoro da tante Amministrazioni pubbliche, unite dal comun denominatore di essere a trazione leghista.

Tutto regolare, naturalmente: decidono i Tecnici.

Qui il nostro precedente articolo.

Si viene a sapere, consultando l’Albo Pretorio della Unione dei Comuni Montani, di cui è presidente Francesco Pietrasanta, mentre Francesco Nunziata ha la delega per i Servizi Socio Assistenziali, che la Dott.ssa Sveva Dessì, nella sua assoluta autonomia di Tecnico, ha incaricato lo Studio Riadatto del “progetto di riqualificazione e riuso degli immobili “ex Suore” per la realizzazione di un nuovo centro Alzheimer e abitazioni inclusive presso Doccio, fraz. di Quarona”.

L’Atto delle Dottoressa Dessì si può leggere qui integralmente.

A certi cultori di belle lettere l’atto appare essenziale, ai limiti, forse, del laconico, in alcune parti: ad esempio, quando si parla di giudizio di congruità della spesa. E’ congrua. E amen.

Prova di versatilità della Dottoressa che, esperta in Servizi Sociali (fresca di nomina, peraltro: da gennaio 2022 ha sostituito la “storica” dirigente Renata Antonini, ora in pensione), può giudicare la previsione di onorario per incarichi ad Ingegneri ed Architetti?

Oppure, magari, avrà acquisito un parere tecnico; nel caso, sempre ad alcuni cultori di belle lettere, parrebbe utile una, sia pure sintetica, citazione.

Peraltro, lo Studio Riadatto è – si legge – l’unico tra quelli interpellati che è disposto ad eseguire i lavori nei tempi richiesti.

Chi saranno mai gli altri interpellati?

Magari – ma non si può sapere perché non c’è scritto – lo Studio Fauda?

Saprà la Dottoressa Dessì.

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(marilisa frison) – È stato reso grande omaggio a Sant’Antonio di Padova, lunedì 13 giugno 2022, a Trino, in occasione della sua festa.

Tantissimi i trinesi devoti al grande Santo che, alle 18, si sono recati al Santuario dell’Immacolata, meglio conosciuto come chiesa di San Francesco, ordine al quale Antonio apparteneva, per assistere alla solennità in suo onore.

A celebrare Fra Daniele Barbonaglia, trinese d’origine, con il parroco don Patrizio Maggioni, coadiuvati dal Diacono Emor Lucingoli e Giancarlo Tione.

Giancarlo ha aperto la toccante funzione religiosa tracciando una biografia del Santo più venerato, al secolo Fernando Martins de Bulhões, originario del Portogallo dove era noto come Antonio da Lisbona.

Fra Barbonaglia nel decantare la grandezza del Santo e la sua prodigiosità, ha invitato i presenti a non rivolgersi ai Santi soltanto per ottenere miracoli, ma ispirandosi al loro operato per arrivare alla santità.

Non tutti i santi sono eclatanti come Antonio, ci sono i Santi meno conosciuti, quelli cosiddetti della porta accanto.

La santità è nascosta nelle pieghe della quotidianità.

Ed ha concluso: “Preghiamo gli uni per gli altri per arrivare a questa chiamata alla santità che il Signore ci fa”.

Moltissimi i fedeli che con grande devozione si sono accostati alla Comunione.

È stata rispettata l’antica tradizione del Pane, davanti all’altare c’erano tre grandi ceste di pane, e don Maggioni nel benedire i pani ha ricordato il miracolo di Tommasino, che ritornato in vita grazie all’intercessione di Sant’Antonio fece nascere la devozione del Pane dei Poveri (detta anche Pane di Sant’Antonio); cioè quella di donare del pane alle persone disagiate, o per una grazia ricevuta tramite l’intercessione del Santo oppure quando si chiede il suo aiuto, il suo intervento nella preghiera. Don Maggioni medita: “Oggi, il pane non è più un alimento così essenziale come lo era in passato, così oggigiorno si incoraggiano i fedeli a continuare la pia devozione del Pane dei Poveri prendendosi cura delle necessità dei poveri”.

Dopo la solenne benedizione finale a capo chino, impartita da Fra Daniele, è stato distribuito all’esterno del Santuario il Pane di Sant’Antonio.

La magia dell’organo suonato da Stefano Piazza e i bellissimi canti francescani intonati hanno contribuito a rendere il momento speciale, solenne.

Un ringraziamento particolare a Marina Cambiaso, che si è prodigata per la riuscita della festa e per le sue doti canore.

Sant’Antonio di Padova viene invocato per: i poveri, gli oppressi, gli orfani, i prigionieri, i naufraghi, i bambini malati, i vetrai, le reclute, le donne incinte, gli affamati, i viaggiatori, gli animali, gli oggetti smarriti, i pescatori, i cavalli, i marinai, i nativi americani, contro sterilità, i fidanzati, il matrimonio.

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