VercelliOggi
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Bella e partecipata Celebrazione, questa mattina, 31 luglio, a Cuceglio, in onore del Patrono di questa Comunità civile e religiosa, Sant’Eusebio.

Il video che, insieme alla gallery, volentieri offriamo quale modesto contributo a questa bella giornata di fede, riprende in primo luogo la magistrale omelia dettata da Mons. Arrigo Miglio, Cardinale eletto, che ha intessuto l’esposizione di richiami attualissimi per illustrare l’attualità della lezione lasciataci da Sant’Eusebio, uomo di Dio capace di “ricominciare da capo” tante volte il proprio compito, nel corso della propria esperienza terrena.

Un richiamo reso ancor più cogente dal messaggio lasciatoci dalle Letture che la Liturgia ha disposto per questa domenica

che ci mettono in guardia.

La parabola dell’uomo ricco che crede di poter “dare per scontate” le proprie ricchezze e, invece, si trova a rendere la propria vita dal giorno alla notte, suggerisce al Presule di sviluppare questo insegnamento, con straordinaria forza comunicativa, secondo tre piani di lettura.

Uno, attualissimo che, pur con grande pacatezza e prudenza, pare prendere – se è permesso così dire – il “toro per le corna” in questo frangente della vita civile: davamo per acquisita anche la democrazia (insegna in Cardinale) e, invece, ci accorgiamo che è una conquista da riconquistare sempre.

Nella Chiesa, poi, ci accorgiamo che la necessità di “ricominciare” si traduce in quella di saper comunicare valori che sono sempre quelli, ma devono essere comunicati con nuovi linguaggi.

Ricominciare, infine, anche nella nostra personale, individuale, vita di persone, di credenti, di padri e madri di famiglia: perché leggere i segni dei tempi è un’urgenza rispetto alla quale sempre occorre essere attrezzati.

Ma davvero non occorre aggiungere parole, perché ascoltando, integrale, questa omelia di straordinaria forza comunicativa, tutto è chiaro e coinvolgente.

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Quasi a richiamare, per affidarsi ad essa, la lezione di Eusebio, sta la targa che, affissa nel 2019, ricorrenza dei mille anni dalla fondazione di questa ridente comunità parrocchiale e civile, la speranza, rivolta ai cittadini di domani, per un futuro di serenità e di concordia.

Pare un’eco del magistero del Protovescovo, esule, che si rivolgeva alla propria Chiesa perché non dimenticasse come fosse necessario “fidem custodire, concordiam servare”.

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Il paese, come sappiamo, ma come purtroppo oggi manca il tempo per raccontare con la dovizia di particolari che piacerebbe dedicare, si segnala anche per lo splendido santuario dalla Madonna Addolorata: non mancherà occasione per tornare.

Ma ecco la cronaca della giornata, in presa diretta da Cuceglio.

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(f.c.) – Questa mattina a Cuceglio, solenne cerimonia per la Festa Patronale di S. Eusebio, alla presenza del Cardinale Eletto Arrigo Miglio.

La mattinata è iniziata alle 10,30 con il giro per le vie del Paese da parte della Società Filarmonica Cucegliese “La Fratellanza”, che quest’anno festeggia i 150 anni di attività.

Diretta da Giulia Gorgone, che è il capo Banda e da Ezio Beltrami che il Maestro per le esibizioni in concerto, la Banda Musicale di Cuceglio è stata fondata nel 1872 dal Cav. Francesco Michela.

Tornando a questa mattina, la giornata è proseguita alle 11,00, nella piazzetta antistante la chiesa parrocchiale, dove è stata posizionata la Panchina dell’AVIS per ricordare Valentino Putto, scomparso nel novembre scorso, già Vice Presidente dell’AVIS di Agliè e che fortemente aveva fondato il Gruppo degli Avisini di Cuceglio.

Emozionante il ricordo che ha fatto di lui l’attuale Presidente dell’AVIS di Agliè, Tamara Zana a cui hanno fatto seguito le belle parole del Sindaco di Cuceglio, Antonino Iuculano Mamao e dell’Assessore Fabrizia Tangi. Mons. Arrigo Miglio ha poi benedetto la panchina.

Il Cardinale ha presieduto la solenne funzione delle 11,15, celebrata in Chiesa Parrocchiale, animata dalla Cantoria di Cuceglio, alla presenza dell’Amministrazione Comunale, rappresentata dal Sindaco Iuculano Mamao Antonino, dall’Assessore Tangi Fabrizia e da alcuni Consiglieri, della Scuola Primaria di Cuceglio rappresentata da alcuni ragazzi con i genitori e da tutte le Associazioni di Cuceglio: A.T. Pro Loco, Società Filarmonica “La Fratellanza”, Associazione “I Presepi ant ij such”, Società Bocciofila “F. Bertea”, USD U. S. Cuceglio (la squadra di calcio), Associazione “il Muretto delle Ginestre”, A.P.S. Tutti i Colori, Associazione “Viaggi con l’Asino”, Gruppo di Protezione Civile e Operatori Evento Cuceglio.

La S.Messa è stata concelebrata dal Prevosto di Cuceglio, Don Luca Meinardi.

Dopo la messa, si è tenuta la processione per le vie del paese, a cui hanno preso parte, oltre a Mons. Miglio ed a Don Luca Meinardi, anche il Vicario Generale della Diocesi di Ivrea, Don Gianmario Cuffia e Don Massimiliano Marco, Vice Parroco di Cuceglio.

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La festa prosegue anche dal punto di vista civile, dove fino a domani sera, presso il padiglione di Via Duca di Genova, angolo Via Agliè, ci sono serate enogastronomiche e danzanti. Questa sera spazio alla discoteca con Dj ICO, mentre domani ci sarà lo spettacolo di Shary Band. Da segnalare che nella giornata di Domani, 1 Agosto, giorno di S. Eusebio, la festa religiosa si sposta alle Cascine Cuffia, dove Don Luca Meinardi presiederà la messa, sempre animata dalla Cantoria, alla presenza dei Priori 2022, Edoardo Laner e Cristiana Arri. Sarà presente anche la Banda Musicale di Cuceglio. Per tradizione la festa delle Cascine Cuffia ricorda anche la Madonna delle Grazie a cui è dedicata la piccola chiesa. Martedì mattina alle 9,00 infine, sempre alle Cascine Cuffia, il Vice Parroco di Cuceglio, Don Massimiliano Marco, celebrerà la messa in suffragio dei Defunti.

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Provincia di Vercelli

Dal Libro del Qoèlet, Cap. 1, 2; 2, 21 – 23

Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!

Dal Salmo 94

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: “Ritornate, figli dell’uomo”.
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Colossesi, Cap. 3, 1-5. 9-11
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.

Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 12, 13 – 21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: “Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità”. Ma egli rispose: “O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?”.

E disse loro: “Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede”.
Poi disse loro una parabola: “La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio”.

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Un pensiero sulla Parola  dalle Suore Carmelitane del Monastero Mater Carmeli di Biella

(Qo 1,2;2,21-23; Sal 89; Col 3,1-5.9-11; Lc 12,13-21)

Viviamo un momento storico di grande destabilizzazione. Ci sentiamo tutti vulnerabili, a livello fisico, economico e anche psicologico. Ogni certezza sembra vacillare, ogni solidità sembra sciogliersi sotto questo caldo torrido, voce di un ecosistema che abbiamo alterato. L’equilibrio della natura è entrato in tilt, suona l’allarme per situazioni che non si riescono a gestire e controllare. Non è forse questa la voce del nostro desiderio sempre più concitato di voler dominare, possedere e consumare senza freni?

Il Vangelo ci presenta un uomo che si ritiene molto saggio perché accumula ricchezze su ricchezze. Costruisce le sue torri per proteggerle. E poi si sdraia sul divano, ormai sazio del denaro accumulato, progetta come passare il resto della sua vita a spenderlo.

Quattro verbi ci delineano i desideri di quest’uomo: riposarsi, mangiare, bere, divertirsi.

L’uomo sazio è sdraiato sul suo divano, la sua visione della vita è solamente orizzontale. Mi riposo a più non posso, mangio e bevo senza misura, mi diverto in tutte le modalità possibili. Questa è la sua felicità.

Ma la vita dell’uomo non è tutta racchiusa in un divano! Sarebbe veramente troppo limitata. La nostra vita assume significato e valore per la dimensione verticale che l’attraversa, che la illumina.

Io e le mie ricchezze non abbiamo lunga vita. Se invece le mie ricchezze, che poi non sono mie, le uso nella modalità illuminata dallo sguardo di Dio, allora sia io, che le ricchezze, abbiamo lunga vita.

I beni della terra non sono negativi in se stessi, ma lo sono nella misura in cui diventano una trappola per il nostro cuore e la nostra mente, per il nostro spirito e la nostra volontà. Ogni dipendenza abbruttisce la persona, perché le toglie la libertà di saper pensare e agire liberamente, per il bene di se stessi e degli altri.

Il problema quindi non sono le ricchezze che possediamo, ma il fatto che il nostro bisogno di possederle intralcia il nostro rapporto con Dio e ci fa vedere gli altri uomini come pedine da usare e sfruttare, oppure come probabili nemici da cui difendersi.

Sembra però che abbiamo un bisogno istintivo di costruirci un senso di sicurezza attraverso l’accumulo di beni e ricchezze. Le nostre case a volte sono piene di oggetti anche semplici che rimangono fermi e inutilizzati, ma dai quali non ci separiamo perché sono le nostre “ricchezze”. Diventiamo riluttanti a condividere ciò che abbiamo, nel caso in cui un giorno ne avessimo bisogno. San Giovanni della Croce scrive che un uccellino non è libero di volare se è legato, anche se il filo che lo lega è un sottile filo d’oro, bello e lucente.

Questa domenica possiamo domandarci: ma quali sono le mie dipendenze delle quali non voglio fare a meno e per le quali investo tanta ricchezza di pensiero, di affetti, di tempo, di energie? Quali magazzini mi sono costruito per sentirmi sicuro di fronte alle incertezze della vita?

La saggezza di Dio ci indirizza a usare ciò che siamo e ciò che abbiamo per arricchire la vita degli altri. La saggezza di Dio sta nel donare a dismisura: c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Dio gioisce nel darci la vita ogni giorno, nel pensare bene di noi sempre, nel curare nostre ferite per vederci guarire in fretta dai nostri limiti. Vera ricchezza è la sapienza del cuore che sa attingere da questo grande cuore di Dio per arrivare ad avere la giusta stabilità, la vera serenità. Con Dio possiamo fare cose grandi! Se abbiamo questa ricchezza nel cuore allora possiamo dire che sperimentiamo il nostro essere risorti con Cristo, guardiamo le cose eterne, non ci perdiamo dietro modelli di vita “taroccati”, ma puntiamo su Cristo Gesù.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza                                                                                          

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Paura, ma nessun danno agli anziani Ospiti che vi sono ricoverati, alla Casa di Riposo “Tavallini” di Borgo Vercelli.

Questa notte (tra 26 e 27 luglio) il Vercellese è stato nuovamente interessato da violenti temporali e, per la seconda volta, si sono registrati danni a carico della copertura della struttura residenziale che ospita una trentina di Anziani.

Come si vede dalle illustrazioni, il vento ha sollevato e divelto la copertura che è finita a ridosso della Ferrovia (nessuna componente metallica, però, sui binari).

La conseguenza è stata una infiltrazione d’acqua piuttosto consistente che ha interessato sia il corridoio sia qualche camera del primo piano.

Alcuni Ospiti sono, così, stati trasferiti nel locale mensa, in attesa che per loro si trovi una più stabile destinazione (probabilmente, in altre Rsa) finchè non si sarà provveduto a ripristinare l’impermeabilizzazione del tetto: l’Amministrazione Comunale si sta adoperando per reperire Ditte idonee ad assicurare un pronto intervento.

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Ancora immagini eloquenti del nubifragio che ieri, 25 luglio,

(leggi qui il servizio pubblicato in serata di ieri)

ha colpito tutta la provincia di Vercelli, dalla Valsesia fino alla Bassa Vercellese, Trino, Palazzolo, Borgo d’Ale, Borgo Vercelli, Tronzano, Santhià.

Questa notte (tra 26 e 27 luglio) sono attese ancora precipitazioni che, però, stando alle previsioni, dovrebbero essere più abbondanti in termini “pluviometrici”, cioè in ordine alla “quantità” di acqua che arriverà, ma con manifestazioni assai meno violente, data soprattutto la mitigata escursione termica in quota (dicunt!).

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Ringraziamo i Lettori che ci hanno inviato il repertorio, mentre, di seguito, pubblichiamo l’articolo che riguarda in particolare la situazione di Trino.

Buona lettura.

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(marilisa frison) – Intorno alle 19 al rientro a casa dopo la Santa messa delle 18 dove, oltre a ieri, anche questo lunedì 25 Luglio, il parroco di Trino, don Patrizio Maggioni, ha nuovamente dedicato la messa alla richiesta della pioggia (aveva preventivato due messe di preghiera per la pioggia), il cielo ha iniziato a oscurarsi. Abbiamo appena fatto in tempo ad alzare le tende e chiudere le imposte, che si è alzato un forte vento, gli alberi si piegavano a destra e sinistra come fossero di un materiale elastico, le foglie e i rami spezzati sollevati in cielo come in un vortice, si sentiva sbattere ovunque e il vento soffiava forte, era veramente spaventoso. Un vento talmente forte che mi ha sradicato l’edera dal muretto di cinta. Niente di che confronto ai danni arrecati in città, a un mese esatto dall’altro evento catastrofico avvenuto il 24 giugno 2022. Trino è nuovamente stata colpita duramente dalle calamità naturali.

Più di 50 le richieste di intervento giunte ai Vigili del Fuoco e al Sindaco Daniele Pane, che prontamente ha messo in moto tutta la macchina dei soccorsi, che a Trino è molto ben gestita dalle varie associazioni di volontariato.

Interventi importanti sono stati fatti in Via Vercelli, dove è volato via il tetto del palazzo al numero civico 9B, confinante con la scuola guida “Autoscuola Trinese”, è stato divelto un tetto anche in via Sabotino, non è stato risparmiato nemmeno il tetto della Moschea di Via Monte Santo, a terra anche il tetto degli uffici del Centro Buzzi, distrutto un tetto in Via Italia nella frazione di Robella e il vento nefasto si è accanito per la terza volta sullo stabile dell’oratorio Sacro Cuore, colpendo in maniera rovinosa il tetto in due lati verso Via Lanza/Via Giolito Ferrari e verso Via Spalti Ponete impedendo il transito dei mezzi. Sembra quasi che don Bosco che apriva i cortili, l’abbia presa male che i suoi successori Salesiani li chiudano. È stata chiusa al traffico Via San Rocco. Un albero sradicato al rione “Fusa” e rami spezzati in Piazza Chauvigny e luoghi vari. Tante le tegole per terra qua e là, lana vetro proveniente dai sottotetti sparsa un po’ ovunque con lastre in plastica e lamiere, bidoni del verde e dell’immondizia rovesciati. Ma fortunatamente anche in questa occasione non ci sono stati danni alle persone.

I complimenti è un grazie dal profondo del cuore vanno ai Volontari dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, ai Carabinieri, che hanno interrotto la cena e sono interventi prontamente, mettendo in sicurezza le Vie, accatastando i rottami e transennando i luoghi, era presente anche il Maresciallo Emilio Farina, che pur non essendo in servizio si è dato un gran daffare seguendo i vari interventi.

Sono venuta a conoscenza ora, che anche il Bosco della Partecipanza ha nuovamente subito gravi danni e rimarrà chiuso fino a data da destinarsi.

Ora mentre sto scrivendo il caldo torrido, ha lasciato spazio a una fresca e piacevole brezza, ma a che prezzo!

Il maltempo oltre a Trino, ha colpito anche Palazzolo,Tronzano e Santhià. 

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Meteo ancora violento in tutta la provincia di Vercelli.

L’annunciata perturbazione prevista per oggi nel tardo pomeriggio è arrivata puntuale, partendo dalla Valsesia dove, tra Borgosesia e Serravalle si è abbattuta una violenta grandinata attorno alle 19.

Poi l’ondata di maltempo si è diretta verso sud, dove è arrivata verso le 20, flagellando Trino e Santhià.

Mancata per miracolo quest’auto a Trino.

Per ora, nel Capoluogo, solo forte vento e pioggia, ma, al momento (20,32) non si hanno notizie di gravi danni.

Danni anche a Ronsecco.

Le immagini che i Lettori chi hanno inviato dai tre centri, sono anche questa volta impressionanti: le abbiamo raccolte in videonotizia.

Aggiornamenti nelle prossime ore.

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Ci piace sempre esordire, aprendo questi servizi, con un bel “grazie” a tutte le persone che hanno dato vita ai due giorni intensi ed emozionanti, a beneficio di tanti bambini.

VercelliOggi.it ha avuto il privilegio di documentare qualche momento particolarmente interessante, come l’arrivo e, soprattutto, la “conoscenza” dell’elicottero del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza.

A Trino oggi, domenica, e ieri, sabato 23 luglio, l’attività dimostrativa è stata di grande utilità, non solo di grande effetto, svoltasi presso il campo di addestramento cinofilo “Beppe Carelli”, a pochi metri dal ponte sul Po.

Si sono impegnati in tanti: a partire dal  Victor Charlie Protezione Civile OdV, capitanato dal sempre attivissimo Maurizio Bertazzoli.

Ma davvero molti sono stati gli specialisti che hanno dato vita a varie dimostrazioni: dai Vigili del Fuoco, alla Guardia di Finanza, al Soccorso Sanitario dell’Esercito, fino alle Unità Cinofile provenienti dalla Regione ed ospiti del Centro cinofilo di Trino, appunto dedicato a Beppe Carelli.

La manifestazione, che si ripropone con il titolo “Vita da Campo” è stata concepita per trasmettere con efficacia messaggi semplici ed educativi, ai piccoli partecipanti all’attività di Centro Estivo gestita da Elen’s Sport, il benemerito sodalizio trinese attivo in molti segmenti sportivi ed educativi.

E i bambini e ragazzi hanno mostrato di interagire con interesse e intelligenza.

Hanno assistito alle simulazioni di recupero dispersi in ambiente caratterizzato da macerie, oppure di pericolanti caduti in pozzi o forre nascoste dalla vegetazione.

Tanto atteso il momento di “presa di contatto” con l’elicottero, un biturbina della Leonardo che il Comandante dell’Equipaggio ha “presentato” con pazienza e garbo, rendendo alla portata di tutti il linguaggio comprensibilmente tecnico.

I ragazzi hanno posto domande, che riportiamo nel video volentieri offerto come nostra modesta partecipazione all’iniziativa, insieme alla gallery.

Molto bello il momento in cui, venendo a sapere quanto costa il velivolo (13 milioni di euro) un ragazzino, sicuramente futuro Dottore Commercialista, si è interessato per conoscere anche il costo di produzione del mezzo. Insomma: qual è il margine operativo della Leonardo?

Inutile dire che la circostanza è stata propizia anche per conoscere amici a quattro zampe che sono sempre protagonisti delle attività di protezione civile.

In particolare, per le attività di ricerca tra macerie, le razze più idonee sono il Pastore della Beauce ed il Pastore Belga Malinois. E proprio una piccola e simpatica Malinois di tre mesi ha catturato le attenzioni di tutti, mostrandosi molto portata, per ora, alla ricerca di…crocchette.

Ma l’addestramento parte proprio da qui.

Ora vi lasciamo con il filmato di apertura e la gallery, qui di seguito.

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Provincia di Vercelli

Dal Libro della Genesi, Cap. 18, 20 – 32

In quei giorni, disse il Signore: “Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!”.
Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore.
Abramo gli si avvicinò e gli disse: “Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?”. Rispose il Signore: “Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo”.
Abramo riprese e disse: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?”. Rispose: “Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque”.
Abramo riprese ancora a parlargli e disse: “Forse là se ne troveranno quaranta”. Rispose: “Non lo farò, per riguardo a quei quaranta”. Riprese: “Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta”. Rispose: “Non lo farò, se ve ne troverò trenta”. Riprese: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti”. Rispose: “Non la distruggerò per riguardo a quei venti”. Riprese: “Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci”. Rispose: “Non la distruggerò per riguardo a quei dieci”.

Dal Salmo 137

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita;
contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano.

La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Colossesi, Cap. 2, 12 – 14

Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.

Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 11, 1 – 13
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. Ed egli disse loro: “Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione””.
Poi disse loro: “Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!”.

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UN PENSIERO DALLA SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

(Gen 18,20-32; Sl 137; Col 2,12-14; Lc 11,1-13)

Nel vangelo di questa domenica leggiamo che Gesù si trovava in un luogo a pregare. Ci sono luoghi che favoriscono la preghiera personale, intima, e luoghi che favoriscono la preghiera comunitaria. Ci sono preghiere pensate per la comunità riunita, come la Messa che convoca tutti intorno alla mensa della Parola e dell’Eucaristia e preghiere che vengono dal cuore, spontanee, che comunicano il segreto dei pensieri, dei desideri, anche dei propri errori al Signore, che conosce e comprende ogni cosa, che sa cosa c’è dentro l’uomo.

Una prima indicazione che possiamo considerare, potrebbe essere quella di trovare e scegliere un luogo, che diventi il nostro luogo di preghiera, dove magari ritrovarci ogni giorno come a un “appuntamento” con il Signore e darci, anche solo per pochi minuti, la possibilità di attingere e ricevere lo Spirito Santo dalla sua Sorgente inesauribile: “Chiedete e vi sarà dato, il Padre vostro darà lo Spirito santo a coloro che glielo chiedono!”.

Uno dei discepoli di Gesù, guardandolo pregare e forse facendosi portavoce anche degli altri, chiede a Gesù di insegnare loro a pregare, come già faceva Giovanni il Battista. E Gesù risponde con poche indicazioni che sono una miniera inesauribile per la vita e che ritroviamo nella preghiera del Padre nostro, fondamentale per il cristiano. Dio è la fonte del nostro essere, nessuno chiede di nascere, ci troviamo in questo mondo, con la nostra persona, una famiglia, in una precisa area geografica e molte altre cose che non abbiamo scelto. Sono il nostro “corredo” per la vita che, questo sì, siamo chiamati a scegliere come vivere. Tra le tante scelte, possiamo anche considerare, se e quanto vogliamo credere alla necessità della preghiera, se vogliamo, come il discepolo nel vangelo di oggi, chiedere a Gesù di insegnarci a pregare e intraprendere questo cammino senza stancarci, con insistenza, con fede in Dio che ascolta, che vede, che continuamente ci chiama a vivere da figli e da fratelli e sorelle. La preghiera si sperimenta utile, necessaria, solo se è connessa con la realtà della vita e ci spinge, fornendo energia positiva, a una continua conversione. Il cristiano non potrà mai arrendersi e dire: le cose non cambieranno, ormai non c’è più speranza di miglioramento, di crescita. La fede che sposta le montagne è quella che nel concreto non si basa esclusivamente sulle proprie forze ma si rivolge con insistenza, addirittura con invadenza, al Signore, che non può restare indifferente alla voce dei suoi figli.

Certo la preghiera non è una bacchetta magica per ottenere o spingere Dio a fare quello che noi vorremmo, ma una porta che si apre per ricevere dal Signore molto più di quanto possiamo domandare o pensare secondo il suo disegno d’amore per noi che supera ogni desiderio e ci conduce a santificare il suo nome, a operare per la venuta del suo Regno, ad essere operatori di pace e di perdono, a non temere le prove della vita, perché Dio è con noi e non permetterà che siamo tentati oltre le nostre forze ma con la prova, ci darà anche la via di uscita e la forza di superarla, una forza che si chiama Spirito Santo e che il Signore dà a chiunque lo domanda con fede.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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Bella e semplice Festa al Monastero Mater Carmeli di Biella, dove, ormai da 17 anni, una comunità di Monache carmelitane è diventata poco a poco punto di riferimento per tante persone, non soltanto della Diocesi di Biella, ma anche di quelle vicine di Vercelli ed Ivrea.

Una spiritualità profonda, essenziale, autentica.

Una capacità di “farsi prossimo” per ciascuno di noi e soprattutto per i molti fratelli che, Ospiti della vicina “Casa Speranza” (la “proiezione” non soltanto ideale della comunità monastica) sono stati vittime di dipendenze.

In questo pomeriggio “caldo” e non solo per i sentimenti di fraternità percepiti, la partecipazione vercellese ed eporediese non sarebbe potuta sfuggire al cronista, che certo non era lì per origliare cosa dicessero le persone presenti.

Impossibile, però, non udire un gruppetto di persone, parlare di quel sinistro stradale a Borgo d’Ale capitato in mattinata.

Così come qualcuno discorreva, prima che la S.Messa si iniziasse, della coincidente celebrazione di questa stessa ricorrenza nella parrocchia di Castellamonte: la Beata Vergine Maria del Monte Carmelo è la Patrona dell’intera comunità.

Pare davvero un segno di Grazia, come quel piccolo gruppo di Monache “trapiantato” qui nel 2005 dal Monastero di Carpineto Romano, tre inizialmente, abbia originato una comunità via via più numerosa: più numerosa non soltanto quanto a Consorelle che qui vivono e pregano; ciò è vero anche con riguardo, come si dice oggi, allo “share” di preghiera e spiritualità che da qui promana.

Ogni anno che passa il Monastero è sempre più bello ed anche la pandemia ha – a suo modo – fatto sì che dalla prova nascesse un momento di fecondità, un’idea nuova.

Quella della “Tenda Horeb”, inizialmente pensata per consentire le funzioni religiose in ambiente ove fosse possibile il distanziamento tra persone.

Ora divenuta luogo non più di “distanziamento”, ma di maggiore vicinanza per tanti fedeli in più.

E proprio nella tenda Horeb ha presieduto la S.Messa il Vescovo di Biella, Mons. Roberto Farinella: integrale, nel video di oltre mezz’ora che volentieri offriamo come modesto segno della nostra partecipazione a questa giornata di preghiera e meditazione, l’omelia del Presule.

Poi, la benedizione agli scapolari che sono stati consegnati ai presenti.

Al termine del video, una “sorpresa”, che è dovuta, se premesso, ad una curiosità di chi scrive.

E’ accaduto altre volte che, arrivando al Monastero, l’attenzione fosse catturata da quel segnale: “Sequoia Monumentale”.

Ci siamo tenuti la curiosità dal 2014 ad oggi.

Ma ieri, 16 luglio, abbiamo fatto la conoscenza di questo stupefacente esemplare di Sequoia sempervirens, messo a dimora qui nel 1850.

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Ma non divaghiamo.

Sempre avvincente l’omiletica di Mons. Farinella, che ha colto anche una sintonia – per dir così – con l’attualità, commentando il brano tratto dal Primo Libro dei Re, Cap. 18.

Siamo in quel momento drammatico che vede il Profeta Elia al centro di una tensione senza precedenti: dal punto di vista del contrasto all’idolatria, non meno che della prova vissuta dal popolo per una siccità epocale.

E’ il momento in cui la promessa annunciata da quella nuvoletta finalmente apparsa all’orizzonte, simile ad una mano d’uomo, si dimostra verace, affidabile, foriera di una nuova possibilità di vita.

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Di momento non certo minore la Lettura che ci presenta il capitolo quarto della Lettera ai Galati.

Un passo che ci aiuta sempre ad abbassare la testa per consegnarci (che non vuol dire rassegnarci) al Mistero, ammettendo la nostra minorità.

Il versetto è questo (Galati, 4,4):

” Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna (…)”.

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Un passo che ritorna spesso anche per tanti altri motivi, il primo dei quali è questo: San Paolo non nomina mai Maria, salvo in quest’unica allusiva espressione “nato da donna”.

Che però, a pensarci bene, basta per dire come siano andate le cose e quale fosse il disegno del Padre che le aveva ordinate.

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Ma restiamo sulla traccia.

Perché, dunque, quella “pienezza del tempo”?

E, soprattutto, in quel luogo.

Cosa significa?

Cosa significa, in particolare, in una terra – la Giudea – sotto il tallone di un dominatore straniero, cinico ed esigente, certo tutt’altro che orientato a fare crescere, come si direbbe oggi, quel popolo.

Lo stesso popolo di Dio era tormentato da lotte intestine.

Era un tempo di violenze.

Era forse questa la “pienezza del tempo” cui una Misericordia provvidente avrebbe potuto pensare per “mandare” quel così unico Figlio?

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Questi sono i pensieri che si affastellano, se si guarda il Mistero della salvezza secondo le categorie umane.

Non riusciamo a “comprendere”, cioè “contenere” quello che è più grande di noi.

Incomprimibile, così incomprensibile.

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Meglio, dunque, accettare il nostro limite ed ammettere che quella “pienezza del tempo” altro non fosse se non il “momento giusto”, pensato come giusto dal Padre: era ora.

Quella era l’Ora della Storia scelta dal Padre.

Per motivi che sa Lui, anche se non li comprendiamo noi.

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E, così, se è lecito paragonare le piccole cose delle nostre storie locali, di piccola comunità di credenti, di piccola comunità civile, a quelle grandi che ci richiamano alla Storia della Salvezza, non dobbiamo chiederci perché il Padre abbia voluto gettare proprio qui, agli inizi del Terzo Millennio, in un bosco vicino a Biella, dentro un cascinale semi abbandonato, il seme da cui sarebbero arrivati nuovi e così copiosi frutti spirituali.

Non dobbiamo chiederci perché abbia voluto accendere una luce qui, in quest’ora della Storia e della nostra storia di comunità civili ed ecclesiali.

Dobbiamo ringraziare il Padre e contemplare la scena illuminata e, soprattutto, cooperare alla realizzazione del Suo disegno di misericordia.

Guarda anche:

 

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Provincia di Vercelli

Dal Libro della Genesi, Cap. 18, 1 – 10

In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.
Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: “Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo”. Quelli dissero: “Fa’ pure come hai detto”.
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: “Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce”. All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: “Dov’è Sara, tua moglie?”. Rispose: “È là nella tenda”. Riprese: “Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio”.

Dal Salmo 14

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua.

Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.

Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Colossesi, Cap. 1, 24 – 28

Fratelli, sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.

Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 10, 38 – 42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.

Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”.

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UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

(Gn 18,1-10;  Sal 14; Col 1,24-28; Lc 10,38-42)

Il Vangelo di questa settimana è conosciuto. Spesso interpretato mettendo in contrapposizione Marta e Maria, le due sorelle così diverse tra loro, una che punta all’ascolto e l’altra che punta al servizio.

Ci chiediamo però se non sia la nostra mentalità abituata a separare più che a unire, che ha fatto di queste due sorelle due antagoniste. Siamo sempre alla ricerca del migliore, del più bravo, confronti su confronti, per poi scoprire che i confronti non fanno che svilire le nostre capacità e inaridire i nostri rapporti interpersonali.

Nella vera fratellanza le differenze non distanziano, ma avvicinano. Le differenze non contrappongono, ma arricchiscono. Noi che leggiamo il brano del vangelo non siamo chiamati a schierarci con Marta o con Maria. Piuttosto a capire che il comandamento dell’Amore: “amerai Dio con tutto il cuore e il prossimo come te stesso” si concretizza attraverso l’ascolto di Maria e il servizio di Marta.

Esistono quindi Marta e Maria che si armonizzano tra loro e insieme riescono ad offrire al Maestro una accoglienza piena: fatta di ascolto e servizio, di momenti gioviali seduti insieme nella condivisione e di servizio insieme ai fornelli per potersi poi ritrovare a tavola.

Sono le due mense: della Parola e dell’Eucarestia. Noi ci nutriamo attraverso la Parola che ascoltiamo e che plasma in noi la volontà di amore di Dio. Ci nutriamo del Pane perché la Presenza reale di Dio rafforzi il nostro uomo nuovo creato a Sua immagine e in continua crescita di risurrezione.

Gesù nella casa di Betania ha conosciuto il premuroso servizio di Marta e l’adorante silenzio di Maria. Le due sorelle si vogliono bene, lo dice il fatto che il clima della loro casa era sereno e Gesù andava presso di loro a riposare. Il silenzio adorante di Maria permetteva a Marta di cucinare e ascoltare a distanza; il servizio di Marta permetteva a Maria di non lasciare solo l’ospite e di fargli compagnia.

Pensare per contrapposizioni non aiuta: Gesù non esprime un giudizio di valore, riguardo al servizio e all’ascolto. Del resto se andava spesso in quella casa, ci andava anche per mangiare e quindi sapeva che Marta sapeva cucinare bene! Piuttosto il Maestro vuole fare notare l’affanno che a volte si accompagna al servizio e ne stravolge la sua essenza.  Marta si affanna per le molte cose da fare: perde il suo centro di riferimento e non sa più discernere le priorità. Non riesce neanche più a capire la modalità di comportamento della sorella. Si è interrotto il dialogo. Il servizio è liberante quando non si fa con l’amaro in bocca. Ma anche l’ascolto deve portarci alle opere. Come posso dire che ho fede senza le opere? Rafforzerò la mia fede con l’ascolto della Parola, poi con le opere di amore e di servizio che questa Parola mi suggerisce testimonio la mia fede.

Il nostro istinto di contrapposizione piuttosto che di armonizzazione degli opposti, ha portato i commentatori a leggere Maria come espressione della vita contemplativa e Marta come espressione della vita apostolica. C’è una élite che viaggia in prima classe e una maggioranza che viaggia in classe turistica.

Questo non è il pensiero dei grandi santi contemplativi. Per citare solo S.Teresa d’Avila e S.Maria Maddalena di Firenze, due carmelitane vissute nella clausura, che hanno precorso i tempi. Nei loro scritti Marta e Maria sono descritte come l’espressione della piena maturità spirituale della persona, di ogni battezzato. Marta e Maria sono l’ascolto sinodale, sono il servizio gratuito, sono l’accettazione della volontà di Dio che chiede ascolto e servizio, una disponibilità gratuita e gioiosa per tutto.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

 

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Se c’è una cosa positiva di questi Consigli Comunali “itineranti” che a Varallo si usano tenere, è di sicuro l’opportunità (a prezzo di un minimo disagio o, meglio, impegno organizzativo in più) di conoscere meglio angoli altrimenti poco frequentati della città, del suo territorio.

Oggi, ad esempio, la seduta consiliare tenutasi alla Pro Loco di Roccapietra, attigua al campo sportivo ed a poca distanza dalla sede degli Arcieri del Sesia, complice anche la bella giornata estiva, è stata una di queste occasioni.

La seduta era trascorsa senza particolari evidenze: l’appuntamento più atteso, la nomina del quarto Assessore, non ha fatto altro che confermare le attese per la designazione di Roberto Carelli. Al suo posto in Comunità Montana andrà Mauro Osti.

A domani per l’elenco completo delle altre nomine istituzionali, tipiche di ogni inizio mandato, di cui

all’ordine del giorno che abbiamo già pubblicato nel precedente articolo – leggi qui – .

Per ora, i nominati in quella Edilizia, la più rilevante: De Conti, Cavagnino, Raffreddi, Cagnoli  e  Francione.

***

Gli animi si accendono proprio in vista del traguardo quando, poco prima della fine della seduta, il Consigliere di Opposizione Mario Casaccia prende la parola per stigmatizzare un intervento, letto su Facebook, che si riferisce ad un post del “Pro Sindaco” di Sabbia, Loris Terrafino.

Non è facile stabilire esattamente di cosa si sia trattato. 

Sta di fatto che, per motivi che nemmeno nel corso della seduta sono stati del tutto chiariti, qualche settimana fa Terrafino avrebbe pubblicato questo post (pare, poi ritirato) dove si fa riferimento ad un tragico sinistro stradale: un fatto di cronaca che sconvolse Varallo e non solo e la cui memoria è ancor oggi dura da metabolizzare.

Casaccia stigmatizza proprio il fatto che l’argomento sia “riemerso” da una “stratigrafia” di sentimenti profonda, quanto ancora dolente del passato: la cosa – a dire del Consigliere – avrebbe in qualche modo riaperto la ferita, mai del tutto sanata, tra i familiari delle vittime.

La discussione si accende, come è chiaro dal filmato messo a repertorio.

Si accende tanto.

Talchè, il Consigliere di Opposizione Elisa Astori domanda al Segretario Generale del Comune che di tutto si dia atto nel verbale della Seduta.

La discussione è accesa e, quindi, non si sente bene la risposta del Tecnico, ma vogliamo credere che (ancorchè non ci sia diretta streaming in repertorio) non mancherà nulla.

A domani, come detto, per l’elenco completo delle nomine.

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