VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

(marilisa frison) – La Sezione trinese della benemerita Associazione “San Vincenzo De Paoli”, guidata dalla Presidente Laura Zecchinato, è un fiore all’occhiello in città, un’Associazione vigile, con un occhio di riguardo verso i bambini, le mamme e gli ultimi.

Non si occupa solo di pagare le bollette e fornire l’abbigliamento, ai più bisognosi, ma cerca di capire le cause delle povertà e di combatterle.

A Trino sono tanti gli extracomunitari e le donne, soprattutto, hanno difficoltà con la nostra lingua e questo comporta un grande handicap, che le ghettizza, le isola e non consente l’inclusione.

Mariuccia Martinotti, Professoressa di matematica, è il Mentore dell’Associazione e si sta dando un gran daffare per mantenere in piedi il progetto “NessunOesclusO”: di inclusione scolastica per i ragazzi delle medie e di inclusione sociale per le donne e gli adulti stranieri.

Un progetto voluto e gestito dalla San Vincenzo, che lo scorso anno ha vinto un bando nazionale; quest’anno purtroppo non hanno più finanziamenti, ma grazie a donazioni di privati hanno potuto nuovamente dare continuazione a questo bel progetto.

Mariuccia crede fermamente in questo grande compito e si prodiga affinché tutto funzioni al meglio, però servono fondi.

Stanno avendo un notevole successo i corsi di italiano “A zero” e “A uno” gestiti rispettivamente da Luciana Demaria e dal Maestro Fiorenzo Tricerri.

Inoltre, ha messo in piedi un corso di Alfabetizzazione digitale per adulti stranieri, tenuto dal dottor Maurizio Belluati, laureato in Informatica. Maurizio con questo corso di notevole importanza e fondamentale al giorno d’oggi, aiuta a familiarizzare con le Mail, a entrare nel circuito dell’Inps ed a capire come fare le varie domande, a usare il registro elettronico, a muoversi nei registri di classe in modo di poter seguire l’andamento scolastico dei figli.

In questo modo le mamme si sentono protagoniste della realtà e passano dall’essere escluse all’agire in prima persona.

Mentre per quanto riguarda la fascia bambini e ragazzi, è stato attivato il progetto “S.o.s. Compiti” sempre nell’ambito del progetto “NessunOesclusO”, dove la fondazione Buzzi Unicem mette a disposizione gratuitamente il salone del Centro Buzzi per il doposcuola.

Il mercoledì dalle 15,30 alle 17,30, per i ragazzi di prima e terza media e il venerdì dalle 15 alle 17 per i ragazzi di seconda media.

Per quanto riguarda i bambini dalla seconda alla quinta elementare il doposcuola è il sabato mattina, dalle 9,30 alle 11,30.

La fondazione Buzzi, inoltre, paga il corso di pallacanestro ai ragazzi che vogliono imparare a giocare e le iscrizioni ai tornei.

Anche le ragazze non rimangono più chiuse in casa, ma escono vanno a vedere le partite e partecipano alla vita sociale.

Le Signore diventano sempre più coscienti delle loro capacità, diventano più emancipate e non restano più “un passo indietro”.

La San Vincenzo segue e supporta anche le donne extracomunitarie che hanno problemi di violenza in famiglia e trovano il coraggio di ribellarsi, le aiuta nei traslochi ed a trovare lavoro, le rendono indipendenti.

Tutto questo però necessità di fondi, specialmente per incentivare le studentesse straniere che si occupano del doposcuola e per le baby-sitter che intrattengono i bimbi piccoli mentre le mamme sono a lezione.

Luciana Demaria, che si occupa del corso “A zero”, è molto benvoluta e dice che sono signore splendide, ha con loro un rapporto umano e quando la vedono per strada l’incontro è gioioso come quando si incontra una persona di famiglia.

Le abbraccia e le bacia e questo per loro è una novità, perché si sono sempre sentite messe da parte.

Luciana sta vivendo un’esperienza indimenticabile.

Nell’allegato video l’intervista a Luciana e a Fiorenzo Tricerri, che ci rendono partecipi delle loro emozioni.

Al corso “A zero” sono iscritte 23 signore che non hanno familiarità con la lingua e certe non sanno nemmeno tenere una matita in mano, mentre il corso “A uno”, tenuto da Fiorenzo, è più avanzato, è formato da 13 alunne marocchine più un ragazzo del Pakistan e uno del Bangladesh.

Fiorenzo e Luciana regalano il loro tempo per il bene di queste persone.

Le lezioni di italiano si tengono il lunedì è il mercoledì dalle 14,30 alle 16,30 nel salone parrocchiale Rusticoni e, nell’aula a fianco, è stata allestita anche una ludoteca per ospitare e intrattenere i bambini piccoli.

Tutti i corsi sono gratuiti, si pagano solo 5 euro d’iscrizione l’anno, un piccolo contributo per fotocopie e cancelleria.

La San Vincenzo quest’estate ha contribuito a finanziare il Centro Estivo per 17 bambini.

La sede di Via Gennaro, in Trino è aperta il martedì e il giovedì dalle 14,30 alle 17.

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Aggiornamento ore 20 – 

La circolazione lungo la Sp 11 all’altezza di Borgo d’Ale, dopo il sinistro di stamane, è ripresa attorno alle 17,30.

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Aggiornamento ore 13 – 

Ancora chiusa al traffico la Sp 11 dove stamane è uscito di strada l’autoarticolato che trasportava un mezzo d’opera.

I lavori di sgombero della carreggiata proseguono: si è reso necessario fare intervenire una seconda autogru. Si prevede che la regolare circolazione potrà essere ripristinata non prima delle 14,30.

 

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La cronaca di oggi, 14 novembre, si apre con la notizia del sinistro “autonomo”, che vede cioè coinvolto un solo mezzo nel territorio comunale di Borgo d’Ale, dove l’autoarticolato che si vede nell’illustrazione è uscito di strada.

Illeso il conducente.

I fatti sul tratto SP 11 in direzione Tronzano, tra la preesistente rotatoria per Bianzé e quella nuova in costruzione per Borgo d’Ale.

La strada, ora a circolazione alternata, resterà chiusa dalle 9,30 e fino a termine lavori per la rimozione del mezzo e si consigliano percorsi alternativi.

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Provincia di Vercelli

Inizio della Novena in preparazione della Festa della Madonna degli Infermi – Omelia dell’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo, nella S.Messa celebrata sabato 12 novembre in San Bernardo

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Dal Libro del Profeta Malachia, Cap. 3, 19 – 20

Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno.
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

Dal Salmo 97

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra.

Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.

Dalla Seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalonicesi, Cap. 3, 7 – 12

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.

Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 21, 5 – 19

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

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UN PENSIERO SULLA PAROLA DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO “MATER CARMELI” DI BIELLA

Pugili vincenti

(Ml 3,19-20; Sal 97; 2Ts 3,7-12; Lc 21,5-19)

Domenica: la Chiesa si riunisce per celebrare la pasqua settimanale del Signore Gesù.

Oggi questo vangelo annuncia così la risurrezione: “con la vostra perseveranza salverete la vostra vita!”.

Un insegnamento da accogliere proprio nello spirito del Risorto. Mentre c’è chi ammira la grandezza estetica del tempio, Gesù ricorda che le cose che ora vediamo, anche se appaiono preziose e solide, saranno ridotte a nulla. Questa notizia di distruzione, però, fa sorgere domande: quando e quali sono i segni della fine del mondo? Innanzitutto, continua Gesù, badate di non lasciarvi ingannare, non seguite chi si spaccia per me e non date retta quando sentite dire che il tempo è giunto, che guerre ed epidemie sono la fine di tutto! Spesso nel mondo si predicono crisi e catastrofi per seminare ansia, malcontento e tristezza nei cuori di molti: e questo è il solo scopo! Ma Gesù è venuto per darci la vita e ci rassicura che “tutte queste cose” (che continuano a palesarsi anche ai nostri giorni, tra le nazioni e nella natura) appaiono sì come segni spaventosi, ma in realtà devono avvenire. La fine non verrà però subito dopo. Gesù richiama così la nostra attenzione per orientarla invece a vigilare sullo stato del nostro cuore.

Non si lasci turbare, né influenzare o rinchiudere nell’ira e nell’impotenza, perché ciò che otteniamo è la perdita di fiducia, di speranza e dunque il raffreddamento dell’amore reciproco. Questo è il vero guaio! Non significa certo sottovalutare la situazione storica mondiale, anzi, dobbiamo tutti costruire la pace e il dialogo, lì dove viviamo. Gesù però predice queste cose affinché non chiudano l’orizzonte che Lui ci ha aperto. Cosa minaccia di rubare la speranza nella risurrezione e ci agita quando ascoltiamo le notizie e viviamo una crisi globale? Chi volge troppo lo sguardo agli scompigli attorno a sé, rischia di ritrovarsi con un cuore confuso e amareggiato. Il cuore umano è creato da Dio per essere sua fissa dimora già ora nel mondo; non è certo destinato alla distruzione come le cose sotto i nostri occhi! Ecco perché Gesù afferma che la vera occasione per testimoniare è durante le prove. Prima dei fatti terrificanti, dice, ci sarà un periodo di grande persecuzione a causa sua. Infatti, quando ci diamo alla pace e ne parliamo, allora insorgono le potenze nemiche e ci ritroviamo ad essere come un “punching ball” sotto i loro colpi. Gesù ci invita a non preparare la difesa, per imparare a confidare nel suo aiuto che arriverà al momento opportuno. Non ci salviamo con i nostri mezzi, ma con la perseveranza! Viviamo le prove del tempo (le persecuzioni, ciò che incalza, agita) con costanza e pazienza, senza cedere ai loro urti, che premono allo scopo di turbarci così da non riconoscere l’unica verità che può salvarci. Nella Bibbia ritorna come un “leitmotiv” l’invito a non deviare, ma a restare nella calma per confidare nella salvezza che Dio ci dona di continuo e desidera per noi ostinatamente! Allora da punching ball diverremo pugili vincenti.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza

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Per fortuna senza gravi conseguenze il sinistro verificatosi nel pomeriggio di oggi, 8 novembre, attorno alle 16,30 in Piazza Roma, all’attraversamento pedonale in corrispondenza con l’incrocio di Corso De Gasperi, nei pressi della Stazione Ferroviaria.

Per cause che sono al vaglio della Polizia Municipale di Vercelli, tempestivamente accorsa sul posto, l’utilitaria grigia che si vede nell’illustrazione ha investito un monopattino condotto da una giovane 19enne residente a Vercelli.

La ragazza, non ha riportato lesioni rilevanti ed è stata ricoverata, a titolo precauzionale, in codice verde.

Pur con tutto l’impegno della Polizia Municipale per ridurre al minimo i disagi del traffico, a quell’ora molto intenso, la circolazione è stata per oltre due ore da bollino nero.

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E’ di due feriti, ricoverati in condizioni che, da un primo sommario esame, paiono non gravi, il bilancio del sinistro stradale che, attorno alle 11 di oggi, 7 novembre, ha visto coinvolte le tre vetture che si vedono nelle illustrazioni. L’impatto in territorio comunale di Stroppiana, nei pressi del Cimitero, lungo la strada che porta a Caresana.

La dinamica dell’incidente è al vaglio delle Forze dell’Ordine (sul posto i Carabinieri ed i Vigili del Fuoco, oltre il Servizio 118).

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Provincia di Vercelli

Dal secondo Libro dei Maccabei, Cap. 7, 1 – 2. 9 – 14

In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.
Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri».
[E il secondo,] giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo». Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita».

Dal Salmo 16

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno.

Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole.

Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all’ombra delle tue ali nascondimi,
io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine.

Dalla Seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalonicesi, Cap. 2, 16 – 3, 5

Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non è di tutti. Ma il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno.
Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo già lo facciate e continuerete a farlo. Il Signore guidi i vostri cuori all’amore di Dio e alla pazienza di Cristo.

Dal Vangelo secondo Luca, Cap. 20, 27 – 38

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

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Trinese

 

(marilisa frison) – Questi primi 2 giorni di novembre, dedicati al ricordo dei Santi e dei defunti, a Trino sono stati scanditi da tanti avvenimenti, che hanno visto i sacerdoti molto impegnati.

Oltre alle normali funzioni religiose, sono state celebrate messe al cimitero e si è molto pregato con il Santo Rosaio, in varie occasioni. Per fortuna il tempo è stato favorevole nonostante le previsioni.

Alle 21 del 1 novembre gli ex Allievi Salesiani hanno invitato per la preghiera del Santo Rosario nel cortile dell’oratorio Sacro Cuore di Trino; hanno aderito numerose persone.

Al termine il Gruppo Alpini Trino ha offerto caldarroste e vin brûlé a tutti.

I 140 euro ricavati dalle offerte sono stati donati per sostenere l’oratorio, in modo che i ragazzi abbiano un luogo sicuro dove andare.

La serata del 2 novembre, giorno dedicato alla commemorazione dei defunti, l’Arciconfraternita Orazione e Morte, alle 20,30, nell’omonima chiesa, ha anch’essa invitato alla preghiera del Santo Rosario per i Confratelli andati avanti.

La chiesa a unica navata, molto ben curata, adorna di fiori e lumini accesi, contiene al suo interno opere di grande prestigio. Molto bella la pala d’altare del 1607, raffigurante la Gloria del Paradiso, per non parlare del singolare crocifisso ligneo intagliato e dipinto del XVII, posto sulla parete destra: ho nominato solo queste due opere, ma ci sarebbe tanto altro da menzionare oltre all’archivio storico culturale.

Al suono della campanella i Confratelli con saio nero, cordone in vita, medaglione al collo e bastone, hanno fatto il loro ingresso e si sono posizionati attorno all’altare con il parroco don Patrizio Maggioni, che prima di iniziare la Corona, ha fatto un accenno sul compito dell’Arciconfraternita, specificando che era quello di dare degna sepoltura ai morti e aiutarli nel passaggio alla vita eterna, all’abbraccio con Dio Nostro Signore.

Ad ogni meditazione del parroco sui misteri gloriosi, i confratelli con il Priore Mario Tavano si sono intervallati nella conduzione delle decine.

Al termine del Santo Rosario sono state distribuite le candele ai fedeli in assemblea e a luci spente, in un ambiente reso suggestivo dalla luce fioca delle candele, il confratello Gusman Aureliano ha ricordato i nomi di tutti i Confratelli passati a miglior vita.

Don Maggioni ha fatto presente che è molto importante pregare per i defunti e che bisogna farlo frequentemente.

La benedizione finale e la foto di gruppo hanno suggellato questo significativo momento di fede e riconoscenza nei confronti di Dio Padre e di chi ci ha preceduto.

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(marilisa frison) – Nel giorno in cui si festeggia la gioia, la festività dei Santi, che è il giorno dell’onomastico di ciascuno di noi, anche di chi non lo ha mai festeggiato perché mancante dal calendario, oggi, martedì 1 Novembre lo ha potuto fare, ha potuto fare festa.

In una ricorrenza così importante, la splendida chiesa San Bartolomeo di Trino, ha forse un po’ subìto la “concorrenza” della Celebrazione più attesa, quella presso il Cimitero.

La “predica” come l’ha chiamata il parroco di Trino, don Patrizio Maggioni, si è iniziata in un modo singolare: con una barzelletta.

Una simpatica storiella familiare, che vede il marito intento a bighellonare con il cellulare e una birra in mano, mentre la moglie indaffarata corre su è giù per la casa a sbrigare le faccende domestiche.

Ad un certo punto, dopo aver letto una notizia che l’ha colpito, il marito rivolgendosi alla moglie esclama: “Cara, se un giorno la vita mi ridurrà in stato vegetativo e per continuare a vivere avrò bisogno di essere collegato ad apparecchi elettronici e al contempo nutrito da flebo contenenti liquidi vari, voglio che tu mi stacchi da tutto ciò e che la natura faccia il suo corso”.

La moglie ferma immediatamente il suo andirivieni frenetico, osserva il marito per qualche secondo e poi dice: “Caro, quindi, vuoi che ti porti via immediatamente il cellulare e la birra!?”

Don Pato è partito da questa barzelletta per collegarsi alle Beatitudini, che sono un’invocazione alla gioia.

Dobbiamo prestare attenzione alla felicità che ci fa vegetare, che non è quella che ci offre il Signore, ma è quella di cui si parla nella storiella di quella moglie arguta e disincantata.

Non dobbiamo perdere di vista chi siamo, persone uniche, desiderate, volute e amate dal Signore.

“Noi vorremmo che Dio ci risolvesse i problemi e poi se ne andasse, ma Dio non è in mezzo a noi per risolverci i problemi, ma per darci la forza per affrontarli. La felicità è anche riconoscere e ringraziare – continua il sacerdote – se Dio è con me, io non ho paura ad affrontare le avversità della vita. Tutti abbiamo bisogno dell’amore di Dio.”

Insomma, un’altra omelia che ci fa capire come la Chiesa sia anche un ambiente profondamente educativo e, allora, cari genitori, mandiamo i nostri figli a Messa, diamo l’esempio.

Buona festa di Ognissanti a tutti!

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Provincia di Vercelli

Dal Libro dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo, Cap. 7, 2 – 4. 9 – 14

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».

Dal Salmo 33

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Dalla Prima Lettera di San Giovanni Apostolo, Cap. 3, 1 – 3

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

Dal Vangelo secondo San Matteo, Cap. 5, 1 – 12

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

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Dal Libro della Sapienza, Cap. 11, 22 – 12, 2

Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.
Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.

Dal Salmo 144

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

Dalla Seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalonicesi, Cap. 1, 11 – 2, 2

Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.

Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 19, 1 – 10

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

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COMMENTO DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Sguardi che si incrociano

(Sap 11,22-12,2; Sal 144; 2Ts 1,11-2,2; Lc 19,1-10)

Questa pagina del vangelo è meravigliosa, come tutte le pagine del vangelo dove la misericordia di Dio si incontra con la nostra miseria e il nostro peccato. La Provvidenza di Dio, la sua misericordia e la sua grazia hanno deciso di incontrare Zaccheo nella sua povertà spirituale. Così è per ciascuno di noi: le ricchezze di Dio in Cristo si riversano sulle nostre povertà, così da farci ricchi di lui.

Gesù entra nella città di Gerico per attraversarla proprio per incontrare Zaccheo; come possiamo notare dalla Scrittura molta folla attorniava Gesù, ma il suo sguardo si incontra con quello di Zaccheo, lo chiama per nome, mentre la folla che lo circondava rimane anonima. Forse molte persone erano venute semplicemente per vedere Gesù, mentre in Zaccheo lo spirito del vangelo era già entrato in lui.

Il desiderio di una vita nuova, che già abitava in Zaccheo, si incontra con Gesù; era il desiderio di una vera conversione. Signore, buon pastore delle nostre anime, davvero va in cerca delle sue pecore lasciando le novantanove per riportare all’ ovile quella che  manca.

Zaccheo corre per incontrare colui che il suo cuore desidera forse da tanto tempo. Ora sente che ciò che il suo cuore  desidera è vicino, per questo corre, ma si accorge che la sua bassa statura e la folla erano un impedimento, però non si ferma, si ingenia pur di  trovare un modo per arrivare a Gesù, era il momento importante della misericordia di Dio per lui.

Ed è proprio in questo lavoro interiore, che il suo sguardo si incrocia con Gesù che gli dice: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua (Lc 19,5). Devo fare festa con te, sono io che il tuo cuore desidera e cerca! Ora sono qui per fermarmi a casa tua, anzi Io divento la tua casa, perché tu possa vivere in me e per me!”.

Zaccheo nel sentire l’amore di Dio che lo avvolge, scende in fretta dallo stallo artificiale dove era salito, perché Colui che ci porta in alto è con lui.  Accoglie così Gesù con una gioia indicibile, mai sperimentata fin allora.

Le parole del salmista sì avverano nella sua vita: “Dio solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i principi del suo popolo” (Salmo 112,7-8). “Celebrate il Signore perché è buono; eterna è la sua misericordia” (Salmo 117).

Di fronte a questo miracolo di conversione la folla non fa altro che criticare Dio per la sua grande misericordia, che ci ricrea a una speranza nuova. Entriamo anche noi per la misericordia di Dio con Gesù nella Casa di Dio: la Chiesa. Sediamoci con Lui alla tavola eucaristica con il cuore pentito come Zaccheo ed Egli ci giustificherà dagli assalti dei nostri nemici. Così, avendo in noi uno Spirito nuovo possiamo condividere con i fratelli i nostri bene, il nostro tempo, la nostra presenza. Diventiamo missionari del vangelo, sapendo che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, per progredire sempre di più insieme nella via della salvezza. Lo spirito con cui Zaccheo ha accolto Cristo possa essere in noi per vivere il vangelo ogni giorno!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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