VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

Puntuali come un orologio, si sono accese le luci del grande Albero di Natale allestito nel piazzale del Palazzetto dal Comitato del Rione Isola di Vercelli, oggi, 4 dicembre alle 17,15.

Un grande applauso delle tante persone arrivate dal quartiere, ma non solo, un po’ da tutta la città e dalle comunità parrocchiali di Isola, Belvedere, Caresanablot, affidate alla sapiente e sempre assidua guida pastorale del Parroco Don Augusto Scavarda.

Regista dell’iniziativa la Signora Daniela Ciusano, vero “motore” di una vitalità sempre nuova del Rione; presente per il Comune l’Assessore Mimmo Sabatino.

Il pomeriggio è stato allietato dalla belle esibizione canora di tanti bambini, soprattutto allievi della Scuola Comunale Vallotti, ai quali si sono aggiunti tanti altri, soprattutto della Carducci e non solo.

Perfetta direttrice del coro la Prof. Simona Zambruno, sempre capace di insegnare non solo ai più grandi, ma anche ai più piccoli, di cui riesce a catturare l’attenzione, motivandoli e divertendoli.

Non sono poi mancati vin brulé, dolci e varie altre e ghiotte soluzioni caloriche.

Uno scampolo di questo bel pomeriggio,  con qualche brano eseguito dal coro, nel nostro filmato.

L’organizzazione è stata curata anche dall’Associazione RinasciMente, della quale abbiamo intravisto qualche … simpatica renna.

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Provincia di Vercelli

Dal Libro del Profeta Isaia, Cap. 11, 1 – 10

In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare. In quel giorno avverrà che la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa.

Dal Salmo 71

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, Cap. 15, 4 – 9

Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza.
E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
«Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».

Dal Vangelo secondo San Matteo, Cap. 3, 1 – 12

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

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UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Nel deserto si apre una strada nuova

(Is 11,1-10; Sl  71; Rm 15,4-9; Mt 3,1-12)

Nel vangelo di questa seconda domenica di Avvento incontriamo Giovanni Battista che ci istruisce per il cammino, tutto concentrato nell’aprire la strada al Messia che deve venire. Si presenta con caratteristiche spartane, nel cibo, nel vestito, nel luogo deserto dove la sua voce, tuonante e senza mezzi termini, attira a sé molta gente.

L’attesa di Israele e la nostra si compie, non c’è più tempo per indugiare, oggi è giunto il tempo di convertirsi, un tempo non rimandabile oltre, il Regno dei cieli è vicino! Proprio questa è la frase centrale dell’annuncio del Battista: “convertitevi, il Regno dei cieli è vicino”. Sono le stesse parole con cui inizierà la predicazione di Gesù. La prima buona notizia è che Dio è vicino, vicino a tutti e la sua presenza è capace di conciliare nella pace realtà che da sempre vivono l’inimicizia, la contrapposizione. Finalmente la forza del lupo non sarà più minaccia di morte per l’agnello e la mitezza dell’agnello addolcirà la fierezza del lupo. Realtà profetizzata da Isaia che allude a modi trasfigurati di vivere le relazioni, senza più paure, distanze, odi, inconciliabilità.

Il Dio vicino viene come Principe della pace e ci chiama a conversione. La nostra vita può cambiare, la conversione più che un ordine è un’opportunità, la possibilità di cambiare strada, cambiare azioni e pensieri; ogni giorno è possibile il cambiamento, nessuna situazione è senza uscita. Proprio perché il Signore Dio per primo si è con-vertito, si è rivolto a noi offrendoci il suo perdono, aprendo una strada nuova: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada» (Is 43,18-19).

Dio raggiunge la nostra radice del vivere, ci permette così di restare diritti come alberi forti, ci permette di sperare contro ogni speranza, ci dona la capacità di portare buoni frutti. Dio è vicino, siamo invitati a vivere la sua vicinanza, anzi ancora di più, a vivere innestati in Lui per portare molto frutto, un frutto degno della nostra conversione. Non basta credere di essere discendenza di Abramo, eredi della benedizione, popolo di Dio. Siamo chiamati a diventare figli di Abramo attraverso un cammino che, nella fede, sceglie di rinnegare l’empietà, l’ingiustizia, l’ipocrisia con la quale farisei e sadducei si avvicinano al battesimo di Giovanni. A loro Giovanni Battista rivolge un duro rimprovero, denunciando di fatto coloro che si reputano “a posto” solo perché illusi che basti appartenere a un determinato ceto sociale per sentirsi tranquilli. Il Battista non tollera questi meccanismi di autogiustificazione che illudono e che portano a sentirsi superiori agli altri. A tutti, infatti, è rivolto l’invito a convertirsi, a riconoscere i propri peccati, a rimettersi nella giusta via. Non c’è più tempo per indugiare, per tentennare, per lasciare che vita scorra senza senso. La salvezza è vicina. Il Messia è vicino!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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Tangenziale Sud di Vercelli bloccata in entrambe le direzioni, di fronte al Self, per un sinistro che ha visto coinvolte due vetture.

Da prime sommarie informazioni si contano due contusi non gravi, uno di questi subito ricoverato dal Servizio 118.

Su uno dei due veicoli la conducente trasportava due bambini, che non hanno riportato conseguenze.

I fatti attorno alle 18, poi la strada è stata chiusa.

La Polizia Locale di Vercelli è intervenuta tempestivamente e, mentre procede ai rilievi ed accertamenti del caso, sta indirizzando il traffico in altre direzioni.

Al momento non è ancora possibile stabilire con certezza se si sia trattato di un tamponamento, oppure se una delle due vetture abbia impattato l’altra che usciva dall’area di servizio Tamoil.

I Vigili del Fuoco hanno messo in sicurezza uno dei veicoli, con alimentazione a gpl.

Almeno fino alle 20 si consigliano percorsi alternativi.

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Vercelli Città

La cronaca di oggi, 1 dicembre, si apre con le notizie di due diversi sinistri stradali, entrambi verificatisi lungo la Tangenziale Nord alla periferia di Vercelli, nella tarda mattinata.

Il primo, che fa registrare un ferito, è un tamponamento a catena che vede coinvolte tre vetture.

Una delle conducenti è stata ricoverata all’Ospedale S.Andrea in condizioni che, da prime sommarie informazioni, non sembrano gravi.

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Il secondo presenta una dinamica più complessa, ancora al vaglio delle Forze dell’Ordine, ed è capitato nei pressi dell’incrocio con Via Olcenengo.

Anche in questo caso, danni lievi agli occupanti.

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Aggiornamento ore 19 – Il Paziente è ricoverato in Unità di Terapia Intensiva Coronarica e tra 24 – 48 ore si potrà conoscere la prognosi  – 

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Ultim’ora – Pochi minuti fa (ora sono le 17,50) il Sindaco di Vercelli, Avv. Andrea Corsaro, è stato ricoverato al Dea dell’ Ospedale S.Andrea, in seguito ad un malore.

Si era da poco conclusa una seduta dell’Assemblea cittadina molto tesa: ne daremo notizia in altro momento.

Per ora non si può che augurare al Primo Cittadino una pronta guarigione.

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Bassa Vercellese

Nonostante il buio pesto che avvolge, oggi alle 17, il compendio della Casa di Riposo “Don Fagnola” di Asigliano Vercellese, nel Municipio del paese, dove sono riuniti i maggiorenti del Comune (Sindaco Carolina Ferraris, con il suo Vice Lillo Bongiovanni,  l’Assessore Fabio Badano ed il Consigliere Federica Pondrano) e le religiose responsabili della Congregazione che gestisce l’Istituto, Sr. Lucia e Sr. Antonella, si raggiunge una schiarita.

Fino a ieri, rimbalzavano notizie molto preoccupanti: la Casa di Riposo chiude, le Suore vendono tutto, gli Ospiti (35) andranno in altre Rsa ed il Personale (25 Unità) farà quel che potrà: o ricollocato presso altre Aziende del settore, oppure a casa.

Non accadrà, invece, nulla di tutto questo.

L’incontro (convocato e realizzato tempestivamente) è servito proprio a fugare i dubbi ed a pianificare un “subentro” da parte di Enti qualificati, che potranno garantire una qualità del servizio pari a quello (peraltro ottimo e da tutti apprezzato) finora assicurato dalla Congregazione religiosa beneficiaria del lascito a suo tempo disposto dalla buonanima del Sacerdote che fu Pastore della comunità per tanti anni, nel periodo storico tra le due Guerre.

Don Andrea Fagnola stabilì ogni cosa per bene, donando beni mobili ed immobili con il vincolo della destinazione d’uso a favore di attività assistenziali.

Ma nessuno, oggi, ha mai pensato di venir meno a questa volontà.

Dunque, qual è stata la base reale di una preoccupazione comunque serpeggiata?

Quella che accomuna tanti Istituti di vita consacrata: la crisi delle vocazioni.

Non ci sono più (né ora, né in prospettiva), Suore che potranno dedicarsi alla struttura di Asigliano Vercellese.

Ma nessuna possibilità che si vada verso la sua “liquidazione”.

Qui sta il punto più importante del chiarimento e della conseguente, rinnovata sintonia operativa tra Comune ed Istituto, raggiunti oggi, dopo nemmeno un’ora di colloquio cordiale.

Senza nessuna fretta, sia la Congregazione, sia il Comune di Asigliano Vercellese pubblicheranno una “manifestazione di interesse” affinchè le tante cooperative o aziende del settore comunque costituite, possano farsi avanti, se lo desiderano, con proposte di gestione.

Si parla, quindi di “subentro”, con una “exit strategy” delle Suore del tutto condivisa, graduale, senza traumi, né per gli Ospiti, né per il Personale.

Insomma, tutto è bene quel che finisce bene.

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Santhiatese e Cavaglià

Per una volta lasciamo parola e microfono ai tecnici.

Perché, quando si parla di trippa, bisogna riconoscere che il gruppo di Tronzano “Amis ‘la Tripa” sa di cosa si parla.

Li incontriamo oggi a Santhià, nel momento clou della Festa di Santa Caterina quando, giusto all’ora di pranzo, preparano il gustoso piatto tipico delle nostre campagne.

Come di prepara la trippa?

Lo spiegano loro stessi nel nostro video: ricetta semplice e genuina.

Non mancano, naturalmente, gli amici della Pro Loco di Santhià che, invece, qualche “portone” più in là, preparano la panissa, con eguale adesione alle prescrizioni della tradizione.

Poi le “ramine” ancora calde saranno trasferite in piazza perché le porzioni siano dispensate.

Tante gente si è fermata a mangiare in Piazza Roma e tanti altri hanno approfittato della opzione “asporto”, per gustare con calma a casa questi piatti che hanno fatto crescere tante generazioni.

Lungo le vie della città, l’offerta degli Ambulanti, che hanno preparato al meglio le diverse postazioni.

Insomma, una giornata in cui la gente, anche grazie alla clemenza del tempo e ad un sole, almeno per qualche ora, tiepido, ha potuto godersi una bella passeggiata.

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Provincia di Vercelli

Dal Libro del Profeta Isaia, Cap. 2, 1 – 5

Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme.
Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore
sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli,
e ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno: “Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri”.
Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli.
Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada
contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra.
Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore.

Dal Salmo 121

Quale gioia, quando mi dissero:
“Andremo alla casa del Signore!”.
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi.

Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: “Su di te sia pace!”.
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, Cap. 13, 11 – 14

Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.
La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.

Dal Vangelo secondo San Matteo, Cap. 24, 37 – 44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

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UN PENSIERO SULLA PAROLA DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

I Domenica di Avvento

Attendiamo Colui che ci attende!

(Is 2,1-5; Sl 121; Rm 13,11-14; Mt 24,37-44)

Questa prima domenica di Avvento segna l’inizio di un nuovo anno liturgico in cui saremo accompagnati dalla lettura del Vangelo di Matteo, ex pubblicano, esattore delle tasse, collaborazionista dei romani, odiato dai suoi connazionali ebrei. Matteo non restò incollato alla sua sedia dietro il banco delle imposte, ma quando Cristo passò, fissando il suo sguardo d’amore su di lui, lo trovò pronto a lasciare tutto per seguirlo e iniziare una nuova vita.

L’invito a questa prontezza lo ritroviamo nel vangelo e in tutta la liturgia di oggi: “venite” – recita il versetto del salmo – “andiamo con gioia incontro al Signore!”… “E’ ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina … La notte è avanzata, il giorno è vicino”, ricorda san Paolo nella seconda lettura. Quindi è necessario tenersi pronti “perché nell’ora che non immaginate viene il Figlio dell’uomo”.

Il tempo dell’Avvento è soprattutto attesa della venuta del Signore: attesa che sempre abita il cuore del cristiano ma che in queste settimane si fa più ardente, più intensa di preghiera. “Vieni, Signore Gesù, vieni presto!” (cf Ap 22,17.20), è il grido della Chiesa. Se è vero che l’Avvento è un tempo di preparazione alla nascita di Gesù, possiamo però sottolineare che in questa prima domenica non si fa tanto memoria della prima venuta del Signore quanto della sua ultima venuta, indicandoci la meta verso cui siamo invitati a orientarci.

Il cammino dell’anno liturgico, e quindi della vita, ha inizio con focalizzare il fine del cammino: Gesù è il senso e la meta della vita, della realtà, della storia. L’invito è: “siate pronti”, non come gli invitati alle nozze della parabola evangelica, che accampano chi una scusa chi un’altra, scegliendo altro e perdendosi la gioia vera e piena alla quale il Signore li chiama (cf Mt 22,1-14).

E’ importante tenere ben fisso lo sguardo verso la meta, ricordarci a cosa siamo chiamati, per alleggerirci di ciò che è solo zavorra, per camminare così più facilmente nel cammino.

Gesù nel Vangelo ci mette in guardia per imparare ad aggrapparci non alle cose futili, ma a saper scegliere ciò che dura nel tempo, in eterno, consapevoli che la sua venuta verrà all’improvviso senza che nessuno possa prevederlo. La cosa importante non è conoscere e ricercare tempi e modi del suo ritorno, ma custodire la fede che il Signore certamente verrà.

Ciò che conta, è coltivare una vita matura, sapendo vivere nell’attesa. Sapendo vivere scorgendo nelle cose di tutti i giorni la presenza del Signore che viene, che interpella, che si dona. Vivere nell’attesa di Colui che deve venire permette di vivere ogni attimo della vita, ogni cosa che si fa, sapendo che lì c’è Dio.

Ogni cosa che compio non è affidata al caos, alla coincidenza, ma è esperienza che Dio dona per stare con Lui. Ogni momento della vita è abitato da Dio. Ecco l’atteggiamento che ci viene chiesto di coltivare fin dall’inizio del cammino liturgico, per essere così trovati sempre pronti all’ultimo invito, quando il Signore – Re dell’Universo – ci chiamerà a entrare nella sua Casa.

 Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

Posted in Pagine di Fede
Lungosesia Ovest e Baraggia

Caresanablot per due giorni capitale italiana dei gatti. E, natualmente, dei gattari di tutte le regioni, che sono convenuti qui per una grande mostra – concorso, alla quale hanno partecipato oltre 150 campioni, uno persino in lizza per salire sul più alto gradino del podio iridato di razza.

L’iniziativa è dell’ Enfi, l’Ente nazionale della Felinotecnica italiana, che ha invitato i migliori Giudici sia italiani, sia stranieri per esaminare in modo accurato gli aspiranti.

Ma – e non è retorica – hanno vinto tutti.

Tante razze, qualcuna conosciuta, qualcuna che abbiamo incontrato per la prima volta.

Ne parlano i proprietari, tutti affezionati ai … concorrenti.

L’organizzazione di questa due giorni che ha veramente onorato il Piemonte con una presenza molto qualificata, Desirée Toldo che, al nostro microfono, spiega il ritorno di queste manifestazioni, dopo due anni di stop forzato.

Per i tanti appassionati di felini, un’occasione unica, nel fine settimana appena concluso, per incontri davvero indimenticabili.

Il video che proponiamo e la gallery sono più eloquenti di tante parole.

Buona visione e buon ascolto

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Dal Secondo Libro di Samuele, Cap. 5, 1 – 3

In quei giorni, vennero tutte le tribù d’Israele da Davide a Ebron, e gli dissero: «Ecco noi siamo tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele”».
Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele.

Dal Salmo 121

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Colossesi, Cap. 1, 12 – 20

Fratelli, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,
per mezzo del quale abbiamo la redenzione,
il perdono dei peccati.
Egli è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.

Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 23, 35 – 43

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

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UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Solennità di Cristo Re dell’universo

Diffondiamo il regno dell’amore

(2Sam 5,1-3; Sal 121; Col 1,12-20; Lc 23,35-43)

Questa domenica segna la fine dell’anno liturgico. Il mistero di Cristo Gesù con la sua incarnazione, predicazione, morte e risurrezione, ci viene raccontato nello scorrere dei giorni, nelle letture che ascoltiamo durante la celebrazione dell’ Eucarestia feriale e festiva.

E’ un ciclo armonico che anno dopo anno ci conduce alla nostra “fine”. La nostra vita viene sostenuta e illuminata dalla Parola di Dio.

La solennità di questa domenica riaccende la luce principale su Cristo, autore e perfezionatore della nostra fede, che è il centro dell’universo, tutto è in lui e tutto vive per lui.

Oggi è un giorno bello per riscoprire il senso cosmico del nostro vivere. E’ giornata bella per percepire l’universalità del nostro vivere. E’ opportunità per riflettere sulla dimensione dell’eternità nascosta nel breve attimo presente che viviamo.

Il Vangelo ci riporta nella conclusione le parole del ladrone, crocifisso accanto a Gesù: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». E Gesù: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Oggi, dice Gesù, sarai con me. Questa è la fede che può sostenere i nostri giorni. Quando ci sentiamo crocifissi nelle difficoltà, nelle malattie, nei disagi economici, lo sguardo non è da ripiegare su noi stessi,  ma va gettato immediatamente su Gesù che è lì accanto a noi per ricordarci che c’è un oggi che ci apre alla eternità. Oggi sarai con me in Paradiso: se credo che la vita eterna non è domani o dopodomani, non è alla fine del mondo, ma è racchiusa nello scorrere dei secondi delle nostre giornate.

Il ladrone si fida di Gesù più di se stesso. Lui sa che il suo agire non si è mosso su scelte di bene, ma non cade nella disperazione, la presenza di Gesù gli porta luce di Paradiso e lui è proprio lì che vuole andare, perché ha capito che tutto passa, ma l’amore resta, e che anche se non siamo stati in grado di amare, la misericordia di Dio ci riveste, ci cinge di forza, e ci ricrea nuovi, toglie la polvere a quell’immagine di Dio che in noi si è appannata, ma che non si è mai persa.

«Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». La preghiera semplice e di cuore che possiamo fare in questi giorni è proprio questa richiesta. Risvegliamo la memoria di Dio, perché si ricordi di noi, anche se in realtà siamo noi che dobbiamo ricordarci di lui, perché già oggi possiamo sentirci in Paradiso con lui.

Se noi viviamo con amore e per amore, se noi speriamo contro ogni speranza, se noi ricambiamo il male con il bene, allora nel nostro piccolo stiamo portando il Paradiso sulla terra, stiamo vivendo la risurrezione che è già in atto nella storia del mondo e nella nostra storia. Gesù è re di un regno che non ha confini, che non ha muri e barriere: respiriamo la solidarietà e la gratuità di questo regno.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

                                                                              

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