VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

Non è facile capire ed ancor meno cercare di spiegare cosa succeda al traffico in città di Vercelli, quando un sinistro stradale (fortunatamente, come in questo caso, dalle conseguenze non gravi in termini di danni alle persone: solo un ferito in Codice giallo, come vedremo) si verifichi in tangenziale, ai piedi del Cavalcavia, nel tratto compreso tra strada Olcenengo e la rotonda in direzione Santhià.

Si sommano gli effetti di varie criticità, a partire dalla più recente, cioè la chiusura della rampa di Via Monviso del Cavalcaferrovia Tournon.

Si passa solo sulla campata principale dell’infrastruttura.

Nello stesso tempo, la ormai annosa eliminazione del passaggio a livello di Via Monte Bianco (bocciofila – Sifte Berti) è una linea Maginot tra due quadranti della città, che non comunicano più dall’ Autunno 2019, quando le Ferrovie decisero che quel passaggio a livello fosse superfluo.

Nessuno è mai riuscito a fare sentire ragioni a Roma.

Poi, dal 7 dicembre 2020, chiuso anche il Cavalcavia di Corso Avogadro.

Risultato, con un sinistro che blocca quella parte di tangenziale, Nord, la coda di veicoli, attorno alle 18 di oggi, 30 maggio, parte dal Bennet e arriva praticamente all’Ospedale.

Ma andiamo con ordine.

Come abbiamo visto, nel sinistro stradale verificatosi nel tardo pomeriggio in tangenziale sono rimaste coinvolte tre vetture, una delle quali rovinata lungo l’arginello che separa la massicciata stradale dai campi.

Sul posto sono intervenuti tempestivamente tanto i Vigili del Fuoco, quanto la Polizia Locale di Vercelli ed il Servizio 118: hanno provveduto alla messa in sicurezza del sito, alle operazioni di soccorso ed ai rilievi, cercando di ridurre al minimo i disagi per la circolazione.

Fino almeno alle 20 si consigliano percorsi alternativi, evitando il tratto di tangenziale compreso tra Strada Olcenengo – Via Donato e Corso Prestinari – direzione Santhià.

Posted in Cronaca

Per fortuna le conseguenze dell’incidente verificatosi al “solito posto”, all’incrocio semaforico tra Corso Randaccio e Via Trento a Vercelli, nel tardo pomeriggio di ieri, 28 maggio, sono soltanto lamiere contorte e lavoro per i Carrozzieri.

Nessuno si è fatto male, né la Signora che ha “fulminato” il rosso, centrando l’altra auto che stava passando regolarmente con il verde, né il conducente di quest’ultima vettura, soltanto comprensibilmente “contrariato”.

Sul posto sono tempestivamente accorsi sia la Polizia Locale di Vercelli, che sta procedendo ai rilievi, sia i Vigili del Fuoco che si occupano della messa in sicurezza dell’area.

Posted in Cronaca

Dt 4, 32-34. 39-40

Dal libro del Deuteronòmio

Mosè parlò al popolo dicendo:

«Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo?
O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi?
Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro.
Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre».

Sal.32

RIT: Beato il popolo scelto dal Signore.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

  RIT: Beato il popolo scelto dal Signore.

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto.

  RIT: Beato il popolo scelto dal Signore.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

  RIT: Beato il popolo scelto dal Signore.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

  RIT: Beato il popolo scelto dal Signore.

Rm 8, 14-17

Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

Mt 28, 16-20

Dal Vangelo secondo San Matteo

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Il brano del Deuteronomio (prima lettura), nel tempo difficile del transito nel deserto, rimanda il popolo di Israele alla “memoria”, quella “memoria” che deve scaturire dal cuore per essere riportata al presente, non per la “nostalgia” del passato, ma per la “presenza” di Dio nella vita dell’uomo.

I “segni” sono chiari: Dio è fedele.

La vita dell’uomo, nel rispetto della legge, è la risposta libera alla fedeltà di Dio. Un Dio che guida “con mano potente e braccio teso”, Dio che “conduce” la storia.

Una “storia” di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo in tutto il Vangelo: dal battesimo, nel deserto, nell’annunciazione, al Tabor, alla croce, al giorno di Pentecoste… Dio “presente” nel Vangelo.

Dio “presente” in Cristo.

“L’eredità di Gesù”, il suo “testamento”: parole chiare, parole che sono la sua “volontà”.

Un “appuntamento” sul monte, su quell’altura che i discepoli conoscono bene, ci sono già stati in diverse occasioni, da lì si vede il lago di Tiberiade.

Un “appuntamento” per quei discepoli. Un “lascito”, una “eredità”.

Sono “sul monte(to oros), quello indicato dal “Maestro” (due sono i “monti” della Galilea), sono i “discepoli”, coloro che hanno una “prospettiva: imparare dal Maestro, seguire il “modello”.

Si “prostrarono”, lo adorarono (àdos), forse meglio, lo “baciarono”, si chinarono, ma … alcuni ancora dubitarono…

E Gesù si “avvicina”: ancora pazienza, ancora una “iniziativa” di Gesù…

Gesù è “vicino”, “si avvicina”, Gesù non parla “da lontano”, sa che non sentirebbero, non “rimane lontano”, sa che hanno bisogno di lui, della sua “vicinanza”, della sua “presenza”, del suo “esserci” vicino a loro.

Gesù conosce l’uomo e non riesce a stare lontano da lui.

Dio presente si accosta all’uomo.

Fiducia estrema in quell’uomo che ancora “dubita”, in quell’uomo che “vuole”, ma è “incerto”.

Gesù non lascia che siano altri a “spiegare”, ci pensa Lui, su quel monte che ha “indicato”: “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

In modo unico ed esplicito: “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

Il “nome”, la realtà presente.

Dio ha un “nome”: Padre, Figlio, Spirito Santo.

Battezzati nel nome”: Mistero del dialogo trinitario.

Il “nome di Dio”.

Dio, Gesù lo ha rivelato, lo ha fatto “conoscere”, lo ha “manifestato”, gli ha “dato un nome”: Trinità.

Io sono con voi”, “Noi siamo con voi”.

Dio nel Padre, Dio nel Figlio, Dio nello Spirito Santo, in quell’unità di Amore per l’uomo.

L’uomo non è solo, il battesimo nel nome della Trinità, manifesta all’uomo quell’Amore che va ad “abitare” con lui.

Io sono con voi tutti i giorni”. “Noi siamo con voi tutti i giorni”.

L’uomo non è solo, in forza di quel battesimo “nel nome della Trinità”, l’uomo non sarà più “solo”, l’uomo sarà abbracciato da quell’Amore, forza salvifica che lo ha redento.

Andate e fate discepoli”.

Non state qui sul monte, “andate”, non “obbligate”, “lasciate liberi” di credere, non “ammaestrate”, ma “fate discepoli”.

I discepoli non sono “maestri”, uno è il Maestro, i discepoli sono coloro che hanno fatto propria la Parola dopo averla ascoltata.

Fate discepoli” nel nome di quel Dio di cui vi ho “detto”, nel nome di quel Dio che è Padre, che è Figlio, che è Spirito Santo.

Fate discepoli” voi che siete “immersi” nella vita di Dio, perché anche altri, vedendovi, si “immergano” in Dio.

L’ “eredità” dei figli, data dal Figlio per mezzo del Padre, con quell’Amore vicendevole che è per l’uomo, immersi in quell’Amore: “eredi” di questa “comunione d’Amore”.

Fate discepoli” attraverso quella Parola, che non è “vostra”, ma dalla quale voi “attingerete”, da quella “Parola” del Figlio che ci ha fatto conoscere il Padre.

Fate discepoli” ed “Io sono con voi”.

Con voi”.

Il “Dio con noi”: l’Emmanuele.

Il Dio che ci ha “immersi” nella comunione d’Amore, “tutti i giorni”, non solo di domenica, non solo quando “avrà tempo”, non solo “quando non avrà nulla da fare” o “di meglio” da fare: l’ “occupazione” di Dio è l’ uomo: “tutti i giorni”.

Con voi”, ma voi andate, e battezzate e raccontate, e annunciate e “state vicino” agli uomini, come io sono stato vicino a voi, come io mi sono “avvicinato”, come io sono stato Vangelo.

Non serve stare sul monte, occorre “andare”, per le strade camminare, quella Parola portare.

Portate il Vangelo, portate il mio nome: Padre, Figlio, Spirito Santo.

“Facciamo l’uomo…”

Pluralità d’Amore e di Persone.

Insieme.

“In principio… presso” (Gv 1,1); quella “vicinanza” che abbraccia, che si avvicina, che è in comunione e che “fa tutto”, mondo, cose, uomo.

Quell’uomo che diventa “immagine” di quel Dio Uno e Trino.

Trinità che “abita” l’uomo.

Trinità che insegna all’uomo la “relazione”.

Dio “con”: volto concreto di Dio con l’uomo.

Facciamo l’uomo” (Genesi) a “immagine della Trinità”.

A “Immagine” di quell’Amore – relazione che non può “chiudersi”, ma che va annunciata, con la vita.

Esperienza di fede che fa “vedere” il Mistero.

Con la Grazia dello Spirito “guidati dallo Spirito di Dio” (seconda lettura) per “servire l’Amore, e annunciarlo e testimoniarlo”.

Posted in Pagine di Fede

Quarona in lutto per la scomparsa di Anna Maria Vernetti (classe 1939), deceduta nel tardo pomeriggio di oggi, 22 maggio, vittima del sinistro stradale che l’ha vista coinvolta in uno scontro frontale con un’altra automobile, condotta da un’altra Signora, anch’ella residente a Quarona.

Da prime sommarie informazioni risulterebbe che la Signora Vernetti abbia accusato un malore ed in conseguenza di ciò abbia perso il controllo del mezzo che invadeva la corsia opposta, determinando l’impatto con l’altra auto.

La conducente di quest’ultima è fortunatamente illesa.

Presenti sul posto Vigili del Fuoco, Carabinieri, Servizio 118.

Posted in Cronaca

Una giornata magica quella di ieri, sabato 18 maggio, per mamme, papà, bimbi, nonni, maestre e amici della scuola dell’infanzia, sezione Primavera e nido “Regina Pacis”di Vercelli.

Una giornata da ricordare, per più di 70 persone, che allo Zoom di Torino, con allegria, stupore, amicizia e voglia di stare insieme hanno creato un clima di autentica condivisione, momenti che saranno custoditi nel cuore.

Un grazie va a tutti coloro che hanno partecipato all’iniziativa e che hanno creduto e reso possibile momenti indimenticabili, tornando per un giorno bambini con i propri bambini.

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Redazione di Vercelli

Posted in Scuola e Università
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

At 2, 1-11

Dagli Atti degli Apostoli

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Sal.103

RIT: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

  RIT: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

  RIT: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

  RIT: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Gal 5, 16-25

Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Gàlati

Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge.
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.

SEQUENZA

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

Gv 15, 26-27; 16, 12-15

Dal Vangelo secondo San Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

La collocazione storica è precisa: il giorno di quella festa giudaica (Shavuot letteralmente “settimane”, quindi “festa delle settimane”) che in alcuni ambienti dei sadducei veniva celebrata come “festa agricola” dell’alleanza del Sinai.

Il “cinquantesimo giorno” (pura matematica: 7×7 + 1, numero del “compimento”, “culmine delle settimane”, ăereth (aramaico ‛ăartā), usato nel senso di conclusione

Il numero 7 (sheva) indicava “pienezza”, “perfezione”, in Lv 23 si indica come “calcolare” il giorno di Pentecoste: 7×7 “numero della perfezione”), Penta (in greco lett. 5 Pentecoste (in greco (πεντηκοστή, sottinteso ἡμέρα, “cinquantesimo” sott. giorno) ) quindi, 50 giorni dopo… Festa “di città”; anche le piccole comunità si riunivano nella città principale, già dal mattino molto presto, e le parole precise: “Alzatevi, saliamo a Sion, saliamo a Dio” (Mishnà).

Dopo che cosa?

Dal giorno dopo lo Sahbbath (Pasqua tra il 14 e il 15 del mese Nisan) conterete 7 settimane complete”.

Dopo quell’ “uscita”, dunque festa della mietitura, delle primizie, della gioia, dell’Alleanza.

Piano superiore del cenacolo, a Gerusalemme, durante il compimento della festa di Pentecoste, anno 30 d. C. forse verso le 9 del mattino.

“Lingue di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.” (prima lettura).

Lingue di fuoco per la lingua…

Fuoco per la Parola.

Cominciarono a parlare altre lingue…ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa”: tutti comprendevano”. Il “dono dello Spirito”, la Parola.

La comunicazione umana avviene soprattutto attraverso il linguaggio verbale, ed è il linguaggio a fare la differenza, la consapevolezza che rende l’uomo grande e unico, gli fa riconoscere, di essere creatura di Qualcuno, che ha pensato a lui dall’eternità, che lo ha creato, con la Parola (‘dabar) a sua “immagine e somiglianza” (Gen 1,36) e che ora rende la Parola comprensibile agli altri.

All’uomo unico essere nell’universo, è data la capacità di incontrare e adorare il Senza-limiti e gli dona l’attesa dell’eternità, con la Parola, quelle “lingue di fuoco” che “sciolgono la lingua”.

Vento, respiro, fuoco …

I delfini fischiano, le api danzano, gli uccelli hanno note di richiamo… l’uomo parla ed ha un compito preciso: annunciare la Parola e lo fa con quel “dono dello Spirito” che è “partecipazione dell’Essere in sè creatore delle origini” ( CCC 34).

“Il potere di esprimersi”.

Lo Spirito che rende capaci di comprendere e di parlare, di “esprimersi” per essere comprese.

Gli apostoli sono “capaci di parola”, esattamente in opposto a quanto accadde a Babele, la “confusione” delle lingue e delle parole dell’uomo.

Lingua della verità e della testimonianza, come “fuoco” che brucia, che scalda, che rischiara…

Un Amore “infuocato” che scende in quel cenacolo.

Lingua dallo Spirito per uomini nuovi: non più “muti” per timore, non più “ammutoliti” dalla paura, ma “parlanti”, per tutti, perché tutti hanno bisogno di parole per dire la Parola, per raccontare la Vita, per “dire di Dio”, di Gesù morto e risorto, del Mistero ora “comprensibile” a tutti e per tutti.

“Parlare la stessa lingua”, la lingua del fuoco dello Spirito, allora è “dire di Dio” e far parte di una famiglia di “parlanti”, perché tutti possano comprendere, perché tutti possano essere raggiunti dall’annuncio.

 In quella “promessa” del giorno dell’Ascensione c’è il “dono” di Dio: “riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1,8).

La lingua per la testimonianza.

Non vi lascio soli.

Vi dono lo Spirito Santo che non abbandonerà, che vi consolerà che saprà infondervi forza e coraggio, che farà “camminare” insieme.  Spirito che ricchezza per l’uomo: 

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (seconda lettura)

Tutto questo?

Questo ed altro ancora…

Il “frutto” che aiuta a “cercare le cose di lassù” a partire da quaggiù. Spirito che è “caparra” per il futuro.

Lasciare spazio all’opera dello Spirito è “essere chiesa”, vivificata.

Lasciar spazio all’opera dello Spirito è essere testimoni di Gesù morto e Risorto, è manifestare l’opera dello Spirito e del dono di quella “lingua” che crea comunione con Cristo.

Vedere, contemplare, annunciare… come testimoni per mezzo dello Spirito.

Lo Spirito che ci ha reso “camminanti infuocati”, che ci ha reso “chiesa” in movimento.

In “movimento” grazie a quelle “lingue come di fuoco”, a quelle “fiamme” di “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”.

“Se mi amate… io manderò il Paraclito…” (Vangelo)

Dio che manda: mandante e mandato, amante e amato per renderci “missionari”.

“Manderò”… lo Spirito: Gesù sa che abbiamo ancora bisogno di Lui, di capire, di comprendere, di camminare…

Gesù sa che con le nostre arroganze di uomini, con le nostre limitatezze, con le nostre presunzioni, ancora abbiamo bisogno della “lingua” che ci aiuti a parlare ed a comprendere.

“Manderò”… e la condizione è quella di “Amare”.

Gesù che sa ciò di cui abbiamo bisogno.

Spirito Santo che ancora ci fa “cercatori” di Dio per poterlo annunciare e testimoniare.

Spirito Santo che ci dà quei doni che ci raccontano la “libertà” dei figli.

Spirito Santo che ci rende capaci non di fare “bei sogni”, ma di “sognare”, non da soli, ma il “sogno di Dio”, insieme come Chiesa.

“Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.

Spirito Santo che è Verità, che sosterrà nella testimonianza, che è dono di Gesù dal Padre.

Promessa mantenuta.

Gesù ha promesso.

Dio mantiene le promesse.

Dono di Amore, dono di Consolazione.

Il “Consolatore”, Colui che toglierà la sofferenza: Gesù ha preso su di sè il peccato e la sofferenza e lo Spirito sosterrà l’uomo nella ricerca della Verità e “darà testimonianza” di Lui.

L’Amore aprirà cuore e mente dell’uomo ed allora il mondo comprenderà.

Posted in Pagine di Fede

Molta paura e, certamente, parecchio lavoro per i Carrozzieri, ma nessun danno alle persone, in conseguenza del sinistro stradale che ha visto coinvolte ben 5 automobili questa sera, dopo le 19,30, in Via Jacopo Durandi a Vercelli.

Per cause che sono al vaglio della Polizia Locale di Vercelli, tempestivamente intervenuta sul posto, due autovetture (la Citroen e la Opel che si vedono nelle illustrazioni) sono entrate in collisione e, nella traiettoria successiva all’impatto, ne hanno urtate altre tre, che erano regolarmente parcheggiate.

Come detto, nessuno si è fatto male; quanto alla circolazione si consigliano percorsi alternativi almeno fino alle 21,30.

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Posted in Cronaca

Una persona ferita, una pensionata che viaggiava sull’utilitaria grigia che si vede nell’illustrazione, è il bilancio del sinistro stradale autonomo (con una sola vettura coinvolta) verificatosi nel primo pomeriggio di oggi, 15 maggio, in località Bivio nel comune di Quinto Vercellese.

Da prime sommarie informazioni, la Signora non verserebbe in gravi condizioni.

Per cause che sono al vaglio degli Inquirenti (sia i Carabinieri, sia il soccorso del Servizio 118 sono giunti, insieme ai Vigili del Fuoco, con tutta tempestività sul posto) l’autista dell’utilitaria ha perso il controllo del mezzo che, trattenuto dal guard rail, è però andato ad incastrarsi tra la base inferiore del medesimo ed il sedime.

Gli Operanti di Viale Aeronautica stanno cercando di liberare le lamiere contorte per consentire la rimozione dell’auto.

Posted in Cronaca

Molta preoccupazione oggi, 13 maggio, attorno alle 16 in Piazza Solferino a Vercelli, dove una Signora (classe 1979) che transitava in bicicletta è stata investita da un’utilitaria condotta da un pensionato.

La malcapitata è stata tempestivamente soccorsa del Servizio 118 che, secondo prime sommarie informazioni, ha proceduto al ricovero precauzionale, essendo giudicate non gravi le lesioni riportati dalla ciclista.

Illeso il pensionato, visibilmente scosso.

Posted in Cronaca
Provincia di Vercelli

At 1, 1-11

Dagli Atti degli Apostoli

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

Salmo 46

RIT: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

RIT: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

RIT: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

RIT: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Ef 4, 1-13

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.
Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Mc 16, 15-20

Dal Vangelo secondo San Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

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UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO “MATER CARMELI” DI BIELLA

ASCENSIONE

(At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20)          

Questa domenica celebriamo la solennità dell’Ascensione del Signore.

Perché questo movimento di Dio che viene fino a noi e poi va di nuovo via?

San Paolo scrivendo ai fedeli di Efeso ci illumina scrivendo: “Colui che è disceso è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli per essere pienezza di tutte le cose” (Ef 4,10).

Gesù ritorna al Padre dopo aver comunicato con gli uomini attraverso la sua incarnazione.

La sua venuta nel mondo è stata per donarci la sua stessa vita, per riempire i nostri “bicchieri vuoti”, perché possiamo ora mangiare e bere con lui, alla sua tavola. Così abbiamo ricevuto da lui grazia su grazia! Quella grazia che ci ha fatto diventare figli di Dio attraverso il battesimo.

La nostra fede in Gesù non è un cammino vuoto che segue i giorni che vanno e vengono, ma è un cammino che ci colloca su una strada precisa: andare dietro a Lui.

Egli che per la nostra salvezza ha vissuto la concretezza della nostra vita mangiando il nostro cibo, bevendo la nostra acqua e respirando la nostra aria!

Gesù, venendo ad abitare in mezzo a noi, ci ha insegnato la via dell’amore, desidera che anche noi viviamo questi gesti di amore, di amicizia, di fratellanza, di comunione.

Vivendo secondo il suo comandamento d’amore scopriamo che la nostra vita e quella dei fratelli prende un sapore nuovo, un colore primaverile!

E’ il vangelo che Gesù ci consegna questa domenica: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,15).

La sintesi del messaggio di Gesù all’umanità da parte di Dio Padre.

Lo Spirito Santo porta a compimento questa opera in mezzo a noi.

Gesù dice ai suoi discepoli di andare con il coraggio della fede in lui e così da sperimentare la sua presenza attraverso i segni che accompagneranno il loro operare.

Nel suo nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno (Mc 16,18).

L’ascensione di Gesù ci chiede, attraverso la fede, di essere altri “cristi” che portano ovunque Lui, Gesù, trasformati dal mistero pasquale e illuminati dalla presenza dello Spirito Santo.

Ascensione è Gesù che andando in cielo viene ad abitare interiormente in noi per la potenza dello Spirito Santo.

In virtù di questo mistero noi siamo già presenti nella Santissima Trinità come la Trinità è in noi per la fede in Gesù Cristo nostro fratello!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza   

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