VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Gb 38, 1. 8-11

Dal libro di Giobbe

Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
“Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando usciva impetuoso dal seno materno,
quando io lo vestivo di nubi
e lo fasciavo di una nuvola oscura,
quando gli ho fissato un limite,
gli ho messo chiavistello e due porte
dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre
e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”?”.

Sal.106

RIT: Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.

Coloro che scendevano in mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore
e le sue meraviglie nel mare profondo.

  RIT: Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.

Egli parlò e scatenò un vento burrascoso,
che fece alzare le onde:
salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
si sentivano venir meno nel pericolo.

  RIT: Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.

Nell’angustia gridarono al Signore,
ed egli li fece uscire dalle loro angosce.
La tempesta fu ridotta al silenzio,
tacquero le onde del mare.

  RIT: Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.

Al vedere la bonaccia essi gioirono,
ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini.

  RIT: Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.

2 Cor 5, 14-17

Dalla seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.
Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.

Mc 4, 35-41

Dal Vangelo secondo San Marco

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: “Passiamo all’altra riva”. E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”.
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”.
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?”.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO ‘MATER CARMELI’ DI BIELLA

Perché avete paura?

(Gb 38,1.8-11; Sl 106; 2 Cor 5.14-17; Mc 4,35-41)

Alla fine di una lunga e faticosa giornata trascorsa circondato dalla folla che lo segue ovunque, Gesù ordina ai suoi discepoli di passare all’altra riva.

Così mentre il sole scompare, anche se stanchi obbediscono al maestro e prendono il largo puntando verso la riva orientale del lago, la sponda abitata dai pagani, approderanno infatti nella regione dei Geraseni.

Una traversata di circa 21 km sul più grande lago d’acqua dolce nella terra d’Israele, che per la sua dimensione veniva chiamato anche mare di Galilea.

Immaginiamo i discepoli salire sulla barca con poco entusiasmo, assecondando Gesù che si sistema a poppa su un cuscino, giusto in tempo per crollare in un sonno profondo.

Mentre avanzano verso l’altra riva improvvisamente si scatena una grande tempesta, flutti minacciosi si riversano e riempiono la barca che rischia di affondare.

Il momento è serio e il pericolo molto concreto, il vento non si calma, l’acqua sconquassa la barca e gli animi di tutti, tranne di Gesù che dorme.

Il pensiero di essere travolti dalla furia dei flutti si fa evidenza, i discepoli sono senza scampo, conoscono bene il lago e sanno di essere in pericolo di vita; stremati e impauriti vanno a svegliare Gesù con una domanda che ha il sapore di un rimprovero: “ci hai portato tu in mezzo al lago in questa notte e in più rimani a dormire mentre stiamo per morire tutti? Non ti importa che siamo perduti?”.

E’ piuttosto impensabile come Gesù abbia realmente potuto continuare a dormire in mezzo a una tempesta simile, di fatto il suo comportamento sembra giustificare la domanda-rimprovero dei discepoli: “non ti importa che siamo perduti?”.

Una domanda che continua a risuonare nel cuore e nella mente di chiunque si trovi a soffrire, ad essere in pericolo di vita, senza aver fatto nulla di male per ritrovarsi in quella situazione.

A Dio importa o non importa se noi soffriamo?

Quante persone non credono o hanno smesso di credere perché non possono accettare la realtà del dolore, perché se Dio esiste ed è buono, non dovrebbe permetterlo.

Dio sta in silenzio e dorme mentre noi impauriti cerchiamo affannosamente di fronteggiare le tempeste della vita. Dio dorme, ma è con noi sulla barca, è con noi anche quando resta in silenzio nella nostra traversata verso la riva ulteriore a questo mondo.

Dio dorme, ma subito si sveglia al nostro grido di aiuto e risponde alla nostra domanda/rimprovero con un’altra domanda che ci spinge a scendere in profondità: “perché avete paura? Non avete ancora fede?”.

Gesù vuol guarire la nostra paura della morte perché lui, al quale il vento e il mare obbediscono, è il Signore della vita.

A lui importa il nostro dolore al punto da volerlo prendere su di se e portarlo nella sua carne sul legno della croce, a Dio importa così tanto da volercene liberare preparando per noi un nuovo cielo e una nuova terra dove avrà stabile dimora la giustizia e la pace, dove l’invidia del diavolo non avrà più alcun potere distruttivo e mortifero sull’uomo e sul mondo.

Con la luce della fede possiamo illuminare anche la notte più oscura, per ricordare che Dio è con noi e in lui noi siamo più che vincitori su ogni assalto del nemico, su ogni realtà che cerchi di impedirci di raggiungere l’altra riva, la terra promessa della vita senza fine.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella

Posted in Pagine di Fede

Violentissimo l’impatto tra due vetture a Santhià, in serata di oggi, 19 giugno, praticamente di fronte all’Hotel San Massimo.

Le due automobili che si vedono nelle illustrazioni sono entrate in collisione per cause che sono al vaglio della Polizia Locale, tempestivamente intervenuta insieme ai Vigili del Fuoco quando, attorno alle 19,30, è stato dato l’allarme.

Gli occupanti dei veicoli (un uomo e una ragazza in una vettura, quella scura e due uomini in quella grigia) sono miracolosamente tutti sopravvissuti e sono stati ricoverati dal Sevizio 118 in condizioni che, da prime sommarie informazioni, risulterebbero gravi, ma non disperate.

Delle quattro persone coinvolte, due risulterebbero residenti a Santhià.

Aggiornamenti nelle prossime ore.

Posted in Cronaca

Si è svolta venerdì sera, 14 giugno,  l’11.ma edizione della “CorriBianzè”, che ha visto ai nastri di partenza più di settanta partecipanti sfidarsi, chi per sana competizione sportiva chi per puro divertimento, sul tradizionale percorso tra le strade bianzinesi.

L’edizione di quest’anno ha avuto due sostanziali novità, molto apprezzate dai partecipanti: l’inserimento all’interno delle attività del “Palio d’la Fosa 2024” che ha fatto sì che diversi bianzinesi abbiano potuto partecipare, alcuni dei quali cimentandosi davvero per la prima volta, in una corsa podistica e l’affiancamento, a seguire, alla serata gastronomica con intrattenimento di giochi e musica magistralmente organizzata dall’infaticabile Pro Loco di Bianzè.

Tali momenti di condivisione sono stati veramante graditi dai podisti, che hanno potuto rifocillarsi e rilassarsi in compagnia al termine dello svolgimento della corsa.

Nonostante la compresenza su territorio piemontese nella stessa serata di ben sette manifestazioni podistiche, alcune delle quali con pedigree sportivo decisamente superiore, la CorriBianzè non tradisce le aspettative riuscendo a catturare partecipanti da diverse zone limitrofe, dal biellese al canavese e Monferrato, ma addirittura con partecipanti provenienti anche da Andrate, Venaria Reale e persino Alessandria, dunque ben più vicini alle altre manifestazioni ma che hanno preferito godere dei plus organizzativi della CorriBianzè, ai quali va il più sentito ringraziamento da parte degli organizzatori.

I più veloci al traguardo sono risultati essere Andrea Musa (ASD Climb Runners) e Sofia Camoriano (Atletica Vercelli 78). Per il “Palio d’la Fosa 2024” sono stati premiati i primi di ciascun rione partecipante, tra cui Cristian Bortone (4° assoluto al traguardo, risultato di assoluto prestigio considerando che non pratica il podismo), Alessia Albertone, Lorenzo Ferrarese (giovanissimo e molto promettente), Daniele Casanova, Gianni Liantonio, Paola Genovese, Elena Franchin e Giulia Gioiello.

Gruppi più numerosi: Atletica Santhià (a seguito rinuncia dei “padroni di casa” della società A.S.D. Olimpia Runners presente come gruppo più numeroso), Podistica Bairese, ASD Sesia Running e Podistica Alicese.

Menzione particolare con relativa premiazione sul palco anche per quattro bambini, che hanno deciso di mettersi alla prova nel minigiro a loro riservato.

Infine i ringraziamenti: all’Amministrazione comunale ed al neo Sindaco che ha dato il via alla manifestazione Claudio Bobba, ai compagni di viaggio della Pro Loco di Bianzè, ai componenti della Polizia Locale coordinati dal Responsabile Elena Gallo, al Gruppo comunale di Protezione Civile nonché ai preziosi sponsor che hanno contribuito alla felice riuscita della manifestazione, tra i quali Azienda Agricola Ferraris, T.S.Z. di Gallo Marco e Michele Rodighiero massaggiatore sportivo e del benessere.

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Posted in Lo Sport
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Ez 17, 22-24

Dal libro del profeta Ezechièle

Così dice il Signore Dio:
“Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami lo coglierò
e lo pianterò sopra un monte alto, imponente;
lo pianterò sul monte alto d’Israele.
Metterà rami e farà frutti
e diventerà un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.
Sapranno tutti gli alberi della foresta
che io sono il Signore,
che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso,
faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farò”.

Sal 91

RIT: È bello rendere grazie al Signore.

È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte.

  RIT: È bello rendere grazie al Signore.

Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.

  RIT: È bello rendere grazie al Signore.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c’è malvagità.

  RIT: È bello rendere grazie al Signore.

2 Cor 5, 6-10

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.
Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi.
Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.

Mc 4, 26-34

Dal Vangelo secondo San Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: “Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura”.
Diceva: “A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra”.
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Ezechiele, la “sentinella”, chiamato a “vegliare” sugli ebrei della prima deportazione babilonese (prima lettura).

E Ezechiele è profeta di speranza, volge lo sguardo indietro, ma per guardare al futuro.

Voce di profeta nell’esilio babilonese: il popolo deve sapere che Dio non abbandona, l’alleanza non è terminata, come quegli alberi che devono essere, se infruttuosi donati, così il popolo, anche nell’infedeltà, ha conservato un “piccolo resto”, rimasto fedele.

La fedeltà che ri-costruisce la storia, perché ogni vicenda umana può essere ri-generata, ri-costruita perché Dio è Colui che rinnova, che rialza, che soccorre, che è fedele nel tempo ed oltre il tempo, che rinnova la speranza con la sua fedeltà, che mantiene le promesse.

L’albero infruttuoso deve essere reciso e tagliato, un grande cedro, eppure “senza frutti”, ma lo sappiamo, anche se il “taglio” è doloroso, quando reciso, ri-prende vita.

Un albero, il cedro, immagine della stabilità e della fermezza, ma anche dell’arroganza e della superbia.

L’albero ha radici profonde, “scende” nel terreno, come quella sapienza e quella giustizia che si radica per potersi innalzare.

“Umilio e innalzo…”

Un ramoscello piantato che avrà radici profonde e sarà grande, piantato sul monte…un albero visibile da lontano, un albero dove gli uccelli possono dimorare, nidificare e riposarsi.

Ma questo albero nasce da un seme (Vangelo).

Ancora un discorso alla folla… ancora immagini “comprensibili”, “parabole”, “frontiere di Vangelo”…: lo “sguardo di Gesù sul mondo” per annunciare il Regno.

Sguardi di Gesù sulla “terra”, sui “semi”… sguardi di “Dio”.

Storie di terra, storia di Dio.

Terra buona, seme abbondante.

Il granello… così piccolo…

E l’attesa.

Saper attendere.

Dio all’opera nella terra.

Nel più piccolo angolo, nello spazio più profondo… in un “grembo” che pian piano germoglia… perché la vita è un fiorire e rifiorire, una crescita lenta, silenziosa, ma inarrestabile.

Non su un monte, ma nell’orto di casa, nella terra, con il vento che porta e disperde, ma diventa grande… ed anche qui gli uccelli potranno nidificare e trovare riparo sotto i suoi rami.

Un umile inizio ed una crescita enorme.

Le cose “buone”, le “cose di Dio”.

In quel piccolo granello c’è tutto Dio: Incarnazione e Risurrezione.

Dio nella sua grandezza e potenza che si fa piccolo per crescere: per condividere, per salvare.

In quel piccolo granello c’è tutto l’uomo: nascita, vita, morte. C’è il cristiano che agisce come Gesù: farsi piccolo per portare il “grande”, per annunciare la Parola, per arrivare a tutti affinchè possano “costruire nidi” e dimorare, affinchè tutti siano salvati.

La realtà di Dio proiettata nella realtà degli uomini.

Germogliare e crescere il ritmo del seme.

Dormire e svegliarsi, il ritmo della vita.

Accoglienza, custodia per la vita nuova.

Il Regno che “germina” e “muore” per crescere, come la Parola che ascoltata, penetra in profondità, germoglia, fruttifica… diventa vita vissuta e testimoniata.

Fratelli, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.” (seconda lettura).

In attesa, in preparazione, come quel seme che si prepara a crescere, ci prepariamo alla visione finale di Dio e lo facciamo con la nostra azione, in conformità a Cristo.

Gesù ha usato il piccolo seme della senape, un piccolo granello nero che produce una pianta della senape, i cui semi venivano per il loro aroma in abbondanza in Palestina. Diffuso lungo le sponde del mare di Galilea, poteva raggiungere altezza di circa tre metri e invadere orti e giardini, per il suo carattere prolifico.

Aveva chiesto… “a che cosa possiamo paragonare il Regno di Dio?”

Attesa, pazienza, speranza, certezza.

Amore.

E sguardo: osservo il seme e vedo l’albero.

Realtà di Dio.

E allora:

“E’ bello rendere grazie al Signore
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte
” (salmo 90/91)

Posted in Pagine di Fede
Vercelli Città

A conferma che si tratti di una materia difficile, che cela trabocchetti anche per i più esperti, giunge ora la doverosità di una rettifica sulla simulazione di ripartizione dei posti in Consiglio Comunale di Vercelli, in caso di vittoria dell’uno o dell’altro candidato Sindaco al ballottaggio, Roberto Scheda o Gabriele Bagnasco.

Nel primo articolo – leggi qui –

riportavamo la simulazione formulata dall’Esperto che ci ha aiutato (che ringraziamo comunque, mentre ci scusiamo con i Lettori e, naturalmente, con il candidato interessato, anche per la puntuale revisione) nella quale si riportavano dati risultati poi tutti corretti, tranne uno, peraltro di una certa importanza: l’esclusione dal Consiglio Comunale di Fabrizio Finocchi.

Il mancato ingresso in Aula del candidato Sindaco era dato per acquisito, sia in caso di vittoria di Roberto Scheda, sia in caso di vittoria di Gabriele Bagnasco.

Peraltro, era stato lo stesso Finocchi, ovviamente consultato preliminarmente alla pubblicazione dell’articolo, a dare conferma (con la altrettanto ovvia riserva che si trattasse di elaborazioni “a caldo”).

***

Oggi la rettifica.

Fabrizio Finocchi, a conteggi rifatti ed a resti più consolidati, entrerebbe in Consiglio Comunale nel caso in cui vincesse il ballottaggio e diventasse Sindaco Roberto Scheda.

I posti alla minoranza sarebbero, infatti, così rideterminati: sei alla coalizione di Gabriele Bagnasco, tre (non quattro) alla Lista di Carlo Olmo, due a quella di Andrea Corsaro e, appunto, uno alla coalizione di Fabrizio Finocchi, assegnato di diritto allo stesso candidato Sindaco.

Se, invece vincesse il ballottaggio e diventasse Sindaco Gabriele Bagnasco, nulla cambierebbe rispetto alla simulazione dell’altro giorno e Finocchi non entrerebbe in Consiglio Comunale, così come Michelangelo Catricalà e Valentina Bruson.

L’ufficialità dei dati sarà tale solo dopo la proclamazione a cura dell’Ufficio Centrale – leggi qui – a ballottaggio avvenuto.

Posted in Enti Locali, Politica
Vercelli Città

I risultati delle votazioni per eleggere il Sindaco ed il Consiglio Comunale di Vercelli, sono ormai noti e si riassumono efficacemente in questa slide tratta dal Sito ufficiale del Comune Capoluogo.

Come si vede, tra i candidati Sindaco, Roberto Scheda ha ottenuto il 37,87 per cento dei suffragi (7.784 voti), segue Gabriele Bagnasco con il 25,6% (5.262).

Questi i candidati che andranno al ballottaggio il 23 e 24 giugno prossimi.

Gli altri:

Carlo Olmo raccoglie 3.223 voti, pari al 15,68 per cento.

Andrea Corsaro ha ottenuto 2.224 voti, rappresentativi del 10,82%.

Come vedremo, le forze politiche che otterranno seggi in Consiglio Comunale si fermano qui.

Nessun Consigliere (salvo apparentamenti) per:

Fabrizio Finocchi, 5,15 per cento; Michelangelo Catricalà, 2,62 per cento ed infine Valentina Bruson che ha preso il 2,27 per cento.

Si tratta di una prima simulazione con i dati in possesso come appena pubblicati sul sito ufficiale del Comune, elaborati da un esperto della materia che ha acconsentito ad aiutarci: saranno definitivi soltanto quando licenziati dall’Ufficio Centrale nominato dal Tribunale.

***

Ma come saranno ripartiti i posti in Consiglio, tra le forze politiche che hanno ottenuto seggi?

Vediamo.

Le cose cambieranno, naturalmente, a seconda di chi sarà il vincitore del ballottaggio.

Esaminiamo quindi entrambe le ipotesi.

Dapprima però, uno sguardo sulle percentuali ottenute dai partiti l’8 e 9 giugno.

Il fattore determinante le assegnazioni è il risultato di coalizione; successivamente, in quest’ambito, si procede al riparto tra partiti: è un’ulteriore elemento che renderà possibile acquisire dati definitivi solo dopo la loro validazione.

Coalizione di Centrodestra:

Fratelli d’Italia, 19,14 per cento; Forza Italia, 10,80 per cento; Lega Salvini, 8,66 per cento.

Coalizione di Centrosinistra:

Pd, 18,48 per cento; Lista Civica Bagnasco, 4,26; Alleanza Verdi e Sinistra, 2,88 per cento.

Lista Civica Carlo Olmo, 15,74 per cento.

Lista Civica Andrea Corsaro, 10,69 per cento.

Ricordiamo che alla maggioranza (ovviamente, di qualunque segno sia) spettano sempre 20 seggi ed alla minoranza 12.

***

Vediamo ora cosa succederebbe, con questi numeri, che non potrebbero cambiare, se vincesse e diventasse Sindaco Roberto Scheda.

Fratelli d’Italia otterrebbe 10 seggi, Forza Italia 6 e la Lega 4: la maggioranza sarebbe completa con 20 posti.

L’Opposizione avrebbe in totale 12 posti, così ripartiti:

quattro al Pd, 1 alla Lista Civica Bagnasco, 1 allo stesso Bagnasco in quanto candidato Sindaco, 4 alla lista Carlo Olmo e 2 alla lista Andrea Corsaro (in entrambi i casi, uno dei posti assegnati andrebbe di diritto al candidato Sindaco non eletto).

***

Vediamo adesso la composizione dell’Aula nel caso in cui al ballottaggio vincesse Gabriele Bagnasco e diventasse Sindaco.

Alla maggioranza, sempre 20 seggi, così suddivisi:

quindici al Pd, 3 alla lista civica Bagnasco, 2 Alleanza Verdi Sinistra.

I dodici seggi dell’Opposizione sarebbero così assegnati:

tre a Fratelli d’Italia, 2 a Forza Italia, uno alla Lega ed uno al candidato Sindaco Roberto Scheda, tre alla lista di Carlo Olmo e 2 a quella di Andrea Corsaro.

***

Da quali Consiglieri sarebbero occupati i posti?

Nel prossimo articolo, la proiezione sui primi eletti.

Posted in Enti Locali, Politica

Impressionante sinistro stradale in tarda mattinata di oggi, 11 giugno, in Corso Rigola a Vercelli.

 

Per cause che sono al vaglio della Polizia Locale, i cui Operanti sono giunti tempestivamente sul posto insieme ai Carabinieri, al Servizio 118 ed ai Vigili del Fuoco, due auto sono entrate in collisione ed una di questa, una Ford, si è ribaltata.

Fortunatamente nessuna grave conseguenza per gli occupanti dei veicoli. 

 

Posted in Cronaca

A Borgosesia si festeggia l’inizio della estate.

Grande successo per la festa organizzata venerdì 7 giugno e sabato 8 giugno dal Rione Montrigone.

Divertimento, enogastronomia e musica l’hanno fatta da padroni.

Venerdì sul palco “The Queeb Tribute – Italian Rhapsody”.

Sabato è stata la volta di “R-Evolution Night” con dj Klod, dj Vividee e Pepe Mc.

Ora il Rione Montrigone guarderà già al futuro con un occhio al prossimo carnevale.

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Redazione di Vercelli

Posted in Eventi e Fiere
Provincia di Vercelli

Gen 3,9-15

Dal libro della Gènesi

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: “Dove sei?”. Rispose: “Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto”. Riprese: “Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?”. Rispose l’uomo: “La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato”. Il Signore Dio disse alla donna: “Che hai fatto?”. Rispose la donna: “Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato”.
Allora il Signore Dio disse al serpente:
“Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno”.

Sal.129

RIT: Il Signore è bontà e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

  RIT: Il Signore è bontà e misericordia.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

  RIT: Il Signore è bontà e misericordia.

Io spero, Signore;
spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

  RIT: Il Signore è bontà e misericordia.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

  RIT: Il Signore è bontà e misericordia.

2Cor 4,13-5,1

Dalla seconda lettera di san Paolo Apostolo ai Corìnzi

Fratelli, animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: “Ho creduto, perciò ho parlato”, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.
Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne.
Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli.

Mc 3,20-35

Dal Vangelo secondo San Marco

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”.
Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni”.
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: “Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna”. Poiché dicevano: “È posseduto da uno spirito impuro”.
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: “Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO ‘MATER CARMELI’ DI BIELLA

Diventare permeabili alla logica di un Dio fuori di Sé

(Gen 3,9-15; Sal 129 ; 2Cor 4,13-5,1; Mc 3,20-35)

In questo vangelo Gesù entrato in una casa si trova ben presto di nuovo circondato dalla folla, tanto da non riuscire neppure a prendere cibo. La casa che dovrebbe essere luogo di tranquillità, di familiarità e sicurezza diventa troppo piccola per contenere tutti coloro che vogliono incontrare Gesù, ascoltarlo, essere guariti, liberati.

La casa si allarga, non è più luogo privilegiato che custodisce nell’intimità gli affetti, ma spazio che accoglie chiunque voglia ascoltare e seguire la volontà di Dio. Coloro che vogliono compiere la volontà di Dio e per questo diventano per Gesù fratello, sorella e madre, vengono accolti.

La casa viene citata da Gesù nel Vangelo, mentre in parabole si rivolge agli scribi che lo avevano raggiunto da Gerusalemme per distruggere la sua buona fama. L’amore disinteressato di Gesù attira e guadagna terreno, le sinagoghe si svuotano e la casa dove si trova Gesù straripa di gente, un fenomeno che si ripete e che genera mormorazioni anche tra i suoi parenti che lo pensano andato fuori di senno.

Gli scribi però vanno ancora oltre, non sembrano interessati ad ascoltarlo, da Nazareth infatti non può venire nulla di buono, lo sanno bene loro che si reputano grandi conoscitori della Legge: Dio non può essere con questo Galileo, il suo potere nasce da satana.

Ecco quindi la sentenza fatta generosamente e autorevolmente circolare: Gesù sarebbe posseduto da Beelzebul e scaccerebbe i demoni per mezzo del capo dei demoni. La cosa vera in questa decisione di infangare il nome di Gesù, è che lui scaccia i demoni. Affermare e indurre a credere che Gesù scacci i demoni per mezzo del principe dei demoni è davvero una negazione della realtà, una reazione patetica al successo di Gesù, una decisione che porta lontano dalla verità scavando un abisso che non può essere colmato: la bestemmia contro lo Spirito Santo.

Di questa calunnia arriva a conoscenza Gesù che invece di risentirsi, parla agli scribi nel tentativo di avvertirli della gravità delle conseguenze di quanto stanno credendo e inducendo a credere. Con grande pazienza e premura Gesù cerca di salvare dalla fossa i suoi nemici, perché lui ama anche i suoi nemici e con parabole, usando un linguaggio semplice cerca di entrare in dialogo senza difendere se stesso, ma semplicemente mostrando che l’ultima geniale trovata dei maestri della Legge non ha un riscontro logico: come può satana scacciare satana? Un regno diviso in se stesso non sta in piedi, una casa divisa in se stessa non sta in piedi. Perché si arriva a negare l’evidenza? “La grazia bagna o non bagna”, direbbe Charles Péguy, dunque ci si può rendere impermeabili alla grazia, arrivando a chiamare male il bene e bene il male. Di fronte a questa libera decisione cosa può fare ancora Dio? In questo vangelo è contenuta la parola più drammatica della possibilità di escludersi per sempre dalla comunione con Colui che scaccia i demoni con il dito di Dio. Preghiamo perché possiamo essere e diventare sempre più permeabili alla grazia di Colui che per noi è uscito fuori di sé, manifestando la logica di un Dio pazzo d’amore per noi!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Es 24, 3-8

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».
Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».

Sal.115

RIT: Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

RIT: Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.

RIT: Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

RIT: Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

Eb 9, 11-15

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?
Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.

SEQUENZA

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.

Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell’agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.

Mc 14, 12-16. 22-26

Dal Vangelo secondo San Marco

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Eucarestia: luogo di Dio nel mondo

(Es 24,3-8; Sal 115; Eb 9,11-15; Mc 14,12-16.22-26)

Due discepoli chiedono dove preparare la Pasqua perché possano mangiarla con Gesù. Ricevute le indicazioni precise da seguire, Gesù non dice quale sia questo posto; essi lo scopriranno solo andandoci e alla fine troveranno come Gesù aveva detto loro. Lì potranno preparare la Pasqua. Anche se a prima vista non sembra, Gesù ci precede in ogni situazione da affrontare. Dopo questa cena pasquale, l’ultima per Gesù, Egli dirà loro che li precederà per preparare un posto nella casa del Padre.

La solennità dedicata al Santissimo Corpo e Sangue di Gesù Cristo ci richiama a fare memoria di tutto questo mistero d’amore che ci salva. Gesù è il centro di questa celebrazione e lo è con la sua presenza reale nel dono dell’Eucaristia. Qui Gesù si dona interamente a noi attraverso l’offerta del pane e vino: corpo, sangue, anima e divinità. L’ha fatto una volta per sempre evitando di sottrarsi alla morte in croce e questo ha un valore eterno davanti a Dio.

È così che ci ha lasciato il suo memoriale, ossia il libro delle sue memorie d’amore.

Cos’è un memoriale? A chi e perché lasciarlo? Chi ama vuole lasciare in dono la propria presenza all’amato per sostenerlo e incoraggiarlo durante tutto il tempo che li separa. Chi ama lascia più di un ricordo di sé: dona il suo cuore all’amato, cioè la sua stessa vita intessuta di gesti d’amore quotidiano, che diventano per lui luce e forza per continuare la strada e ritrovarsi di nuovo. Il memoriale è il libro delle memorie perché è un tesoro prezioso di cui ci si deve avvalere soprattutto nei momenti bui e difficili. Non è solo la raccolta delle buone opere fatte a noi da colui che abbiamo amato in vita e che raccontano di lui.

Gesù ci ha lasciato il suo Corpo e Sangue come testamento del suo infinito amore per noi, perché lo si presenti indiscutibilmente davanti al Giudice in ogni nostra vicissitudine. Soprattutto quando si attraversano tempi duri, personalmente e storicamente come Chiesa e società, ricordiamo che abbiamo un libro di memorie a cui ricorrere per difenderci dalle false accuse con cui il nemico delle nostre anime cerca continuamente di trascinarci in tribunale per molestarci, sviarci, deprimerci e tentarci con il fai-da-te!

Gesù non ci ha lasciato un’autobiografia né manuali o scritti di suo pugno, ma istituendo l’Eucaristia ha voluto dare come lascito se stesso per nostra vita. In essa c’è tutta la sua consapevolezza del dono ricevuto dal Padre e del dono fatto a noi. C’è tutto l’amore di Dio che lo ha mandato, motivato e spinto a donarsi volontariamente, concretamente e totalmente per tutti e per ciascuno, trasformando le sue amarezze e la sua morte di croce come mezzo di unione perfetta con Dio e di comunione tra noi. Non priviamoci mai di questo cibo di vita: è l’Amore del nostro amore, è la prova che ci ama di un amore che valica i tempi per farsi nostro sostegno quaggiù mentre stiamo andando al luogo che Gesù ci ha preparato: il mondo ricreato dall’Amore a immagine di Dio.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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