VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

Dal Libro del Profeta Isaia, Cap. 56, 1. 6 – 7

Così dice il Signore:
“Osservate il diritto e praticate la giustizia,
perché la mia salvezza sta per venire,
la mia giustizia sta per rivelarsi.
Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo
e per amare il nome del Signore,
e per essere suoi servi,
quanti si guardano dal profanare il sabato
e restano fermi nella mia alleanza,
li condurrò sul mio monte santo
e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera.
I loro olocausti e i loro sacrifici
saranno graditi sul mio altare,
perché la mia casa si chiamerà
casa di preghiera per tutti i popoli”.

Dal Salmo 66

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, Capp. 11,  13 – 15. 29 – 32

Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti?
Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!
Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia.
Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!

Dal Vangelo secondo San Matteo, Cap. 15, 21 – 28

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio”. Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: “Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!”. Egli rispose: “Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele”.
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: “Signore, aiutami!”. Ed egli rispose: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. “È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.
Allora Gesù le replicò: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. E da quell’istante sua figlia fu guarita.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA

A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

“Pietà di me Signore”.

Quante volte durante la celebrazione liturgica ripetiamo queste parole .

“Signore pietà”, ora nuovamente sostituite da Kyrie eleison, la cui traduzione  “Signore, abbi benevolenza” rende la logica delle parole.

Siamo come la cananea.

Quella donna mossa non da fede ma da un bisogno.

Gli “opportunisti” della fede, che chiedono per una necessità imminente.

Ma quella donna continua.

Insiste…

Capisce il rifiuto di Gesù, comprende e con fiducia chiede: “Signore aiutami”.

“Signore”: non lo chiama per nome, lo chiama Signore.

Una madre che chiede che si rivolge a colui che riconosce come Signore.

Una madre “insistente” che chiede non per se’ ma per la figlia e chiede a Lui, non ad altri, lo rincorre, non si “accontenta” delle sue prime parole un po’ “rudi”.

La madre chiede. Ci ricorda un’altra madre a Cana: “fate quello che vi dirà”.

Fiducia assoluta.

Una donna, una straniera, una “nemica”, una pagana, una madre senza nome che ha “fiducia”, che “chiede con insistenza”, che risponde con intelligenza, che non si arrende.

“Aiutami” lo stesso grido che abbiamo sentito domenica scorsa sulle labbra di Pietro su quel lago.

Una madre “intelligente”, che risponde con logica alle parole di Gesù.

Le “ briciole”.

E Gesù si muove a compassione, si fa scuotere dal dolore del mondo.

“Donna, grande è la tua fede! “

Gesù “conosce” il cuore della donna, una straniera, non conosce le scritture, non conosce la legge di  Mosè , non frequenta il tempio… eppure nel suo intimo riconosce che Gesù e’ Signore.

Gesù riconosce quel “desiderio di Dio” in quella donna, in quella madre.

La donna entra nel piano di salvezza di Gesù.

La fede, la fede della donna è questo: riconosce Dio e Dio riconosce il dolore del mondo nella richiesta di quella madre.

Una fede nata da un “incontro”, da un “inseguimento”, da una “insistenza” perché come dice S Paolo nella lettera ai romani (seconda Lettura) “ Dio é misericordioso verso tutti”. (Rm 11,32).

Verso tutti, chi conosce la legge e la pratica, chi è straniero e lontano, chi è disobbediente e chi è perdonato.

Paolo lo sa bene e lo spiega nel suo annuncio ai “pagàni” annunciare Cristo nella missione di “riconciliazione  del mondo”.

Dio non ritira le sue promesse, sa attendere, e promette la risurrezione finale a tutti i popoli .

Misericordia , promessa, attesa, salvezza.

Per tutti i popoli.

Come l’invito del salmo 67 (66) la lode a Dio, senza condizione , senza domande:

“Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra”.

Il mondo tutto deve al Creatore pure la giustizia che Dio ha donato agli uomini, si eleva dunque il canto di gioia di un innamorato del Signore, è il canto della creatura che si sente causato dalla volontà del Creatore, a cui riconosce la paternità a Padre misericordioso e assoluto.

Dunque un “un dialogo d’amore con Dio nella storia” (cfr. Mons. Gian Franco Ravasi nella Spiegazione del salterio), esperienza  religiosa individuale e collettiva di un popolo che diventa preghiera “universale” di ogni uomo e di ogni popolo.

Come Isaia (prima Lettura capitolo 56, 1-7) si dimostra uomo libero da “pregiudizi”, che  sa cogliere  il significato della vita umana: tutto il mondo è stato creato da Dio e tutti sono richiamo alla bontà del creatore.

La liberazione da Babilonia ha aperto molte speranze, ma l’esperienza faticosa della convivenza, con un popolo pagano e vincitore, ha obbligato a grandi riflessioni e maturazioni con un popolo straniero di alta e altra cultura. La convivenza dell’esilio ha fatto  ripensare al popolo di Israele atteggiamenti diversi, ha fatto superare paure e pregiudizi. Anche a Babilonia, hanno incontrato uomini e donne di fiducia, giusti, portatori e portatrici di valori che possono essere condivisi.

Isaia e’ profeta e visionario : tutti pregheranno insieme nella casa di preghiera che è “Casa di preghiera per tutti i popoli”.

Sono i due verbi utilizzati che fanno comprendere la logica della preghiera e della vita “servire e amare”  : rispetto delle leggi, del culto e fedeltà al Signore.

Un incontro tra Dio e popolo, proprio come quell’ incontro con al donna cananea appartenente alla zona del territorio di Tiro e Sidone, abitato dai cananei, avversari di Israele.

Un incontro in una terra “avversa”, lui che nella sua patria ha trovato che ostilità e incredulità, in terra pagana incontrerà accoglienza e fede.

La fede di una donna e madre, una fede che lo “rincorre” e “domanda con insistenza”, una fede “grande” che gli consentirà di comunicare vita anche a quel popolo di “nemici”.

Una fede mossa dall’ amore che sana e raggiunge ogni uomo.

Quel “Signore, aiutami!” fa “muovere” Gesù , non quel “figlio di Davide” iniziale, ma “figlio di Dio”, vivente ed incarnato: ecco dove riporre la fede.

L’ Amore di Dio per il mondo: amore che dona, che libera, che salava.

“Grande è la tua fede!”

Chi di noi potrebbe sentirsi dire questa parole fa Gesù?

Coltiviamo una fede audace e umile, come quella della cananea, una fede che sa nutrirsi anche di “ briciole”, una fede che confida e che quindi prega, con insistenza, perché sa che Dio è misericordia, è compassione, è presenza, è salvezza.

Dalle briciole alla mensa.

Sediamoci di più alla mensa del Signore , contempliamo la croce e il sepolcro vuoto, ascoltiamo la Parola e condividiamo il pane…

Stupiamoci della fede dei “lontani”, della fede dei nostri compagni di viaggio e accogliamola come un dono prezioso, destinato a riaccendere e a ravvivare la nostra fiducia e il nostro amore per Dio.

Dall’ “uomo di poca fede” che affonda alla donna di “ grande fede”.

Mettiamoci in cammino di fede: il Vangelo  è per tutti coloro che vogliono accoglierlo, in chi vuole consegnarsi  con fiducia nelle mani del Signore.

“è con il cuore che si crede”,  come afferma San Paolo  (Rm 10,10).

 

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La cronaca di oggi, 18 agosto, si apre con la notizia del rinvenimento del corpo privo di vita di una Signora pensionata, che abitava al Civico 12 di Via Calatafimi a Vercelli.

L’allarme attorno alle 10,15 quando sono giunti sul posto i Vigili del Fuoco (per consentire l’accesso all’alloggio: la porta era chiusa dall’interno) ed il Servizio 118.

Accertata la presenza di un cadavere, è giunta anche la Polizia.

E’ stato chiarito senza possibilità di errore che il decesso sia intervenuto per cause naturali.

Subito nel quartiere la notizia ha procurato un vasto cordoglio.

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A conclusione di specifiche indagini dei Carabinieri della Stazione di Crescentino e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vercelli, la Procura della Repubblica di Vercelli ha richiesto ed ottenuto dal GIP un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di tre soggetti rispettivamente di 61, 55 e 47 anni, tutti gravati da precedenti penali, in quanto gravemente indiziati di essere i responsabili del furto di un’ingente quantitativo di rame ai danni della sede di una fondazione culturale con sede in Roppolo (Bi), avvenuto il 7 luglio 2023.

L’azione delittuosa, oltre a fruttare una refurtiva di circa 250 kg di rame, per un valore commerciale di 7.500 Euro, purtroppo non recuperata, si era rivelata particolarmente dannosa per la parte offesa, in quanto i pluviali, grondaie e tubazioni varie erano stati letteralmente strappati dai loro alloggiamenti causando il danneggiamento degli impianti di cui facevano parte integrante, per un danno di gran lunga superiore al valore della refurtiva stessa.

I Carabinieri nella giornata di sabato 12 agosto hanno dato corso all’arresto di due degli interessati, che sono stati associati al carcere di Vercelli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Nei riguardi del terzo destinatario del provvedimento restrittivo si è proceduto alla semplice notifica, in quanto già detenuto in carcere per altri motivi.

 

Redazione di Vercelli

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Regione Piemonte

Dal Libro dell’Apocalisse, Capp. 11, 19; 12, 1 – 6. 10

Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.
Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito.
Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo».

Salmo 44

Figlie di re fra le tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.

Il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

Dietro a lei le vergini, sue compagne,
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.

Dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, Cap. 15, 20 – 26

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.

Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 1, 39 – 56

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Non possiamo non accostare la figura di S. Anna a quella di Maria.

La tradizione la colloca come genitrice di Maria (pur non avendone notizie nei Vangeli canonici), sua educatrice , colei che sicuramente le ha fatto conoscere il mirabile inno, conosciuto come “Magnificat dell’Antico Testamento”, nel quale si riverberano le parole di  un’altra Anna (1 Sam 2)

Non c’è santo come il Signore,
non c’è rocca come il nostro Dio.
Non moltiplicate i discorsi superbi,
dalla vostra bocca non esca arroganza;
perché il Signore è il Dio che sa tutto
e le sue opere sono rette.
L’arco dei forti s’è spezzato,
ma i deboli sono rivestiti di vigore.
I sazi sono andati a giornata per un pane,
mentre gli affamati han cessato di faticare.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.
Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta…

La madre di Gesù modellerà la sua “preghiera di lode” proprio su questo canto antico.

In questa liturgia dedicata alla festa dell’Assunzione della Vergine al cielo, leggiamo il brano di Luca 1,45-55, unico evangelista che riporta queste parole.

“L’anima mia magnifica il Signore…”

Tutti noi dovremmo alzarci al mattino con questo canto di lode sulla bocca.

L’anima che “magnifica”, non solo loda, prega, tesse le lodi, esplode di gioia, canta le sue meraviglie…

Maria ha “cantato” con la vita, a seguito dell’annuncio, con sollecitudine, si è messa in cammino… una gioia a fatica “trattenuta”, un’esplosione di Amore per l’Autore della Vita.

Una letizia ed una esultanza per Lui che ha innalzato, che ha guadato, che ha rovesciato, innalzato, ricolmato, soccorso…Lui che ha usato misericordia, Lui che ha fatto grandi cose…

Grandi cose ha fatto e fa per noi.

Dio ha accompagnato Maria, Dio accompagna noi, Dio accompagna il mondo, l’universo da sempre e per sempre.

E mentre abbraccia una madre come lei, Maria abbraccia il mondo, abbraccia noi.

Amore donato. Amore incarnato.

Maria testimone di fede e di preghiera, di sapienza, Maria che guida i nostri passi e si conduce al Figlio, Cristo “luce delle genti”(Lumen gentium).

Maria che è “elevata al cielo, è Madre e Regina di tutto il creato”. Maria “comprende il senso di tutte le cose… e ci aiuta a guardare questo mondo con occhi più sapienti” (Laudato sii 241).

Con Maria riscopriamo il senso del sinodo, il tesoro delle Chiese locali, ricchezza della Chiesa universale. Esperienza del “popolo di Dio” , di una Chiesa che in comunione prega, celebra, cammina, perchè “Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio” (Papa Francesco, 17 ottobre 2015).

Chiesa che si “specchia” in Maria per scoprire l’ “essere Chiesa”, insieme.

Maria accompagni i nostri cammini di comunità con la sua materna protezione.

Tutti noi dovremmo alzarci ogni mattina con questo inno di lode sulle labbra.

Posted in Pagine di Fede

Borgosesia 0

Città di Cossato 0

Borgosesia (4-2-3-1): Ancillotti, Monteleone, Derbali, Rekkab, Iannacone; Colombo, Lauciello; Duguet, Giacona, Gonella; Tobia.

Subentrati: Vittoni, Maselli, El Achkaoui, Faretta, D’Ambrosio, Bertoni, Battaglia, Disisto, Henin, Del Barba, Giacopelli.

All.: Moretti.

Città di Cossato (4-3-3): Samarxi; Mancin, Celussi, Pasinato, Cestagalli; Ogliari, Urban, Caamano; Bernardo, Bonura; Binelli.

Subentrati: Milan, Vestali, Caravello, Miolo, Bojanic, Bedetti, Adamo, Vistali, Cavallini, Ragno, Miola, Looumy, Beskorovany.

All.: Braghin.

Note: giornata soleggiata. Terreno in erba sintetica. Spettatori: 100 circa. Ammonito: Miola. Angoli: 6-1. Recupero: 3’ pt-0’ st

Terzo impegno per le aquile valsesiane che affrontano in allenamento congiunto il Città di Cossato.

Buona partenza del Borgosesia.

I granata ci provano subito con Tobia, la sua incornata è intercettata da Samarxi.

Al 6’ gol annullato ai padroni di casa; Tobia va in rete ma la posizione iniziale di Gonella era di fuorigioco.

Gli ospiti si fanno vedere con Bonura, la sua conclusione è alta.

Dall’altra parte, Tobia controlla bene in area ma non inquadra lo specchio della porta.

Al 22’ il colpo di testa di Duguet è respinto sulla linea da Celussi.

Poco dopo Tobia e Caamano sono costretti a lasciare il terreno di gioco per uno scontro testa contro testa.

Minuto 27, Rekkab si oppone alla conclusione a colpo sicuro di Ogliari.

Due minuti dopo, Iannacone impegna Samarxi.

Bonura cerca gloria su punizione, palla fuori.

Prima del riposo, Gonella calcia debolmente.

Si torna in campo e Monteleone in diagonale mette di poco a lato.

Al quarto d’ora granata vicino al gol.

Il portiere ospite vola sulla punizione di Lauciello.

Al 20’ Henin viene murato da un difensore.

Poco prima della mezz’ora Disisto, impegna con un colpo di testa la retroguardia avversaria, il portiere si supera e gli nega la gioia del gol.

L’allenamento congiunto termina così in parità senza reti.

Dopo si rinnova la sfida con Disisto protagonista con un tiro potente ma centrale.

Finisce qui senza reti

 

Redazione di Vercelli

 

 

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Dal Primo Libro dei Re, Cap. 19, 9. 11 – 13

In quei giorni, Elia, [essendo giunto al monte di Dio, l’Oreb], entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: “Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore”.
Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.

Salmo 84

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, Cap. 9, 1 – 5

Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua.
Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne.
Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.

Dal Vangelo secondo San Matteo, Cap. 14, 22 – 33

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: “È un fantasma!” e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”.
Pietro allora gli rispose: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”.
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: “Davvero tu sei Figlio di Dio!”.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Una disavventura a lieto fine

(1Re 19,9.11-13; Sal 84; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33)

Sul far del mattino dopo aver costretto i discepoli ad allontanarsi e aver congedato la folla, Gesù sale sul monte e vi rimane da solo in preghiera fino alla quarta vigilia della notte, quando arriva per i suoi l’ora di un’altra sorprendente teofania.

Gesù dunque, come Elia, si ferma sul monte e rimane alla presenza di Dio, immerso nella profondità della preghiera mentre i discepoli sono quasi sommersi dall’altezza delle onde. Le acque che diventano minacciose e il vento contrario che frena il cammino, mettono allo scoperto i dubbi e le paure dei discepoli che forse avranno pensato: “Perché il maestro ci ha fatto partire? Non poteva risparmiarci questa faticosa disavventura?”. Può essere difficile trovare un senso in ciò che ci intimorisce e ci agita, come le onde del lago e in ciò che ci spinge indietro e rende duro il cammino, come il vento contrario. In più si aggiunge lo spavento che i discepoli provano quando sul finire della notte vedono qualcuno che camminando sulle acque viene verso di loro, sconvolti gridano dalla paura credendo di trovarsi davanti a un fantasma. In effetti, nessun uomo in carne e ossa si è mai visto camminare sulle acque!

Dopo aver moltiplicato il pane e i pesci, Gesù si rivela signore anche sulle leggi della fisica. Mosè aveva diviso le acque del Mar Rosso ed era passato con il popolo sull’asciutto, ora Gesù fa qualcosa di mai visto né sentito camminandoci sopra! Mentre il Signore tenta di rassicurare i suoi, Pietro, audace e diretto lo mette alla prova: “Se sei davvero Tu comandami di venire verso di te sulle acque”. Gesù accondiscende e lo chiama: “Vieni!”.  Pietro, scende dalla barca e va verso Gesù camminando sulle acque, così come aveva chiesto che avvenisse. Ma quando distoglie lo sguardo dal Signore e considera la forza del vento, si impaurisce e comincia ad affondare. Sembra che i flutti vogliano inghiottire e sottrarre Pietro all’incontro con Gesù ma il grido della fede si alza verso il Signore, che raggiunge Pietro afferrandolo con la mano, mentre gli rimprovera di aver dubitato. Gesù sale sulla barca insieme al più audace degli apostoli e il vento cessa. La faticosa disavventura conduce i discepoli a un’importante professione di fede, tutti prostrati davanti al Signore confessano: “Davvero tu sei il Figlio di Dio!” Sono le stesse parole che il centurione dirà sotto la croce vedendo Gesù morire perdonando e amando, sarà l’ultima e definitiva manifestazione di Dio, la più grande e la più difficile da capire e da credere. La fede non ci apre un cammino dove tutto è facile e tranquillo, non ci risparmia le tempeste della vita ma ci dà la sicurezza di una presenza, la presenza di Gesù che ci spinge a superare le bufere esistenziali, la certezza di una mano che ci afferra per aiutarci ad affrontare le difficoltà, indicandoci la strada anche quando è buio. La fede dunque non è una scappatoia dai problemi della vita, ma sostiene nel cammino e gli dà un senso. Papa Francesco

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Oggi, nel presentare le Letture ed i commenti di domenica 6 agosto, Trasfigurazione del Signore, facciamo un’eccezione: non abbiniamo un’immagine che richiami il testo del Vangelo proclamato, ma la fotografia dell’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo, a Lisbona, con i ragazzi, i Sacerdoti ed i Volontari della Diocesi di Vercelli, che si preparano alla veglia con Papa Francesco. Con loro altre centinaia di migliaia di giovani di tutto il Mondo.

Anche questa immagine, crediamo di non sbagliare, illustra la forza del Vangelo, è Vangelo vivo.

A domani per altri servizi sulla GMG 2023

***

Dal Libro di Daniele, Cap. 7, 9 – 10. 13 – 14

Io continuavo a guardare,
quand’ecco furono collocati troni
e un vegliardo si assise.
La sua veste era candida come la neve
e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
il suo trono era come vampe di fuoco
con le ruote come fuoco ardente.
Un fiume di fuoco scorreva
e usciva dinanzi a lui,
mille migliaia lo servivano
e diecimila miriadi lo assistevano.
La corte sedette e i libri furono aperti.
Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.

Dal Salmo 96

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Perché tu, Signore,
sei l’Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dèi.

Dalla Seconda Lettera di San Pietro, Cap. 1, 16-19

Infatti, non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. 17Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto». 18Questa voce noi l’abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. 19E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori.

Dal Vangelo secondo San Matteo, Cap. 17, 1 – 9

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”.
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”.

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UN PENSIERO SULLA PAROLA A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Una visione, quella di Daniele al capitolo 7, che racconta le “visioni notturne” in un crescendo dei periodi storici della travagliata storia di Israele, che ha visto il susseguirsi dei dominatori dell’Oriente (babilonesi, persiani, medi, Alessandro il macedone, Seleucidi).

Una visione della storia, come luogo dell’operosità dell’uomo e della giustizia di Dio, nella quale il profeta intravede il giudizio finale.

Ed ora un vegliardo (prima lettura), “antico di giorni”, la cui esistenza è “eterna”, apre il libro: sarà giustizia.

Un Dio che farà giustizia, ma accanto ad un “figlio d’uomo” che scende dalle nubi, dal cielo, viene “da Dio” ed è portatore di speranza e di pace.

Gesù applicherà a se stesso l’espressione “figlio dell’uomo” e sarà portatore di giustizia e bontà, non quella che vorrà o si aspetterà il mondo, ma secondo il “Regno di Dio”.
Un regno lungo quanto il tempo dell’umanità in attesa del giudizio finale.

In questa prospettiva si capisce il compito di Gesù che avrebbe distrutto via via il male e sottomesso tutti i nemici fino a distruggere la morte, l’ultimo avversario. (1 Corinzi 15, 20-26).

Gesù’ l’amato “Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento”.

Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte.” (2 Pt1,16-19 seconda lettura).

Lo sapeva bene Pietro, presente con altri su quell’alto monte, tanto che la tentazione di “restare” era fortissima.

E lì su quel monte, Pietro lo chiama Kyrie, “Signore”.

Testimone di quella Gloria che abitava il monte, ma che abita la nostra vita, le nostre chiese, che abiterà il mondo.

Pietro e’ su quel monte, su quel “monte alto” della Galilea e vede il volto “Altro” di Gesù: il volto di Cristo.

Gesù lo “prende con se’” con Giacomo e Giovanni, li richiama, come su quel lago e li conduce “in disparte”, sopra un alto monte.

Dal lago al monte.

Voce e luoghi: li conduce in alto, là dove la terra s’innalza, dove la luce del cielo arriva prima, il “luogo” più “vicino”, oltre la terra, oltre la pianura, oltre il lago.

E la luce, la gioia, la bellezza.

Sul monte non per “vedere” ma per “ascoltare”.

“Sei giorni dopo” come quelli della creazione racconta da Genesi 1.

Dialogo del mondo con Dio.

Dialogo del mondo con Dio.

Il monte come altri monti biblici.

Mosè ed Elia: legge e profezia.

Una Parola: quella del Padre.

“Ascoltatelo!”: il discepolo di Cristo è colui che sente, ascolta e annuncia.

Pietro, Giacomo, Giovanni … fissano il volto di Cristo e rimangono abbagliati, tanto che hanno bisogno del “ occo di Gesù” (Mt 17,7)  per essere riportati alla realtà quotidiana.

Pietro, Giacomo, Giovanni gli stessi del Getsémani, dell’ ora angoscia ,sofferenza e attesa, dell’ agonia, ma anche della preghiera.

Un Dio luminoso, solare, bello, un Dio che “fa luce”.

Illumina.

La luce e’ per l’uomo: la luce e’ di Dio per l’uomo.

Dio e’ luce e Voce.

Ci illumina, parla, invita ad ascoltare.

Ancora un “non temete”.

Dal timore alla pienezza di luce.

Ri-chiamati e ri-svegliati da quel tocco amorevole che rialza e rassicura.

Non temete!

“Alzatevi e Non temete”

Per annunciare occorre alzare il viso da terra e andare con coraggio, con il cuore pieno di luce.

“Non temete”

Gesù rassicura, li tocca, come tocca noi, siamo anche noi su quel monte con Pietro, Giacomo e Giovanni.

Non si tratta di godere di una visione, ma di essere confermati nel cuore per poter sostenere la prova e seguire il Signore. Pietro, Giacomo, Giovanni, gli stessi della casa di Giairo, gli stessi di quell’orto degli ulivi: esistenza di gloria e di sofferenza.

Stupore e meraviglia: la bellezza della fede.

Guardare la luce e vedere la croce: perché già sulla croce si scorge la luce della Risurrezione.
Contemplazione: unione con Dio, presenza di Dio.

Sguardo, ascolto, Parola, preghiera.

Azione: “Farò’ qui…”

La “logica umana” si scontra con la “Logica di Dio”. Come Pietro, siamo tutti cercatori stupefatti di di quella luce. Vogliamo vedere il mondo in altra luce, venire davvero alla luce. “Voi siete la luce del mondo”,

Siamo la luce del deserto dell’esistenza, dell’aridità della disperazione, della sabbia dell’incredulità, della roccia dell’ apparenza…

Siamo luce.

“guardate a Lui e sarete raggianti” e attraverso di Lui “guardiamo il mondo” e portiamo la sua luce.

“Ascoltate” perché per annunciare occorre “ricevere” e poi “dare”.

Il Vangelo: non solo la Legge, non solo i profeti. Cristo il “figlio prediletto” deve essere accolto e annunciato.

Salita sull’ alto monte e discesa, nella pianura: dove si incontrano i fratelli rimasti al piano.

L’incontro con Dio ci spinge a “scendere dalla montagna” e ritornare tra gli altri e portare con la vita la notizia della gioia

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Aggiornamento ore 19:45

Ritrovato a Vercelli, in corso Rigola, il corpo di un giovane di cui era stata segnalata la scomparsa.

Leggi cliccando qui l’articolo aggiornato –

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Aggiornamento ore 18:40

Anche se si rincorrono voci lungo l’argine del Sesia di presunti rinvenimenti della persona che risulta scomparsa le autorità, per ora, non confermano nessuna circostanza del genere.

Le ricerche proseguono e in questo momento sono sopraggiunti i sommozzatori del nucleo speciale di Milano dei Vigili del Fuoco.

 

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Vercelli 03/08/2023 ore 18:10

Allarme al fiume Sesia nelle immediate vicinanze del ponte ferroviario a Vercelli.

Si sta cercando un giovane che risulta disperso dopo che, secondo le dichiarazioni di amici che erano con lui si era tuffato in acqua.

Sul posto sono presenti in forza sia i Vigili del Fuoco sia i Carabinieri.

Sopraggiunto sul posto l’elicottero Drago 153 e da prime sommarie indicazioni sta sopraggiungendo anche la squadra specializzata di sommozzatori da Milano.

Aggiornamento nelle prossime ore.

Redazione di Vercelli

 

 

 

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Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Aggiornamento 3 agosto ore 10,30

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Grandissima gioia, oggi 2 agosto, per i ragazzi ed i loro accompagnatori che stanno partecipando alla GMG di Lisbona 2023: il gruppo vercellese è stato raggiunto dall’Arcivescovo Mons. Marco Arnolfo. Nella cronaca di domani ne parleremo con maggiore dovizia di particolari.

L’Arcivescovo è arrivato giusto in tempo per la festa dei pellegrini italiani, che è in corso in questo momento, nella serata del 2 agosto.

Applausi a scena aperta per Enrico Galliano e Don Luigi Ciotti

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Ma gli appuntamenti di oggi sono stati interessanti e, quindi, andiamo con ordine.

Mattinata intensa, quella di oggi, 2 agosto, per i giovani piemontesi che partecipano alla GMG 2023.

Riuniti nella piazza centrale di Carnaxide (nella conurbazione di Lisbona) hanno ascoltato la catechesi del Vescovo di Alessandria, Mons. Guido Gallese, che non si è sottratto alle domande dei ragazzi e dei Sacerdoti, su un tema molto sentito, condensato in tre questioni.

La prima: cos’è l’ecologia integrale; la seconda: qual è il suo rapporto con la fede; la terza: come incontra questo tema l’esperienza della GMG.

Non sono le uniche tracce offerte alla riflessione di oggi; le altre spaziano da Seneca a Calvino, da Christian Bobin a Philip Roth (“la contemplazione è ciò che minaccia maggiormente in modo bizzarro il superpotere della tecnica e per una ragione molto semplice: la tecnica apparentemente ci facilita la vita. Ma è un dogma di oggi che la vita sia facilitata”).

Insomma, la banalità è del tutto bandita da Lisbona e paraggi.

E l’omelia dettata da Mons. Roberto Repole nel corso dell’Eucarestia celebrata tutti insieme, non ha certo lasciato spazio a temi “leggeri”.

Nel filmato che possiamo offrire grazie alla collaborazione di Maddalena Cardano, si può ascoltare l’Arcivescovo di Torino che parte “tecnico”: perché Gesù sceglie la forma narrativa delle parabole?

Per poi arrivare al cuore di verità importanti, per indicare ad un ragazzo l’orizzonte che dia senso alla vita; tentiamo una sintesi: poiché Dio è vicino, allora tutto viene trasformato. Le cose che sembrano avere un valore in questo Mondo, come la gloria, i soldi, il successo… sono ormai spazzatura, non contano niente. Invece conta l’amore, conta la ricerca della giustizia, conta la capacità di essere uniti e solidali (…).

Ma è certo meglio ascoltare Mons. Repole in presa diretta, nel filmato.

Insomma, non è difficile immaginare che questa marcia di avvicinamento, alla GMG, espressa ora non più in chilometri, ma in una grande e progressiva esperienza spirituale ed intellettuale, sarà patrimonio perpetuo dei giovani che sono partiti dalla nostra regione e da tutto il Mondo per raggiungere Lisbona.

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Regione Piemonte, Saluggia e Livorno

“Qui a Fatima la Vergine Maria ci insegna ad essere pellegrini e ad accogliere anche i pellegrini della vita, cercare il senso dell’esistenza, il nostro ruolo e destino, la nostra missione.

Maria stessa è pellegrina del servizio e della Missione. Dall’annuncio dell’Angelo è subito partita per portare l’annuncio di Gesù al Mondo, a partire dal suo popolo: per questo è andata “in fretta” a celebrare con Elisabetta la meravigliosa notizia.

Maria, poi, pellegrina e perseguitata, deve fuggire in Egitto, per salvare il suo così prezioso Figlio, come per tanti bambini e giovani, oggi, in cerca di futuro e dignità”.

Possiamo ascoltare nel nostro video, messo a repertorio da Maddalena Cardano, le parole rivolte a migliaia di giovani oggi presenti a Fatima, in Portogallo, ultima tappa dell’itinerario che, domani, li vedrà raggiungere Lisbona, dove avrà ufficialmente inizio dal Giornata Mondiale della Gioventù 2023.

Leggi cliccando qui l’articolo di ieri, 30 luglio. 

La Santa Messa di questa mattina, 31 luglio, è stata presieduta dal Vescovo di Leiria – Fatima, Mons. José Ornelas Carvalho, S.C.I che ha concelebrato con tanti Sacerdoti, assistenti e direttori dei gruppi diocesani di giovani.

Per la Diocesi di Vercelli, Don Luciano Condina, Don Salvatore Giangreco e Don Gregorio Ziobro.

Secondo l’usanza di Fatima, la S.Messa “internazionale” è sempre in lingua portoghese, ma l’organizzazione ne assicura la traduzione di ampi stralci.

Più tardi la partenza per Lisbona, dove da domani potremo ricevere le testimonianze dei partecipanti.

Buona visione e buon ascolto.

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